Creato da elsa.concetta il 04/06/2012 |
Post n°28 pubblicato il 08 Aprile 2017 da elsa.concetta
Signore, vorrei amare, ho bisogno d'amare.
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Post n°27 pubblicato il 07 Aprile 2017 da elsa.concetta
I Cinque Tibetani o Cinque Riti Tibetani sono una serie di semplici esercizi noti anche come rituali dell'eterna giovinezza. "Bastano venti minuti al giorno per favorire il riequilibriodella secrezione ormonale, ritrovandocosì benessere e nuova energia psicofisica.E tanto meglio se poi sembreremo più giovani" (L'Altra Medicina - n.24) Il primo rito lavora sulla spiralità. In piedi braccia larghe, palme rivolte verso il basso, ruotare su se stessi in senso orario, in modo che il braccio sinistro ruoti verso destra. Questo tipo di esercizio rotatorio può provocare perdita dell'equilibrio e/o una leggera nausea. È quindi consigliabile, almeno per le prime volte, eseguire i movimenti lentamente, con non più di 3-4 rotazioni, per poi aumentare.
Secondo rito Distesi a terra, supini, braccia lungo i fianchi , sollevare contemporaneamente le gambe a 90 gradi rispetto al busto (piedi flessi a martello) e la testa verso il petto. Spalle, schiena e bacino rimangono a contatto con il suolo. Inspirare durante la flessione ed espirare nella fase di distensione. Terzo rito In ginocchio, mani posizionate sui glutei, piedi in appoggio sulle dita flesse e in contatto con il suolo, testa appoggiata sullo sterno. Inarcare all'indietro testa, spalle e il tratto toracico della schiena. Inspirare quando si inarca ed espirare mentre si ritorna alla posizione di partenza. Durante il rito mantenere rilassate le mascelle. Quarto rito Seduti, gambe distese e piedi larghi quanto le anche; tronco eretto, mento che tocca lo sterno e palme appoggiate a terra con le dita in avanti, piegare le ginocchia, sollevare il bacino e rovesciare indietro la testa, inspirando si sale ed espirando si torna alla posizione di partenza. Quinto rito Proni, bacino e arti sfiorano terra, testa eretta, palme delle mani appoggiate a terra larghe quanto le spalle e piedi appoggiati sulle dita flesse larghe quanto le anche , sollevare il bacino, espirando. Inspirare tornando alla posizione di partenza.
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Post n°26 pubblicato il 06 Aprile 2017 da elsa.concetta
Sto leggendo " La bella zoologia" di Danilo Mainardi che affronta in modo chiaro e rigoroso i temi dell'evoluzione e il rapporto tra l'uomo e l'ambiente. Ma un brano mi ha commossa:" in un centro visite del Parco Nazionale del Gran Paradiso, a Chanavey , si trova il corpo imbalsamato di uno stambecco straordinario. Il suo nome è Sultano. Era imponente, aveva grandi corna a scimitarra, visse a lungo. Oltre a ciò, altre qualità lo dotarono d'un fascino irresistibile, d'un carisma percepito da uomini e animali. Può sembrare azzardato usare questa parola, carisma, per un animale, ma chi l'ha conosciuto sa che è così." E ancora: "Sultano però fu un animale selvatico ed elusivo, non compì atti eroici nei confronti della nostra specie. Se è diventato leggendario è stato per altri, più sottili motivi. E' indubbiamente una storia assai peculiare. Ci si trova immersi nell'aria sottile dell'alta quota tra ghiaioni, nevi perenni,e cieli azzurri solcati dal volo dell'aquila, in compagnia di gente e animali per i più inconsueti, preziosi. E quegli esseri, umani e non umani, è come se recitassero una commedia, o una tragedia, fuori dal tempo. Sono gli uomini del parco, i villigiani, e poi gli animali: stambecchi, volpi, camosci, marmotte, ma soprattutto lui Sultano, perché il perno del racconto è la storia della sua vita." .."L'esempio più bello è la descrizione che del mitico animale fa Vittorio Peracino, che fu ispettore sanitario del parco:- Sultano? Fiero. Energico. Irruente. Deciso. Uno stambecco capolavoro. Durante la stagione degli amori non aveva neppure bisogno di affrontare in duello i rivali. Li sconfiggeva con il solo apparire. Intelligente? Il fatto di essere riuscito a sfiorare i diciotto anni, guidando un branco,significa che sapeva operare scelte: arrivare, per esempio, ai pascoli migliori nel momento più opportuno.- Ancora più avanti si legge: " Personaggio straordinario fu Provino Chabod, che per primo incontrò Sultano, che gli diede il nome, che lo seguì per tutta la vita. Che, quando giunse il momento della morte dell'animale, non ebbe il coraggio di esserne testimone. E siccome la direzione del parco desiderava averne una documentazione filmata, fu incaricato un giovane collega, Stefano Borney. E' lui che ci racconta, e ci documenta, quel tragico ultimo giorno. La silenziosa visita - forse l'estremo omaggio - d'alcuni stambecchi; quella, altrettanto rispettosa, del suo pastore tedesco. - E non gli gira attorno eccitato come fa quando s'imbatte in un animale selvatico. Non abbaia, non annusa, non guarda.- Gli si siede semplicemente accanto. Fin dove arriva, negli animali, la consapevolezza della morte?"
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Post n°25 pubblicato il 04 Aprile 2017 da elsa.concetta
Una storia d'amore che nulla ha da invidiare a quella più famosa di Romeo e Giulietta si è consumata in Portogallo nel 1300 ed è la storia di Ines di Castro e Pedro, erede al trono. Siamo nel 1340, il principe ereditario Pedro si innamorò della bella Ines di Castro, una dama di compagnia. Per volere del padre Alfonso IV , Pedro sposa Costanza di Castiglia ma continua ad amare la dama di compagnia della moglie. La relazione non viene tenuta nascosta, alla morte della moglie Pedro sposa in segreto Ines e la coppia mette al mondo tre figli. Approfittando della lontananza del figlio, Alfonso IV fa uccidere da sicari Ines. Pedro fatti torturare i sicari, procede ad una tragica incoronazione della sua amata. Fa riesumare Ines che lavata, profumata, viene incoronata nel Monastero di Santa Cruz e obbligando i cortigiani a baciarne la mano, ormai, in un evidente stato di decomposizione. Oggi, Ines e Pedro riposano vicini, nelle splendide tombe del Monastero di Alcobaca. Il monastero ci accoglie con le sue pareti nude e tutta la purezza dello stile cistercense. Larghezza, altezza e la verticalità delle navate invitano al silenzio e alla contemplazione. Il più rilevante elemento artistico è dato dalle tombe reali di Don Pedro e Dona Ines de Castro . La tomba di Ines è sostenuta da sei angeli e presenta un fregio con i momenti salienti della sua vita. La tompa di Don Pedro racconta la vita di San Bartolomeo, patrono del re. Sul fronte, una rosa che rappresenta la ruota della fortuna, o come un'altra interpretazione, scene della vita di Don Pedro e Dona Ines. Le tombe si fronteggiano, in modo tale che al momento del Giudizio Universale i due amanti, risvegliati dal sonno eterno possano immediatamente guardarsi e ritrovarsi.
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Post n°24 pubblicato il 09 Luglio 2014 da elsa.concetta
Il mio incontro con lo yoga risale a molti anni fa,dopo la prima lezione è stato amore prima vista! Così il mio interesse in questa disciplina cominciò a crescere fino a trasformarsi in una vera passione. Infatti non faccio che consigliarlo a tutti perché non solo ha aumentato la mia flessibilità, ma ha migliorato il mio umore e la mia voglia di introspezione. Lo yoga è per me un inno alla vita infatti, partendo dal corpo, mi sembra di essere approdata ad maggiore consapevolezza di me stessa. In verità non sono molto brava nell'eseguire le posture (asanas) ma ho imparato che devo ascoltare le esigenze del mio corpo muovendomi in armonia provando sempre una sensazione di piacere e mai dolore. Lo yoga per me è la ricerca di uno spazio interiore, un cercare di vivere nel momento presente concentrandomi sul respiro e sulle posizioni. In questo modo si attua una sempre maggiore integrazione tra corpo e mente che ha il suo punto culminante con la meditazione. L'onda del respiro che entra ed esce, e i suoni ci permettono di incanalare l'energia e la concentrazione sul movimento, tutto ciò si riflette anche al di fuori, infatti, mi sono accorta che sempre più mi sto aprendo all'accoglienza e all'analisi di sensazioni e percezioni che normalmente mi sfuggivano. Grazie allo yoga ho ripreso tutti quegli hobby che con il matrimonio, la figlie, l'assistenza agli anziani di casa, avevo abbandonato. Così ho comprato i colori, la creta, i gomitoli di lana e di cotone e mi sono messa a dipingere, a creare oggetti, a lavorare con i ferri ed uncinetto e dipingere mandala. Ho anche aperto un blog dove scrivo e pubblico le foto dei miei " capolavori", ho ripreso le ricette di casa, le ho compattate in un libercolo che ho regalato alle figlie. "Il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e il più importante gradino verso la conoscenza" Erasmo da Rotterdam
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Inviato da: Nepenthe
il 10/07/2014 alle 10:28
Inviato da: carlottina140
il 02/03/2014 alle 15:32
Inviato da: carlottina140
il 02/03/2014 alle 15:30
Inviato da: crisballaballa
il 18/02/2014 alle 14:58
Inviato da: crisballaballa
il 17/02/2014 alle 11:41