Creato da Die972 il 17/07/2006

Corri Forrest Corri!

Mamma diceva sempre che dalle scarpe di una persona si capiscono tante cose, dove va, cosa fa, dove è stata.

 

 

Pezzi di occhi che si guardano indietro..

Post n°57 pubblicato il 04 Dicembre 2007 da Die972

Ieri è andata così: non c'eri tu nell'aria, sensibilmente..
Domani ci sarò io sul palco, per cambiare la mia vita.

 
 
 

L'uomo con la barba

Post n°56 pubblicato il 28 Novembre 2007 da Die972


E' un vento caldo di autunno inoltrato quello che mi ha portato pochi giorni
fa tra i boschi dell'Appennino modenese. Un vento caldo, o forse anche
freddo, non so. Insomma, un vento bislacco, tipico di questa stagione, che
si infiltrava e girava sotto le fronde dell'immenso castagneto dove, in un
vecchio essiccatoio restrutturato, abita J.

E' lì che io ero diretto.

J. è un eclettico artista di origine austro-ungarica; J. anni fa ha lasciato
tutto, Vienna, Berlino.. per trasferirsi in quel rudere. Per usare le sue
parole, si è trasferito con pochi soldi, molto entusiasmo, un manuale del
muratore dilettante e un altro manuale per elettricisti in erba.

J. ha smesso di incidere ormai, e mi ha chiamato lassù per formalizzare il
lascito di tutto il suo lavoro incisorio al Museo per cui lavoro. Il lavoro di una vita. Un
patrimonio incredibile, fatto di lastre originali e centinaia di stampe.

J. ha un talento artistico portentoso, molto noto di là delle Alpi, poco da
noi purtroppo. Il suo bulino ha segni di un virtuosismo tale da poter essere
paragonato ai più grandi classici del bulino, ma lo utilizza per costruire
quelle fitte trame di segni in cui imbriglia immagni visionarie, ma colme di
riferimenti intellettuali. E' un uomo dalle letture raffinate, J.

J. alla mia domanda "perchè non incidi più?", si è limitato a fare spallucce
e a dire "un giorno mi sono accorto che non avevo più niente da dire". Mica
da tutti..

Ho voluto accennare di J. per quel suo singolare modo di "formalizzare le
cose". Atti notarili? Documento di donazione? Spallucce..

Dopo due o tre ore di chiacchiere abbiamo formalizzato tutto a tavola, dove,
davanti a un paesaggio autunnale di straordinaria bellezza, abbiamo
consumato la nostra allenaza con speck tagliato spesso, coppa di testa,
salame, pecorino.. e dell'ottimo Franciacorta.

Ci sono momenti in cui penso che il lavoro che faccio sia impagabile.
A proposito. Ancora 48 ore e finalmente avrò la prova scritta del concorso. E'
IL concorso. Il padre di tutti i concorsi. Perchè il posto che mettono in
palio è la mia sedia sbilenca occupata fin'ora da precario precarissimo. Tra 48
ore affronterò 60 persone pronte a tutto per sfilarmi quella sedia da sotto
il di-dietro. Posso contare su una importante priorità di accesso introdotta
dall'ultima finanziaria (San Romano, ora pro nobis; Sant'Oliviero, ora pro
nobis..). Posso contare sul fatto che nessuno più di me conosce il lavoro
che si andrà a fare.

Però sono nervoso lo stesso...

E stanotte ho sognato l'uomo con la barba.

Die

 
 
 

Tu lo sai come sto..

Post n°55 pubblicato il 14 Novembre 2007 da Die972

Ti sogno spesso. Troppo.
Io ti penso ogni dannato minuto.
Mi ritrovo a volte a pensare che tu mi chiami, e mi chiedi come sto. Ogni volta che ci penso mi viene in mente che ti risponderei una cosa diversa.
Come sto e' una cosa troppo complicata. Lo vuoi sapere?
Oggi ti risponderei cosi':


 
 
 

Opinion makers (?)

Post n°54 pubblicato il 12 Novembre 2007 da Die972

La discussione, animata e passionale, è nata quasi per gioco intorno a un tavolo di una tipica osteria Romagnola.

Che cosa è la libertà?

Ci riteniamo davvero liberi?

Sarà stato che “quattro amici al bar”, quando la compagnia è omogenea e affiatata, vanno a finire di parlare dei massimi sistemi. Sarà stato che la serata concludeva un denso pomeriggio trascorso a degustare Sangiovese. Non so (o, più probabilmente, la seconda che ho detto..)

Fatto sta che ci siamo immersi in questa conversazione che, a volte, si è fatta animata, mentre col tempo le parole assumevano un tono sempre più sentito, passionale. Confesso che più se ne parlava e più ognuno di noi costruiva un suo concetto di libertà, un concetto sfuggevole e arbitrario peraltro.

Ma è stato bellissimo. Ad un tratto mi sono riscoperto a pensare come sia bello che quattro persone si ritrovino in una sala di osteria a scannarsi sul concetto di libertà. E probabilmente lo pensavano anche le due ragazze del locale che, ogni volta che passavano, prestavano l’orecchio allo stato della discussione e sorridevano.

Ho anche ritrovato un po’ di ottimismo sul genere umano, dopo che il giorno precedente avevo visto in un TG della rete pubblica un’intervista a Lapo Elkann che, nel sottotitolo, veniva definito come “Opinion maker” (!!)

Si, mi sono sentito “Opinion maker”. Tutti e quattro eravamo opinion makers (ammesso che abbia capito cosa diavolo significhi “opinion maker”).

Alla fine, dopo aver scolato una bottiglia di Refosco e inferto un duro colpo all’integrità della bottiglia di Ratafià alla cigliegia, praticamente il locale l’abbiamo chiuso noi ^^

Conclusioni? Nessuna… un puro esercizio di stile, eppure un utile richiamo alle cose che contano.

Interessanti le risposte alla domanda “Chi ti piacerebbe fosse qui con noi a parlare di libertà?”.

Alcune delle risposte: Enzo Biagi (giù il cappello); Berlusconi (per pura curiosità intellettuale di sentirlo discutere di libertà); il sindaco di Ravenna (ma solo perché la ragazza c’aveva il dente avvelenato con lui, chissà perché poi…); mio padre (non l’ho mai fatto, e adesso non c’è più).

 

PS. Dopo ore di chiacchiere ho delineato un concetto di libertà che risponde più o meno a questa definizione “Possibilità di poter dar seguito nella vita sociale alla propria volontà di soddisfare i bisogni fisici e intellettuali”. O giù di lì.

 

Qual è il vostro concetto di libertà? (vi voglio tutti “opinion makers”) ^^

D.

 
 
 

Una luce calda

Post n°53 pubblicato il 09 Novembre 2007 da Die972


Ho ancora i brividi giù per la schiena. E' stato come un lampo che mi ha risucchiato in un tunnel proiettato nel passato. O in un'altra dimensione, che poi è la stessa cosa.

Rientravo ieri sera in auto. Nel parcheggiare sotto casa un particolare ha attirato la mia attenzione. Una luce calda di una finestra al terzo piano. Accesa. Ci sono, diceva. Segnalava una presenza.

Era la finestra di camera mia.

Ho inchiodato ed ho messo pure la retro per guardarla meglio. In fondo sapevo che era solo l'elettricista, eppure ho avvertito - prepotente - una presenza complice in attesa, la cui accoglienza sapeva dell'odore rassicurante di un campo di grano sotto il sole.

"Chi sei?" chiese il piccolo principe, "Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me?", le propose il piccolo principe "sono così triste...". "Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah, scusa!", fece il piccolo principe. "Che cosa vuol dire addomesticare?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami".
"Creare di legami?"
"Certo",disse la volpe, "tu, fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. (...)

Se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana come una musica.

E poi guarda! Vedi laggiù in fondo i campi di grano?
Io non mangio il pane, e per me il grano è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste!
Ma tu hai i capelli color dell'oro. Allora
sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."

Che meraviglia...

 
 
 

Non tiratemi le orecchie..

Post n°52 pubblicato il 08 Novembre 2007 da Die972

...sono solo stato preso da sindrome da rientro da vacanze, poi da un tour de force lavorativo, poi da un lungo mese di convalescenza post-operatorio, e attualmente da ritiro studio in previsione di un concorso importante.

Ho però preparato una cartella piena di acquerelli tratti da alcune esperienze di questi mesi. Acquerelli in senso metaforico, si capisce...

Insomma, si riparte ^^

D.

 
 
 

Chiuso per ferie

Post n°51 pubblicato il 07 Agosto 2007 da Die972


(ovvero, troppe cose da raccontare)

Cercherò di riassumerle al mio rientro dalle vacanze.

Un abbraccio a tutti.

 
 
 

Notte d'inizio estate

Post n°50 pubblicato il 02 Luglio 2007 da Die972

Si si, l’estate è iniziata anche per me!

Forse un po’ in ritardo ma è iniziata. Precisamente venerdì 29 giugno, il D-day, quando finalmente ho consegnato le ultime bozze del catalogo della prossima mostra.

Ora un po’ di ossigeno, anche se si lavora sempre eh.. ma con meno pressione, con la testa anche alle cose mondane. Come dicevo nell’ultimo post sabato mattina ho cominciato a prendermela con i tempi giusti. Caffè-brioche, giornale, espressione da turista in vacanza.

Il battesimo dell’estate non poteva essere migliore. Anzi, è stato straordinario, esplosivo, irrefrenabile. Sabato notte passato a ballare e a saltare alla “Notte della taranta”, con il gruppo di Melpignano diretto da Ambrogio Sparagna. Era da tempo che sognavo di andare in Salento per lasciarmi trasportare dai ritmi della pizzica. Ma, si sa, se Maometto non va alla montagna è la montagna che va da Maometto. Infatti il teatro di questa nottata è stato il parco di un Palazzo storico nella campagna ravennate.

Ottima compagnia (a lo credo, ero beato tra le donne: io, Luisa, Barbara, Chiara, Vera, Marzia), musicisti straordinari, cantanti mozzafiato. Luisa poi, salentina doc, mi ha insegnato a ballare la pizzica in modo “filologico”, e l’ho pure ballata bene, nonostante il mio legamento crociato spappolato. E ci si è messa pure la luna piena a creare uno spettacolo surreale. Alla faccia della notte rosa della Riviera, con tutta quella masnada di gente dall’occhio perso che giravano tra un locale e l’altro con una bottiglia di birra in mano alla ricerca di qualche huntz-huntz-huntz.

Nota di cronaca: davanti a me ha ballato tutta la notte una ragazza pugliese, pelle scura, bella, larga gonna bianca, che ho eletto a ragazza più sensuale che abbia mai visto in vita mia (non ci credete? Dovevate esserci…).

Domenica poi ho coltivato un po’ la mia anima da lupo solitario. Ho cavalcato la mia bicicletta e via verso marina di Ravenna. Per essere una quindicina di chilometri pensavo peggio, me la sono cavata con poco, e niente fatica. Giornata di svacco, come dicono alla Sorbona. Appisolato sotto il sole ogni tanto mi svegliavo a leggere un buon libro, a ascoltare musica o a guardarmi in giro (eh beh!).

L’estate è iniziata. Al di là di quello che vi ho appena raccontato, che sia iniziata è evidente anche solo perché vi sto scrivendo in infradito ^^
Che strano. Esattamente 1 anno fa mi ritrovavo in un campeggio al Trasimeno seduto per terra a suonare "Notte di mezza estate" ad una ragazza accanto a me. No, questa è una "Notte d'inizio estate". C'è nell'aria.. c'è qualcosa che non sai cos'è ma sai che c'è...

Die

 
 
 

Senatori a vita: 2° nomination

Post n°49 pubblicato il 30 Giugno 2007 da Die972



Mattinata prefestiva. Ne approfitto per farmi una passeggiata a piedi fino al bar-pasticceria che ormai ho ribattezzato il "bar della festa". Perchè di tradizione ci vado nelle giornate di relax a prendermi il canonico caffè-brioche, e che brioche!

Mi siedo beato al tavolino fuori. Gambe accavallate, occhiali da sole e giornale aperto.

Relax.

C'è una doppia pagina dedicata ai "Suoni delle dolomiti", ad un grande trekking lungo i luoghi della grande guerra e, più in generale, alla montagna. Bellissimo! Da homo alpino in esilio nella bassa ravennate quale sono è come una boccata d'aria fresca.

Poi una lunga, intensissima, intervista a Mario Rigoni Stern. 86 anni portati magnificamente. Come ultima domanda la giornalista chiede se in qualche modo gli uomini di montagna sono migliori degli altri.

La risposta la voglio tenere qui, scolpita nella pietra di questo blog:
"Migliori non lo so. Ma ci sono uomini che cercano nella montagna quello che altrove non trovano. Non hanno paura della solitudine e sanno far fronte alle difficoltà. Diglielo alle tue lettrici quando si lamentano che non ci sono più uomini veri in giro".

Questo blog nomina ufficialmente Mario Rigoni Stern come secondo candidato alla carica di senatore a vita.... ^^

 
 
 

Biglie, cerbottane e palla-topa

Post n°48 pubblicato il 01 Giugno 2007 da Die972

Dunque, dove eravamo rimasti?

Boh non so, non lo ricordo nemmeno. Il blog si è impantanato per un po' di tempo. Che strano, sembra quasi che quando il sottoscritto giace impantanato il blog viaggi veloce, mentre quando mi libero come una nave dagli scogli il mio blog si impantani.

Ora riprendo le trasmissioni. Fatevene una ragione e mettetevi comodi. Ma non pensiate che per questo io mi sia nuovamente impantanato nelle basse paludi della mediocrità del tramonto della più grande storia che sia mai stata scritta (“ohi Marì, che disperazione trovarsi al tramonto davanti alla mediocrità”, che passaggio da urlo, chi indovina la citazione?^^). No, non è così. La mia energia, la mia vitalità, la mia predisposizione al sorriso, la mia forza, la mia voglia di vincere la paura mi stanno prendendo a strattonate e mi stanno dicendo “OH, ma che caazzo fai!”

Voglio cancellare dalla mia testa quel film dalla trama appassionante ma dal finale non all'altezza. Però io sono fatto in modo un po' strano. Basti pensare che per smettere di fumare ho lasciato il pacchetto a metà sul comodino ed è rimasto lì per mesi, intonso. Sono fatto su male (come si dice in Val Brembana). Voglio tenere qui nella testa, proprio qui, le immagini della mediocre conclusione di quello spettacolo. Semplicemente per imparare. Per ricordare che basta un'agnizione fuori posto a trasformare un'opera d'arte in un cesso di film. Per non commettere nuovamente vecchi errori e per far sì che da questo momento nessuno, dico NESSUNO, si permetta di sconfinare nel recinto della mia dignità.

Questa nuova fase chiamatela pure l'era dell'orgoglio di essere quello che sono. E forse anche per questo – ve lo dico subito eh, poi non dite che non ve l'ho detto - rigetto preventivamente ogni messaggio o consiglio del tipo “non devi dimenticare quello che è stato”... “porta con te le cose belle che..” etc etc etc bla bla BLA BLA.

Ci sono troppe belle persone che aspettano di godere della di me persona per continuare a non accorgermene.

Sto tornando il Diego di 10 anni fa, quando in mano non avevo niente, quando mi sentivo in mezzo a una strada polverosa ma avevo l'incosciente serenità necessaria per camminare. Sto riscoprendo molti degli antichi riti. Anche fisicamente sembro terribilmente quello di 10 anni fa. Mmm.. no, sono ancora più bellino ^^ C'ho un tocco in più, come ha subito notato il mio caro amico bulgaro, pittore scapigliato, consigliere leggero e selvaggio bevitore, quando mi ha detto “Diego.. io adesso devo fare tuo ritratto. Sei bellissimo! Tu adesso hai sguardo di uomo consapevole”. Ricorderò per sempre quel momento.

C'è una specie di vortice che mi risucchia all'indietro, ma va bene così. E ti accorgi che ti è dolce la sensazione di essere cullato dai ricordi di vecchie sensazioni, di vecchi profumi, che improvvisamente ti si ripresentano alla porta. Come ricevere una letterina scritta a mano, con l'indirizzo scritto a mano... con dentro un paio di fogli fitti di parole calde. Come andarsene in giro portando le insegne del grande Mark Lenders. Come ripercorrere, seduti al tavolino di un bar (oh, ho detto bar, mica pub, wine-bar, enoteca etc etc, il caro e vecchio BAR!) in un'amena piazzetta di paese, un lungometraggio in bianco e nero che parla di quando con poco o niente si stava così bene, di quando da bambini le giornate ci sembravano così lunghe, interminabili, ed avevamo il tempo per fare così tante cose: le cerbottane, il dolce-forno, i giochi senza quartiere, il castello delle biglie, la palla topa (pregasi trattenersi dalle battute perchè tanto non è quello che pensate).

Oggi è stata una giornata importante.
Oggi ho ricevuto, dopo anni, la mia prima letterina vergata a mano.
E soprattutto: oggi in una clinica dell'Urbe è nata GRETA!. Che il mondo intero si fermi di fronte a questo evento miracoloso. AUGURI Greta!! Certo il mondo non è questo gran posto, ma sonnecchia tranquilla, e non piangere. Adesso hai tutto il tempo – almeno da qui a diversi anni – di camminare a piedi nudi tra le giornate al rallentatore.
Mentre io procedo, con il vento in faccia.

Die

 
 
 

@!!##@!

Post n°47 pubblicato il 17 Maggio 2007 da Die972

Giornata nera. Ovunque mi giri, pesto una merda.

Oggi sono già a quattro. Proposito per la serata: Die, nonfareniente - nonfareniente - nonfareniente - nonfareniente - nonfareniente - nonfareniente - nonfareniente - nonfareniente.

(Ha dda passà 'a nuttata)

 
 
 

Presente e passato (remoto?)

Post n°46 pubblicato il 14 Aprile 2007 da Die972

Prima o poi doveva accadere. Quantomeno era ora che ci provassi, perchè mi devo riappropriare anche di questo. Per farla corta, dopo molti troppi mesi me ne sono andato tutto solo a vedere una mostra.
Se ci penso bene forse sono anni che non lo faccio, anzi, se ci penso ancora meglio confesso di non ricordarmi nemmeno quand'è stata l'ultima volta.
Aggirarmi in un museo senza provare quell'invisibile, ma tangibile, "gioco di sponda" è per me qualcosa di innaturale. E per troppo tempo non sono riuscito a farlo.

Finalmente ho potuto infrangere questa sorta di muro del suono lunedì scorso, rientrando al mio esilio ravennate dopo una tre giorni di sana e rilassante immersione nel baccello familiare. Sono partito molto presto, per evitare le colonne da esodo biblico che si creano SEMPRE (!) lungo la strada della valle alla fine dei giorni di festa. Occhei, poco male, decido di fermarmi a Brescia, di guardarmi la mostra su Turner e di rifarmi il giro del Museo di Santa Giulia. La mostra è zeppa di pezzi meravigliosi, quasi una prova di forza organizzativa messa su per mascherare una sostanziale mancanza di idee. Il Museo è superbo, bisogna dare atto a sti bresciani (grat grat grat) che sono riusciti (grat grat) a creare uno dei musei (grat grat) più belli d'Italia. (Non so perchè mi vengano i pruriti, ma ho un sospetto..^^).

Ho trascorso un pomeriggio sereno.

Sentivo di essere dentro il mio mondo, e di starci bene. Sentivo soprattutto di non aver perso il contatto con quel mondo, di farne parte a pieno titolo, e di non averne perduto nemmeno un pezzettino dopo ciò-che-è-successo. Anche quando sono entrato a visitare la Domus dell'Ortaglia, anche nel bel mezzo della tempesta emotiva dei ricordi, che mi ha fatto sballonzolare come una barchetta, ho provato piacere, curiosità, soddisfazione. Guardare, esaminare, ipotizzare e capire... era come percorrere un terreno amico, era musica per le mie orecchie. Pezzi di musica sotto le bombe.

Osservavo i mosaici pavimentali e quella splendida raffigurazione musiva di Dioniso. Mi sforzavo di immaginare la vita che è passata tra quelle mura ormai sbriciolate, tra quelle tessere consumate e perse.

Poi d'improvviso un qualcosa di inaspettato. Una scritta, in latino, incisa su un frammento di affresco:

"L'aurea terra ricopra le ceneri di colui che ti insegnò a dimenarti come una vera donna".

In mezzo alle reliquie di un passato remoto sono stato investito da una sensazione veloce e piacevole, un alito fresco, un bagliore, un odore. Una emozione. Ho avvertito che anche tra le macerie può spalancarsi uno squarcio di vita pulsante e presente.

Forse è iniziata la discesa, come dici TU

Die

Perchè mi sono immedesimato con il destinatario di quel messaggio? Che sciocco che sono.. ^^

 
 
 

Bellezza

Post n°45 pubblicato il 03 Aprile 2007 da Die972

"Diego, dai, dobbiamo andare..".

D'improvviso la voce di V. mi riportava alla realtà. Stava per iniziare la parte finale di un'Assemblea importante, per la quale venerdì e sabato scorso mi trovavo a Pistoia. Avevamo deciso di fare una scappata in Sant’Andrea prima che si riprendessero i lavori. Sotto il pulpito di Giovanni Pisano c'ero io, assorto e meravigliato, come ogni volta che mi capita di vedere questo capolavoro dell'arte gotica. Mentre lentamente giravo intorno al grande pulpito marmoreo, il mio sguardo si soffermava ora su un pannello istoriato, ora su una delle statue angolari raffiguranti I Profeti e le Sibille, ora sul potente telamone che sorregge una delle colonne portanti, ora sull'aquila del leggìo, ieratica e solenne.
immagine

La forza espressiva di Giovanni Pisano in questo pergamo si manifesta in tutta la sua magnificenza. Ogni scultura, ogni singola figura rappresentata, ha un'individualità impressionante, ha una volontà, un moto proprio. Il genio di Pisano sta nella sua capacità di rappresentare nel marmo I flussi di forza dei personaggi, forza fisica e mentale. Il gesto minaccioso di Erode, nella Strage degli Innocenti, pare tagliare diagonalmente tutta la scena grazie a quell'energia invisibile, ma che si avverte, che parte dal suo indice puntato e si propaga causando una sorta di onda d'urto tra I personaggi raffigurati di fronte a lui. La Vergine, nella Natività, non è assorta sul suo giaciglio, come spesso viene raffigurata, ma si aggrappa, e tenta di alzarsi con tenacia per raggiungere con la mano il volto del Bambino e ricoprirlo dolcemente con il lembo del panno, in un gesto di impressionante umanità. Ogni figura esprime tensione. Psicologica e fisica. I corpi stessi sono in tensione, non esiste un personaggio che sia raffigurato in atteggiamento di riposo. Gli stessi Profeti, o le Sibille, compiono sempre una violenta rotazione con il busto da un lato, mentre il loro volto, il loro sguardo, è sempre diretto al lato opposto.

immagineDi fronte a tante forze, uguali e contrastanti, se si rimane in silenzio si sente quasi il marmo scricchiolare sotto la pressione di questo universo figurato che sembra si sforzi per uscire dalla materia inerte. Il grande Roberto Longhi, nel descrivere il pulpito con le sue parole sempre evocative parlava di "cristiano stridor di denti". Come dargli torto.

Osservando tutto questo, con la testa all'insù, dopo un profondo sospiro, è accaduto un fatto nuovo, decisamente insolito, che va oltre la magnificenza di ciò che stavo contemplando. Ho pianto. O meglio, i miei occhi sono diventati lucidi e umidi. Situazione strana, imbarazzante, che ho subito cercato di trattenere al richiamo di quella voce che mi invitava ad andare.

Io non so fare analisi, quindi non so dire esattamente perché mi sia successo. Però ci ho ripensato, in treno, e mi sono reso conto di una cosa: sono diventato ipersensibile alle situazioni, ai luoghi, alle persone o ai momenti che mi comunicano bellezza. Bellezza nel senso più lato del termine, e più nobile. Bellezza come magica condizione - esteriore o interiore - in ciò che hai di fronte, in grado di farti provare un'emozione, di darti la sensazione che quel breve scorcio di vita è qualcosa di irripetibile, unico, rasserenante, importante, sensato. La bellezza è sempre qualcosa di sconcertante e irraggiungibile semplicità. E’ imperfezione. Io non credo che la bellezza stia negli occhi di chi guarda. Mi fa tristezza pensarlo, perché appiattisce ciò che invece in questo mondo è così incredibilmente oscillante in quanto a intensità di ciò che esprime. Certo, deve incontrare occhi predisposti ad accoglierla come evidentemente ora lo sono i miei.

Ciò che è successo mi è capitato con quest'opera di Giovanni Pisano, ma in passato mi è capitato per la corsa sgangherata e felice di un bambino… per i riflessi, come gocce dorate, dell'ultimo sole dopo una giornata di pioggia… per un prugno selvatico in fiore… per il sovrapporsi del profilo delle colline, che più scalano verso lo sfondo più si fanno azzurrine… per il gesto gratuito di un amico.. per un paesino arroccato su una rupe… per lo scorrere veloce dei colori sotto al finestrino del treno.. per un assolo di flauto traverso…

Quelle lacrime, improvvise e inopportune, sono forse la manifestazione più esteriore dell’amara consapevolezza che di fronte alla bellezza io non basto più. Non sono sufficiente. In quei momenti avverti con maggiore intensità l’angoscioso vuoto di una condivisione che non c’è. Perché questo è il punto. Gli attimi che mi parlano di bellezza non possono giungere dritti a me. Non sono in grado di assaporarli pienamente.

Forse la vita è come un biliardo. Un grande tavolo verde dove i colpi più belli hanno bisogno di un gioco di sponda.

 

PS. Rileggendo questo post mi sono accorto, da un lato, che forse ho dato una involontaria lezione di storia dell’arte (ScusateScusateScusateScusateNonEraMiaIntenzione), dall’altro che forse è il caso che vada a farmi vedere da qualcuno.. ^^

 
 
 

Sabato notte

Post n°43 pubblicato il 11 Marzo 2007 da Die972

Uff. Alla fine questo diavolo di discorso per domani ho finito di scriverlo. E’ stato più faticoso del previsto, non tanto perché non avessi bene in mente le cose da dire, ma perché stasera la mia concentrazione rasenta lo zero. Domattina devo introdurre la mostra di un amico pittore. Mi fa ridere, negli inviti sono stato presentato come critico d’arte, cosa che non sono, almeno di professione. Ho solo piacere di farlo. Dicono ci sarà tanta gente e per me un lauto pranzo a base di pesce.
Mi metto a scrivere nel pieno della notte queste righe per sfogarmi un po’. Non sto per niente bene. Sto covando la febbre, credo, e una profonda sensazione di malinconia che so fin troppo bene da dove viene. La notte che mi circonda pare più profonda del solito, ma ho deciso di affrontarla mettendomi qui, all’una suonata, davanti alla luce azzurrina dello schermo del mio portatile per comunicare, per buttar fuori un po’ di cose.
Non so perché, ma ho paura.
Mi rendo conto che non c’è nulla di razionale in questo. Non ha senso che abbia paura per domani, tutto è stato scritto e sicuramente me la caverò bene come sempre. A volte penso di essere uno che tende molto a sottovalutarsi, visto che in questo tipo di occasioni tutti mi fanno un sacco di complimenti, che io regolarmente penso di non meritare. E’ che non ho paura per domani, ho paura DEL domani. E’ una sensazione gelida, silenziosa, strisciante. E’ l’immagine di un guerriero con gli occhi aperti nella notte precedente una battaglia forse troppo ardua per le sue possibilità. E’ tranquillo, pulisce la sua lama con movimenti lenti. Ha la morte nelle vene.. eppur si vuole bene, si coccola, perché in quel momento sa di essere tutto ciò che gli rimane.
La paura è una brutta bestia. Bisogna saperla controllare. E quando ti prende devi tenerti stretto.Ciò che penso in questo momento è che il tipo di vita che sto conducendo non è quella che voglio. Tutto qui.
Sarà perché la grappa di tuo zio, che sto sorseggiando proprio ora, è inimitabile.
Sarà perché stamattina ho rivisto le tue colline, i tuoi campi, con quei colori e quei sapori inconfondibili nell’aria, dove gironzolavamo curiosi scoprendo sempre qualcosa di nuovo, e dove presto avremmo rincorso i nostri pimpi, vispi come la mamma, intenti a scappare per le piccole sterrate interpoderali.
Sarà perché stamattina, dopo tanto tempo, sono stato nella tua città di mare per vedere una mostra con alcuni amici. Ed ho visto da lontano la sfera di Pomodoro brillare davanti ai cavalloni del mare mosso, e ci siamo fatti un aperitivo alla Casetta Vaccai, dove come musica di sottofondo c'era Renato Zero che cantava "i migliori anni della nostra vita".
Sarà che ne ho percorso le strade in lungo e in largo e me la ricordavo così, assolata e ventosa. Fredda. Come quella mattina di un anno fa – che a pensarci mi sembra ieri – in cui io mi presentai per quel concorso, che per noi valeva tantissimo, con una giacca troppo leggera ma c’avevo solo quella. Anche oggi avevo un giubbetto troppo leggero, ma tu guarda, e forse per quello stanotte mi sta salendo la febbre.
Sarà perché, rinchiuso in biblioteca a ripassare mentre aspettavo il mio turno, accanto a me c’era una ragazza straordinaria intenta a lavorare per i suoi scavi. Per quella ragazza era semplicemente un modo per starmi accanto in quel momento che lei sapevi benissimo era per me pesantissimo, perché la posta in gioco era alta. E quella ragazza eri tu. Una leonessa accanto al suo leone.
Sarà perché oggi ho aspettato davanti a Palazzo Toschi, e guardavo a destra lungo quel vicolo per vedere se, come allora, comparivi veloce per venirmi incontro, sorridente e curiosa. E con occhi umidi mi chiedesti com’era andata, mentre il vento muoveva i tuoi capelli ribelli e rivoltava la mia giacchetta color kaki. Ed era andata bene Cristo. Gli avevo fatto un culo così, ma sapevamo che questo non sarebbe bastato.
Sarà perché alla fine non sarebbe bastato per davvero. Perché è così che va. Ma ricordo distintamente che mi abbracciasti forte mentre guidavo per rientrare a casa tua. “Non importa Die.. non importa. Io sono orgogliosa di te”. E lo dicevi con le tue borsette sotto gli occhi che si gonfiavano per trattenere ciò che non saresti più riuscita a trattenere qualche minuto dopo al distributore di metano, quando incontrammo la tua nonnina. E io che ti risposi che si, non importava. “Perché guarda.. cosa posso chiedere di più. Accanto a un grande uomo c’è sempre una donna straordinaria. Mi sei stata accanto come una leonessa.. cosa posso chiedere di più”. E sentivo di amarti da morire.
Sarà perché in quel momento davvero pensai che «eravamo una macchina sola (…) nessuno ci stava dietro. Senza peso, senza ingombro. Solo pensiero veloce», che quella ragazza entrata nella mia vita silente e leggera, come il primo fiore di primavera esce dalla terra fredda, sarebbe diventata la donna della mia vita.

Sarà perché neanche tre mesi dopo ne saresti uscita, deflagrante e inesorabile, come un aereo entra nel World Trade Center.

Dopodiché niente sarà più come prima.

 

Die

 


 
 
 

Mauro Corona senatore a vita!

Post n°42 pubblicato il 06 Marzo 2007 da Die972


"Le case abbandonate sono come gli uomini.

Alcuni tengono duro, altri crollano.

Dolore e solitudine fanno cadere uomini e muri."

Mauro Corona

Sono inciampato in questa frase mentre pedalavo stasera in palestra. Ebbene si, ho preso l'abitudine di leggere libri mentre fatico sui pedali.. tra gli sguardi perplessi-curiosi-interessati delle tipe intorno a me, che ancora non hanno capito se sono un palestrato, un intellettuale, un palestrato-intellettuale, o nessuno dei due.
Mi sono accorto che dopo averla letta pedalavo il doppio..


 
 
 

Safe yourself (dedicato a PennyL.)

Post n°41 pubblicato il 01 Marzo 2007 da Die972

Stasera so che in TV passeranno un film che, ogni volta che lo guardo, riconosco sempre più come un capolavoro: Million Dollar Baby.

Una voce fuori campo - la voce del protagonista - ripete diverse volte la frase "la boxe è tutto il contrario della vita". La ripete talmente tante volte che, a un certo punto, ti accorgi che in vero messaggio è "la boxe E' come la vita". Una sorta di processo di affermazione di un concetto attraverso la ripetizione, tipo mantra, del suo contrario.

A quel punto hai la chiave per decriptare molte cose… avverti che quelle pillole di saggezza pugilistica, coniate tra un secchio d’acqua e un paio di vecchi guantoni da boxe, hanno un sorprendente valore universale.

Della massima “A volte per assestare un colpo vincente bisogna arretrare… ma se arretri troppo poi non combatti più” ho fatto il motto della mia presenza virtuale in questo blog. Perché no, non è vero che la boxe è tutto il contrario della vita. Perché combattere è necessario di fronte a ciò che ti fa male, che minaccia la tua incolumità. Ma per farlo.. per sconfiggere ciò che ti si para davanti giorno e notte.. a volte è bene fare un passo indietro ed inquadrare meglio quell’avversario. Metterlo a fuoco. Sarà un piccolo passo indietro, ma io ci sto impiegando troppi mesi per compierlo. E’ un passo per me lungo mezza eternità (ammesso che l’eternità si possa smezzare). Ancora la Sua presenza è talmente vicina da incalzarmi senza lasciarmi respiro. E il contorno di ciò_che_è_successo continua ad essere quest’ombra indistinta, quest’ammasso sfuocato, che non riesci ad inquadrare in nessuno schema – logico NO – ma almeno plausibile.

E’ come quella mattinata dell’estate del 2005, dove io e Lei ci appostammo che era ancora notte sull’alta scogliera di Capo d’Otranto, per vedere - prima di qualsiasi altro in Italia - spuntare il sole dalle lontane montagne d’Albania. Mi sento in fredda attesa. Nonostante la mia vita ora sia pienissima, quasi frenetica (si direbbe che soffro di una sorta di horror vacui), mi accorgo che questa fase della mia vita sia in fondo rappresentabile con l’immagine di me seduto sulla scogliera, colpito dal vento freddo del mattino, di un freddo che pela, in attesa che spunti il primo bagliore. In attesa di poter dire “ti penso sempre meno”. Come dice PennyL. Sei un pezzo avanti PennyL.. voltati e dammi una mano.

Ma c’è un’altra cosa.

immagineLa prima regola è proteggersi”.

Dovevi proteggerti Maggie… dovevi proteggerti. Ma adesso è troppo tardi.

Dovevi proteggerti Die… dovevi proteggerti. Ma adesso è troppo tardi.

Forse non dovevi abbassare le braccia, e lasciare spalancata la porta di te in maniera così incondizionata. No, forse non è stata una buona idea. Vedi? E’ stato facile entrare..

Ecco si, PennyL.. dev’essere così. Sbarrare le porte no, ma almeno la prossima volta metterci un bravo usciere..

 

Die

 
 
 

Aria nuova nel blog

Post n°40 pubblicato il 27 Febbraio 2007 da Die972

Ho voluto cambiare la grafica del mio blog.
Tutti quei girasoli non è che ne rappresentassero bene l'atmosfera...

Solo un tocco di sobrietà in più, che mi riflette sicuramente meglio.
Mi seguirete lo stesso vero? ^^

Die

 
 
 

Crocevia

Post n°39 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da Die972

E’ successo circa quattro mesi fa, più o meno.

Non so se vi è mai capitato, ma ci sono momenti in cui tutto intorno a te sembra mettersi di traverso mentre tu a fatica stai cercando di percorrere una strada, una direzione. Ed hai come la sensazione che qualche oscura forza si accanisca contro di te e lo faccia appositamente… deliberatamente. Io sono giunto a pensare che c’è un disegno che governa la nostra esistenza, i nostri giorni. Non può non esserci altrimenti non si spiegherebbero molte cose, molte coincidenze.

E una cosa è certa: chi tiene in mano la matita dei nostri destini non sa disegnare per un cazzo.

 

(una sera di ottobre, al telefono)

 

Sig. P.: Buonasera è il CAI di Ravenna.

D.: Ah salve. Senta io vorrei avere qualche informazione sulla settimana bianca del fondista. La organizzate anche quest’anno?

Sig. P.: Si certo. La faremo come ogni anno a gennaio, in Val Pusteria..

D.: In Val Pusteria! Bellissimo la conosco bene. E’ da un paio d’anni che vado là. Dov’è che la fate di preciso?

Sig. P.: Ah noi andiamo sempre a Ferrara di Braies…

D.: mmm..

Sig. P.: Conosce?

D.: eh si.. ci sono passato diverse volte con gli sci. Anche scendendo dal lago di Braies. E sapete già in che Hotel…

Sig. P.: si si, noi andiamo sempre all’Hotel E. (nome di donna, ndr)…

D.: …

Sig. P.: ... ci siamo trovati sempre bene e...

D.: …

Sig. P.: ...poi è comodo è sulle piste.

D.: …

D.: …

Sig. P.: pronto?

D.: si si, scusi.. ma con la C o con la K?

Sig. P.: con la K…

D.: …

 

Il giorno seguente, al ristorante, in pausa pranzo.

Tamburello nervosamente i polpastrelli sulla tovaglia mentre ogni poco sposto lo sguardo sulla bottiglia dell’acqua minerale Ussita e sulla bottiglia di rosso della tenuta Valli. Distolgo e riporto lo sguardo su quelle etichette come a verificare che non fosse uno scherzo della vista. Ma non era uno scherzo della vista, ma uno scherzo di quel tipo con la matita in mano che, ormai è chiaro, è bene che si faccia un giro a qualche corso di disegno.

Cellulare.

Guardo: 0721…

Esitazione.

 

D.: si, pronto?

Prof. C.: è il dottor Diego G…?

D.: sono io!

Prof. C.: buongiorno dottore, sono il professor C., chiamo da Pesaro…

D.: …

Prof. C.: …so che lei si occupa di incisione… <etc. etc. etc.> avrei piacere che mi venisse a trovare per una consulenza… <etc. etc. etc.> …avrei piacere di lavorare con lei… <etc. etc. etc.>

 

<etc. etc. etc.>

 

D. : ah guardi, vengo a trovarla volentieri. Così mi fa vedere la sua raccolta, mi dica dove sta di preciso che..

Prof. C.: ..ecco io non sto proprio a Pesaro Pesaro… sto al Pozzo Basso…

D.: …

Prof. C.: …vicino a Montecchio…

D.: … <mi verso un bicchiere di vino, avendo cura di riposizionare la bottoglia con l’etichetta dall’altra parte>

Prof. C.: …se lei esce dal casello di Pesaro…

D.: …

Prof. C.: …deve prendere per Urbino…

D.: si si ho capito…

Prof. C.: …ah lei c’è mai stato?

D.: si si.. conosco un po’ la zona… <mi accorgo che con le dita sto violentando il tovagliolo>

Prof. C.: Allora lei quando arriva vedrà…

D.: ma lei sta prima o dopo la strada per Tavullia?

Prof. C.: …

D.: ..quella che sale sulla destra..

Prof. C.: Ma allora lei conosce il posto!!

D.: le ho detto che conosco la zona..

 

<etc. etc. etc.>

<fine telefonata>

 

In quel momento ho pensato seriamente di trasferirmi in Canada.

 

Oggi a distanza di mesi ho la stessa domanda che mi gira e mi rigira nella testa: può un POSTO ritornare semplicemente un posto, intendendo come tale un luogo che vale di per sé, senza quelle sovrastrutture di cui l’hai rivestito nel corso della tua vita? E’ umanamente possibile spogliare un posto?

Io spero tanto di si, altrimenti qui è un casino. Altrimenti vedo se la Ryanair fa scalo in Canada..

 

Die

(dal suo esilio romagnolo)

 

 

 

 
 
 

L'orfano e la bambina

Post n°38 pubblicato il 20 Febbraio 2007 da Die972

La piccola dormiva e a volte mugugnava.
Non ne ho visto gli occhi, nè sentito la voce. Però mi ha detto tante cose.
E il mondo si è fermato. Come di ghiacchio. Niente si muoveva intorno a lei.
Mi son sentito piccolo e orfano. Un piccolo orfano.
Sono contento di averla potuta vedere, anche se rende tutto più difficile.
Questa sera canto questi versi che parlano di deriva..

_____________

A te si giunge solo
attraverso di te. Ti aspetto.

Io certo so dove sono,
la mia città, la strada, il nome
con cui tutti mi chiamano.
Ma non so dove sono stato
con te.
Lì mi hai portato tu.

Come
potevo imparare il cammino
se non guardavo altro
che te,
se il cammino erano i tuoi passi,
e il suo termine
l'istante che tu ti fermasti?
Cosa ancora poteva esserci
oltre a te offerta, che mi guardavi?

Ma ora,
quale esilio, che assenza
essere dove si è!
Aspetto, passano treni,
il caso, gli sguardi.
Mi condurrebbero forse
dove mai sono stato.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare.
Quale immensa novità
tornare ancora,
ripetere, mai uguale,
quello stupore infinito!

E finchè tu non verrai
io rimarrò alle soglie
dei voli, dei sogni,
delle scie, immobile.
Perchè so che là dove sono stato
nè ali, nè ruote, nè vele
conducono.
Hanno tutte smarrito il cammino.
Perchè so che là dove sono stato
si giunge solo
con te, attraverso di te.

P. Salinas

 
 
 

Di una nottata memorabile!

Post n°35 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da Die972

L'altra domenica è stata una bella festa, fra gente bellissima e con tanto "calore". Una di quelle cose che ti rimangono dentro, come curve della memoria.

Ho condiviso questa nottata speciale con Phil, Ombretta e Giulia... e con tanti, tanti altri.

E mentre fuori finalmente usciva la luna piena, che alla quota di 1800 in mezzo alla neve era un vero spettacolo....

immagine

.... dentro ci si dava da fare, mica poco.

immagine

Beh, tornare a valle con una luna così rendeva superfluo l'uso delle torce. Più che altro il problema è stato che molti di noi erano gonfi come tacchini...
...ma come biasimarli ;)

Per la cronaca. Sabato 3 marzo si bissa. Chi vuole venire??

D.

 
 
 

IO

 

immagine

 

PAROLE...

"Todo pasa y todo queda,
pero lo nuestro es pasar,
pasar haciendo caminos,
caminos sobre el mar.

Nunca persequí la gloria,
ni dejar en la memoria
de los hombres mi canción;
yo amo los mundos sutiles,
ingrávidos y gentiles,
como pompas de jabón.

Me gusta verlos pintarse
de sol y grana, volar
bajo el cielo azul, temblar
súbitamente y quebrarse...

Nunca perseguí la gloria.

Caminante, son tus huellas
el camino, y nada mas;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
Al andar se hace camino,
y al volver la vista atras
se ve la senda que nunca
se ha de pisar.
Caminante, no hay camino,
sino estelas en la mar.
[Antonio Machado]

Tutto passa e tutto resta
ma il nostro destino è di passare
passare disegnando percorsi
percorsi sul mare.

Non ho mai rincorso la gloria,
nè voglio lasciare nella memoria
degli uomini la mia canzone;
io amo i mondi sottili,
in assenza di gravità e gentili,
simili a bolle di sapone.

Mi piace vederli mentre si dipingono
di sole e di rosso, volare
nel cielo azzurro, tremare
improvvisamente e svanire...

Non ho mai rincorso la gloria.

Viandante, sono le tue orme
il cammino e niente di più;
Viandante, non c’è una strada,
la si costruisce camminando.

Mentre vai si fa la strada
e voltandoti
vedrai il sentiero che mai
più calpesterai.
Viaggiatore,
non esiste una strada,
ma solo scie nel mare.


"Superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura".
[Alda Merini]

"Le case abbandonate sono come gli uomini. Alcuni tengono duro, altri crollano. Dolore e solitudine fanno cadere uomini e muri."
[Mauro Corona]

 

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