Creato da Nekrophiliac il 21/02/2005

DARK REALMS V2

So, I've decided to take my work back underground. To stop it falling into the wrong hands.

 

 

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Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 30 Giugno 2005 da Nekrophiliac
 
Foto di Nekrophiliac

FINNTROLL: TROLLHAMMAREN (2004)

La gioia delle piccole cose, terza e ultima parte: un disco per l’estate. Ormai non li ferma più nessuno. I sei troll, dopo il simpatico intermezzo di Visor Om Slutet (2003), ripartirono alla grande con la pubblicazione contemporanea di un disco e di questo singolo, opere che suonarono come l'ennesimo grido di guerra per una band che non accetta compromessi nella proposizione di un sound ormai divenuto loro vero e proprio marchio di fabbrica. Un sound che sintetizza tutta la Finlandia in poche note, canzoni di assoluta efficacia che, sulle vele di una vena compositiva perfettamente equilibrata tra i richiami al folklore della loro terra - i famosi humppa, una forma particolare di polka specificamente finlandese- e sfuriate death mosse dall'impeto di chi vuole conquistare, cantare, ubriacarsi e fare casino. Così il pubblico ha imparato ad amarli, e così loro continuano a essere, senza mai stancare, risultando sempre maestosi, divertenti e malinconici a tratti, e soprattutto trascinanti, sfornando melodie sempre portentose, rimanendo, insieme a pochi altri "eletti", gli ultimi baluardi del sacro spirito della Terra dei Laghi. Cinque tracce per diciassette minuti e dieci secondi che hanno dimostrato che i Finntroll sono tutt'altro che spenti: l’EP, infatti, si apre con la tumultuosa Trollhammaren (click), una canzone dal loro caratteristico stile, dato che il sentiero sonoro è aperto con un riff di tastiera estremamente catchy che, a seguito di un paio di ritornelli è allacciato al solito turbinare di chitarre spaventose, batterie martellanti e growl/scream prettamente "trollico", cori sguaiati e rallentamenti micidiali, un gesto compiuto in direzione di un collegamento che la band ha deciso di edificare per poter al meglio "rifinire" i loro tratti più caratteristici, evitando così che diventino solamente un mare di rumore. Trollhammaren sembra esser proprio una traccia costruita a tavolino: i cori selvaggi lasciano presupporre un impatto live di grande potenza, e i giri di tastiera, semplici ed efficaci, incitano al movimento.

Insomma, Trollhammeren si preannunciava come un hit-single di sicuro successo, e lascia spazio, in seconda battuta a Hemkomst, il vero e proprio ritorno a casa, proprio dal significato oggettivo della canzone, dimostrato da un riff che non può non riportare ai fasti di Midnattens Widunder (1999), facendo sì che coniughi un ritmo incalzante di doppia cassa, timpani, tamburi e basso ad un cantato leggermente smorzato e una serie di riffs alienati tra loro, probabilmente un effetto voluto. E quale migliore casa di Skog, la foresta, una canzone più drammatica, sempre graziata da ritmi più oscuri che passano attraverso il folk più potente, all'humppa più scanzonato, ai cori più goliardici. Qui Wilska, il nuovo cantante, dà prova di se in un ottimo growl leggermente disarticolato, quasi come se fosse un vero e proprio troll a urlare le liriche di Skog. Agghiacciante nel suo incedere mostruoso e canzonatorio, la terza traccia lascia il posto a Försvinn Du Som Lyser, violenta cover in chiave thrash-brutal dell'allegra Försvinn du som Lyser che aveva ottenuto piacevoli consensi in Visor Om Slutet (2003). Il pezzo è sviluppato con grande classe, con un piccolo intermezzo pressante in munnharpe, uno dei tipici strumenti finlandesi insieme al flauto di salice e al liuto, che davvero non può non strappare un sorriso tra un headbang e l'altro. La chiusura del disco è affidata alla geniale Hel Vete, capolavoro dell'EP, eccezionale pezzo di folk grezzo con un distinto swing della Chicago anni '40, che presenta, nell'unione dei sorprendenti ritmi di tastiera e chitarra, il suo vero punto di forza. Ottimo brano, evoluto, complesso, lontano dall'immediatezza fulminante della maggior parte delle loro creazioni, e che lasciava sperare in un Nattfödd a più livelli di lettura. Così è stato. Terminato questo Trollhammaren non può non subentrare una voglia assassina di mettere le mani sul full-length. Le tracce sono state scelte accuratamente, e delle cinque solo Trollhammaren comparirà nell'album definitivo, rendendo l’EP una chicca davvero insostituibile ed esclusiva. Violento, peculiare, divertente, vede un ritorno in grandissimo stile dei Finntroll, più convinti che mai a calcare i palchi. Questo è tutto.

 
 
 
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