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Storia continua adotta “Il tempo degli eroi”, della giornalista Bianca Fasano

Post n°91 pubblicato il 03 Luglio 2022 da parmenide2008
 

Sicilia, 29/06/2022 (informazione.it - comunicati stampa -editoria e media)

Cos’è “Storia continua?” Non facile da dirsi in due parole.In sintesi offre “Guide e risorse per orientarti nel mondo della letteraturaonline”. Il che, di questi tempi di self-publisher non è poco: “Puoi impararecome fare per i tuoi racconti una promozione dell’Altro Mondo, grazie aisuggerimenti dei più importanti scrittori, self-publisher ed esperti dimarketing a livello internazionale”. Promette.

 

Per noi che stiamo indagando sul mondo di chi “sogna ilgrande editore”, un settore da verificare.

 

Dove si nasconda e come si offra agli autori il grandeeditore è un insieme complesso, di cui la maggioranza degli scrittori italianied esteri non vedrà mai una opportunità utilizzabile. Intanto c’è chi, comeSonia Lombardo (autrice, tra l’altro, di: “I Metadati per i tuoi Ebook: comehackerare l'algoritmo di Amazon con le giuste parole chiave”), nel mondodell’editoria naviga alla grande e con “Storia continua” è decisa ad offrirequalche possibilità anche a chi, con quel mondo, ha in comune soltanto la vogliadi pubblicare. In self-publisher, assolutamente.

 

Ecco che, tra le offerte, decide di ospitare ogni meseautori che lo hanno scelto:” L’idea l’ho rubata a Writer’s Dream, che l’harubata ad Alessandro Girola del Blog sull’Orlo del Mondo, che a sua volta l’hasoffiata a Gianluca Santini, ma in fondo non si tratta che di rispettare laregola n°4 dell’iniziativa “Adotta un Ebook”, regola che impone il passaparola.

 

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Anche Storia Continua ha deciso, non solo di diffonderel’iniziativa, ma di aderire in pieno, seppur contravvenendo alla prima regoladel gioco: “scegliere un singolo ebook”. Infatti, come già anticipato suFacebook, vorrei aprire proprio una casa famiglia per ebook orfani dei canalipubblicitari mainstream. E, così, ne prenderò in affidamento uno o due al mese,con tanto di post dedicati, foto, citazioni e link alle pagine di vendita”.

 

Questo mese di giugno l’adozione è andata al “Il tempo deglieroi”, della giornalista Bianca Fasano, che la sua pubblicazione in cartaceo ineffetti l’ha già avuta molti anni fa per i caratteri della “Riemma Editore” diCastiglione della Pescaia raccogliendo anche consensi sia di pubblico che dipremi letterari.

 

Eccolo (in parte), come ce lo descrive “Storia continua”:“Il Tempo degli Eroi”, il nostro Ebook in Adozione del mese, è un romanzo diBianca Fasano; Il tempo degli eroi, per Bianca è l’Italia del 1963, un’Italiaignara degli episodi drammatici che presto avrebbero travolto vite intere,infrangendo sogni e speranze. Il romanzo infatti copre un arco di tempo che vada poco prima della tragedia del Vajont fino a poco dopo l’assassinio di J. F.Kennedy. Ma non lo fa in modo lineare.

 

Le intrusioni dell’autrice, le sue considerazioni, sialternano a un io narrante in prima e terza persona che si alimenta di pensierisospesi, di riflessioni personali quasi da dialogo interiore, usando, a trattianche la semplice cronistoria degli eventi.

 

Linguaggi e stili dunque si combinano come ci si aspettadalla penna di una giornalista di frontiera come Bianca Fasano, corrispondentedel Roma e successivamente del Mattino, ma anche docente di disegno e storiadell’arte, esperta in grafologia e fisiognomica.

 

Dunque, il suo scrivere diventa simile a dipingere: “Contail colore, conta la pennellata, interessa soltanto che l’insieme sia arte”. Lastoria allora parte dal di dentro, dalla vita intima di ogni singolopersonaggio, i loro destini finiscono per intrecciarsi finché tutta l’operaemerge prepotentemente dalla carta, come ha scritto Stefano Musco: “Più chepersonaggi, gli eroi del romanzo sono così veri da non sembrare frutto dellafantasia; sfogliando le pagine si soffre e gode con loro, sono uomini e donne,quelli del romanzo, cosi vicini al lettore da sembrargli quasi tangibili”.

 

Mondo editoriale. A proposito di autoproduzione: “StoriaContinua adotta il tuo ebook”, Laboratorio di scrittura on line, ha adottato,per il mese di giugno, “Il Tempo degli eroi” di Bianca Fasano.

E per raggiungere questa “tangibilità”, per assurdo Biancaoggi ha scelto il digitale: “Vengo da un trascorso di pubblicazioni cartacee, amezzo editori, anche di una quotazione non indifferente, eppure sono divenutauna assertrice degli ebook e del self-publishing. Non potrò mai dimenticare leparole di un mio collega, Luigi Valletta del Roma, che mi diceva: gli articolisono farfalle. Ed è vero. Ammesso che qualcuno li legga, hanno vita brevissima.Quelli virtuali, invece, restano sul web e si possono rintracciare anche inspazi/tempo differenti. In teoria sono meno veri, in pratica sono piùduraturi”.”

 

Questi gli ebook adottati nel 2022: Maggio 2022 “Un Uraganodai Capelli Rossi” di Angela C. (pubblicato con Amazon KDP).

 

Marzo 2022 “Come è profondo il Male” di Guido Rojetti(pubblicato con Amazon KDP).

 

Ottobre 2020 “Lovid-19, storia di una (quasi) guarigione” diElena Soprano (pubblicato con Amazon KDP).

 

L’invito è aperto ad altri scrittori e testi che potrannoessere valutati: “Se anche voi avete un ebook che vorreste affidare alle curedi questo sito, non dovete fare altro che lasciare un commento o contattarmi,per richiedere la vostra promozione gratuita.

L’unica regola da rispettare, che stavolta non ammetteeccezioni, è l’autoproduzione: gli ebook devono essere tutti rigorosamentefrutto di autopubblicazione.

 

Allora, fatevi avanti!”

 

Insomma, se volete saperne di più sul “self-publishing” osulla “stampa on-demand”, quei servizi di editoria che consentono agli autoridi pubblicare il proprio libro senza alcun costo iniziale e in tiraturalimitata al numero di copie effettivamente richieste dai lettori, poteterivolgervi (tra l’altro),”Storiacontinua.com.” Sempre “in attesa del grandeeditore!”

 

Angelo Buonarroti.

 

 

 

 
 
 

“Sognando il grande editore”. Intervista a Bianca Fasano

Post n°90 pubblicato il 03 Luglio 2022 da parmenide2008
 
Foto di parmenide2008

“Sognando il grande editore”. Intervista a Bianca Fasano sulperché della nuova pagina Facebook aperta a quanti, amando scrivere, vivono leloro esperienze nel mondo della editoria.

 

D) “Sognando il grande editore”. È il nomeche lei ha dato alla nuova pagina Facebook. Perché l’ha creata?

R) Volevotentare di rispondere alla domanda: "Évero che il denaro si fa sui sogni degli altri?" Nel vastissimo entroterradi quanti amano scrivere e sono “figli di un dio minore” accade di tutto etutti vogliono guadagnare su di lui. Sarebbe bello se volessero - davvero -farlo sulle vendite del libro che l’autore produce e sarebbe anche l’unica,autentica, possibilità di successo.

D) Ildenaro si fa sui sogni degli scrittori?

R) Vediamo:che siano davvero autori degni di nota o scribacchini, c’è un mare dipossibilità di “pubblicare”, in cartaceo e in ebook. Un mare di piccoli e medieditori e di piattaforme disponibili. Le seconde per libri auto-prodotti. Ricordiamo: Amazon KDP (Kindle Direct Publishing), Ilmiolibro.it, Kobo, StreetLib, YouCanPrint. Naturalmente Il Self-publishing puòavvalersi del "Supporto Professionale ed Umano", ossia “il connubiofra la libertà del self publishing e la qualità e il supporto di una casaeditrice”.

D) Supporto a pagamento?

R) Ovviamente. Ti forniscono l’ISBN ed un seguito di aiuti. Facciamo unesempio? Cento copie, 230 pagine, con alette, copertina morbida, correzione dibozze (importante!), editing editoriale, impaginazione editoriale, depositolegale, libro elettronico ed epub del libro stesso, optimizer e costospedizioni. Ti arrivano a casa con circa 1800 euro. In sostanza un editore.

D) Lei crede nella pubblicazione?

R) Chi non vorrebbe vedersi tra le mani il proprio libro stampato?Tuttavia il veroproblema del cartaceo è la distribuzione. Anche riuscendo a stampare il tuolavoro con una casa editrice seria, ci si rende presto conto di come il costodella distribuzione incida in modo determinante sul successo del libro e pochieditori possano permetterselo. A causa di ciò, dopo la primitiva soddisfazionedi stringere tra le mani il tuo lavoro letterario potrai, volendo, relegarlonegli scatoloni o usarlo come un biglietto da visita piuttosto costoso edistribuirlo per fare sì che siano letti. L’ho fatto e lo faccio tuttora con imiei libri stampati con case editrici anche rilevanti.

D) Così ci si spiega perché lei, una scrittrice e giornalista, che giungedal passato di pubblicazioni cartacee, sia divenuta un’assertrice degli ebook. 

R) Appunto. Sognando il grande editore. Ma esiste la possibilità diessere tra i pochi che possono permetterselo? Vien fatto di chiedersi: “Seavessi davvero tanti soldi, ma tanti, da potermi permettere tutte le pubblicitàpossibili, potrei pagarmi un “grande editore”?

D) Chi è “il grande editore?”

R) Al momento sappiamo che Mondadori libri potrebbe acquisire RCS Libri(che comprende marchi come Rizzoli, Bompiani, Adelphi, Fabbri, Sonzogno,Marsilio…) e che controlla anche Einaudi.

Ci troveremmo di fronte alla creazione di un colosso che da solo vale il40% del mercato librario italiano. Potendo sceglierei lui.

D) Partecipa ai premi letterari?

R) Se mi proponessero per: 1) Premio Strega; 2) PremioCampiello; 3) Premio Bancarella; 4) Premio Bagutta; 5) Premio Andersen; 6)Premio Pulitzer; 7) National Book Award; 8) Man Booker Prize; 9) PremioGouncourt; 10) Premio Cervantes. Altrimenti faccio da giuria, se mi offrono difarlo. Gratis. In passato ho partecipato a vari concorsi letterari ed ho ancheavuto qualche soddisfazione, però di certo c’è sempre che “il banco vince”. Chici guadagna (e neanche sempre), è l’organizzazione.

D) Quindi lei sconsiglia?

R) Ma no, perché? Vincere è un appagamento, fosseanche un secondo, terzo premio, premio speciale della giuria, premio specialeper l’argomento trattato. Si va a riceverlo, si viaggia, si fanno nuoveamicizie, si ottiene, magari, un articolo su qualche giornale. Fame di fama. Iltuo libro esiste.

D) Eppure si pubblica, vero?

R) Mi risulta di sì, che il numero di titoli pubblicati nel mondo (compresi i miei) continuia crescere. Nel 2013 secondo Bowker (l'agenzia ISBN ufficiale per gli StatiUniti, che fornisce anche risorse per aiutare gli autori a pubblicare,distribuire e promuovere i loro libri), sono stati assegnati nel mondo 1,4milioni di codici ISBN, ossia il numero che identifica ciascun titolo. Se ciconfrontiamo con il 1960, gli ISBN erano circa 8.100.

D) Siguadagna? Si guadagna?

Qualcunosicuramente ci guadagna. Sappiamo, però, che le vendite sono convogliate su unnumero sempre più limitato di titoli (e di editori), best seller e“megaseller”. Perché “Sognando il grandeeditore?” Perché i “grandi” sono favoriti dalle economie di scala. Anche i grandiautori che richiedono anticipi elevati allo scopo di permettere una solidapresenza nei punti vendita. Alle spalle ci sono tutte le necessarie competenzeprofessionali.

D) Che cosavorrebbe accadesse sulla pagina Facebook?

R) Che gliautori, anche senza apporre una firma, disegnassero la realtà delle loroesigenze e delle difficoltà che incontrano. Noi scrittori siamo vanagloriosi.Non ci piace ammettere che ci arrampichiamo sugli specchi per vendere qualchecopia. Ci piace, invece, vantarci dei premi vinti e illuderci un pochino suirisultati delle nostre pubblicazioni. In modo che, sui nostri sogni di gloria,qualcuno il guadagno lo faccia davvero.

D) Insomma:l’insieme è una chimera?

R) Seriusciamo a fare sì che il nostro libro venga letto davvero, almeno da uncentinaio di persone e pensiamo che possa cambiare il mondo, forse no. DicevaGiuseppe Giusti: “Il fare un libro è meno che niente, se il libro fatto nonrifà la gente.

Grazie eauguri. “Sognando il grande editore” avrà l’attenzione degli scrittori?Vedremo.

CiroRiemma. Editore.

 

 
 
 

Napoli. IL PESCE D’APRILE AGLI AVVOCATI – di Pasquale D’Aiuto, avvocato

Post n°89 pubblicato il 02 Aprile 2020 da parmenide2008
 
Foto di parmenide2008


Ditemiche è soltanto un pesce d’aprile. Vi prego, ditemelo e convincetemi. Perchéquest’oggi assisto, attonito, alla corsa caotica, a colpi di click, da parte di migliaia e migliaia dipersone che hanno conseguito un diploma, una laurea in Giurisprudenza, hannosvolto pratica forense ed ottenuto un’ardua abilitazione, all’accaparramento dell’obolodi € 600,00 (pure, inizialmente non previsto!) graziosamente concesso con il c.d.Decreto Cura Italia (D.L. n. 18 del 17.3.2020, così come integrato con Decretodel 28.3.2020 dei Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali edell’Economia e delle Finanze).

Parlodegli Avvocati, categoria professionale liberale e nobile, esistente da quando èin piedi una società che si possa dire civile, attori principali del sistemaGiustizia come i Magistrati, baluardo per la tutela e l’implementazione  dei diritti. Parlo di esseri umani che hannopuntato le proprie fiches su un corsodi studi polivalente, per trovare il proprio posto nel circuito produttivo erendersi utili al mondo.

Però,evidentemente, nella nazione sbagliata.

Genteche, in paesi seri, dovrebbe nutrire serene prospettive di medio-lungo periodoe che, al contrario, in questo surreale posto che è l’Italia – ma per prudenza,in base alla mia personale esperienza, preferisco limitarmi al meridioned’Italia, che è anche Roma, per intenderci – spera di buscarsi qualcosa dalloStato, quando e se arriverà, perché avrà fornito dimostrazione alla propriaprevidenza privata di aver passato anni difficili, di non aver affattoingranato con la professione o, addirittura, di non aver più una partita iva.

Ma questoè meno del breve periodo: questo è campare alla giornata.

Sì,perché vi sfido: più a monte, provate a raccontarmi che, in fondo, questo Paesenon abbia poi convinto noi Avvocati che la nostra quintessenza fosse proprio quelladel campare alla giornata. Raccontatemelo ma poi, un attimo dopo, motivatelo conragioni solide, perché io farò fatica a starvi dietro. Perché io credo siaproprio così: noi siamo una categoria da distruggere, i paria della società.

Noisiamo residuali.

E losaremmo anche se parlassimo, oggi, non di seicento ma di seimila o sessantamilaeuro per ciascun Avvocato, perché l’unico “bonus” che potrà salvare ilfondamentale comparto della Giustizia dovrà consistere in un’autenticarivoluzione concettuale, a partire dal nostro ruolo.

Laverità è che ormai siamo abituati a concepire la nostra professione come unagara ad ostacoli o, per restare in tema, come un’emergenza continua, un po’come il virus di questi tempi. Noi siamo continuamente in quarantena, questa èla verità. Noi siamo reclusi – sì, da sempre e non solo in questi giorni – acausa di barriere politiche, sistemiche, ideologiche ma concretissime.

E losiamo a partire da corsi di studio affollati, aperti a chiunque – anche acoloro che non sanno cosa fare della propria vita dopo il diploma –  e, spesso, senza uno sbocco preciso; poi, dapratiche forensi disorganiche, molto spesso povere di contenuti, cronicamentelegate alle solite materie divenute una sorta di ammortizzatore sociale (pensoalla r.c.a.), con compensi da fame o senza alcuna forma di corrispettivo. Pratiche che, assai spesso, non siconcludono mai veramente e sfociano in collaborazioni atipiche nonregolamentate, generando migliaia di professionisti poveri, timorosi dispiccare il salto e prendere ad essere realmente autonomi – realmenteprofessionisti! – e bisognosi, quasi fisiologicamente, di conforto, controllo,rilettura, assenso da parte di un dominus.Una demolizione psicologica, prima che economica.

Epoi, penso all’esame d’abilitazione che (e mi perdonino i commissari seri epreparati che ho incontrato nella mia vita), continua a sembrare un terno allotto. Con i testi nascosti negli zaini, gli smartphone, la speranza di unaiuto esterno, quando basterebbe pretendere l’impegno degli aspiranti Avvocati,consentire loro l’utilizzo dei codici commentati con la Giurisprudenza edimpedire realmente l’adozione ditrucchetti da ragazzini – che costituiscono illeciti penali, a ben vedere.

Forse,prima ancora, la facoltà di Giurisprudenza dovrebbe tornare a fare selezione (apartire dal numero chiuso) o, almeno, a indirizzare verso una prospettiva, comela libera professione o i concorsi.

Poipenso alle udienze, che quasi sempre sono affollatissime perdite di tempo e chesovente vantano l’unico beneficio di incoraggiare la socialità e di sostenere l’economiadei bar nei pressi degli Uffici Giudiziari, a suon di caffè e chiacchiere aitavolini. Quali udienze? Ma noi Avvocati le conosciamo bene: innanzitutto,quelle di mero rinvio (perché il Giudice non è riuscito ad emettere unprovvedimento, perché mancano i testimoni, perché una notifica è andata stortae chi più ne ha, più ne metta); poi, l’udienza che segue quella di comparizionedelle parti nel caso (leggasi: sempre) di richiesta della concessione dei terminic.d. istruttori; quella di conferimento dell’incarico al Consulente Tecnicod’Ufficio, che presta giuramento; quella di precisazione delle conclusioni,spesso reiterata per ragioni, sovente, oscure (o, forse, ben chiare)… siaccettano suggerimenti. Parlo da civilista, naturalmente: tutto tempo chepotrebbe essere dedicato allo studio, al tempo libero. Alla famiglia.

Poi,penso agli importi ingenti che dobbiamo destinare, sin dall’iscrizione all’albo,anche senza un reddito effettivo ed in modo affatto proporzionato e scalare,alla nostra previdenza sociale, pur gravata da tutte le sue ben noteincongruenze.

Manon è solo questo: è molto, molto di più. Questa elemosina di 600 euro assumele vesti di una beffa, contentino inaccettabile ed odioso per una vita(professionale ma non solo) di assurdità conclamate. Penso, ad esempio, al fattoche un soggetto, se non ha un reddito “regolare”, può intentare una causacivile senza rischiare concretamente nulla – lasciando a bocca asciutta lacontroparte e l’Avvocato avversario, oltre che, molto probabilmente, anche ilproprio (dura, spiegarlo ai non addetti ai lavori; vero?). Penso alle societàche scompaiono (anzi: che divengono inattive), lasciando capitale e patrimonioazzerati ma tanti debiti, nei confronti dei fornitori quanto degli Avvocati edei professionisti in genere.

Pensoalle procedure concorsuali inutili; alle esecuzioni mobiliari in cui le caseprivate sono sempre chiuse, in cui addosso, il debitore, non ha nemmeno unorologio oppure in cassa non c’è mai un euro da pignorare; a quelle immobiliariche durano un’eternità e costringono chi le ponga in essere ad esborsi enormiche, spesso, non vedranno rimborso; ai pignoramenti presso terzi (quandopossibile) ove sovente non v’è nulla o quasi da ricavare perché il terzo nonc’è più o perché il suo debito è poco o nulla; ai ricorsi per decretoingiuntivo che potrebbero essere sostituiti da ingiunzioni qualificate degliAvvocati; a tutti quei contratti che sarebbero facilmente, e con competenza,stipulabili senza l’assistenza di altri professionisti – le compravenditeimmobiliari, per esempio ma sovvengono alla mente anche i c.d. passaggi diproprietà dei veicoli – e, più in generale, allo scandalo della negazione, pressocchéassoluta e davvero incomprensibile, della facoltà di autenticare le sottoscrizioni!

Pensoalla patologica mancanza di meritocrazia. Agli incarichi milionari concessi inbase a graziose discendenze e giuste amicizie. Ai mandati professionali daparte degli enti pubblici che vanno sempre agli stessi.

Pensoall’incredibile assenza di qualsiasi riferimento alla figura dell’Avvocatonella nostra Costituzione!

Epoi, ritorno con la mente al dileggio generale nei confronti  della categoria: gli Avvocati rubano, perdonotempo, provocano la prescrizione, sono incompetenti, godono nel ritardare ledecisioni, sono degli azzeccagarbugli, raccontano fandonie, si arricchisconosfruttando i clienti, si vendono all’avversario… chiunque può, a chiunque è concessogettarci fango addosso, impunemente. La vulgataè che noi siamo cattivi. Sui social, in strada, persino nelle dichiarazioni (anchemolto recenti) di qualche… illuminato ed autorevole giurista. Non aiuta,bisogna dirlo, la politica adottata da più d’un ministro della Giustizia oppurel’insipienza di qualche soggetto capitato, per puro caso, all’apice del nostrosettore.

GliAvvocati sono carne da macello, spara addosso al leguleio, dagli all’untore.

Sobene che, in qualche caso, il dileggio è meritato. Penso ai colleghi (minuscolavoluta) che offrono pubblicamente la propria attività (minuscola voluta) gratiso quasi – con ciò, violando il principio di lecita concorrenza – o che, peresempio, incoraggiano azioni nei confronti dei medici che agiscono nell’estremadifficoltà di questi tempi grigi.

Masiamo 250.000 e passa (troppi, troppi)! Per la stragrande maggioranza perbene,coraggiosi, preparati, in buona fede. Penso al sorriso, alla bravura ed alladisponibilità dei Colleghi che vedo quasi ogni giorno (Antonietta, Gianluca,Roberto, Alessio, Elio per fare qualche nome, perché non siamo numeri!) e, piùin generale, alla correttezza, alla serietà, al fair play di quelli che incontro sulla mia strada, innanzi alleeccezioni ed alle strenue argomentazioni, alla loro capacità di scorgere lacesura tra la difesa del Cliente ed i rapporti personali.

Quantoè difficile, tutto questo! Quanto è difficile e miracoloso comprendere che l’inderogabilitàdel mandato difensivo ed il rispetto reciproco possano coesistere – anzi,considerare la prima una parte fondamentale del secondo.

Indefinitiva e senza dilungarmi oltre, ecco perché vorrei tanto che questa storiadei 600 euro fosse un pesce d’aprile: perché, qui, bisogna rifondare laGiustizia, non elargire oboli. Perché non esiste alcuna programmazione rispettabilee seria delle vite di centinaia di migliaia di Legali; perché chi deve non adottariguardo per le loro anime, le loro aspirazioni, le loro famiglie ed ora, difronte all’ultimo atto di un’emergenza continua, frutto di scelte scellerate edi prassi assurde che solo in minima parte qui sono state citate, non si puòpiù tacere. Perché non c’è merito, cultura, cura. Perché si deve, prima ditutto, riabilitare la professione dell’Avvocato. Perché noi siamo senza futuroe lo eravamo ben prima di questa emergenza mondiale.

Ilteatro è finito e quest’ultima farsa ha disvelato il trucco. Oggi, primo diaprile, abbiamo patito lo scherzo più atroce. Speriamo sia l’ultimo.

Avv.Pasquale D’Aiuto.

 

 
 
 

Voci dal passato gratis

Post n°88 pubblicato il 30 Gennaio 2020 da parmenide2008
 
Foto di parmenide2008

Voci dal passato ha tanto da dire per chi lo legge. E' GRATUITO nella settimana dal 27 gennaio 2020 al 3 febbraio 2020. Auguro una buona lettura. L'autrice. Il testo di Bianca Fasano è stato pensato e scritto dall'autrice in un corpo unico, anche se nella sua prima elaborazione cartacea si è inteso sveltire la lettura con una pubblicazione in quattro volumetti. Esso segue una traiettoria disuguale tentando di recuperare, dall'apparente irrazionalità della tesi parapsicologica, una serie di percorsi logici o passibili di studio Il filo funzionale partendo da asserzioni di difficile comprensione, anche mediante "l'immersione", parziale in metodiche affini alla parapsicologia o ad essa contrastanti, conduce il lettore ad acquisire un personale parere sulla credibilità concettuale ideologica e/o fisica della scienza parapsicologica e dei fenomeni ad essa collegati. L'individuazione della linea di sviluppo nell'opera è restata, nella sua composizione univoca, la stessa dei quattro libri cartacei, perché siano di più facile interpretazione i concetti espressi. La prima parte contiene una presentazione dell'autrice, scritta allo scopo di rendersi psicologicamente più comprensibile e risente di una rilettura attualizzata alla pubblicazione in e book così come tutto il percorso dell'opera in cui interventi "attuali" chiariscono e danno anche forza a quanto scritto in precedenza. I capoversi prendono il via dalle principali motivazioni che possono spingere l'uomo alla ricerca del paranormale e le deduzioni successive propongono risposte anche al quesito se risulti positiva o negativa al fine del vivere quotidiano, la ricerca di un'anima immortale, rispetto alla vita materiale e caduca che conduciamo. Nella parte successiva, sonda l'irrazionale, allo scopo di offrire un quadro complessivo di cosa possa realmente considerarsi "scontato e sicuro" nella vita di ogni individuo, per quanto concerne la realtà sociale, scientifica, religiosa e storica e propone alcune esperienze medianiche dell'autrice. L'opera è anche dedicata al tentativo di "sciogliere", fondendo le conoscenze specifiche con le metodologie parapsicologiche, un enigma umano del passato, legato al famoso "processo Murri" e verificare la possibilità che gli spiriti possano effettivamente partecipare alla nostra vita umana, con una presenza costruttiva, benché la legge preveda che "Mors omnia solvit", ossia che con la morte fisica ogni legame sia sciolto. Le ultime fasi del lavoro raccolgono esperienze medianiche vissute dall'autrice in prima persona, anche rispetto alle realtà attuali del mondo sociale e storie raccolte nel corso di un compito di ricerca durato anni e che ancora dura, che pongono le basi per una più ampia indagine dei "milioni di fatti inspiegabili" che ogni giorno, spesso in sordina sono registrati passando sotto silenzio, nella nostra realtà fisica. L'interesse suscitato dalle tesi che il lavoro propone, offre un apporto importante al mondo della ricerca parapsicologica ed un affascinante testo di lettura per tutti. Rivisitato per la sua seconda versione cartacea.

 
 
 

SAN GIUSEPPE MOSCATI.

Post n°87 pubblicato il 24 Febbraio 2019 da parmenide2008
 
Foto di parmenide2008

LA SOTTILE LINEA BIANCA SAN GIUSEPPE MOSCATI. (La parte dedicata allo studio grafologico si potrà trovare nel mio testo in elaborazione: “La grafia dell’amore e dell’odio ed altri metodi di comprensione dell’essere umano) Parlare di San Giuseppe Moscati mi emoziona perché ho una propensione personale nei suoi confronti che non nasce adesso ma è profondamente radicata nel passato. Basti dire che ho portato con me per anni un pezzettino del suo camice come reliquia e me ne sono privata soltanto per darla ad una persona che amo molto al momento che mi aveva bisogno per guarire da una grave malattia. A Napoli lo si ricorda come se non fosse morto tanti anni fa, ossia il 12 aprile del 1927; forse è restato vivo in qualche modo, anche soltanto attraverso la presenza della sua statua, la cui mano è consumata dalle strette di quanti gli vanno a parlare nella chiesa del Gesù a Napoli e vanno a pregare nel posto in cui è stato sepolto. Penso che non soltanto i napoletani abbiamo l'abitudine di salutarlo e nei casi particolari, che non mancano mai nella vita, di chiedere il suo aiuto come medico per la protezione di qualcuno che è ammalato o di se stessi, potendo visitare anche la sua camera con l'inginocchiatoio, lo studio ed una bacheca con gli arnesi e gli accessori da medico. Difatti la sorella del professore Nina Moscati, nata nel 1878 è morta nel 1931, a pochi anche dal fratello, dopo essergli stata sempre vicina in vita, aiutandolo nell’esercizio della sua carità, dopo la morte di lui ha donato alla chiesa del Gesù Nuovo il vestiario, il mobilio, e le suppellettili. Venne poi seppellita accanto al fratello nel 2009 ed a lei, l’8 marzo 2018 è stata dedicata una strada, difatti vico I Quercia presso Cisterna dell’Olio è attualmente, via Nina Moscati. Il medico Giuseppe Moscati era nato il 25 luglio 1880 a Benevento, settimo tra i nove figli del magistrato Francesco Moscati e di Rosa De Luca, dei marchesi di Roseto e venne battezzato il 31 luglio 1880. Un anno dopo la famiglia Moscati si trasferiva ad Ancona e poi a Napoli, Purtroppo quando Giuseppe aveva circa 12, anni il fratello Alberto, nel 1892, durante una parata militare a Torino, cadde da cavallo, riportando un trauma cranico, che gli causò anche una sindrome da epilessia. Il 12 giugno 1904 si spense a Benevento, dove si era ritirato presso l'ospedale "Fatebenefratelli" e Giuseppe lo assistette fino alla fine. Questo non impedì a Giuseppe Moscati di laurearsi a pieni voti con una tesi sull'urogenesi epatica, il 4 agosto 1903. Dopo poco tentò il concorso per assistente ordinario e per coadiutore straordinario agli Ospedali Riuniti degli Incurabili, superando entrambe le prove. Rimarrà nel nosocomio per cinque anni. La sua biografia ricorda che in quel periodo si alzasse presto tutte le mattine allo scopo di recarsi a visitare gratuitamente gli ammalati indigenti dei quartieri spagnoli di Napoli, prima di prendere servizio in ospedale per il lavoro e poi, nel pomeriggio, visitava gli ammalati nel suo studio privato in via Cisterna dell'Olio al numero 10, laddove una targa lo ricorda. Tutto ciò che compiva era fatto con fermezza e determinazione nella piena convinzione di essere nel giusto e nel 1911 il dottor Moscati risultò vincitore al concorso di Coadiutore Ordinario negli Ospedali Riuniti, che non si bandiva dal 1880 e al quale parteciparono medici venuti da ogni parte d’Italia. Nel ricordo del professor Cardarelli, facente parte della commissione esaminatrice, restò come una figura eccezionale e a ragione di ciò lo scelse come proprio medico curante. Occorre rimarcare, per far comprendere quale personalità coerente forte e dinamica possedesse il medico, evidenziata dalla sua grafia, che, prima di questo concorso, il dottor Moscati, prevedendo che ci sarebbero stati imbrogli e favoritismi, scrisse al Prof. Calabrese, ordinario di Clinica Medica: " ... Non posso tollerare la copia degli altri, già troppo protetti, e già lieti di prenotazione ai posti stessi, che sono stati a loro fatti intravedere da amicizie e compromessi pregiudiziali. [...] Io non agisco per superbia, ma per un innato senso di giustizia. Guai a toccarmi su questo punto!... " Dobbiamo evidenziare che Giuseppe Moscati era una personalità poliedrica, non soltanto nell'esercizio della sua professione, ma in quanto "scienziato" e ne fanno fede ben 32 pubblicazioni in campo medico dall'Ureogenesi epatica del 1903 alle Vie linfatiche dall'intestino ai polmoni del 1923. A questa sua fortissima abilità e attività di medico, fa da contrappeso, ovverosia la spiega, la sua capacità di dimenticare se stesso per gli ammalati. In un suo scritto datato 5 giugno 1922 possiamo leggere: - "Mio Gesù amore! Il vostro amore mi rende sublime, il vostro amore mi santifica, mi volge non verso una sola creatura, ma a tutte le creature". Parliamo di un uomo che in quanto medico, certamente aveva riconosciuto in se stesso le caratteristiche di una malattia che lo avrebbe portato alla morte in giovane età e quindi probabilmente se l'aspettava. Ciò non toglie che fosse anche un uomo perfettamente normale e anche questo appare dalla sua grafia, che dimostra come avesse un ottimo rapporto sia con il lato superiore della vita che con quello terreno. La sua integrità sia sotto il profilo di medico sia sotto quello di uomo gli fece scrivere: “Tutti i giovani dovrebbero comprendere che nella pratica della continenza è il modo migliore per tenersi lontani dalla massima malattia trasmissibile. Mantenendo il loro spirito e il loro cuore lontano dalla turpitudine, in un esercizio di rinuncia e di sacrificio, dovrebbero giurare di concedere la loro maturità e sanità sessuale solamente all'essere unicamente amato.” Abbiamo detto che come medico si aspettava di morire e difatti quando il 12 aprile 1927, un martedì prima di Pasqua, mentre compiva le sue visite pomeridiane agli ammalati, si rese conto di star male, preferì ritirarsi in silenzio nella sua stanza e la sorella raccontò come si fosse steso sul letto, avesse incrociato le braccia sul petto attendendo serenamente la fine che non tardò a giungere. A soli 46 anni, stroncato in piena attività, lascia un Napoli privata della sua operosità così indispensabile per quanti non avessero la possibilità di farsi curare per cui, al momento che la notizia del suo decesso venne annunciata, si propagò di bocca in bocca con le parole: " È morto il medico santo ". Il Prof. Giuseppe Moscati è stato beatificato da S. S. Paolo VI nel corso dell'Anno Santo, il 16 novembre 1975.

 
 
 
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