io, me et moi

FALLITA.

FALLITA.

FALLITA.

FALLITA.

FALLITA.

E' quello che continuo a ripetermi da giorni.
Tutto quello che faccio, tutto quello che sento, ciò che sono, ciò a cui aspiro, va costantemente di merda. Non c'è una sola cosa nella mia vita che mi dia soddisfazione, niente in cui senta di poter dire: questo mi appartiene, niente che mi faccia sentire realizzata.
Ho un lavoro del cazzo, le passioni che pensavo fossero qualcosa che mi faceva sentire bene non fanno che acuire il senso di inadeguatezza e fallimento.
Non so recitare, non so scrivere, non so fare un cazzo.
Non sono un cazzo.
E tutto ciò a cui posso aspirare è proseguire in questa ruota da cricieto ancora e ancora e ancora. Senza fine. Ogni giorno uguale al precedente, anzi, ogni giorno con qualcosa di meno del precedente. Meno energia, meno entusiasmo, meno tempo, meno gioia, meno aspettativa o speranza.
Ogni giorno che consuma un pezzo di me, che mi annichilisce e mi fa sentire un totale fottuto fallimento.

Perché è questo ciò che sono: una fallita. Una persona che a quasi 40 anni non ha raggiunto niente nella sua vita. Una perfetta nullità che ogni mattina si sveglia con un macigno sul petto e un totale senso di inadeguatezza. E ciligiegina sulla torta: ogni mattina mi sveglio e piango, e l'ansia è talmente soffocante da farmi pensare che un giorno morirò di infarto, salvo poi ricordarmi che sono talmente patetica da vivere costanti stati di panico che non mi uccideranno ma demoliranno un pezzo alla volta ogni singolo barlume di felicità della mia vita.

Ah, ovviamente a chiudere il cerchio il totale fallimento pervade anche i miei sforzi di stare meglio, come la psicoterapia. 3 anni che posso buttare nel cesso direi.

Forse so come si sente un pesce dentro una boccia di vetro. Mi basta guardarmi allo specchio.