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28 luglio 2016

Post n°919 pubblicato il 28 Luglio 2016 da donmichelangelotondo

Farsi “vicini”, prossimi

Più importante di insegnare qualcosa gli altri è stare loro affianco

La gabbianella e il gatto (YouTube)

Mentre passeggiavamo con un amico e discorrevamo

sulla tempestività della provvidenza, il nostro occhio va al

titolo d’un film: La gabbianella e il gatto.

“Tu l’hai visto questo film?” – “Si “- mi rispose. “Me ne vuoi

raccontare la trama?”.

“E’ la storia d’una gabbianella e di un gatto che le fa stranamente

da mamma. Questa gabbianella è nata in un momento

drammatico: mentre, cioè, mamma gabbiana, intossicata

dai veleni d’un discarica, stava morendo. Fatto l’uovo, non

sapeva a chi affidarlo se non a un gatto che in quel momento

passava di là. Mamma gabbiana prima di morire, dal gatto

si fa promettere che sarebbe stato lui sempre vicino alla

gabbianella, aiutandola prima a nascere, a crescere e che

le avrebbe insegnato a volare.

Così, fra varie vicissitudini, il gatto fece del suo meglio per far

nascere la gabbianella. Fece tutta la sua parte per crescerla.

Portandole i bocconcini di cui la vedeva particolarmente ghiotta;

insomma le faceva proprio da mamma.

Gli amici del gatto, tutti a deriderlo: “Che pretesa…tu, gatto,

far da mamma ad un uccello”. Ma il problema che maggiormente

assillava il gatto e i suoi amici, era come insegnarle a volare,

senza nessuna esperienza in merito. Un’altra grande fatica era

quella di aiutarla a convincersi di non essere un gatto, ma

nutrire la consapevolezza che il suo mondo era quello dei gabbiani.

Nel frattempo la gabbianella cresceva. Spesso mentre mangiava

i pesciolini che il gatto le portava, notava altri gabbiani che

volavano sopra di lei. Li guardava, li osservava a lungo e sentiva

dentro di sé che quella era la sua vita; e che proprio così anche

lei si sarebbe espressa appena finito di crescere.

Il gatto, nonostante avvertisse tutta la sua incapacità a dare

lezioni di volo, le stava sempre, comunque vicino… Finché, un

giorno, la gabbianella, portata su un’altissima torre, spinta

a buttarsi nel vuoto, finalmente volò e si unì allo stormo che

passava.

Il gatto si rasserenò e capì che la cosa più bella e più

importante che aveva preparato la gabbianella al volo,

non erano le sue lezioni di volo; ma ciò che aveva permesso

a lei di diventare se stessa era stato il suo “starle vicino”.

Essere “prossimi-vicini” gli uni agli altri. Ecco il comandamento.

 

 
 
 
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