Creato da Nekrophiliac il 21/02/2005

DARK REALMS V2

So, I've decided to take my work back underground. To stop it falling into the wrong hands.

 

 

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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 21 Febbraio 2005 da Nekrophiliac
 
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RHAPSODY: SYMPHONY OF ENCHANTED LANDS (1998)

Quae mala venientia metuuntur, eadem afficiunt aegritudine instantia. L'imminente sciagura che ci fa paura, ci darà angosce in futuro. Epicus Furor. Alla luce della mia precedente recensione, secondo voi, (pochi) curiosi del mio blog, quale potrebbe essere stata la mia reazione? Fomento supremo. Facciamo, però, un passo indietro. Premetto che i Rhapsody li ho conosciuti (purtroppo) solo nel 2001 e quindi mi sono avvicinato a loro con il mini Rain Of A Thousand flames (2001) e il seguente full-length Power of the dragonflame (2002). Il gradioso Symphony Of Enchanted Lands l’ho sentito per la prima volta soltanto nell’estate 2002 e di lì a poco non mi ha mai tradito, divenendo la mia colonna sonora portante persino durante le mie peregrinazioni salisburghesi. Unico. Qui la magia si trasforma in musica, e una volta schiacciato il tasto play del vostro stereo vi ritroverete di colpo catapultati tra draghi e stregoni, cavalieri e profezie, incantesimi, foreste inesplorate, battaglie campali, arcani segreti e spade di smeraldo. Ciò lo si intuisce subito anche dalla bella copertina che rappresenta il momento cruciale di una battaglia nei cieli delle terre incantate, tra cavalieri di opposte fazioni in sella ai loro fedeli draghi. E già andrebbe bene così. Le canzoni sono magnifiche, ben strutturate e sempre in grado di dire qualcosa ad ogni ascolto, rivelando pian piano tutti i loro segreti. Dai momenti più tirati ed epici, dove chitarra e batteria dettano i tempi, a quelli più calmi e atmosferici, dove è invece la tastiera a prendere il sopravvento, le canzoni scorrono tutte d'un fiato,sempre sorrette dalla splendida voce di Fabio Lione e dalle ormai classiche orchestrazioni e cori. Richiami alla cultura barocca, citazioni a Vivaldi, assoli di Luca Turilli al fulmicotone, melodia, velocità, aggressività, tutto va a fondersi insieme in un incredibile mix sonoro. Il secondo disco dei Rhapsody somiglia molto al primo disco, Legendary tales (1997), infatti, la sua struttura compositiva è molto simile alla precedente. La prima traccia è la drammatica opener con i grandiosi cori in latino, già citata, poi si bassa di botto alla loro canzone più bella di sempre: Emerald Sword.

 

Il primo singolo di sempre dei Rhapsody, veloce, magistrale, con un gran lavoro di Alex Staropoli alle tastiere e gli implacabili assoli di Luca Turilli. E non si finisce qui. Wisdom Of The Kings inizia lentamente con un suono di flauto per poi diventare vivace e incessante con le accelerazioni di Daniele Carbonera alle pelli.

 

Quarta traccia: Heroes Of The Lost Valley: "sì, potente guerriero… ciò che stai ascoltando sono le voci sofferenti di tutti gli eroi che hanno attraversato queste terre prima di te. Essi conclusero tragicamente la loro missione, ma la loro sete di vittoria è ancora viva e respira attraverso queste antiche rocce, corrose dalla furia del vento. Il loro orgoglio adesso cavalca con te". Brano strumental-medievaleggiante e parlato costituisce il preludio alla magica Eternal Glory. Imponente ed epica, dove la chitarra e il basso di Alessandro Lotta sono in perfetta simbiosi e si legano al coro epico con Fabio Lione che sfodera una prestazione notevole così come nelle strofe più lente. Atmosfere dark, lupi che ululano e strani rumori di sottofondo aprono Beyond The Gates Of Infinity, un pezzo in cui si alternano passaggi veloci a quelli più lenti e il confronto Turilli-Staropoli tra chitarra-tastiera è di alta qualità. Non poteva mancare una ballata. Wings Of Destiny è il manifesto delle indubbie doti vocali di Fabio Lione, melodrammatica ed emozionante ci lascia a The Dark Tower Of Abyss. È una canzone in costante evoluzione, suoni classici ma decisi si alternano a un ritmo più delicato, tutto sommato, esplosiva e melodica allo stesso tempo. La nona traccia è Riding The Winds Of Eternity, immediata, diretta seppur breve con un coro davvero molto bello, per non parlare delle solite sfuriate di Luca Turilli. Ultima canzone dell’album è la suite nonché title-track, Symphony Of Enchanted Lands. Dieci minuti di durata per un brano allucinante, con Fabio Lione che stupisce ancora. In realtà è divisa in cinque parti e strofe epiche e maestose si alternano agli assoli di Luca Turilli e ai cori supremi fino ad arrivare alla parte spoken con un sottofondo di cornamuse ed orchestrazioni varie.: “Vai, potente guerriero… i re delle terre incantate stanno aspettando la tua vittoria. Cavalca sulle ali della saggezza. Cavalca oltre le valli di mezzo per sconfiggere il padrone del caos. Nel nome della giustizia cosmica. Pace ed amore per sempre”. Fantastica. Symphony Of Enchanted Lands è la conferma di quanto di buono era stato proposto nel (ben più che semplice e scontato) disco di debutto ma la band triestina costituisce un esempio unico nella scena musicale italiana e nel panorama metal mondiale. La musica parla da sola.

 
 
 
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