osservatorio politic

José Alberto Mujica Cordano Capo dello Stato uruguayano dal 1º marzo 2010.

Con un passato da guerrigliero ai tempi della dittatura dalla quale fu anche incarcerato, fu eletto deputato, senatore e, tra il 2005 e il 2008, fu ministro all'allevamento, agricoltura e pesca. Fu leader del Movimento di Partecipazione Popolare.

Mujica riceve dallo Stato uruguaiano un appannaggio di 260 259 pesos (~8 300 euro) al mese per il suo lavoro alla guida del Paese, ma ne dona circa il 90% a favore di organizzazioni non governative e a persone bisognose. La sua automobile è un Volkswagen Maggiolino del 1987 per fortuna almeno di colore blu, donatagli da alcuni amici e che si è rifiutato di vendere nonostante offerte cospicue.

Vive in una piccola fattoria a Rincón del Cerro, alla periferia di Montevideo: ha infatti rinunciato a vivere nel palazzo presidenziale. In riferimento alla piccola quota di stipendio che trattiene per sé, Mujica dichiarò in un'intervista al quotidiano colombiano El Tiempo che tale quantità di denaro gli era sufficiente, alla luce del fatto che molti suoi connazionali devono vivere con meno.

Che imbarazzo, presidente. Che mancanza di decoro istituzionale. Scilipoti e compagnia inorridirebbero di fronte a tale sciattaggine, l’Italia da grande nazione qual è riempie d’oro le tasche delle più alte cariche dello stato le auto blu non mancano, così come gli arazzi, i barbieri personali, i portaborse, le pletoriche scorte, gli arredi preziosi, gli enormi uffici e le abitazioni principesche, perché è necessario rimarcare la distanza dal popolo, la superiorità del potere e delle istituzioni.

Ho tirato un sospiro di sollievo solo quando ho scoperto che aveva almeno l’auto blu. Ma si tratta di un Maggiolino tutto scassato, in effetti blu, che lei guida personalmente. 
Non si vergogna di avere lasciato la residenza presidenziale di Montevideo agli sfrattati per trasferirsi nella casetta di campagna di sua moglie? E la smetta di accampare scuse, dicendo che “le cose più belle della vita sono avere degli amici, godere moderatamente del cibo e molto della natura.
Sarebbe opportuno  denunciarla, caro presidente (ma non so se merita di essere chiamato così) per comportamento antipolitico al dottor Giuliano Amato che a differenza sua, ha il coraggio di denunciare i problemi veri. «Un trentenne impossibilitato a ricandidarsi dopo due legislature, cioè a 40 anni, che cosa dovrebbe fare mentre aspetta di compiere i 65?» si è chiesto in un’intervista, interpretando l’ansia di un Paese intero per la sorte di quei negletti, qualora malauguratamente passasse il limite dei due mandati parlamentari.

Ma il Presidente è evidentemente irrecuperabile, continui convintamene a sostenere che lui non ha colpa, non è povero è solamente modesto, per lui è una profonda responsabilità servire il suo popolo, deve rendere conto solamente a lui, si ritiene profondamente repubblicano (è stato in prigione durante la dittatura) e questo è il sentiero che si sente in dovere di seguire.

Poi parla delle disuguaglianze e della povertà, del suo obbiettivo di ridurla con realismo, nel senso che purtroppo toglierebbe molto ai ricchi per dare ai poveri, ma non lo può fare come vorrebbe perché in quel caso gli investitori si trasferirebbero all’estero. Naturalmente concede queste interviste agli intervistatori stranieri in camicia improponibile, pantaloni al ginocchio e senza nascondere la pancia, non so proprio come farebbe a frequentare i salotti buoni italiani, ma lui in modo impertinente prende il trattore e se ne va tra i suoi campi.