Quel pezzo di strada appena asfaltato si muoveva veloce sotto le ruote dello scooter, morbido con gli ammortizzatori, ma lui non poté fare a meno, con la coda dell'occhio, di notarla: c'era una toppa che, sia pur impercettibilmente, rovinava l'uniformità del manto.
Il vento freddo gli sferzava il viso, ma in fondo era quello che cercava, come un osservatore attento avrebbe capito facilmente vedendolo scartare con decisione l'auto in frenata per poi bruciare il semaforo rosso.
Ma gli osservatori attenti non esistono in natura, salvo poche e pericolosissime eccezioni, e così anche quella volta i suoi pensieri rimasero a galleggiare dentro al casco della moto.
Non sapeva neanche lui se quel che provava era rabbia sottile o semplicemente tristezza, ma d'altra parte il confine fra i due sentimenti era labile.
Tanto labile che decise che l'umidità che usciva dagli occhi era solo un effetto del freddo pungente, e tentò invano di lasciare indietro i suoi pensieri accelerando con decisione.
[Sono a buon punto: con altre 50-100 mila parole finisco di scrivere il mio primo libro]
Inviato da: germana_cdb
il 14/03/2012 alle 23:32
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