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Post n°6 pubblicato il 28 Aprile 2008 da eddie_valiant
Titolo originale: Atlantis found Autore: Clive Cussler Editore: Longanesi Anno: 2000 Prezzo: € 8.50 Trama -Antartide, settembre 1858' Alla baleniera 'Paloverde', prigioniera in una trappola di ghiaccio, rimane l'unica speranza di una fuggevole (e lontana) primavera che le consenta di riprendere la via di casa. Ma il suo equipaggio scopre ben presto che lo sconfinato deserto bianco nasconde un segreto inquietante: racchiuso da oltre un secolo in uno scrigno di gelo c'è infatti un magnifico veliero, con a bordo un carico singolare di manufatti, tra cui un inquietante teschio di ossidiana nera... -Colorado, marzo 2001' L'epoca della corsa all'oro appartiene ormai alla storia, ma non per l'intraprendente Luis Marquez, che ha fatto la sua fortuna strappando alle miniere abbandonate quei cristalli considerati in passato privi di valore e da cui oggi invece si ricavano preziosissime gemme. Ma un giorno, all'interno della miniera Paradise, Luis si ritrova in una camera dalle pareti perfettamente levigate e ricoperte di segni arcani. E al centro della camera, su un piedistallo, un teschio nero lo fissa come se volesse lanciargli una maledizione... -Antartide, aprile 2001' Sono ricerche di routine, quelle che la 'Polar storm', agli ordini del comandante Daniel Gillespie, sta svolgendo per conto della NUMA. Nulla di strano, quindi, se Dirk Pitt, direttore dei progetti speciali dell'agenzia, usa la nave oceanografica come base per una delle sue 'esplorazioni'. Molto più strana, invece, è l'improvvisa apparizione di un sottomarino che attacca la 'Polar storm' e riesce quasi ad affondarla. E praticamente incredibile è ciò che sostiene Gillespie: quel sottomarino misterioso è un particolare U-Boot nazista, ufficialmente dato per disperso cinquantasei anni prima, ma, per alcuni storici, giunto fino in Argentina... Trovare il filo che lega questi tre avvenimenti non sarà facile neppure per un uomo eccezionale come Dirk Pitt, che pure non ha mai avuto timore di confrontarsi con le forze del male, anche quelle più oscure e sfuggenti. Fonte (http://www.bol.it/libri/scheda/ea978883041865.html#addinfo) commento: l'ho appena cominciato ma si annuncia una bella storia d'avventura... come solito per Clive, maestro nel creare questo genere! |
Post n°1 pubblicato il 06 Luglio 2007 da eddie_valiant
...dal buio verso il quale stava camminando gli si avvicinò un cagnolino, uno di quei cagnolini da salotto pieni di pelo, malridotto, senza collare e molto sporco - cosa c’è di più insopportabile?- Stanko odiava i cani di quel tipo; con una pedata caricò la bestiola d’energia cinetica, rendendola momentaneamente in grado di volare. L’uggiolante stella cadente atterrò parecchi metri più in là, riabituandosi al terreno tutto di un colpo. Appena le zampette malferme glielo consentirono, si raddrizzò e tornò verso Stanko. - Bel gioco, pensò Stanko, come quando butti il bastone al cane e lui te lo riporta, invece io butto direttamente il cane e lui riporta se stesso-. Ogni vola che passava una macchina, quel fetente groviglio di peli si sboccava in acutissime esplosioni di garrulismo, dando modo di elaborare una specie di legge fisica secondo le quale: “la rumorosità dei cani è inversamente proporzionale alle loro dimensioni”. Stanko resisté, non si sa come, alla tentazione di fare di quell’essere un ordigno proiettato verso le fasce esterne di Urano; lo raccolse e lo lasciò scivolare dentro il primo cassonetto a portata di mano, assicurandosi che il coperchio fosse chiuso ermeticamente, e che il cane non potesse uscire in nessun modo. E si allontanò. Evidentemente in quella città sconosciuta la fortuna non si concede al primo venuto: una vecchia con dei sacchetti di spazzatura in mano stava dirigendosi con tutta invadenza verso il cassonetto, la vecchia fece scorrere l’apertura e si trovò a tu per tu con il proprio infarto latrante. Stanko era già sparito da qualsiasi visuale. Nonostante il cane fosse “un cane da salotto”, eccolo sfoderare un atavico ricordo della sua natura brada, una voce sepolta da generazioni che cerca di comunicargli qualcosa «il fiuto, usa il fiuto!» dice la voce degli antenati. Il cane non capì, istintivamente cominciò ad annusare riavvicinando il suo nuovo amico che intanto aveva fatto qualche passo indietro per godersi la scena da una confortevole oscurità. Il quadrupede era bagnato come il calzino di una mondina per colpa di una fine pioggerella che velava ogni cosa, ma si stagliava minaccioso in tutti i suoi quattro centimetri d’altezza, cacofonando latrati che ricordavano in peggio il lamento del gesso sfregato contro la lavagna da una ragazza con le unghie troppo lunghe, mentre qualcuno nella stessa stanza strofina del polistirolo su un vetro umido. - zitto cane di merda! - Tuonò la voce dell’uomo alla finestra. Le parole giunsero al cane seguite da una secchiata di piscio e d’ammoniaca che lo investì in pieno trasformandolo in un grosso topo scheletrico, un viscido rospo di fosso, una schifezza fradicia. Il cagnone dimostrava una divina indifferenza, la bestiolina proseguiva il suo sproloquio li lapilli sonori…
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Inviato da: CITY_PARTY
il 12/05/2008 alle 15:29
Inviato da: ambra78dgl
il 06/05/2008 alle 15:11
Inviato da: associazioneamicobus
il 14/01/2008 alle 16:11