DarkSoulLa mia vita dopo la tossicodipendenza |
L'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma mancanza di giudizio. (Philip Dick, da “Un oscuro scrutare”, 1977)
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
ORA SONO LIBERO
Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.
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« Amicizia | Consapevolezza » |
Post n°238 pubblicato il 09 Maggio 2016 da mygangsta
Ho imparato, con estrema difficoltà e con cedimenti abbastanza frequenti, a vivere nel Qui e Ora. Perchè, spesso, se torni indietro con la mente o se rifletti su ricorrenze e date che tornano, c'è da impazzire. Io, poi, con il mio passato, se mi guardo indietro, davvero ho di che provare terrore. Ma ora non sto lottando con il pensiero della ex tossicodipendenza, sto lottando con il pensiero di quella forte e sincera amicizia distrutta e cancellata dalle conseguenze dell'uso di sostanze. Il mio caro Buddismo mi insegna il Qui e Ora, l'impermanenza delle cose, il karma e centinaia di altre perle di saggezza. E io cerco di crederci con tutto me stesso. Ma, per il calendario che dobbiamo seguire, per la mente, per milioni di motivi che neppure mi sovvengono ora, io so che è trascorso un anno dalla dipartita del mio migliore amico. E, se ho cercato di prepararmi a questo con tutta la lucidità e il distacco possibili, quando la ricorrenza è arrivata, non ho potuto fare a meno di avvertire un pugno allo stomaco. Tutto è tornato improvvisamente reale e vivido. Con prepotenza, la realtà mi ha sussurrato che, sì, lui se n'è andato davvero. Inutile prepararsi discorsi consolatori. Inutile dire che era così che doveva andare. Inutile tutto. Quel giorno tutto il mio castello di carte è crollato e ho sentito soltanto il Vuoto. Ho sentito il distacco da ogni banale azione quotidiana, ho sentito soltanto domande su domane affastellarsi in mente. Quel momento in cui l'unica cosa da fare è sedersi e, in solitudine, attraversare tutto il dolore. Senza maschere, senza scuse, senza giustificazioni, senza se e senza ma. Soltanto sentirlo scivolare dentro e sorbirlo tutto, goccia a goccia senza pensare di alzarsi un istante prima che abbia finito di scorrere del tutto. Nel mio passato avevo sempre cercato di anestetizzare il dolore, di nasconderlo, di placarlo e di metterlo a tacere con sostanze varie. Soltanto al prezzo di provocarmene ancora di più. No, ho capito che il dolore va vissuto, attraversato, sorbito goccia a goccia. E fa male. Altrochè se fa male. Brucia dentro come metallo ardente. Ti attraversa e, quando se ne va, non sei più lo stesso di prima. Una piccola scheggia, piccola ma terribile, rimane sempre nel cuore e, al minimo sussulto, tornerà a provocarti dolori lancinanti. E' difficile. Tanto. Il dolore è semplicemente il dolore. |
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"Il dolore è semplicemente dolore" e quindi è stata una buona cosa che tu non gli abbia messo delle maschere tramutandolo per quello che non è.
So che può suonare strano,ma sono contenta per te...continua così amico mio.
Un abbraccio grande!