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Creato da: demo_cratico il 25/10/2007
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Speciale si dimette. Prodi: «Irrituale»

Post n°18 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da demo_cratico
 

Colpo di scena nel caso Speciale. Il generale si è dimesso dall'incarico di comandante della Guardia di Finanza, con una lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La scorsa settimana, il Tar aveva accolto il ricorso di Speciale contro la rimozione dall'incarico decisa dal governo. A dare la notizia delle dimissioni è stato lo stesso generale della Guardia di Finanza. «Questa mia scelta, con la quale auspico di porre fine, nell'interesse del Paese, ad una inutile e vergognosa polemica - si legge nella missiva - è l'ultimo atto che, da militare, intendo fare a servizio della Guardia di Finanza e dello Stato, non desiderando più collaborare con il governo in carica». Il generale Cosimo D’Arrigo dunque è tecnicamente il nuovo (e di nuovo) comandante della Guardia di Finanza. Lo rendono noto ambienti delle Fiamme Gialle, spiegando che, benchè il Tar avesse stabilito la reintegrazione di Speciale al comando del corpo, le sue dimissioni hanno de facto riportato la situazione allo stato precedente.

«LETTERA IRRITUALE» - Duro il commento del premier Romano Prodi in merito alla missiva inviata da Speciale al Capo dello Stato. «È una lettera irrituale nella forma e nei modi che non cambia la posizione del governo. Vedremo nelle prossime ore gli aspetti procedurali da seguire» ha annunciato il premier Prodi.

INCONTRO PRODI-PADOA SCHIOPPA - La notizia delle dimissioni di Speciale era arrivata in mattinata a pochi minuti dalla conclusione di un incontro a Palazzo Chigi tra il premier Romano Prodi e il ministro del Tesoro Tommaso Padoa Schioppa proprio sull'argomento. Secondo quanto aveva preannunciato lo stesso Prodi domenica sera alla trasmissione «Che tempo che fa», l'incontro sarebbe servito serve a stabilire i termini del ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, che ha dato ragione all'ex comandante della Guardia di finanza, il generale Roberto Speciale, contro la revoca dell'incarico.

LA LETTERA DI PADOA SCHIOPPA - Successivamente però lo Stesso Padoa-Schioppa rendeva nota la lettera di risposta a Speciale con cui accettava le sue dimissioni: «Ho ricevuto la sua lettera di dimissioni irrevocabili» e «accetto la sua manifestazione di volontà». Così ha scritto il ministro dell'Economia. Il ministro ha scritto poi che il governo «si riserva di valutare» se fare ricorso contro la sentenza del Tar e osserva che, «quand'anche si ritenesse automaticamente applicabile tale sentenza, ella avrebbe dovuto essere ricollocato in servizio, al fine di poter riprendere l'esercizio del comando. Il suo ordine indirizzato al Capo di stato maggiore della Guardia di finanza, con lettera in data 17 dicembre, è pertanto invalido».

INGRESSO IN POLITICA? - Speciale non esclude ora un suo ingresso in politica. «Finalmente sono in pensione - dice il generale ai microfoni di Agr -. Ora sto accarezzando dei progetti che valuterò in seguito» spiega, ammettendo appunto che tra le idee per il futuro c'è proprio quella di un ingresso in politica.

(audio )

Ai microfoni del Giornale Radio Rai Speciale taccia inoltre come «falsità» il presunto uso privato di aerei ed elicotteri della Guardia di Finanza. «Tutta la mia attività di servizio è documentata missione per missione. Vedranno che io ho fatto soltanto attività di servizio» ha dichiarato il generale. Dunque, nessuna leggerezza? «Ho fatto semplicemente il mio dovere rispettando le regole. Non ho niente da rimproverarmi» ha detto Speciale.

RISCATTO MORALE - Nella lettera a Napolitano Speciale parla di immagine «finalmente, risarcita e onorata». «Per me - scrive il generale - l'annullamento giurisdizionale della mia rimozione vale più di qualunque somma, perché un riscatto morale non ha prezzo. Attendo, con eguale pazienza, l'ora in cui saranno smentite le calunnie violentemente indirizzatemi contro nel tentativo, indegno, di condizionare la magistratura che doveva giudicarmi».

RISARCIMENTO - E a proposito degli scenari aperti dalla decisione del Tar, gli esperti di diritto amministrativo avevano spiegato che dopo la sentenza del Tar il generale Roberto Speciale avrebbe potuto puntare solo al risarcimento dei danni che ritiene di aver subito, ma non a tornare alla guida della Guardia di finanza, essendo andato in pensione. «Astrattamente e teoricamente - avevano sottolineato i legali di Speciale - la sentenza del Tar del Lazio dice che il generale avrebbe diritto a essere reintegrato». Secondo i legali, per reintegrare il generale Speciale «non è sufficiente il puro e semplice annullamento della revoca e la nomina del generale D'Arrigo, ma sono indispensabili atti dell'Amministrazione che riorganizzino il rientro».

DI PIETRO - Il caso Speciale ha scosso la maggioranza. Contro l'ipotesi di un ricorso del governo contro la sentenza del Tar si era espresso in mattinata Antonio Di Pietro. «Sbagliare è umano, perseverare è diabolico» ha detto il ministro delle Infrastrutture ospite a Gr Parlamento, confermando dunque il suo giudizio negativo su tutta la vicenda. «Chiedere il trasferimento - ha sostenuto - è stato un atto scorretto politicamente. Il trasferimento è stato chiesto per la sua condotta, non perchè si era opposto al trasferimento chiesto da Visco, è un'altra faccenda». «La responsabilità per quel che è successo - ha quindi aggiunto - è di tutto il governo, non solo di Padoa Schioppa. L'unica a votar contro sono stato io, la responsabilità è collegiale».

Corriere della Sera

 
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