Spesso le persone e le cose prendono un nome o l’altro anche da piccoli particolari sottolineati dalla gente del posto o della contrada. Così è stato anche per il nome dato alla casa di Celso. “Ca’ rossa” per il colore vermiglio che la rivestiva. Lì, nella sua ca’ rossa aveva tutto il suo tesoro, nascosto molto bene in un angolo non accessibile ad alcuno. Però un giorno Celso fu portato via perché indiziato di un grave delitto, processato, condannato, e rimase lontano da casa sua mesi, anni, ramingo da un carcere all’altro. Nel frattempo la sua ca’ rossa era stata trasformata in un carcere di rigore per i delinquenti più pericolosi. Dopo tanti processi, Celso fu giudicato colpevole, delinquente pericoloso, condannato al carcere di rigore e destinato quindi alla “ca’ rossa”. Chi lo condannava a un carcere duro, temeva reazioni estreme,  ma lui invece, per tutti stranamente sereno, sapeva di entrare nuovamente in casa sua, dove lo attendeva “la libertà nascosta e sconosciuta”, il suo tesoro sotterraro in un angolo non accessibile ad alcuno. Tutti pensano di castigarlo dandogli la morte, ma non sanno che il cristiano, condannato a morte, va nella sua casa, dove lo attende il più grande tesoro: Dio. “Chi ci separerà dall’Amore di Dio?”…è lui la grande ricompensa.