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24 luglio 2016

Post n°910 pubblicato il 24 Luglio 2016 da donmichelangelotondo

La fede è nella Parola e non nella ricerca dei segni

La Bibbia e il Vangelo ci riconducono alla verità come due

bussole instancabili che non smettono di indicare la giusta rotta

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Il momento storico che stiamo vivendo non è certo tranquillo.

Gli atti di terrorismo sono diventati dei drammi umani che si

ripetono con frequenze ravvicinate. Troppa violenza verbale

e fisica. La politica è invasa da questo clima che, in più occasioni,

ha purtroppo generato da se stessa. L’aggressività prende spesso

il sopravvento nei comportamenti umani e interessa gli spazi sociali

più semplici, ma anche quelli più complessi, come la campagna

elettorale che dovrà eleggere il presidente del Paese più potente

del mondo o la risposta al fallito golpe in Turchia. Prende forma così

l’uomo potente non certo per saggezza, ma per i suoi “muscoli” mentali

e fisici.

C’è all’orizzonte l’ombra di una deriva politica ed economica che

avanza e che si fa fatica a fermare. Manca una società civile attenta,

presente, motivata, ispirata. In giro c’è paura, disorientamento. Chi

governa è sempre l’espressione o il frutto del contesto sociale che

lo legittima. Un vero gatto che si morde la coda. I valori non negoziabili

che partono dal vangelo oggi sono diventati degli slogan che tutti,

credenti e non, manifestano con empatia nelle infinite tavole rotonde

televisive o pubbliche. Ogni soluzione, se non supportata da una fede

possente nella legge del Signore, rischia di aggiungere un danno

ulteriore. Intanto c’è da dire, senza vergognarsi, che in pochi

osservano i dieci comandamenti e che la stessa fede viene

amplificata solo sotto il suo aspetto spettacolare, miracolistico,

stupefacente.

Se si vede si crede, salvo poi cercare, alla prima “scadenza” dell’impronta

divina ricevuta, un nuovo segno per non spegnere la falsa fiammella

della fede ritrovata. Un imbroglio del cuore che serve solo a deliziare

gli occhi e lasciare l’animo di pietra. Il segno dei profeti è da sempre

la parola da essi enunciata che andrà senza riserva a compiersi. Una

fede grande perciò fa un popolo forte e maturo, illuminando le gesta

dei suoi governanti. La strada è questa, non ci sono altre formule

risolutive.  Anche se il tragitto è lungo e impervio non bisogna

arrendersi. L’uomo prima o poi capirà. Non esiterà a prendere

in mano la situazione, riducendo gli errori e gli orrori compiuti.

È facile oggi constatare l’ironia di una classe ben pensante che

utilizza altre misure per guardare alla gestione delle cose;  è

anche nota l’insufficienza intellettiva di coloro che godono di tutto

questo falso dominio. L’augurio è che mai nessuna comunità

rimanga a lungo soggiogata da una visione del mondo, immersa

nel relativismo e costruita sulla sola volontà dell’uomo, lontano

dal timore di Dio. La Bibbia e il Vangelo ci riconducono alla verità

come due bussole instancabili che, nonostante le intemperie

quotidiane, non smettono di indicare la giusta rotta e non solo.

Ci aprono infatti quelle porte celesti che attualmente nessuno

considera più seriamente, se non abbinarle, magari con un

sentimento di facciata, alle nostre anziane che recitano ogni

giorno il S.S. Rosario. Che tristezza! Molti purtroppo non capiscono

che chiunque viva nella preghiera (le tante anonime “nonnine”

rappresentano un reale esempio straordinario) è titolare di una

serenità d’animo che nessun conto in banca o alto titolo

professionale/istituzionale potrà mai sostituire. Il problema sta

nel fatto che oggi non esiste il concetto divino dell’obbedienza.

Obbedire di questi tempi, anche si tratta dello Spirito del Signore,

significa perdere la propria autonomia.

Ma cosa vuol dire essere autosufficienti? È forse dipendere

esclusivamente solo da stessi? Ma forse osservare la Parola

del Signore non rende liberi e non rafforza l’indipendenza

personale di ognuno? Nessuno può negare questa verità, a

meno che non si accetti alcun vincolo di sapienza evangelica,

affidandosi solo alla tutela e alle regole degli uomini che sono

tranquillamente aggirabili e interscambiabili. Basta affacciarsi

dalla propria finestra e guardarsi attorno! “Tutto il resto è noia”

sottolineerebbe il bravo cantautore di turno.

È la noia di una società artefatta che ancora non si accorge di

aver perso la fede e che arranca dinnanzi a problematiche che

ogni giorno diventano più ingestibili, con i soliti strumenti a

disposizione. I farisei rimangono comunque sempre in prima linea.

Gestiscono la politica; le banche; gli ospedali; il Mercato; le

relazioni più sensibili; le guerre; le armi; i traffici di “carne umana”;

le speranze “rubate” dei giovani. La loro fede, a volte spiattellata

pubblicamente, è solo nella ricerca dei segni. Sono così dai tempi di Cristo.

Non capiscono che la fede grande è solo nella Parola e che già

prima di vedere un segno attestato storicamente, lo stesso si

è già compiuto dentro il cuore del credente. Chi non ricorda

Naaman il Siro! Prima dovette credere nella parola di Eliseo

e poi vide il miracolo, mondando il suo corpo dalla lebbra dopo

essersi bagnato per sette volte nel fiume Giordano. Ma i farisei,

dice il proverbio, cambiano il pelo, ma non il vizio. Dinnanzi

alla missione di Cristo che stava cambiando il mondo con la

buona novella, per come i profeti avevano annunciato, loro

continuano a chiedere: “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”.

Importanti in proposito le annotazioni del teologo monsignor

Costantino Di Bruno che tra l’altro scrive: “Scribi e farisei invece

vogliono sovvertire l’ordine stabilito da Dio. Vogliono prima vedere

un segno e dopo essi avrebbero creduto. È evidente che questa

è una tentazione per Gesù Signore. Vogliono farlo uscire dalle

modalità di Dio, il quale ha stabilito che la fede è alla sua Parola,

che è sempre onnipotente e creatrice di vera vita. D’altronde

farisei e scribi di segni ne avevano visti tanti, ma con quale  risultato?

Con la decisione subito dopo presa di uccidere Gesù”.

Il Figlio dell’Uomo non si sottrae all’ennesima provocazione e

lascia loro il segno dei segni: La sua morte e la sua risurrezione.

Chi però non ha fede nella Parola non avrà vera fede nemmeno

nei segni, fossero anche straordinari. Al primo problema o dinnanzi

ad un interesse diverso tutto viene cancellato, per ritornare nel

deserto della vita più assetati che mai. La realtà odierna docet!

 
 
 
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