Creato da Nekrophiliac il 21/02/2005

DARK REALMS V2

So, I've decided to take my work back underground. To stop it falling into the wrong hands.

 

 

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Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 20 Marzo 2005 da Nekrophiliac
 

SLAYER: SHOW NO MERCY (1983)

Il mio blog è stato aperto con Reign In Blood (1986), quale migliore dimostrazione di profonda venerazione nei confronti di una delle mie bands preferite? Parlo, ovviamente, degli Slayer: un nome, una garanzia. Ciò che mi accingo a fare è nient’altro che “recensire” il periodo 1983-1990 della loro più che ventennale carriera musicale. Insieme ad Anthrax, Megadeth e i Metallica, gli Slayer sono stati padri fondatori del cosiddetto “thrash”, prettamente statunitense. La loro particolarità è facilmente riassumibile: fondere il pesante heavy con il veloce hardocore-punk. Due generi, in apparenza, tecnicamente inconciliabili, che dettero vita ad una miscela esplosiva. La storia degli Slayer ha inizio nel 1982, ad un solo anno dal debutto discografico, e soprattutto in una scena che, grazie soprattutto a loro, sarebbe mutata radicalmente di lì a poco. Suonare metal estremo, in quegli anni, era poco più che un concetto, un'idea, se riportata alla furia sonica delle generazioni stilistiche che sarebbero nate nel giro di qualche anno a causa degli enormi cambiamenti che gli Slayer stessi misero abilmente in gioco. Fu Kerry King, ex funambolico chitarrista dei primi Megadeth, ad avviare la storia degli Slayer: avendo già suonato assieme al cileno Tom Araya, che all'epoca lavorava come apprendista terapista per diventare un infermiere professionista, nonché, cantante e bassista, decise di richiamare il musicista dalle origini sudamericane con sé, e si mise alla ricerca di altri due membri, i quali avrebbero ricoperto il ruolo dei due tasselli allora mancanti all'avvio della band. L'incontro con Jeff Hanneman, altro chitarrista, fu fortunoso, in quanto Kerry King lo sentì suonare dall'interno della casa di quest'ultimo, e conobbe, in seguito, la sua passione per il punk (una passione viva a tutt'oggi), e si accordò con questi perché ricoprisse il ruolo di chitarrista solista nella nuova creatura, la quale stava sempre più assumendo una forma ben precisa. Il ruolo del batterista fu individuato nel nome del cubano Dave Lombardo. Completata la line-up, gli Slayer conducevano la vita di ogni neonata band: grande entusiasmo, ma niente soldi. Testi satanisti e filonazisti, brani tiratissimi e capacità tecniche e compositive non comuni permisero loro di imporsi subito come re incontrastati del thrash metal estremo, sia musicalmente, sia per il loro atteggiamento. Gli Slayer iniziarono a suonare dal vivo nel 1982, suonando, uno dei loro primi show, il 25 marzo alla scuola dove i membri della band erano iscritti. La band, fortemente legata alla NWOBM, suonava all'epoca cover di formazioni not e di tale movimento come gli Iron Maiden e i Judas Priest, ed in aggiunta a queste, cover punk. La band ebbe la fortuna di suonare in un club chiamato Woodstock, dove fu seguita da Brian Slagel, possessore della casa discografica Metal Blade (oggi una delle più importanti al mondo). Quest’ultimo rimase impressionato positivamente dallo show offerto dai quattro, fino al punto di dar loro modo di comparire, con una traccia, sulla compilation Metal Massacre, e per l’occasione, gli Slayer incisero, dunque, Aggressive Perfector, la prima canzone scritta da loro. Il primo disco da essi targato, Show No Mercy, uscì nel dicembre del 1983, ma ebbe seri problemi di distribuzione sul suolo europeo, in quanto vi giunse soltanto nel corso dell'anno successivo. Show No Mercy è stato come un fulmine a ciel sereno comparso all'interno della scena metal: heavy metal classico, suonato ritmicamente sulla scia dello speed tanto caro agli Agent Steel, e carico dei clichés già al tempo attribuiti al settore. Continui assoli incrociati di chiara derivazione Judas Priest, vocalizzi alienanti in cui l'utilizzo del falsetto, da parte di Tom Araya, accorrono con una frequenza incredibile, e ritmiche semplici, mai troppo tecniche, supportate da un drumming, quello di Dave Lombardo, senza troppe pretese, ma ottimale sull’uso del drum set, utilizzando, stavolta, un solo pedale della cassa. La maggior parte delle canzoni contenute in questo infiammante disco sono crude, grezze ed essenziali ma con una attitudine indescrivibile, a tratti riconducibile per molti versi ai Mötorhead. Incredibilmente, potrebbero essere q tutte potenziali classici, ma lo sono diventate soltanto in parte. L’opener Evil Has No Boundaries, è potente e veloce, con un ritornello che, da subito, si imprime in mente. Prego prendere nota degli assoli che non sono mitragliate come nei lavori successivi degli Slayer, ma sono più tipicamente di classica scuola heavy e quindi molto più delineati. The Antichrist, un ritmico mid-tempo che diverrà, in futuro, il biglietto da visita dei teutonici Destruction. Show no mercy, prima opera degli Slayer, insieme a Kill 'Em All (1983) dei Metallica segna l'inizio dell'era thrash. La differenza con quest'ultimo si nota nei testi, come proprio in The Antichrist, decisamente più inclini verso il satanismo quelli di Kerry King e soci. Basti notare anche la copertina; quale figura soprannaturale rappresenta il caprone, se non l'angelo che si è ribellato a Dio? Un'occhiata anche al simbolo: un pentagramma, altra classica immagine del simbolismo satanico, costituito da spade incrociate. Un traccia in più, un ulteriore classico slayeriano: Die By The Sword, con riffs più cattivi e serrati, dove il cantato di Tom Araya risulta ulteriormente aggressivo. È ruvida come non mai Fight Till Death, un pezzo, a mio parere, troppo spesso sottovalutato, mentre l’atipica Metal Storm/Face The Slayer, una sorta di marcia, che incide incalzante, marziale e compatta e che ha chiare reminescenze maideniane dietro il songwriting. Un’altra canzone dinanzi al quale non si può certo restare impassibili è Black Magic, un autentico concentrato di violenza abbinata a una velocità sempre crescente. In maniera molto semplice si apre Tormentor, pezzo che esalta la voce di Tom Araya, sempre sugli scudi, sin dagli esordi, mentre anche Jeff Hanneman regala qui un ottimo assolo. La velocità riprende ad aumentare vertiginosamente in The Final Command, un pezzo fantastico, che diede vita a serrate critiche sulla band, già additata come immatura per i testi caricati dalla ripetizione di orpelli banali come la presenza infinitesimale delle parole “Satan" o “kill", perché il soggetto di questo è un “he” influente che non appare mai nominato chiaramente, ma non è difficile da individuare tra le righe del testo che innalza la Germania sul tetto del mondo attraverso una "blitzkrieg", una guerra lampo, protagonista di uccisioni di massa. È Adolf Hitler, il Führer. Da qui il conclamato sospetto che i quattro siano legati a tematiche naziste, in realtà, l’unico appassionato alla guerra mondiale, è doveroso sottolinearlo, è il solo chitarrista Jeff Hanneman. La sua passione iniziò quando suo padre, eroe di guerra, gli chiese se voleva una medaglia. Da allora Jeff Hanneman iniziò a collezionarle, interessandosi anche di modellini di mezzi militari, medaglie tedesche del periodo della seconda guerra mondiale, ed oggetti simili. La sua passione, tuttavia, non si limitò a tutto ciò, non saranno, infatti, pochi i testi “ambigui” sulla guerra e sul nazismo e suoi artefici che seguiranno quelli di Show No Mercy. Tutto qui. Crionics, invece, è un’altra rasoiata prima dell’imponente conclusione della grandiosa title-track, Show No Mercy appunto, una bomba. In conclusione, mi sembra sensato ribadire nuovamente il concetto che il disco, qui in esame, è fondamentalmente un album di heavy metal grezzo, ma estremamente potente, quindi sono assenti le stesse sonorità violente e velocissime che caratterizzano tutto il resto della fortunata produzione degli Slayer. Non per questo, però, deve essere messo in ombra da altri album di poco superiori. Da collezione.

Commenti al Post:
stelladanz
stelladanz il 23/03/05 alle 06:09 via WEB
buongiorno, grazie per essere passato dal mio blog
 
odietamoforever
odietamoforever il 24/03/05 alle 20:32 via WEB
CiaOOOOOOOOOOOOOO!!! Baciotti!!
 
obscuraimago
obscuraimago il 25/03/05 alle 13:58 via WEB
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARrrrrggggghhhhh!!!Show no mercy, arf arf arf...ehm...scusa, perdo il senno se mi si mette di fronte a certi dischi. Show no Mercy è il gioiello della mia tormentata adolescenza, mi riporta con la mente ai concerti degli anni 80, a quando veramente vivevo il metallo con tuto me stesso, facevo la fame pur di andare ad un concerto, compravo una rivista metal soltanto (anche perchè in Italia c'era solo H/M!)e passavo giornate e giornate ad ascoltare tre dischi. Degli Slayer, ovviamente!
 
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