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Puzzle di Goethe. Jean Paul. Stefan George

Post n°918 pubblicato il 05 Agosto 2016 da giuliosforza

Post 847

Circa un ritratto goethiano trasformato in puzzle.

Non è l'immagine che preferisco di Goethe, un Goethe ormai "vecchio", compassato, medagliato, olimpico, venerato e osannato in tutto il mondo come una icona vivente. Ma trattandosi di un puzzle creato da allieve del mio corso 2015-2016 sui Wanderjahe, che mi ha permesso di ricomporre forse per la prima volta in vita mia un puzzle, questa immagine finirà per essermi particolarmente cara. In più l'avervi inserito tre strofe di una delle più belle e "ingenue" liriche del Francofortese (che abbiamo cantato sulle note del ‘Canto di ringraziamento dei contadini dopo la tempesta" della Sesta Sinfonia beethoveniana) celebrante la primavera, l'amore, e l'universale risorgente Vita, la rende particolarmente originale, unica e dunque preziosa. Grazie, fanciulle, e...Chàirete!

Ecco le tre strofette:

Wie herrzlich leuchtet / mir di Natur! / Wie glänzt die Sonne, / Wie lacht die Flur!

Es dringen Blühten / Aus jeder Zweig, / Und tausend Stimmen / Aus dem Gesträuch:

Und Freud’ und Wonne / Aus jeder Brust: / O Erd’ o Soinne, / O Glück o Lust!

Come magnificamente risplende per me la Natura, come irraggia il sole, come tutta la vegetazione sorride!  Spuntano fiori da ogni ramo e mille voci si levano da ogni cespuglio. E gioia e tripudio da ogni cuore. O Terra, o Sole, o Felicità, o Voluttà!

Dedico all’alba di questo 5 di Agosto canti voci gioie tripudi felicità e voluttà della Natura alla Vergine Illuminata, splendidior Sole, che il mio popolo oggi festeggia, commosso omaggio d’un panico all’Iside cristiana.

*

I miei Libri per le vacanze.

Oltre al Bandello (Novelle) e a Zola (Rome, troppo bello e troppo cristiano  per non finire nell’Index librorum prohibitorum dell’ Inquisizione romana) mi faranno compagnia l’ancora fresco di stampa Mundus furiosus di Giulio Tremonti (un’analisi lucidissima della crisi del mondo occidentale, soprattutto dell’Europa, il cui declino ricorda nei tratti e nelle caratteristiche quello dell’Impero romano d’Occidente) e Levana e altri scritti di Jean Paul Richter in una vecchia edizione  UTET curata da Clara Bovero e introdotta da Egli Becchi. Questo grande spirito rousseauiano, contemporaneo e pressoché coetaneo di  Goethe  Schiller Herder Heine Novalis,  Fichte Hegel Schelling, il filosofo a lui più spiritualmente affine, Haydn Mozart Beethoven  Schubert... (che avreste dato per nascere nell’epoca e nella patria della più alta epifania dell’Assoluto nel suo autoporsi come supremi Pensiero poetante e Arte pensante?) animerà il mio prossimo corso accademico, se mi sarà richiesto, e me ne sentirò l’animo, di proseguire nell’insegnamento. Spirito tra i più elevati della Germania a cavallo tra il XVIII e XIX secolo, romanziere filosofo pedagogista fra i più liberi,  academico di nulla academia, pecora di nessun gregge, fedele di nessun tempio, adepto di nessuna sètta, inappigionato e inappigionabile, supremamente “religioso” epperciò alieno da gabbie dogmatiche, riproporre Jean Paul a una gioventù cui tocca vivere in  una delle epoche più buie aride e meno feconde (se non di ferina violenza e di bellum omnium contra omnes) della storia, non immotivatamente perciò tentata di disincanto se non di disperazione, può essere utile per tentarne un recupero alla speranza, il cui fiorire in questo deserto di visioni e di valori è più insensato attendersi, direbbe Marcel, che dall’asfalto di un marciapiede fosse solo un fil d’erba.

Altro libro, impegnativo nel suo simbolismo, per il mio vacare, le Poesie  di Stefan George, altro spirito supremamente libero,  tradotte, con testo originale a fronte, da Leone Traverso, il tanto celebrato Traverso che per me possiede l’arte di rendere complicate le cose semplici, oscure quelle chiare, per il suo intestardirsi nel tradure (tradire l’originaria musicalità) in rima e ritmo. Tra le cose che amo di George è  il suo affetto per Eliogabalo, come Nerone Caracalla Caligola  sognatore di un impero “estetico”, e perciò bistrattato dai soliti storici moralisti e acrimoniosi, non necessariamente o solo cristiani.

 

_______________________

Chàirete Dàimones!

Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano) 

 

 

 

 
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