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21 maggio 2016 (3)

Post n°804 pubblicato il 21 Maggio 2016 da donmichelangelotondo

Contemplazione

È un dovere stare in Dio per raccontarne con la propria

vita l’esperienza e rivelare a tutti la luce, la bellezza e la

meraviglia di ciò che ognuno porta in sé e attorno a sé vede

Le_Tre_cime_di_Lavaredo_con_il_rifugio_Locatelli_sullo_sfondo 3

Era un periodo in cui, con amici miei e della montagna,

potevo passare il periodo delle mie vacanze percorrendo

le Alte vie delle dolomiti. La macchina fotografica era la compagna

di viaggio che facevo lavorare per poi comunicare e raccontare

agli amici. Tornato dalla montagna con tante foto negli occhi,

nel cuore e tanti flash su splendidi panorami, ci siamo concessi

con gli amici una serata di proiezioni.

Quasi ad ogni foto che mostravo loro, riconoscendo i paesaggi,

i miei amici mi sapevano dire: tu sei stato sulla tale montagna,

sei salito sulla Tofana, sei arrivato al Lagazzuoi, sulla Tognola,

sulla Rosetta, hai fotografato dalla Malga Pala…o dai rifugi

Lavaredo, Locatelli; ecc… Non è difficile indovinare, perché

questi panorami, quelle vette si possono guardare, osservare

solo da quel preciso punto di vista…

Un amico che ha letto uno dei libretti in cui racconto le

vicende normali della mia, della tua giornata, mi ha detto:

si capisce che tu vivi in Dio. Solo stando in Dio si può

osservare quello che dici. Un simile punto di vista fa

di te un contemplativo.

Chi guarda con l’occhio di Dio vede e gode il positivo

d’ogni persona, si rallegra della bellezza d’ogni cosa,

si stupisce dell’infinito svelato in un immenso cielo

stellato, come nel più tenue e nascosto filo d’erba.

“Ovunque il guardo io giro, immenso Dio ti vedo; nell’opre

tue t’ammiro; ti riconosco in me”.

Mi stupisce sempre il senso di gioiosa novità che gli amici

scoprono nel leggere questi miei racconti. A me sembrano

quotidianità normali e banali quasi non degne di essere

narrate. Ma mi hanno convinto che ho il dovere di raccontarle

perché nuove e avvincenti le rivela il guardarle con l’occhio

della fede che è il punto di vista di Dio.

È un dovere stare in Dio per raccontarne con la propria vita

l’esperienza e rivelare a tutti la luce, la bellezza e la meraviglia

di ciò che ognuno porta in sé e attorno a sé vede. E’ un

dovere preciso dei contemplativi dare la luce della

contemplazione, riflettere il cielo sulla terra.

 
 
 
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