Creato da Nekrophiliac il 21/02/2005

DARK REALMS V2

So, I've decided to take my work back underground. To stop it falling into the wrong hands.

 

 

« Messaggio #40Messaggio #42 »

Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 21 Aprile 2005 da Nekrophiliac
 
Foto di Nekrophiliac

PRODIGY: THE FAT OF THE LAND (1997)

L’ho consumato. Le tracce sono logore a furia di premere costantemente sul repeat. Probabilmente è stato il disco che ho ascoltato di più tra il 1997 e il 2000. Non riuscivo a prescindere da questo. Ne ero stato catturato. Dieci pezzi di breakbeat techno con attitudine punk. Un album a pieni giri che sembrava troppo corto, ne volevo ancora un po’. The fat of the land è il capitolo primo del mio percorso sonoro di dieci recensioni un pò particolari. Per questa singolare occasione, ho volontariamente perso le parole. Non me la sento di descrivere qualcosa che ho interiorizzato. Non saprei da dove cominciare. I Prodigy, per quanto mi riguarda, li considero irrecensibili. Sono parte di me. Quanto riporto è perciò un inno alla follia dei tempi e alla vitalità del rock, preso in prestito, insomma, a mo’ di "campionamento", dalla loro biografia “Prodigy: Apocalypse Now”, scritto a quattro mani da Martin James, giornalista di musica e cultura popolare che scrive fra l’altro per il “Guardian” e il “Melody Maker”, nonché dai membri stessi della band. Buona lettura.

1. Il pezzo d’apertura dell’album, Smack My Bitch Up, sembrava inoltre aver allarmato l’etichetta statunitense. Una delle più grandi catene americane aveva rifiutato di tenere il disco in catalogo con un titolo del genere. Era un pezzo provocatorio in stile B-boy con un campionamento di Give The Drummer Some degli Ultramagnetic MC’s e, immediatamente, suscitò gli attacchi da parte di coloro che, da sempre, si autoproclamavano i tutori della morale nel mondo.

“È una cosa B-boy” afferma Liam. “Non dico di metterti a picchiare la tua ragazza o tua moglie. Una puttana può anche non essere una donna. Il termine può riferirsi a un sacco di persone”. La catena di negozi non era convinta. In realtà si lamentarono anche di Funky Shit e così, alla fine, il gruppo fu costretto a cambiare i titoli per il mercato americano in Smack My B**** Up e Funky S***. Roba da non credere, il Paese che vanta il maggior numero di crimini al mondo, dove un’arma da fuoco spara ogni secondo della giornata, trovò difficile accettare le parole “Bitch” (puttana) e “Shit” (merda).

2. “Devono esserci degli animali” dichiara Liam al regista video Walter Stern. “Magari un ippopotamo o roba del genere”. “Un ippopotamo!” ride Keith. “Che razza di animale senza senso è un ippopotamo?” Ecco il problema: decidere la veste del video di Breathe. Deve essere dinamica come la serie di sequenze del folle Keith in Firestarter ma senza ritornare su territori vecchi. “Ho quest’idea di creare una scena di tensione fra Keith e Maxim” suggerisce Stern, “farli realmente vibrare uno contro l’altro. Un sacco di rabbia, un sacco di energia”. “E un animale selvatico” interviene Liam. “Ma non un ippopotamo del cazzo” conclude Keith. Il filmato presentava il gruppo rinchiuso nelle celle dello squallido braccio della mporte e gran parte dell’azione si basava su Keith e Maxim che litigavano cantandosi l’uno addosso all’altro attraverso un buco nel muro che divideva le loro celle. Keith – con i capelli tinti di rosso da una parte e di verde dall’altra, clip sul naso e la parola “Inflicted” tatuata sulla pancia – saltava come un folletto, mentre Maxim – la faccia e il corpo dipinti a strisce simili a quelle di un puma, lenti a contatto, denti d’argento e bastone da passeggio – recitava la parte del signore supremo terrificante e diabolico. Nelle stanze adiacenti, intanto, Leeroy si guardava intorno cercando di capire da dove provenissero quei rumori, mentre Liam stava coricato su un vecchio e lercio letto di ferro, le coperte intrise dalle macchie di fluidi corporali di anni e anni. Il quadro generale è disgustoso. Un violento e intenso sguardo nel mondo criminale, con abbondanza di scene di lotta. Il conflitto tra Keith e Maxim è ritratto nella lotta fra due scarafaggi; l’insonnia di Liam incessantemente rivelata attraverso incubi di doppelgangers, muri che respirano, scarpe che si scagliano da sole contro il soffitto e un lavandino da cui sgorga acqua insanguinata; l’ozio pensoso di Leeroy s’interrompe finalmente quando il ballerino viene scagliato attraverso la stanza. È un lavoro superbo che eclissa Firestarter per intensità. E, ovviamente, la BBC si rifiutò di trasmetterlo senza prima apportargli dei consistenti tagli. E l’ippopotamo? Be’, Liam fu d’accordo nel ritenerlo un’idea sbagliata e, alla fine, si decise per un alligatore. Ai tempi dei film di Tarzan, i registi sostituivano la vera dentatura del coccodrillo con una finta di gomma. In questo caso non avvenne così. Nel video la banda ebbe a disposizione una tonnellata di alligatore mangiauomini con tanto di denti veri. Quello che doveva fare era girovagare per la cella di Liam. In una scena si vede chiaramente il biondo re del campionamento brasato dal terrore mentre l’alligatore gli piange lacrime di coccodrillo accanto al lettino. “Non fu poi così terribile” afferma Liam. “Ti svelerò un segreto: gli avevano fasciato la bocca”. “See, ma solo dopo che si era mangiato una sedia!” aggiunge Keith. Forse l’ippopotamo sarebbe stato meno pericoloso. Immagina quello che avrebbero detto gli assicuratori se qualcosa fosse andato storto: “Morso da un alligatore in un edificio in rovina nel nord di Londra? Ma voi ci state prendendo in giro!”

Breathe era in tutto e per tutto l’equivalente di Firestarter. In chiara evidenza spiccava una linea di basso gotica alla Sisters Of Mercy, poi il pezzo esplodeva in un corposo breakbeat dilaniato da frustate industriali, prima dell’inserimento dello scambio vocale tra Keith e Maxim. “Breathe the pressare/ Come play my game I’ll test ya” (Respira la pressione/ Vieni a giocare il mio gioco e ti metterò alla prova). È quieto il libidinoso invito di Keith a cui Maxim risponde: “Psychosomatic, addict insane” (Psicosomatico, pazzo di un tossico). Una frase accattivante che catturava immediatamente l’immaginazione dell’ascoltatore. Sembrava che il mondo dei Prodigy fosse un posto spaventoso in cui vivere. Che fine avevano fatto i campionamenti del micio e le cordiali pose rave? Perse per sempre, a quanto pareva. Mentre prima la musica dei Prodigy ti spingeva a ballare, condividere sorrisi, ghignatine, acqua, e generalmente, risultava accomodante, adesso semplicemente ti assaliva e ti violentava, ti prendeva a calci nel basso ventre, ti prendeva per il collo e ti scrollava finché non soccombevi sotterrato da quei ritmi pesanti.

3. Verso la fine del 1996 Liam beneficiò di un’altra ondata di idee e registrò una serie di brani, inclusi due con cantanti: Skin degli Skunk Anansie e Crispian Mills dei Kula Shaker. Il terzo pezzo frutto di questo impeto creativo vedeva la partecipazione di un suo vecchio eroe, il rapper Kool Keith. Il brano s’intitolava Diesel Power e, comprensibilmente, Liam ne era molto contento. “Lavorare con Kool Keith era come… Cazzo, sono cresciuto ascoltando le sue cose. Adoravo gli Ultramagnetics e ora lui stava rappando su uno dei miei pezzi. Incredibile davvero” esulta Liam. Sembra il micio che trova il latte o i tipo che segna il goal vincente nella finale dei Mondiali. A farla breve, un uomo felice. “È un pezzo hip hop vecchia scuola, molto dura e con dei loops hard electro. Fa storia a sé all’interno dell’album perché è molto semplice, mentre le altre canzoni hanno strutture più complesse”, precisa Liam.

4. Ottimo test per l'articolazione e la profondità dell’alta gamma bassa, così come per la capacità di analisi di segnali complessi e per l'articolazione di un brano particolarmente ostico è Funky Shit, dove i serrati ritmi provengono direttamente dal campionamento di Root Down dei Beastie Boys.

5. “L'album rispecchia noi stessi e la nostra musica. Noi suoniamo rock, hip hop e dance. L'album è l'insieme dei tre generi, e la musica dei Prodigy è ancora integra. Un esempio? Serial Thrilla é una traccia vocale,con un pizzico di hip hop, ci sono le chitarre, ma é molto elettronica e mantiene ancora il suono caratteristico dei Prodigy, associato alla novità di un cantato punk", voilà le impressioni del genio Liam sulla quinta traccia.

6. Mindfields era una cosa ben diversa da Firestarter. Un down-tempo breakbeat ospitava un motivo di tastiere arabeggiante (una strana reminescenza di One love) e un basso profondo, impetuoso e dub. Era uno dei pezzi di Liam composto per essere sviluppato su vari livelli e, senza ombra di dubbio, in questo il risultato era eccellente. Ciò che dava vita alla canzone, però, era l’inserimento della voce di Maxim. In diretto collegamento con Poison, le parole di Maxim erano come al solito semplici ma efficaci, rese nel suo tipico stile tra il ruggito rasta e l’urlo rock. “This is dangerous/ Open your head feel the shell shock/ This is dangerous/ I walk through mindfields and watch your head rock” (È pericoloso/ Apri la testa e senti il guscio scuotersi/ È pericoloso/ Cammino per i campi della mente e guardo la tua testa fremere). Sono i versi che Maxim ruggisce mentre il pezzo si evolve da animale quieto e pensoso a bestia funky e rabbiosa, zanne e artigli fuori.

7. Di Narayan, la canzone che vedeva la partecipazione dei Kula Shaker (il titolo originale era Settino Sun e fu poi cambiato in quanto i Chemical Brothers realizzarono un brano con quel titolo, in collaborazione con Noel Gallagher degli Oasis), Liam affermò: “È stato bello lavorare con Crispian Mills. Abbiamo composto la parte vocale inmeno di un’ora e in quattro ore abbiamo tirato giù il coro alla fine del pezzo”. Narayan fu una collaborazione che portò con sé motivi di controversia. Recentemente, una rivista aveva segnalato Crispian Mills come vicino a certi aspetti dell’ideologia nazista. Inoltre, venne fuori che Mills aveva militato in un gruppo che si era esibito a una conferenza dell’estrema destra britannica. Sulla stampa quella di “Crispian il nazista” era la storia del momento. Liam, comunque, non si preoccupava della cosa. “Non penso che quella stronzata di ‘Crispian il nazista’ avrà degli effetti su di noi. Quello che importa è il motivo che lui ha creato. Voglio dire, potrebbe anche aver sparato a qualcuno ma a me non frega niente. Non significa niente per me. Non conosco la storia e non la voglio conoscere. Ho lavorato con Crispian perché mi piaceva la sua voce. Non aveva niente a che fare come lui come persona”. Narayan rappresenta Liam al massimo del commerciale. Un motivo orientaleggiante si apre su un groove duro; sopra, la voce zuccherosa di Mills canta del sole d’Occidente, sinché tutto sale in un crescendo finale caratterizzato da uno dei famosi mantra di Mills. Dice Liam: “Quando registravamo questo pezzo non volevamo che venisse fuori una cosa tipo ‘i Prodigy incontrano i Kula Shaker’. Volevo il suono della voce di Crispian sul brano. Quando propose un mantra, io dissi: ‘Fallo, non so di cosa si tratta’. Non volevo avere quella vibrazione indiana dei Kula Shaker ma quando misi il mantra sul pezzo mi resi conto che funzionava davvero. Suppongo che molte persone si accostino a quella canzone pensando che non gli piacerà e poi finiscano per amarla.

8. Un tunnel dismesso della metropolitana, nei pressi della stazione di Aldwych, sotto le vie di Londra. Una macchina del fumo sbuffa mentre una troupe di cameraman riprende Keith. Indossa un maglione a stelle e strisce, porta una pesante catena attorno al collo e ha gli occhi cerchiati a foggia di panda nero. I capelli sono imbrillantinati nel consueto stile belzebù, in mezzo alle corna sono lunghi tipo barba di due giorni. Grazie al potente sfondo di luci e alla cruda illuminazione puntata sul suo viso, ha un aspetto terrificante, più qualsiasi altra versione vista sul palco. Mentre parte la musica di sottofondo, Keith assume una posa che lo fa assomigliare a una marionetta malefica: mani e braccia penzolanti lungo i fianchi, il corpo leggermente piegato da una parte. È un burattino, un Pinocchio indemoniato i cui fili interni si sintonizzano lentamente con la musica. All’improvviso esplode in una serie di movimenti spasmodici. La sua faccia ringhia alla telecamera, mentre lui sputa i primi versi della canzone. “I’m the firestartaaah, the twisted firestartaaah (Sono l’incendiario, il perverso incendiario). La storia del rock è in evoluzione.

La canzone era l’evoluzione naturale di Vodoo people e Poison. Si basava un consistente campionamento di chitarra preso da SOS delle Breeders e un breve “hey, hey, hey” tratto da un vecchio pezzo degli Art Of Noise che Liam pagò fior di quattrini. Queste due parti unite al breakbeat maestoso e al motivo di tastiere beffardo e malioso creavano un effetto devastante. Si unisca al tutto il ruggito cyber punk di Keith e Firestarter risultò essere un pezzo orecchiabilissimo che ti rimaneva in testa dal mattino alla sera. Le parole di Firestarter rappresentavano sicuramente più un aspetto di questa disarmante sincerità che non una serie di affermazioni incendiarie per incoraggiare i giovani a diventare piromani. “I’m the bitch you hated, filth infatuated” (Sono la troia che hai odiato, infatuato dal sudiciume) sono versi che vedono Keith esplorare alcuni degli aspetti più dolorosi della sua infanzia e, al tempo stesso, esprimere un odio verso se stesso già visibile nella sua energia iperattiva. Forse questa energia gli ha sempre procurato un incredibile senso di gioia ma è stata anche causa di infiniti fastidi quando era bambino. Di conseguenza, il senso di vergogna provato ogni volta che veniva castigato da suo padre o dagli insegnanti si proietta ora in quell’eccitazione sfrenata di quando egli esplora i lati estremi della sua natura. È uno stato emozionale che gli dà un’incredibile forza interiore e che, ogni tanto, fa contorcere l’enorme tatuaggio che ha sulla pancia con su scritto: “Inflicted” (punito). Ma punito da cosa? Secondo le parole di Firestarter, Keith si autopunisce. “Quel testo è semplicemente Keith… Preciso” spiega Liam. “Sai com’è, la gente lo incontra e pensa che sia così come lo vedi, sai… questo tizio strampalato che scherza e si comporta come quando sta sul palco; ma lui è molto più profondo. Ora lo conosco bene. Ho visto tutte le sue sfaccettature e so che ha un sacco di cose in testa. Quei versi erano una dichiarazione potentissima, su un livello molto più intelligente che non quello di incitare la gente a dar fuoco alle cose”.

9. In questo giorno agli inizi di luglio, seduto con su un paio di vecchi pantaloni corti da skate, impegnato incessantemente a giocherellare con gli occhiali da sole, Liam riesce a malapena a contenere la sua eccitazione per via del fuoco di fila di telefonate gli fanno da contrappunto durante tutta la giornata. Sembra divertito nel sentire il messaggio riguardante i Jedi Knights, la formazione electro underground che lo accusa di aver usato un inserto di uno dei loro pezzi su Climbatize. “Ma loro stessi l’hanno preso da un album d’inserti. Non so, mi piace davvero quello che fanno ma, sai com’è, esiste un codice nel mondo dei campionamenti. Se l’inserto è tuo allora va bene, hai ragione. Se non è tuo e vuoi essere pagato… be’, non va bene”.

10. Liam aveva già composto un’altra cover da includere nel lotto. Sorprendentemente si trattava di Fuel My Fire, un pezzo delle statunitensi L7. “Keith arrivò con l’album delle L7 e mi piacque davvero. Catturava in pieno la durezza del punk. Non penso che la nostra versione sia buona come l’originale ma penso di averla resa da un diverso punto di vista” spiega Liam. Tutto il gruppo era così infervorato per quel pezzo che venne inserito nei concerti. Non c’era nulla di inusuale in questo, visto che i fans dei Prodigy erano abituati a sentire le nuove canzoni prima dal vivo e poi su disco. In Fuel My Fire la parte vocale era di Keith Flint – anche se la versione registrata include dei cori di Saffron dei Republica, un amica del gruppo sin dai tempi in cui cantava negli N-Joi.

Qualunque cosa facciano i Prodigy sono e saranno sempre i miei beniamini, tuttavia, non posso non ammettere che la loro reiterata assenza dalle scene mi ha lasicato dell’amaro in bocca, parimenti alla loro ultima fatica, quel Always Outnumbered Never Outgunned (2004) che è lontano anni luce da pietre miliari come il suddetto The Fat Of The Land. Semplicemente immenso.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963