Creato da: DonneViDetesto il 30/06/2006
Per resistere all'ipocrisia e alla Grande Bugia femminista

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ALLA C.A. DI suor_roberta ;-)

Post n°8 pubblicato il 06 Luglio 2006 da DonneViDetesto
Foto di DonneViDetesto

Roberta, a risposta della tua incredulità, visto che io non parlo mai se non a ragion veduta, metto queste foto e lascio a te ogni commento......

Non ci sono le strisce rosa... ma non mi sembrano molto a pagamento... figurati se alle donne fanno pagare qualcosa!!

 
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VIOLENZE IN AMBIENTE DOMESTICO

Post n°7 pubblicato il 06 Luglio 2006 da DonneViDetesto

Allego molto volentieri un link che ho trovato durante le mie peregrinazioni attraverso la rete, alla ricerca di materiale per il mio blog. Il sito pubblica una statistica che trovo interessantissima.

Consiglio a tutti di buttarci un occhio. Gli uomini si incavolino pure... le femminucce riflettano su certi luoghi comuni che riempiono le loro bocche!!

http://www.dirittoefamiglia.it/Docs/Altri/scienza/DVReportITA.html

La fonte, come si può evincere dall'indirizzo, nulla ha a che vedere con la mia causa! 

Al prossimo messaggio......... tempo permettendo!! Eh sì... si lavora troppo e il tempo è poco!

 
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Discriminazione di genere

Post n°6 pubblicato il 03 Luglio 2006 da DonneViDetesto

Discriminazione: applicazione di provvedimenti restrittivi nei confronti di gruppi diversi dal gruppo dominante, disparità nel trattamento dei cittadini.

Questa è la definizione che il dizionario Garzanti dà della parola in oggetto di questo articolo. Il femminismo, per decenni, ha utilizzato queste parole per evidenziare uno stato di soggezione del mondo femminile nei confronti di quello maschile e tutt’oggi è uno dei cavalli di battaglia di tale movimento, come ho già detto nel mio primo articolo.

Questa è una delle bugie più vili che il genere umano abbia mai messo in piedi: il fine è stato soltanto quello di creare per l’uomo uno stato di colpevolizzazione, al fine di fare emanare leggi che favorissero esclusivamente il mondo femminile. Mi occuperò, in questo articolo, solo di alcuni edificanti esempi di discriminazione di genere che la società italiana ha adottato, sui quali il mondo femminile solitamente, chissà perché, sorvola o finge di dimenticarsi, continuando invece a piangere e urlando al mondo la sua continua soggezione al mondo maschile. Lascio al lettore la ricerca dei tantissimi altri esempi quotidiani.

Rimanderò a un prossimo articolo la dissertazione a proposito delle bugie femministe riguardanti la sottomissione femminile del passato e di tutte le sue ragioni storiche. Mi limito ora ad effettuare una fotografia della situazione maschile attuale.

Inserisco le varie voci in ordine alfabetico e non di importanza, che lascio a voi.

PREMESSA: ovviamente quanto scritto sotto non è riferito alla totalità dei casi ma solo alle tendenze della società italiana. E’ chiaro che esistano eccezioni, ma è altresì indubbio che esista la predilezione del legislatore, nei casi descritti, nei confronti della donna rispetto all’uomo!

Affidamento figli

Nel 95% dei casi (fonte ISTAT) i tribunali dello Stato, in caso di separazione, affidano i figli alla madre riducendo la paternità alla sola voce economica "mantenimento". La figura del padre è ormai ridotta a quella di padre-bancomat, perdendo ogni altro valore morale e tradizionale. Il padre, pur provvedendo al mantenimento a livello economico, non può vantare NESSUN DIRITTO sulle decisioni da prendere che riguardano il futuro dei suoi figli. Il padre diventa importante esclusivamente quando non invia l’assegno di mantenimento o quando la madre deve “piazzare” a qualcuno i figli per avere la libertà di uscire e badare ai propri interessi.

Allocazione fondi

I fondi allocati dallo stato per programmi aventi connotazioni di "genere" sono sempre destinati alle donne. A tutti i livelli, nazionale e locale, vengono predisposti programmi di supporto che escludono gli uomini. Nessun programma che si connoti come maschile viene mai presentato o finanziato. Non si contano i finanziamenti erogati a favore solo di un’utenza femminile. Non esiste una corrispettiva allocazione di fondi verso un’utenza maschile.

Azioni affermative

L'introduzione della discriminazione sessuale chiamata "azione affermativa" va a precludere al giovane di sesso maschile alcune possibilità di formazione professionale e d’accesso al lavoro. Un fulgido esempio è, probabilmente, la possibilità di entrare a far parte del Ministero Pari Opportunità. Sebbene la Costituzione garantisca a tutti i cittadini pari dignità e opportunità di accesso alle cariche pubbliche ed elettive, negli statuti locali si stabilisce PER LEGGE che le commissioni possano essere composte SOLO DA DONNE. Le donne sono al di sopra della Costituzione repubblicana. Non c’è male!!!

Diritto al rifiuto della paternità

La legge 194/78 tutela la madre e il bambino in merito alla materia dell’aborto. Premessa la mia approvazione ai principi di tale legge, mi permetto di fare alcuni “distinguo”. Tale legge consente alla donna di rinunciare alla maternità, a determinate condizioni, in caso non si senta di portare avanti la gravidanza a causa di particolari condizioni. Trovo sacrosanto questo diritto. Quello che non trovo giusto è che non ci sia la reciprocità al maschile di tale legge. Mentre una donna ha altre possibilità, oltre all’aborto, di rinunciare alla maternità (tramite affidamento ai servizi sociali in totale anonimato, ad esempio) all’uomo non viene data la possibilità di rinunciare alla paternità. La prova del DNA obbliga l’uomo al riconoscimento e al conseguente mantenimento del figlio. Perché alla donna viene concesso un diritto mentre all’uomo viene assegnato solo un dovere? E’ chiara la potenza di quest’arma in mano alla donna. Sono note le storie di gossip di molti personaggi famosi in merito. Sappiamo tutti che ciò accada anche a persone ben più normali, e in quale numero!! La legge 194/78, per quanto mi trovi d’accordo in linea di principio, andrebbe cambiata in modo da lasciare all’uomo la possibilità di rinunciare alla paternità! Ma al solito, solo l’uomo deve rimetterci…

Divorzio

La legge tutela in tutto e per tutto solo la donna in caso di divorzio. La colpa, e il conseguente assegno di divorzio, è sempre a carico dell’uomo, anche in caso di evidente responsabilità femminile. Alcuni esempi? Se la donna chiede il divorzio per tradimento del marito, il tribunale assegna la responsabilità al marito; se l’uomo chiede il divorzio a causa del tradimento della moglie, il tribunale assegna sempre la responsabilità al marito (in pratica: lui lo trascurava, lei ha fatto bene quindi la colpa è dell’uomo). Se la donna chiede il divorzio poiché il marito oltre ad aver tradito ha concepito il figlio con un’altra donna, il tribunale assegna la responsabilità al marito; se l’uomo chiede il divorzio poiché la moglie, oltre al tradimento, ha concepito un figlio con il suo amante, il tribunale, oltre ad assegnare la responsabilità al marito, pur con prova del DNA che lo scagiona, impone anche l’assegno di mantenimento al poveraccio. Se la donna chiede il divorzio a causa delle pressanti richieste del marito in materia di prestazioni sessuali, il tribunale assegna la responsabilità all’uomo (quando non scatta la denuncia per violenza carnale, in quel caso i problemi si moltiplicano per lui); se il marito chiede il divorzio per le pressanti richieste sessuali della moglie, il tribunale assegna la responsabilità al marito, poiché contravviene ai diritti coniugali legati al soddisfacimento reciproco! Comunque, in ogni caso, è sempre l’uomo a dover pagare un assegno di mantenimento alla moglie, dal momento che quasi tutte non hanno un lavoro (anche se in realtà lavorano in nero proprio per mantenere sia lo stipendio dato sottobanco, sia l’assegno del marito, con evidente vantaggio). Aggiungo che, se in presenza di figli, l’uomo, oltre allo stipendio, deve rinunciare anche alla casa, magari da lui stesso pagata o in corso di pagamento con il mutuo che va ulteriormente a ridurre lo stipendio netto, lasciandolo in mezzo a una strada, nell’indifferenza generale delle istituzioni. I più fortunati hanno la casa dei genitori, nella quale fanno ritorno (le donne non perdono occasione per svilirlo, deridendo il fatto che sia “ritornato dalla mamma” poiché “maschio” quindi incapace di vivere da solo, senza pensare al fatto che egli sia costretto a vivere con uno stipendio di circa 200 euro a causa della moglie-arpìa). Che arma vergognosa e vile in termini di ricattabilità! Inutile dire che tutti i succitati casi non sono parto della mia fantasia ma sono fatti veri e documentabili con banali ricerche su internet

Leggi in merito di molestie

Le molestie sul luogo di lavoro sono abiette, ma la legge che ne tratta è completamente a favore del mondo femminile, in quanto dà alla donna un’arma spaventosa in termini di ricatto e avanzamento di carriera. Infatti è stata recepita la normativa europea secondo la quale, in materia di molestie sessuali, non fa più fede la presunzione di innocenza dell’imputato. In pratica l’uomo è colpevole fino a prova contraria. E questo in barba all’articolo della costituzione che prevede la presunzione di innocenza (ho già detto altrove che le donne siano al di sopra della Costituzione repubblicana, vero?). In pratica: se la donna ambisce a un posto o a un aumento e il suo direttore glielo rifiuta, lei può tranquillamente andare in tribunale a denunciare di avere subito da lui una molestia (magari anche solo una carezza). Lui si vede costretto a provare la sua innocenza. In assenza di testimoni egli è colpevole a priori e deve pagare. A vostro parere non è mai accaduto?????

Militare

Le donne hanno avuto la possibilità di accedere alla carriera militare o in Polizia. Ricevono uno stipendio pari a quello degli uomini. Allora perché non possono entrare in azioni combat? Perché le prove di accesso sono facilitate rispetto a quelle maschili?? Soprattutto, perché le femministe, di solito così attente alle discriminazioni di genere, non dicono nulla a questo proposito? E perché anche i soldati tacciono? Imposizioni superiori o il solito stupido atto di cavalleria?

Permessi carcerari

Molte donne possono evitare il carcere perché hanno da assistere bambini piccoli. La possibilità per i detenuti maschi di ottenere gli arresti domiciliari per stare vicini ai loro bambini viene, salvo rarissime eccezioni, negata. In generale, è molto più probabile la concessione dei permessi alle detenute  rispetto ai detenuti. Basti pensare al caso recente di Erika e Omar, con lei, maggior responsabile dell’efferato delitto libera di uscire a giocare a pallavolo, mentre a lui nulla  è concesso, nonostante le sue proteste per disparità palese di trattamento.

Quote elettorali

Il meccanismo delle quote elettorali prevede che siano inserite nelle liste elettorali quote di candidate donne in percentuale del 40% della totalità dei candidati. Questo in palese violazione alla norma costituzionale di cui ho già fatto menzione. Inoltre questo consegna alle donne la possibilità di andare a sedere in Parlamento senza sforzo, senza il dispendio di energia che, invece, l’uomo deve sopportare in tema di campagna elettorale etc. Basta una telefonata. Vuoi entrare in parlamento? Benissimo… eccoti il posto! In barba alla legge sulle Pari Opportunità! Sul sito Uomini3000 si può leggere qualcosa di molto interessante in proposito, basta cliccare qui: http://www.uomini3000.it/214.htm

Sanità

Mentre la donna gode di una copertura pressoché totale nell'ambito della prevenzione dei tumori femminili (esami e screenings gratuiti e con gran battage pubblicitario), l'uomo deve pagare per sostenere esami per quanto riguarda la prevenzione del cancro della prostata (numericamente la sua incidenza è 6 volte superiore all'incidenza di tutti i tumori femminili messi assieme - fonte ISS istituto Superiore della Sanità). Ai signori uomini: quante volte avete visto volantini in cui vi si chiede di sottoporvi a un esame preventivo gratuito in merito a tale patologia??

Situazioni di emergenza

Lo stato si attiene scrupolosamente al principio "Prima le donne" in ogni situazione di emergenza, come dimostrano il trattamento preferenziale riservato alle donne nell'accoglienza dei profughi, incurante del fatto che in tutte le situazioni di guerra o di crisi sono gli uomini a rischiare di più.

Trattamento pensionistico

Mentre le specificità biologiche della donna, come la maternità, sono riconosciute e tutelate con apposite normative volte a creare un sistema a misura di donna, nessuna tutela è presente per le specificità biologiche dell'uomo, come la minore aspettativa di vita (pensioni od esenzioni dovrebbero scattare per l'uomo adeguatamente prima). Un uomo è costretto a pagare i contributi per 5 anni in più per godere di 12 anni di pensione in meno rispetto ad una donna, pur svolgendo lavori di gran lunga più gravosi in termini di fatica, pericolosi e stressanti. Il tutto, alla faccia dei conti in negativo dell’INPS, costretto a versare ad una categoria di cittadini, un contributo pensionistico assai maggiore in termini di tempo. Se stiamo a guardare, dovrebbe accadere il contrario: uomini in pensione 5 anni prima rispetto alle donne, quantomeno! Chissà come mai le femministe tacciono su questo punto…..

Tralascio, poiché ormai solo un ricordo del passato, la discussione in merito alla leva obbligatoria, che toglieva ai giovani di sesso maschile un anno di vita.
Last but not least, provvedimenti della Regione Lombardia in merito: ossia adozione di una Pink Card distribuita a tutte le donne, grazie alla quale si gode di innumerevoli vantaggi e promozioni, NEGATI ALLA CITTADINANZA MASCHILE! E chissà quante altre oscenità del genere a livello locale delle quali non posso essere, per ovvi motivi, al corrente!!!
Tralascio tutti i vantaggi dei quali le donne godono nella vita di tutti i giorni, spesso dovuti, in questo caso, alla stupidità maschile (ingresso gratuito nelle discoteche, negli stadi, pagamenti mai alla romana, etc etc etc)

Per ovvi motivi di brevità, ometto di scrivere molti altri esempi. Quelli che ho descritto sono, a mio avviso, soli i casi emblematici!

Care signore…… per forza siete le prime a gridare: “LA VITA E’ BELLA!”.


  

 
 
 

 



 
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Sesso e delirio di onnipotenza femminile

Post n°5 pubblicato il 02 Luglio 2006 da DonneViDetesto

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio…

Così inizia quello che, a tutt’oggi, è il libro più famoso, letto e stampato della Storia. Su esso si basano i dettami delle tre principali religioni del mondo. E le religioni sono ciò su cui si basa il modo di vivere di un gruppo di persone, di un popolo, di una civiltà.

Anche l’ateo non può non riconoscere l’influenza che il Cristianesimo esercita sulla nostra cultura: nonostante i secoli di oscurantismo medievale, figli della cristianità sono l’Umanesimo, l’Illuminismo e tutto ciò che ne consegue in termini di progresso tecnologico e sociale che ha portato alla nascita di ciò che oggi definiamo “civiltà occidentale”. Scuole di pensiero che hanno voluto eliminare Dio dalla vita dell’uomo ma che proprio grazie alla filosofia di vita del Cristianesimo sono nate. Il marxismo stesso (pur essendo Karl Marx di religione ebraica) ha dentro di sé legami evidenti con i dettami di solidarietà espressi dal Cristo stesso.

Siamo figli di una cultura che al centro ha sempre avuto, volenti o nolenti, Dio e la religione (in altre parole potrei affermare che la religione Cristiana è il DNA stesso della nostra civiltà).

Ma, mentre oggi la presenza di Dio sembra ormai assente, così non era fin solo al secolo scorso. La religione era “l’orologio” che scandiva i ritmi della vita stessa, anche quella più privata e intima. Una vita in cui il sesso era tabù, una cosa sporca, da rinchiudere esclusivamente entro i confini del matrimonio, da utilizzare mai come soddisfacimento dei propri piaceri ma solo a scopi riproduttivi. “DIO TI VEDE”: questa era la spada di Damocle che pendeva sulle teste degli uomini, sui loro sentimenti, limitandone aspirazioni e desideri. La religione diceva ciò che era bene e ciò che era male, fin dove poteva spingersi l’intraprendenza umana. Il contravvenire alle regole portava alla pena o al perdono, dispensati dal confessionale.

A rottura di questo sistema oscurantista è intervenuto il femminismo, che tra i suoi pregi vuol vantare quello di avere restituito al genere umano le libertà del sesso e della felicità che ne consegue, sia maschile che femminile.

Le cose non sono andate come si pensa. Con il passare degli anni, si assiste ad una crescente occupazione da parte della donna di quelli che erano i posti spettanti a Dio e alla religione.

Non sono più questi ultimi, infatti, a stabilire quelli che, in campo sessuale (da intendersi in senso lato), sono comportamenti leciti o illeciti. E’ la donna che detta le regole di ciò che un uomo può fare o non fare in tema di seduzione. Ecco che diventano reati le battute, i contatti fisici, addirittura gli sguardi possono essere passibili di denuncia per molestie! Non è più Dio, ma la donna che detta le regole del codice di comportamento in questo campo (e non solo, aggiungerei!!!) Nelle sue mani sono i codici del cuore. Non è più Dio ma la donna a dire il come, il dove, il quando, il quanto, il perché. Non è più Dio ma la donna a dire se sei colpevole o innocente, dal momento che il maschio si macchia del peccato peggiore della civiltà moderna: il peccato commesso ai danni della femmina!

Le conseguenze delle nostre azioni non le raccontiamo più nei confessionali ma dobbiamo spiegarle nelle aule dei tribunali.

Il loro scopo? Distruggere la nostra stessa natura mediante un imprinting comportamentale a loro vantaggio, riplasmarci a loro piacimento, rimodellarci a loro immagine e somiglianza mediante il fango che ci tirano addosso.

La donna si sente Dio. La donna vuole creare nuove regole della natura. Ci sta riuscendo? Forse sì… Sta solo a noi non permetterlo!

 
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(In)giustizia dei giorni nostri

Post n°4 pubblicato il 30 Giugno 2006 da DonneViDetesto

La cassazione, nel marzo scorso, ha condannato un uomo per avere dato della “Sporca negra” ad una bambina di colore. Denunciato è stato, giustamente, condannato. Ma…………………………… eh sì… aggiungerei un bel “ma”!

Ossia: la cassazione ha emesso questa sentenza esattamente una settimana dopo averne emessa un’altra. La sig.ra Susanna R. è stata prosciolta, evitando quindi la condanna per razzismo, per avere pronunciato le parole “Negro di merda” rivolte ad un suo collega di colore.

Ebbene, il signor "Sporca Negra" intendeva avvalersi di questa seconda sentenza poiché la condanna che, precedentemente, aveva subito in Appello, era palesemente contraddittoria a questa linea indicata dalla cassazione. E invece, manco a dirlo, è rimasto fregato. Ma che strano...

E le motivazioni di tale assurdità giuridica quali sarebbero?

Le motivazioni fornite sono al limite del ridicolo: vale a dire esiste la reciprocità. Questo significa che, evidentemente, esistono anche gli epiteti come “bianco di merda” o “giallo di merda” (eh sì...tutti i giorni li sento dire...). Mentre non esiste il corrispettivo “sporco bianco” per la popolazione nera.

Risultato: il signor "Sporca Negra" condannato, la signora "Negro di Merda", manco a dirlo... indovinate un po'??... mandata assolta!!

Per chi ne volesse sapere di più:

http://liberazione06.rifondazione.co.uk/Notizie06/03marzo06/0603N301.htm

Come si può vedere, la notizia viene presa da una testata di cui certo non si può dire che simpatizzi per posizioni vicine ai diritti maschili!!

Questo è un caso, in un certo senso,  banale ma emblematico di ciò che avviene nella cultura occidentale. Uomini che cercano di rubare un bacio finiscono dritti in galera, donne giudicate colpevoli di omicidio volontario di un bambino e condannate in prima istanza a 30 anni di reclusione possono girare libere. Al di là della gravità del “rubare un bacio” risalta agli occhi la disparità assoluta di trattamento. Rubare un bacio è molto più grave che ammazzare un bimbo? Il soggetto in questione era tanto pericoloso per la società? Forse sì, perché ha osato attentare alla “maestà” femminile… non mi vengono in mente altre spiegazioni!

Piuttosto mi sorge spontanea la domanda: ma cosa deve fare una donna per andare in galera????

 

 
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Perché questo Blog

Post n°2 pubblicato il 30 Giugno 2006 da DonneViDetesto

Gli uomini occupano i posti di potere; gli uomini schiacciano e hanno sempre schiacciato la donna  relegandola ai margini della società; gli uomini hanno in mano il denaro e, grazie ad esso, obbligano le donne ad abbassarsi ai livelli infimi della mercificazione, pur di avere un minimo di gratificazione economica che consenta loro, quantomeno, di sopravvivere.

E allora, perché questo blog?

La risposta è semplice: perché tutto quanto è stato sopra affermato NON E’ VERO!

Questo blog vuole essere un luogo in cui gli uomini, stanchi di piegarsi e abbassare la schiena, stanchi di pagare il fio di una colpevolezza inventata dalla filosofia femminista, creata al fine di arrivare al potere assoluto, finalmente possano avere la possibilità di raccontare la LORO verità!

 Cercherò, con i miei articoli, di raccontare come il femminismo sia riuscito ad arrivare a tanto, attraverso un secolo di mistificazioni e vittimismo, strumenti vili utilizzati al fine di colpevolizzare il “maschio” (tra virgolette poiché così siamo sempre denominati dalle donne…. Sempre maschi, mai uomini, alla stregua di bestie; avete mai provato a rivolgervi a loro denominandole “femmine”? Osservate le loro reazioni!). Il piano è stato realizzato ad arte, non c’è che dire: la mistificazione per creare l’alibi per il pestaggio morale, il vittimismo per arrivare al privilegio assoluto! Il risultato è stato quello di ottenere un mondo in cui si declina tutto al femminile, in cui la femminilità è vista come sede del Bene assoluto (vd. la foto del mio blog e se ne traggano le conseguenze) e la maschilità come sede del Male assoluto. Questa è la scusa che usano per autocompiacersi e autodefinirsi come Esseri Superiori.

 La fotografia che se ne trae è impietosa: le donne ottengono ormai tutto quello che chiedono. I privilegi di cui godono non si contano: quote rosa (non ancora ottenute, ma vedrete che presto…), accesso alla carriera militare attraverso esami facilitati, punteggi superiori in caso di concorsi, pensionamento 5 anni prima rispetto agli uomini, pur svolgendo lavori assolutamente meno usuranti, assistenza sanitaria gratuita per quanto riguarda la diagnostica antitumorale femminile (provate a chiedere quanto costa invece eseguire esami per l’individuazione del cancro alla prostata…), ragione pressoché nella totalità dei casi delle cause di divorzio anche se su di loro cade la responsabilità, applicazione diversa del codice penale rispetto agli uomini, tutele, e così dicendo.

 Naturalmente dire in pubblico certe cose comporta un rischio gravissimo: l’accusa di maschilismo! Guai a denunciare privilegi, guai a urlare "LA REGINA E' NUDA!": esse non possono permettersi di perdere la loro ormai conquistata posizione di supremazia: la levata di scudi sarebbe pressoché totale e il ricorso all’arma subdola del vittimismo (“Se affermate queste cose siete maschilisti e volete farci tornare dietro i fornelli!”) permette loro di continuare a contare sull’appoggio di quei “maschi” che, sensibili al loro richiamo, continuano a legiferare a loro vantaggio, assicurando così il mantenimento del loro status. E nonostante il fatto che ci siano uomini che continuano a favorirle in tutto e per tutto, che continuano a morire per loro, che continuano a scrivere poesie o canzoni a loro dedicate, uomini che continuano a riservare il meglio di sé stessi per le loro “regine”, non sentirete mai due o più donne che parlino fra loro spendere una parola in nostra difesa o di ammirazione nei nostri confronti: saremo sempre e solo porci, maiali, approfittatori, luridi, beceri, freddi, senza lacrime, mammoni, incapaci, inetti, padri-assenti, padri-violenti, frivoli, casanova, ridicoli, goffi, patetici, fallocentrici (se volete aggiungere una trentina di aggettivi a questa lista, suggerisco di guardare l’ultima di copertina del libro "Fragile come un maschio" di Maria Rita Parsi)

Questa situazione inizia ad uscire allo scoperto: la letteratura maschile (primo fra tutti R. Della Vecchia, nel suo saggio “QUESTA META’ DELLA TERRA” – ed. AltroSenso) identifica questi atteggiamenti femminili in modo mirabile: Grande Narrazione Femminista (GNF negli articoli che seguiranno), mentre gli studiosi di sociologia hanno ormai identificato e descritto il fenomeno sotto il nome di “male bashing” (= pestaggio morale antimaschile, traduzione plausibile dell’intraducibile parola “bashing”, che non trova corrispettivo nella lingua italiana). Noi uomini, stiamo ancora pagando in quanto giudicati colpevoli dalle donne per gli “errori del passato” (altra falsità: pubblicherò articoli tendenti a dimostrare il contrario). Anche se fosse, perché le colpe dei padri devono ricadere sui figli? Perché dobbiamo essere protagonisti di un passato che non passa?

Concludendo, ancora due parole sul nome del blog: Parità ìmpari. Dopo tanti anni le donne cominciano a cantare vittoria per una parità “quasi” raggiunta. Cari signori, non foderiamoci gli occhi con le proverbiali fette di salame. Lo sappiamo tutti cosa sia la “loro” parità: PER NOI DONNE SOLO DIRITTI, PER VOI UOMINI SOLO DOVERI! Ecco  il loro concetto di Parità! Evviva la mistificazione!

 

 
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