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il senso della vita

per chi crede nella vita, anche quella più piccola nella pancia di una donna. Questa è la mia storia, un esperienza attraverso interruzioni di gravidanza, una morte perinatale e due splendide bambine (ora ragazze).

 

Messaggi del 01/09/2016

Riva Verde e la mia infanzia

Post n°520 pubblicato il 01 Settembre 2016 da ildiariodellalinda

Inviata il 26 agosto 2016 a facebook del Comune di Piombino

Madonnina del Bosco - Lotto 694

Lettera aperta al Comune di Piombino - Parco Costiero della Sterpaia ex Riva Verde

Riva Verde: dagli anni 70 agli anni 90

Sono legata a quei luoghi, perché hanno visto la mia infanzia, mio babbo e i miei zii comprarono i lotti nel lontano 1972, siamo cresciuti in mezzo alle querce, alla natura, al niente che era tutto, non avevamo luce, ma la notte vedevamo le stelle e le lucciole, il servizio igenico alle due del pomeriggio si trasformava in una sauna, perchè il pero non faceva abbastanza ombra, l'acqua era razionata ed era bello tornare dal mare salati e sciacquarsi e lavarsi con le taniche di acqua, salata solo un po' meno. Ma anche se non avevamo niente, conoscevamo la natura con tutti i tipi di insetti: lucciole, grilli, ragni in abbondanza, cervi volanti, scarabei rinoceronte e zanzare a volontà e le nostre ginocchia erano continuamente sbucciate per tutte le volte che cadevamo in bicicletta, ma non c'erano giornate più belle di quella libertà. 
Ci prendevamo cura con amore del pezzetto di terra che avevamo comprato, delle querce che crescevano e facevano ombra alle nostre giornate, chiunque passava a trovarci (con una semplice tendina) si innamorava del niente, di quella pace e di quella tranquillità, eravamo lontani dai telefoni, televisioni e comodità, ma era proprio quello che ti faceva staccare la spina.

E credo che fosse anche giusto condividere quel bellissimo mare, so che una delle proposte del Consorzio o comunque dei rivaverdini al Comune di Piombino, fù quella di liberare tutta la fascia al mare, noi all'interno ci stringevamo rinunciando ognuno ad un pezzo di terreno, facendo posto alle persone con i lotti espropriati e così saremmo stati tutti felici, Comune, parco costiero e rivaverdini.

Parco Costiero del "La Sterpaia" anno 2016

Qualche giorno fa siamo stati al Parco Costiero della Sterpaia, ogni anno cerchiamo di tornare e passare almeno una giornata nel mare che amavamo, così presi dalla nostalgia ci siamo avventurati all'interno, a caccia del nostro vecchio lotto. Di strade ormai ne sono rimaste ben poche ma, con un occhio attento, non al primo passaggio ma al secondo, siamo riusciti a intravedere i fossi che contraddistinguevano i limiti delle strade della vecchia Riva Verde, ci siamo addentrati tra una vegetazione non troppo fitta, fino ad incontrare l'altra "strada" che portava da noi, pruni, sterpi e vegetazione fittissima, ma ci siamo riusciti, graffiati e sudati siamo arrivati al centro del nostro lotto, ormai ridotto solo ad un piccolo spazio.
Certo, chi non ha visto Riva Verde non può capire che la fila di eucalipti veniva piantata per separare un lotto dall'altro, che invece la fila di pini, spesso, segnava il limite della strada, ma il pero dove è? Si eccolo là per terra distrutto, secco e pieno di formiche giganti e le querce? erano sette, solo nel nostro lotto ed ora ce ne sono rimaste due.

Il parco non è naturale perchè per trent'anni l'uomo è intervenuto ed ha piantato piante non autoctone, gli sterpi si sono impossessati di nuovo dei loro luoghi e stanno soffocando i magnifici boschi di querce della Madonnina del Bosco, del Bosco 1 e 2. C'erano almeno due querce secolari che ormai saranno morte? 
Magari potreste trattare un po' meglio la terra che vi appartiene e non pensare solo alla parte della fascia a mare.
Mi chiedo se era questo quello che volevate? 
Chissà se un giorno vi prenderete cura anche dell'interno e troverete un modo per valorizzare quello che oggi sta morendo?

Un saluto da una rivaverdina amareggiata

 
 
 

IO ...

 

 


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Della serie "tutti possono pubblicare un libro", ecco la mia storia e quella della mia bambina che è iniziata con un diario della gravidanza, diventato poi una terapia al dolore del tutto personale, passata dopo 4 anni e 1/2 su una pagina web ed ora un libro. Così uno può leggere tutto su internet, oppure con due pagine sul divano. Senza nessuna pretesa quello che con una parola un po' grossa posso chiamarlo:

 

Il mio libro: "il diario della Linda"

 

 

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... la mia storia e quella della Linda, la bambina che mi ha cambiato la vita con il suo breve e luminoso passaggio !  

 

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