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Articolo di giornale

Post n°217 pubblicato il 18 Luglio 2015 da mygangsta

 

Il caldo è sempre quello, il giorno è sempre quello, 18 luglio.

E proprio oggi, giorno in cui, tanti anni fa, varcai la soglia del tunnel, aprendo un giornale, mi è saltata agli occhi un'inchiesta sulle sostanze, vecchie e nuove, e sulla loro diffusione sempre più massiccia soprattutto tra i più giovani.

Anche io ero molto giovane, diciassette anni.

Leggere quell'articolo mi ha fatto pensare che le sostanze hanno troppo potere e non spariranno mai, ci sarà sempre qualcuno, anche in questo stesso momento in cui scrivo, che farà il primo passo e ne farà uso.

Sappiamo che fanno male ma, e lo dico per esperienza, può arrivare il momento in cui pensiamo che a noi non faranno nulla, che il divertimento, lo sballo, la serata, sono più importanti di tutto il resto.

Quel 18 luglio per me andò così.

Sapevo, come tutti, che le sostanze non sono proprio la cosa più sana del mondo, ma ero giovanissimo, era estate, volevo "fare serata", divertirmi, non pensare a nulla, fare le sette del mattino.

Le sostanze andranno sempre avanti, ne usciranno sempre di nuove, è qualcosa che non si estirpa e lo dico con tristezza.

Non è fatalismo o pessimismo, è la realtà dei fatti.

Ma, il fatto che un 18 luglio di diciassette anni dopo, io sia qui a scriverne, non è stato scontato. E questa è la grande domanda che avrei dovuto pormi io quel giorno: le sostanze cosa faranno di me? Della mia vita? Mi lasceranno crescere abbastanza?

 

Ho avuto fortuna. 

Ci si può divertire anche senza di loro.

 

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Commenti al Post:
manuelazen
manuelazen il 19/07/15 alle 12:45 via WEB
Ti chiedo scusa in anticipo, Massimo, il mio commento non è inteso a giudicare te che assolutamente non conosco; faccio riferimento ai ragazzi di oggi, penso ai ragazzi che come mio nipote hanno quindici anni adesso. Ho vent'anni più di te e mi riesce difficile capire come si sia arrivati alla situazione odierna. Quand'ero ragazzina era impensabile pretendere di mettersi alla pari dei genitori e averla vinta su di essi a parole; non lo si ipotizzava neppure. Leggo invece nei ragazzi tanta presunzione, la convinzione di sapere della vita più degli adulti e pare che le parole degli adulti non abbiano valore se non si riesce a trovare degli esempi reali che possano arrivare loro come pugni nello stomaco e incutere terrore. Probabilmente c'è qualcosa in cui noi adulti abbiamo agito con troppa superficialità e poca consapevolezza per cui l'autorevolezza è passata ad altre "agenzie": internet, il gruppo dei pari. Ho l'impressione che un'esperienza come la tua sia un doloroso esercizio di umiltà e di esercizio della critica e dell'autocritica. Mi domando quale possa essere un'azione volta a condurre i ragazzi fuori da una presunzione autolesionista senza che debbano per forza di cose essere costretti a scegliere tra la vita e la morte.
 
 
mygangsta
mygangsta il 21/07/15 alle 23:48 via WEB
sono d'accordo. da giovanissimi si crede di avere il diritto di fare di tutto, di essere infallibili e invincibili, direi immortali. non si vuole ascoltare la voce della saggezza e dell'esperienza, e lo dico perchè anche io mi comportai così. ma ora posso soltanto pentirmi di un simile atteggiamento e posso soltanto consigliare di ascoltare la voce dell'esperienza e i consigli anche se possono sembrare scomodi.
 
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Un blog di: mygangsta
Data di creazione: 18/05/2008
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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