Creato da aldo_caposaldo il 24/05/2006

ERRATA CORRIGE

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Messaggi di Agosto 2008

Se mi dovesse servire un alibi, sarei nella merda

Post n°291 pubblicato il 14 Agosto 2008 da aldo_caposaldo

Allora ci dica, signor Aldo... lei ricorda dov'era il quattordici Agosto?
Si.
Dove si trovava?
A casa.
A casa... e ricorda cosa ha fatto?
Si, una lavatrice.
Ha fatto una lavatrice... e poi?
E poi basta, ho fatto una lavatrice.
Sì ma... poi? Dopo la lavatrice cosa ha fatto?
Niente, ho fatto solo una lavatrice.
Senta signor Aldo, non ci prenda per fessi. Lei vuole far credere a questa corte che il giorno quattordici Agosto lei ha fatto solamente una lavatrice?
Si.
Nient'altro? E' uscito? Ha visto qualcuno, ha ricevuto delle telefonate?
No, ho fatto una lavatrice.
Lei si rende conto che una giornata è fatta di ventiquattro ore e che per fare una lavatrice occorrerà non più di un'ora e mezza? Non sia reticente, non le conviene... le pongo la domanda un'ultima volta, e ricordi che è sotto giuramento: allora, cosa ha fatto il quattordici Agosto?
Una lavatrice.

 
 
 

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Post n°290 pubblicato il 12 Agosto 2008 da aldo_caposaldo

La sala vip dell'aeroporto di Venezia, oltre a non essere una vera sala vip visto che fa entrare gente come me e Michele Mirabella, che diciamolo, ha dei capelli imbarazzanti, mette a disposizione una connessione intenet gratuita di quindici minuti; avevo scritto un post bellissimo ma ho cliccato invio allo scadere dell'ultimo secondo e nessuno ha potuto leggere i miei saluti. Ora salutare non ha piu' molto senso: domani sera ho l'aereo di ritorno, arrivo previsto alle ventidue e cinquanta; sono in un posto a circa due ore e mezzo di volo, dove non ci sono le lettere accentate sulla tastiera, dove ci sono trentasette gradi e sembra che ce ne siano ventidue, dove mi sono ubriacato prima di cena, dove la luce rende piu' bella qualsiasi fotografia.

 
 
 

Esco, ma anche no

Post n°289 pubblicato il 01 Agosto 2008 da aldo_caposaldo

Temporeggio. Strizzo gli occhi e sento le cicale. Una goccia mi scende dalla testa, corre vicino all'orecchio, poi lungo il collo e si ferma sul colletto della camicia. Sono sulla porta di casa e guardo la macchina arroventata sotto il sole, misuro la distanza che ci separa, conto mentalmente i passi sulla ghiaia bollente, forse venti, venticinque al massimo. Prendo il respiro e vado... no aspetta, ancora un attimo. Dai forza, vado... no aspetta, aspetta. Lo stomaco è a puttane, mi gira la testa, la stessa sensazione di quando me ne stavo fermo in bilico sul bordo di quel trampolino maledetto e pensavo ora mi butto... no aspetta, un attimo... vai, mi butto... no no, aspetta un attimo... dai, mi butto... vaffanculo giuro che lo faccio ma aspetta un solo fottutissimo cazzo di attimo.

Allora mi buttai. Lo avevo giurato.

 
 
 
 

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