Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.

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« finanziaria renziLA FRANCIA NON E' PIU' UMANA »

W LA CIVILTA' FRANCESE NO ALLA GUERRA!!!

Post n°971 pubblicato il 16 Novembre 2015 da giampi1966
 

BANDIERA FRANCESEI genitori della vittima italiana negli attentati di Parigi, hanno detto chiaramente che non vogliono che nessuno strumentalizzi la morte della loro splendida figlia per fini di violenza.

Valeria Solesin, 28 anni, originaria di Venezia, si era diplomata nel 2006 al liceo scientifico Benedetti del capoluogo veneto. Laureatasi a Trento, si era trasferita a Parigi dove viveva ormai da quattro anni come uno dei tanti cervelli in fuga. Dottoranda in demografia nella prestigiosa Università della Sorbona, studiava sociologia e si occupava di temi legati alla famiglia e ai bambini.  

 In pochi anni aveva già pubblicato alcuni saggi raccogliendo tra l’altro interviste ed entrando anche nello specifico di alcune realtà cittadine molto diverse tra l’Italia frammentata in tanti comuni grandi e piccoli e la Francia con Parigi catalizzatrice della comunità transalpina. La madre ha ricordato la sua esperienza con i clochard di Parigi, «per conoscere tutte le sfaccettatura di una realtà che andava a studiare e frequentare». Dal 2007 al 2009 Valeria aveva lavorato anche come volontaria per Emergency, gli amici del gruppo: : «È il nostro modo per pensarla e per sperare», scrivono. Chi l’ha conosciuta aggiunge: «Siamo distrutti dalla notizia della sua morte, era una persona splendida. Ed è assurdo che un’ambasciatrice di pace come lei si sia ritrovata in questa situazione drammatica e sia una vittima del terrorismo. Ora però preferiamo il silenzio, nel rispetto del dolore della sua famiglia».

Quando succedono queste cose bisogna rimanere umani e pensare all’atrocità della guerra, purtroppo sto sentendo in giro voci preoccupanti che incitano alla “guerra santa”, ma ha chi giova tutto ciò?

Non dimentichiamoci del passato, non dimentichiamoci le presunte armi di distruzione di massa e le incredibili falle della sicurezza americana che hanno portato al tragico epilogo dell’11 settembre.

 

 

Una toccante, lettera d'amore. A scriverla è Antoine Leiris. Nelle strage del Bataclan ha perso sua moglie o, per dirlo con le sue parole, "l'amore della sua vita". L'uomo, con  non ha alcuna intenzione di detestare i carnefici della sua amata.

 Le sue parole mostrano dignità, fierezza e voglia di libertà

 

“Vous n’aurez pas ma haine”

Vendredi soir vous avez volé la vie d’un être d’exception, l’amour de ma vie,

la mère de mon fils mais vous n’aurez pas ma haine.

Je ne sais pas qui vous êtes et je ne veux pas le savoir,

vous êtes des âmes mortes. Si ce Dieu pour lequel vous tuez aveuglément

nous a fait à son image, chaque balle dans le corps de ma femme

aura été une blessure dans son coeur.

Alors non je ne vous ferai pas ce cadeau de vous haïr.

Vous l’avez bien cherché pourtant mais répondre à la haine

par la colère ce serait céder à la même ignorance qui a fait de vous

ce que vous êtes. Vous voulez que j’ai peur, que je regarde mes

concitoyens avec un oeil méfiant, que je sacrifie ma liberté pour la sécurité.

Perdu. Même joueur joue encore.

Je l’ai vue ce matin. Enfin, après des nuits et des jours d’attente.

Elle était aussi belle que lorsqu’elle est partie ce vendredi soir, aussi belle

que lorsque j’en suis tombé éperdument amoureux il y a plus de 12 ans.

Bien sûr je suis dévasté par le chagrin, je vous concède cette petite victoire,

mais elle sera de courte durée. Je sais qu’elle nous accompagnera chaque

jour et que nous nous retrouverons dans ce paradis des âmes libres auquel

vous n’aurez jamais accès.

Nous sommes deux, mon fils et moi, mais nous sommes plus fort

que toutes les armées du monde. Je n’ai d’ailleurs pas plus de temps

à vous consacrer, je dois rejoindre Melvil qui se réveille de sa sieste.

Il a 17 mois à peine, il va manger son goûter comme tous les jours,

puis nous allons jouer comme tous les jours et toute sa vie

ce petit garçon vous fera l’affront d’être heureux et libre.

Car non, vous n’aurez pas sa haine non plus.

  

 

 

 
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