DarkSoul

La mia vita dopo la tossicodipendenza

 

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Tornare indietro dal tunnel

Post n°211 pubblicato il 22 Maggio 2015 da mygangsta

 

Per me risorgere dopo un'esperienza come la tossicodipendenza più profonda e gli anni dissoluti non è stato semplice. Per nulla.

Tanto che, all'uscita dalla comunità, provai un senso di smarrimento, come se la mia nuova vita non potesse iniziare così, subito, semplicemente come prosecuzione di quella passata.

Non riuscivo a liberarmi dagli incubi passati, da ciò che avevo vissuto, dai ricordi ancora troppo vividi, dalla sofferenza fisica e psicologica, dalla condotta dissoluta.

Non riuscivo a costruirmi una nuova vita "normale" e soffrivo terribilmente.

Così, ho lasciato tutto e, per qualche mese, ho vissuto fuori, con una tenda, in montagna, senza una meta precisa. Mangiando un panino e poco altro. Io e me stesso, in eremitaggio.

E' stato un periodo pazzesco, intenso, che, in tutta la sua difficoltà, mi metteva a tu per tu con me stesso, senza vie d'uscita. Ma avevo bisogno di una scossa così forte, di vivere senza nessuna comodità, in una situazione precaria e da costante allerta, da solo.

Avevo bisogno di perdere ogni certezza, di affrontare tutto senza filtri, di tornare quasi a uno stato "primordiale", di meditare, di sentire la paura nelle notti all'addiaccio sotto le stelle o sotto un violento temporale e non tirarmi indietro ma viverla fino in fondo.

La tossicodipendenza (tra l'altro in così giovane età) mi aveva rubato il senso della vita, mi aveva dato falsa forza e falsa euforia, falsi rapporti con gente falsa, mi aveva mostrato il degrado più totale cui si può arrivare, mi aveva provato con pesanti sbalzi d'umore, malessere, bugie, allucinazioni, mi aveva reso falso e inaffidabile. E portato a due ore dalla fine.

Come potevo tornare a vivere, aldilà di tutte le terapie convenzionali? C'è sempre una ferita profonda dopo certe esperienze. E, nel mio caso, sentii che solo la solitudine, il silenzio e il ritorno alle origini nel profondo della natura, nelle montagne a sfidare i ricordi, me stesso e il buio,  avrebbero potuto ridare un senso a tutto.

E, alla fine di quel periodo, ho sentito che potevo tornare a vivere e recuperare gli anni persi nel tunnel. E' stato lo spartiacque. Ho accettato di tornare a vivere pur con il senso di colpa e il rimorso. Non ho più avuto paura, mai. Ho ricostruito la mia esistenza totalmente, ho lasciato indietro la condotta dissoluta per seguire valori sani.

Le sostanze sono subdole, si sostituiscono piano piano a ogni altra cosa, diventano l'unico significato dell'esistenza, ti fanno vivere in un mondo finto, in un'illusione fatta di euforia, forza, adrenalina alternate a depressione, panico, ansia. Di sballo alternato a malessere.

E cadere nel tunnel da ragazzi è doppiamente doloroso. Come possono le sostanze farti crescere, come possono le sostanze sostituirsi a un normale percorso di crescita e di sane esperienze? Io, avendo perso anni importanti dentro quel tunnel, ho dovuto faticare il triplo per essere la persona che sono adesso, a più di trent'anni.

Se tornassi indietro riprenderei quelle sostanze? Neanche per sogno (o per "incubo", che meglio si addice all'argomento)

 

 

 

 

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Commenti al Post:
manuelazen
manuelazen il 22/05/15 alle 13:12 via WEB
Non so, Massimo, se tu abbia ricevuto una buona educazione, un'educazione all'onestà, alla sincerità con se stessi. Non so se durante il periodo di disintossicazione in comunità tu abbia incontrato persone che ti abbiano fornito gli strumenti per credere che fosse possibile ritornare in possesso di te stesso a dispetto del potere delle sostanze. Non so se tu avessi risorse personali profonde, istinto vitale e desiderio di essere persona costruttiva, che nulla avrebbe potuto piegare. O se tutto questo abbia contribuito a fare ciò che sei ora, ciò che lavori per essere ora. Non so se tu avresti potuto essere ciò che sei ora senza attraversare il dolore di quegli anni. Certo ora viene voglia di stringerti la mano e dire: "Mi fido di te."
 
 
mygangsta
mygangsta il 23/05/15 alle 00:07 via WEB
sto arrivando a pensare che ogni cosa accade pe un preciso motivo, per far maturare la persona se ne ha necessità. e credo che a me sia accaduto così, in qualche modo qualcosa voleva che io attraversassi quell'inferno e tornassi poi indietro. e questo nonostante avessi ricevuto un'ottima educazione. per quanto riguarda la comunità, non ne ho un buon ricordo: certo, c'erano persone brave che mi hanno aiutato ma altre erano invece pessime. certo è che, una volta uscito dal tunnel, ho fatto di tutto per lasciare indietro quanto accaduto e per ricominciare da capo. e per tornare ad essere una persona di cui ci si possa fidare. e spero di esserlo davvero.
 
   
manuelazen
manuelazen il 26/05/15 alle 20:44 via WEB
Non so se tu abbia ragione che ogni cosa accada per un preciso motivo, vorrei poter dire che è così; allora dovremmo ammettere che anche la sofferenza di chi muore senza speranza è motivata... A volte non riesco a distinguere se realmente ci sia un itinerario nelle cose o se siamo noi a cogliere le occasioni. A sostegno di entrambe le ipotesi ti posso raccontare cosa mi è accaduto oggi: mesi fa ho deciso di abbandonare il mio lavoro di farmacista dipendente, non è umano alla mia età accettare insulti ed umiliazioni immotivate. Questa mattina un cliente mi ha portato i medicinali della moglie gravemente ammalata, deceduta da poco, per vedere se poteva recuperare qualcosa per sè o portare le confezioni in buono stato ad una casa di riposo. Mentre facevo la cernita ho trovato due compresse di un medicinale per bloccare le scariche diarroiche, non si poteva vedere la scadenza; ma mi dispiaceva buttarle via allora le ho tenute io. Alle 14,30 avevo appuntamento con un architetto e i proprietari di un locale che vorrei affittare per impiantare un'attività tutta mia. L'incontro mi preoccupava un po': preventivi di spesa... La preoccupazione era tanta che mi sono ritrovata coi crampi allo stomaco e la necessità continua di andare in bagno. Non potevo permettermi di far saltare l'incontro e dovevo essere perfettamente padrona di me stessa. Le due compresse di antidiarroico sono state provvidenziali. Ho preso le compresse e sono andata all'incontro; non ho più avuto problemi intestinali fino a stasera al lavoro quando era ormai ora che tornassi a casa. Sarò assurda; ma mi sono sentita di ringraziare la signora Luigina: è come se quelle due compresse lei me le avesse lasciate in eredità perchè sapeva che oggi mi sarebbero servite. Assurdo, non trovi?
 
     
mygangsta
mygangsta il 26/05/15 alle 23:40 via WEB
questo mio modo di prendere le cose arriva dopo un lungo percorso di meditazione e con il mio avvicinamento alle filosofie orientali. nn è sempre facile pensarlo ma riuscire a pensarlo fa stare meglio, almeno per me è stato fondamentale. chissà, se la leggi così, anche l'esempio da te riportato assume un'altra valenza
 
Amithiel
Amithiel il 24/05/15 alle 18:53 via WEB
Quando parlo con persone che hanno vissuto o che purtroppo vivono ancora lo stesso incubo in cui sei stato,la prima cosa che mi dicono è "Per uscire dalla droga bisogna volerlo davvero".A leggerti mi sono persuasa totalmente sulla veridicità di questa affermazione.Puoi avere accanto tutto le persone amorevoli di questo mondo,puoi essere curato nei migliori centri di riabilitazione,ma niente potrà aiutarti se dentro al cuore non nutri la voglia di volerlo fare.Prima di entrare sul tuo blog sono passata dal profilo...sulla vacanza KO hai messo "Ritiro spirituale",strano come la montagna invece lo sia stato per te,come ti ha reso forte.Ti ha spogliato di tutto per poi restituirtelo,sei rinato.Hai perso anni importanti,ma tanti altri ne hai da vivere amico mio.Ti abbraccio Massy,buona serata:)
 
 
mygangsta
mygangsta il 24/05/15 alle 22:04 via WEB
sono assolutamente d'accordo, devi volerlo, altrimenti o non ne esci o prima o poi ci ricadrai. e io ho sentito che per volerlo davvero, per mettere tutto a posto dovevo vivere quell'esperienza fuori dal comune. e là ho capito di volere davvero ricominciare a vivere. e così è stato. per quanto riguarda il "ritiro spirituale KO" mi riferivo a ritiro spirituale inteso come ritiro di matrice cattolica, il che non farebbe mai per me. Invece il mio personalissimo "ritiro spirituale" in montagna che ho fatto e che ancora faccio ogni tanto mi ha ridato (mi ridà) la vita. Serena notte!!
 
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Data di creazione: 18/05/2008
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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