Creato da lammvarg il 03/05/2007
Prove tecniche di ricostruzione sinaptica

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Di solito in questo spazio metto le domande fatte sul blog ancora in attesa di risposta. Al momento non c'è nulla. Vuol forse dire che tutte le domande hanno una risposta? No...

 

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Un messaggio in sovraimpressione

Post n°90 pubblicato il 28 Aprile 2008 da lammvarg
 

Si è diffusa l'abitudine in diversi programmi televisivi di mandare in onda, come testo scorrevole in sovraimpressione, gli sms inviati dai telespettatori.

Non ho capito bene quanto in realtà ci guadagnino (gli sms non sono gratis), ma dal punto di vista dell'emittente televisiva l'obiettivo è chiaramente definito. Anche se penso siano veramente in pochi a leggerli, posso comprendere che qualcuno mandi un messaggio per poterlo rileggere con gli amici.

Se ad esempio il programma è Controcampo, ecco che un "Forza maggica Roma" o un "Nerazzurro forever" e via discorrendo in qualche misura te li aspetti, e un "ti amo da impazzire" pure ci sta, posto che i due colombi stiano guardando la TV insieme oppure siano in linea al telefono alimentando la suspense (si fa per dire) per il messaggio in arrivo.

Ma ieri pomeriggio passando davanti alla TV ho letto un messaggio che diceva: "Ti amo ma non tornerò mai da te", e confesso che un po' mi ha fatto pensare.

Non che siano impossibili le situazioni in cui l'amore non ha conseguenze ovvie (anzi, se è amore vero non è mai ovvio) ma proprio per questo uno che fa, manda un sms a Controcampo?!?

Non c'è nulla di peggio della banalizzazione di ciò che non è banale

 
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Voglia di emigrare...

Post n°89 pubblicato il 15 Aprile 2008 da lammvarg

Scrivo sull'onda della depressione provocata dai risultati elettorali a me come a molti altri italiani (ma a molti altri la depressione arriverà più avanti, quando le conseguenze saranno palpabili). E' quindi perfino banale scrivere che avrei voglia di emigrare. Ma in realtà scrivo perchè ho i nervi molto saldi e molta resistenza alle avversità. O per lo meno credevo di averli.

E infatti ho resistito stoicamente alla frana che dagli exit poll ci ha portato prima alle proiezioni poi ai risultati. Non ho mosso un muscolo nel vedere Mastella come commentatore televisivo di una delle maratone elettorali. Ho deglutito ma non mi sono mosso a sentire l'intervento telefonico del trionfatore delle elezioni nei programmi della sera. Non ho battuto ciglio perfino nel vedere la faccia di Tremonti bearsi nel commento della vittoria...

Sospendo per un attimo l'elenco delle torture, per dire che l'unico sorriso sul tema me lo ha strappato proprio il Berlusca venerdì sera a Matrix, quando ha annunciato l'ultimo colpo propagandistico dell'abolizione del bollo auto. Perchè ho sorriso? Perchè a un certo punto ha detto che si era messo lì con Tremonti a fare i conti per una settimana, per poter dare il grande annuncio. E allora mi è venuto in mente il mitico Guzzanti-Tremonti che, calcolatrice alla mano, esclama a ripetizione "povca misevia!"...

Torno alle torture. Non ho protestato quando il Berlusca ha detto che si sarebbero tenute le presidenze sia della Camera che del Senato. Non ho fiatato quando ho sentito che sarà Fini il presidente della Camera. Ma quando, pochi istanti fa, ho letto a chi stanno pensando per la presidenza del Senato, allora non ce l'ho proprio più fatta. No, proprio Schifani noooooooooooooo...

 
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Prelievo di sangue

Post n°88 pubblicato il 10 Aprile 2008 da lammvarg
 

Lo confesso, sono una di quelle persone che non amano i prelievi di sangue. Tipologia più diffusa di quanto non si pensi, ma anche qui non bisogna fare confusione. Ci sono quelli che hanno paura del sangue. Non è il mio caso: quante volte è capitato che magari giocando a pallone mi sia ferito, e abbia tranquillamente continuato a giocare senza neanche medicarmi (almeno fino a quando le proteste dei compagni non mi hanno costretto a farlo). Ci sono quelli che svengono: non è il mio caso, io non svengo. Ci sono quelli che hanno paura dell'ago, ma non penso (almeno consciamente) che sia il mio caso: io non ho paura. Non mi piace e basta.

Già l'atmosfera non è bella: la mattina presto, l'odore di disinfettante, le chiacchiere low-profile nella sala d'attesa, la varia umanità con le provette in mano. E di solito a questo punto un tipo esce dall'ambulatorio e dice a tutti gli altri che l'infermiera è scarsa, gli ha fatto tre buchi prima di beccare la vena, tanto per tirarti su di morale.

Ho un ricordo molto particolare della sala prelievi in occasione della visita militare. Un ragazzo che si accascia per terra, l'infermiere che lo soccorre che riesce a prendere al volo un altro che svenendo sta precipitando di faccia a terra. In quel contesto esce dal prelievo un tipo e masticando una gomma butta al volo il cotone e se ne va senza nemmeno degnare di uno sguardo tutta la scena. Quest'ultimo lo conoscevo di vista, avevamo fatto le medie nella stessa scuola, e sapevo già che era diventato un tossico, chiaro che per lui l'ago non era un problema. Qualche anno dopo ho saputo che era morto, ora non ricordo più se per overdose o in un conflitto a fuoco con la polizia.

Sono passati molti anni, ma ogni volta che devo fare un prelievo mi guardo intorno sospettoso per capire se è meglio che stia alla larga da qualcuno. E cerco di non pensare nell'attesa di essere chiamato. Poi, arriva il mio turno. Con nonchalance, mi siedo sulla poltrona. Preferisco non guardare, quindi mi giro dall'altra parte. Questo gesto è però sufficiente a dare una chiara indicazione all'infermiera/o. Che può reagire in diversi modi, molti dei quali contribuiscono ad innervosirmi. Per esempio non mi piace che mi chieda se ho paura: io non ho paura, ma potrei reagire male. O che provi a distrarmi chiedendomi di tutto: una volta o l'altra mi porto dietro un CV e dico che se lo può leggere con calma.

Ma qualunque cosa dica, mentre mi parla prepara con rapidità il prelievo, disinfetta il braccio, solleva l'ago e lo avvicina alla vena…

 
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L'urlo liberatorio nel buco temporale

Post n°87 pubblicato il 03 Aprile 2008 da lammvarg
 

Ci sono cose che vorremmo dire forte, anzi magari urlare a squarciagola, e che invece non osiamo nemmeno dire piano, arriviamo forse a sussurrarle a noi stessi e poco più. E c'è ben poco da fare, se è così vuol dire che c'è un perchè solido e poco modificabile...

Allora, sentite l'astuzia: l'altra notte ho pensato bene di approfittare del buco temporale che si è venuto a verificare. Nell'attimo in cui è scattata l'ora legale un'ora intera si è bruciata nel volgere di un istante. Io ho scelto con attenzione il momento preciso. Così, l'urlo liberatorio è avvenuto fra le 2 e le 3 della notte fra sabato e domenica. Solo che, non essendo esistita quell'ora, è come se non fosse accaduto.

E se qualcuno avesse sentito? Qualcuno abbastanza vicino dal punto di vista spaziale e sintonizzato sulla stessa curvatura del buco nero temporale? In effetti ero parecchio vicino... ma sono passato ad alta velocità, chiuso in macchina e con la musica a palla.

No, no, niente da dire: ho pensato a tutto, sono proprio un genio...

Ho solo un dubbio: cosa succederà la notte fra il 25 e il 26 ottobre, quando tornerà l'ora solare? Non è che quell'urlo, lasciato a galleggiare nel tempo che non c'è, possa tornare a rieccheggiare nel momento in cui ci verrà restituita l'ora sottratta tre giorni fa? Pensiero inquietante...

 
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Non sono di nessun aiuto

Post n°86 pubblicato il 31 Marzo 2008 da lammvarg
 
Tag: diario

Come si sente uno che al massimo sa condire l'insalata nella cucina di un ristorante? Uno che a malapena sa azionare il videoregistratore nella sala di controllo di un impianto tecnologico? Un appassionato di musica classica in una discoteca techno? Un mingherlino quando c'è da fare a botte? Una parrucchiera ad un convegno di calvi? Un elefante in una cristalleria?Si sente come me: non sono proprio di nessun aiuto...

 
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Voglia di sole in un giorno strano

Post n°85 pubblicato il 28 Marzo 2008 da lammvarg
 

Ti svegli la mattina e già dal suono della sveglia capisci che c'è qualcosa che non quadra. Te lo conferma il fatto che la prima telefonata ti arriva appena fai la mossa di raggiungere il bagno (su questo tema, se non fosse un po' sconveniente, si potrebbero scrivere interi trattati), e naturalmente si tratta di un impegno imprevisto. Intanto le lamette sono finite, il rasoio elettrico è scarico, che faccio, provo direttamente con il trapano? Fuori non c'è traccia di primavera, ahimè, e quindi oggi niente moto: il viaggio in macchina in realtà assomiglia ad un pellegrinaggio, accidenti. Finalmente arrivi e guardi la piazza, quella solita di tutti i giorni, e realizzi che non è in piano: la piazza pende di brutto! Il primo istinto è quello di autosottoporsi ad un test antidroga, ma ripensandoci lo so già che sarebbe negativo, giusto? Quindi mi devo rassegnare all'idea che in effetti la piazza pende, ma nelle migliaia di volte che l'ho guardata in passato non me n'ero mai accorto. Ma che razza di giorno è oggi? In piazza peraltro, mentre l'attraverso, non vedo altro che alieni (avete presente "Men in black"?): uno che fa le pernacchie nel telefonino, un altro invece grida ad alta voce frasi senza senso, dietro di loro tre uomini parlano in lingue sconosciute. Accidenti, almeno ci fosse un po' di sole! Ma il sole in realtà l'ho intravisto stamattina, e non è che avesse una gran voglia di socializzare. E poi il sole è fatto così: quando c'è rischia sempre di bruciarti, se non c'è ne senti un sacco la mancanza. Oggi più che mai…

 
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E buona Pasqua!

Post n°84 pubblicato il 22 Marzo 2008 da lammvarg
 
Tag: diario

Auguroni...

 
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Beata ignoranza...

Post n°83 pubblicato il 09 Marzo 2008 da lammvarg
 

Ma chi ha detto che l'ignoranza presenta solo degli svantaggi? Ci sono dei momenti in cui non può sfuggire che ha anche qualche aspetto positivo...

Chiedetelo ad esempio a chi ha avuto la ventura di mangiare i frutti tropicali nel cuore del continente africano. Chiedetegli quanti anni ci ha messo per tornare ad avere lo stomaco per mangiare una delle banane di plastica o degli ananas di polistirolo che siamo abituati a degustare alle nostre latitudini...

Chiedetelo a chi ha fatto esperienza di inerpicarsi per pareti di roccia e di ghiaccio, di piantare i ramponi nella neve e issarsi su panorami verticali per arrivare a contemplare il mondo dalla cima. Chiedetegli quanto soffra a stare a bassa quota, nello smog delle città che abitiamo spesso senza riuscire nemmeno a levare lo sguardo...

Chiedetelo a chi ha vissuto momenti di perfezione, per i motivi più diversi, e deve lasciarli alle spalle oppure scegliere di allontanarsene. Certo, non può dire che non avrebbe voluto viverli. Ma non può nemmeno nascondersi che quella consapevolezza non è necessariamente d'aiuto per andare avanti...

Insomma, ci sono dei momenti in cui vorresti sapere di meno. E allora immagini di fare a te stesso quel che accade ad Hal, il computer di "2001 - Odissea nello spazio": cominciare a disattivare schede di memoria, degradare le capacità intellettive, rimuovere la consapevolezza.
A vedere se fa meno male...

 
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A cena con il bel mondo

Post n°82 pubblicato il 02 Marzo 2008 da lammvarg
 

Guardando la Tv o leggendo i giornali, anche senza volerlo veniamo in contatto con il cosiddetto jet set, il mondo dei vip. Alzi la mano chi non ha mai accarezzato l'idea, se non addirittura sognato, di avere un contatto ravvicinato del terzo tipo con quel mondo, quella gente. Che so, uscirci a cena una sera...

Facciamo finta per un attimo che ogni tanto possa capitare. Bello? Stimolante? Gratificante? Devo confessarlo, niente di tutto ciò: anzi, è più la fatica del gusto. Questo è vero in particolare se ci vai, per l'appunto a cena.

Intanto, dimenticati di poter mangiare del cibo normale; dimenticati che l'apparecchiatura sia facile da decodificare; dimenticati di poter comprendere di che cibo si tratti esattamente; e così via. In buona sostanza, dimenticati di poter mangiare in modo rilassato. Sì, lo so, anche i tuoi commensali non capiscono esattamente cosa sia il cibo, nè capiscono quale sia il bicchiere giusto in tutta la cristalleria che si trova sul tavolo. Ma sono a loro agio, loro. Tu no. Perchè in fondo sai di non appartenere a quel mondo. Tranquillo solo apparentemente, ma dentro di te non a tuo agio.

Naturalmente non conosci tutti. "Piacere signora, io sono ..." dici, e lei ti risponde col suo nome e per pura cortesia fa per continuare spiegandoti chi è. Ma tu la fermi subito: non importa, ho capito. Oddio, non è che a memoria mi ricordi quanti sono i suoi miliardi di fatturato, ma ho capito benissimo chi è. Tanto poi nel corso della cena ci penserà lei a buttarti lì una qualche frase del tipo "sa, non è semplice gestire filiali in 64 nazioni diverse", casomai ti servisse una ripassata.

Nel piatto del secondo c'erano, oltre alla carne due contorni del tutto incomprensibili. Uno, giallo, l'ho mangiato. E ho capito cos'era: patata. Irriconoscibile, ma l'ho capito. Non così un'altra dei vip, che dopo averla mangiata (sic) ha chiesto cos'era... In compenso, l'altro contorno, quello arancione, per sicurezza l'ho lasciato lì.

Alla fine è tutto "è stato un piacere", "grazie di essere venuto". E anche tu, compostamente, partecipi ai saluti.

Però, appena uscito, il primo istinto è una telefonata agli amici di sempre: "Ehi ragazzi, ci si vede per una mangiata di tonno, fagioli e cipolle?"

 
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Resistere all'irresistibile

Post n°81 pubblicato il 23 Febbraio 2008 da lammvarg
 

Posto che resistere al resistibile non è poi chissà quale impresa, può capitare a volte di avere il problema di dovere o volere resistire all'irresistibile.

Naturalmente il concetto di irresistibile ha una sua certa variabilità (ma l'esempio del quarto di bue per la tigre può rendere bene l'idea), poi ci sono diversi gradi di robustezza di base, inoltre la dinamica delle situazioni può influenzarne l'evoluzione, e infine c'è sempre il rischio di interferenze.

Fra le tante tecniche note in letteratura vale la pena di menzionare quelle basate su una disciplina teutonica o perfino austro-ungarica, quelle che puntano al rallentamento delle funzioni vitali fino all'ibernazione, quelle orientate allo stordimento con possibile uso di droghe varie (alcool, fumo, coca, pasticche, caramelle al tamarindo) e via elencando.

In caso di emergenza si può ricorrere alla tecnica minimalista. Per esempio: davanti ad un piatto succulento che per motivi di dieta non potresti mangiare, dici a te stesso che per i prossimi 30 secondi non se ne parla neanche. Scaduti, rinnovi l'impegno per i prossimi 30 secondi, e così via.

L'ho sperimentata di persona e funziona! Funziona davvero! Ho resistito parecchio, finanche 5 minuti...

 
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