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Lettera a un fanciullo al suo ingresso nell'alfabeto. Ancora di 'Selvaggi lettori'

Post n°933 pubblicato il 26 Gennaio 2017 da giuliosforza

Post 862

Lettera ad un bambino al suo ingresso nell’alfabeto.

Eccoti dunque entrato nel gregge. Fino a qualche mese fa vagavi libero per le valli i prati i boschi della bella Terra e  con tutte le altre creature in essa spiranti ne odoravi i profumi, ne udivi i suoni, ne gustavi i sapori, ne ammiravi i colori, ne percepivi  i moti interiori, con essa, tua grande Madre, in consonanza, ancor non rescisso il funicolo ombelicale che ad essa ti legava. Tutti i tuoi sensi, interni ed esterni, erano tesi come corde d’arpa a vibrare al primo alito della “Mente che il Tutto dall’interno alimenta e, diffusa  per la sua immensa mole, la agita vivificandola in ogni sua parte” (Eneide VI, 19-22). Leggevi, oh se leggevi, intendevi, oh se intendevi, “planando sul mondo,senza sforzo il linguaggio dei fiori e delle cose mute” (Baudelaire, Fleurs du mal, Élévation), leggendo e intendendo nell’alfabeto della Natura-Dio, creatrice di sé e di se stessa ai tuoi sensi risuonante.  Ora sei entrato nel mondo dell’artificio, nell’alfabeto inventato dagli uomini per dire le cose, dar loro un nome che ‘de-finendole’ le mortifica al fine annullandole, se la essenza loro è il legame, anzi l’identità col diveniente Tutto sempre nuovo e sempre diverso e sempre con se stesso permanente identico; con quel Tutto nel quale, come suo porsi negli enti, l’Essere si significa. Ora sei entrato nel mondo della convenzionalità,  del plagio, dell’indottrinamento, di cui l’alfabeto degli umani è il veicolo; ora sei esposto al rischio più grande in cui un nato dall’uomo possa incorrere: quello  dell’ag-gregazione, dell’ingreggiamento, del plagio, dell’indottrinamento. In quel carcere che chiamano scuola ti trasmetteranno , variamente epurato, edulcorato, distorto, inventato, tutto quanto i predecessori hanno od avrebbero pensato, ma faranno poco per stimolarti a pensare con la tua testa. Ti trasmetteranno la storia scritta dai vincitori, selezioneranno per te, discrimineranno per te, falsificheranno per te, faranno di tutto perché, “ alla maniera delle mandrie, tu segua le orme degli antecedenti diretto non là dove tu senti di dover andare, ma là dove dalla massa si va” ( Seneca, De vita beata, I, 3).

Il vecchio Opa è preoccupato per te. Con tutte le sue forze ti scongiura di non offrirti alla massa dei belanti, di rifiutarti agli argomenti di autorità, di tutti i più fragili. E ai vari Prosperi che presumeranno di indottrinarti di gridare come Calibano: “Tu mi hai insegnato a parlare e io ne approfitto per maledirti. Che la peste ti colga”. Quel giorno potrai dire di essere veramente nato all’umanità, nel quale considererai  kantianamente  “la Razionalità che è in te e negli altri sempre come fine e mai come mezzo”.  

Caro Fanciullo inedito

quando, grande, leggerai queste  righe di  Opa ormai  ridiscioltosi nelle cose, capirai quanto di provocatorio le sue parole contengano e quanto di vero; e intenderai l’implicita , suprema lode dell’alfabeto che esse paradossalmente rappresentano.  

Benvenuto dunque a te, Fanciullo inedito, nato a “sforzare il mondo a esistere” , e buon viaggio nella letificante babele degli alfabeti.

*

Battuta di Morgan Freeman nel film The magic of belle isle, un’incantevole vacanza: “Il motivo per cui ho smesso di scrivere? Lo stesso per cui ho smesso di essere religioso: Dio mi ha confidato di essere anche lui ateo”. Esilarante.

*

Così ho deciso di acquistare Lettori selvaggi, di Giuseppe Montesano, 1924 pagine di riletture di letture. 50 euro che Giunti, per l’eleganza dell’ edizione, si merita tutti, ma non certo per le inesattezze  e le sciatterie che rilevo  appena aperto il volume a caso (!) alla voce Bruno. Già nell’indice alfabetico, a pag.1842, trovo  Bruno, Giordano, quasi Giordano fosse il nome, mentre è risaputo che il cognome del Nolano è sì Bruno, ma il nome è Filippo e Giordano il nome …d’arte, quello assunto al momento della vestizione nel noviziato domenicano di San Domenico Maggiore a Napoli. Andando al testo, a pagina 424, trovo riportato, anziché achademico di nulla achademia  (come  si legge in copertina del Candelaio nell’edizione parigina del 1582), hacademico  di nulla hacademia, e subito dopo il verso d’ogni legge nemico e d’ogni fede, preso come motto a prestito dall’Orlando Furioso, storpiato in  d’ogni legge privo e d’ogni fede; subito poi alla pagina appresso  physis diventa fusis. Piccolezze di poco momento, minuzzarie, come direbbe il Nolano?  Nulla affatto. Io non le sopporto e m’ innervosiscono. Se nelle restanti  pagine gli svarioni dovessero avere la stessa frequenza, povero me. Mi toccherebbe cestinare 2000 pagine.

P. S. Mi dite che fine han fatto i bravi correttori di bozze in epoca cibernetica?  

­­­_______________________

 

Chàirete Dàimones!

Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano) 

 

 

 
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