DarkSoulLa mia vita dopo la tossicodipendenza |
L'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma mancanza di giudizio. (Philip Dick, da “Un oscuro scrutare”, 1977)
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
ORA SONO LIBERO
Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.
PENTIMENTO
Io rimpiango
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Lo psicologo
Post n°195 pubblicato il 11 Febbraio 2015 da mygangsta
Il recupero dalla tossicodipendenza mi fece incontrare una folta schiera di operatori, psicologi, personale che cercava di capire come mai io fossi caduto in quel baratro, che voleva aiutarmi a uscirne, che aveva il compito di seguirmi in quel percorso. Ma, devo ammetterlo, non mi piacquero mai troppo. Fu un percorso tortuoso e doloroso, una stretta e buia via che risaliva sulla terra direttamente dall'inferno. E nessuna esplicita garanzia di riuscita.
E poi ci fu quello psicologo che, ironicamente, ho ribattezzato "del buco nero". Quello che, trovandosi a fare il suo lavoro incontrava anche gente come me, ma che, nella sua visione personale, non riusciva a nascondere del tutto l'avversione e il pregiudizio per la tossicodipendenza. Esordì dicendo che io ero caduto in quel baratro perchè qualcosa dentro me (il famigerato buco nero) era semplicemente destinato a compiere quella scelta, vi era sopito dentro di me un impulso a fare uso di sostanze e questo impulso mi aveva condotto naturalmente a quella dannata scelta. Insomma, non avrei potuto fare altrimenti e, cosa ancora più grave, non era cosa di cui gioire il fatto che ne fossi uscito perchè quell'impulso era sempre vivo e presente e io avrei potuto tornarne schiavo in qualsiasi momento. Non ero mai al sicuro da quella roba, dovevo stare in costante allerta e lottare ogni singolo istante per liberarmene. A ogni incontro mi chiedeva sempre se fossi riuscito anche quella settimana a starne senza, voleva chiudessi gli occhi e immaginassi le droghe per sapere se nasceva dentro me la voglia di assumerle di nuovo e mi scrutava sospettoso al mio negare. Dopo pochi incontri mi alzai, mi avvicinai alla sua scrivania e dissi, prima di uscire per sempre: "Se avessi intenzione di rivederla in futuro, la autorizzerei a spararmi un colpo se venisse a sapere che ho di nuovo toccato anche soltanto un grammo di quella roba. Dentro di me ci possono essere buchi neri, predestinazioni, impulsi autodistruttivi o quello che vuole, ma ho promesso a me stesso che non avrei mai più toccato un solo grammo di sostanze e lo farò, manterrò la promessa. Non sprecherò questa mia seconda vita in quel modo assurdo, può scommettere quello che vuole". E posso dire di aver detto la verità, di aver mantenuto quella promessa. E, con buona pace di quello psicologo, sono anni che non tocco quella roba e, a dispetto di "impulsi incontrollabili o buchi neri", non ne sento proprio il richiamo (anche nel momento in cui, x prova, ancora mi impegno a pensarci per vedere se mi tornasse l'idea) anzi, direi che l'impulso è quello di maledirle ora e per sempre.
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Inviato da: cassetta2
il 14/01/2024 alle 03:31
Inviato da: mygangsta
il 21/12/2023 alle 22:10
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il 05/12/2023 alle 16:57
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il 22/07/2023 alle 22:41
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