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...AL POTERE

 

 

il bar man

Post n°33 pubblicato il 02 Novembre 2012 da poco7bsx

marino era da sempre il bar man dell'oratorio, lavorava poco per ovvi motivi ma lo faceva con passione, il prete gli passava pochi euro al mese per comprare le cose da vendere, ma lui comperava solo caffè e coca cola, gli piaceva starsene in quel bugigattolo a guardare i ragazzini che giocavano, era tutto il suo mondo, li dentro quella stanzina mal illuminata, senza caloriferi, ma quella domenica pioveva tanto e faceva freddo, e porca miseria nemmeno oggi si vede nessuno pensava marino, vabbè vuol dire che mi farò un caffè, quando entra in tipo dallo sguardo impenetrabile, si avvicina a marino e tirando fuori una pistola gli intima :cazzone, dammi i soldi o ti ammazzo: marino non fa una piega, cazzo era il barman marino, non un merdoso ladro, poggia il caffè sopra il bancone e dice :bevi finchè è caldo, sai, potrebbe raffreddarsi presto presto: il tipo rimane un poco basito, giusto il tempo perché marino... un gesto inaspettato, il ladro osservando marino con sguardo confuso e il cervello in disordine, pensava ma che cazzo di caffè ha fatto sto qua? non vede che è tutto pieno di sangue? ma, ma, è il mio sangue e ... marino diceva beh? non ti piace il mio caffè? ha un gusto unico sai? non ne assaggerai mai più un altro con lo stesso gusto, cos'è non ti piace il tuo sangue? è cosi bello, rosso cupo, caldo, dolce, e poi dai, lo sai no? non vedi? il tipo vedeva un viso smunto pallido, due occhi vitrei, senza espressione, con un pizzetto e due piccoli corni che spuntavano dalla fronte, quei due piccoli corni che stavano conficcati nella sua gola, adesso capisci che sei entrato nell'antro dei sacrifici? qui si entra ma non si esce amico mio gli pareva di sentire mentre marino ghignando lo teneva appeso alle corna.....

by rudy

 
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VICOLI COMUNICANTI

Post n°32 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da f362514

Il fascino che i vicoli malfamati e bui avevano sempre esercitato su K  gli rendevano piacevolissime  molte vecchie e grandi città e, in cima a tutte, Genova.

Si trovava proprio lì quella notte, aveva lasciato Via della Maddalena e, passando da un vicolo all'altro  si era ritrovato in un carruggio stretto e buio, così stretto che in alto, le case, sembravano toccarsi, senza lasciare posto al cielo, quasi a  rendere impenetrabile ciò che avveniva in quel vicolo perfino all'occhio di Dio.  

Camminava, lasciandosi irretire da questi pensieri, dall'odore forte di peccato, dall'incognia del buio ed anche dal rintocco delle campane di Santa Maria delle Vigne che sancivano la mezzanotte.

Più avanzava però e più diceva a se stesso che quello era il vicolo più stretto e buio che avesse mai visto, lungo, tanto lungo, troppo lungo. 

Fu con vivo sollievo che vide finalmente un chiarore, lì in fondo al vicolo, a segnalarne lo sbocco in una strada più larga e illuminata.

Ma non fece in tempo a rallegrarsi, che quella luce si offuscò: un gruppo di persone era entrato nel carruggio, dirigendosi verso di lui. Si volse, istintivamente, a guardare indietro ma la fuga era impossibile: aveva altri  uomini alle spalle e non c'erano traverse laterali per cui non potè far altro che andare avanti cercando di farsi coraggio. Ma K era sempre stato un vigliacco  e i suoi reni lo sapevano, fu preso da un terribile bisogno di svuotare la vescica, che lo costringeva a procedere a gambe strette, mentre con la mano si stringeva  il pisellino.

Prima di uscire per la passeggiata aveva dismesso il suo completo da uomo d’affari e indossava la divisa da vicoli bui notturni: leggings fuxia , maglioncino dolcevita bianco e blazer verde scuro, lungo, un po' a coprire il culo.

In effetti non era esattamente un look per chi voglia passare inosservato, ma K era sempre stato tentato dalla violenza e lo eccitava l’idea di subirla. La paura terribile che adesso  lo attanagliava e le gocce di pipì che nonostante gli sforzi cominciavano a bagnargli il tanga, forse dimostravano la differenza tra idee e azione, come cantava un tale che in quei vicoli era di casa.

Ormai gli uomini lo avevano raggiunto: non sapeva quanti fossero, forse 4 forse di più, troppo stretto il vicolo  e non era facile guardare dietro di loro. Il più vicino a lui, un nordafricano molto alto, gli chiese la strada per piazza Garibaldi, ma K non fece nemmeno lo sforzo di provare a spiegarla, sapeva che sarebbe stato inutile.

Indietreggiò istintivamente ed andò a sbattere contro l’altro gruppo che l’aveva ormai raggiunto, si voltò e vide un nero gigantesco, che lo sovrastava totalmente. Anche lui gli chiese un indicazione, con un sorriso sarcastico, dopo di che lo palpò per cercare il portafogli nella tasca posteriore dei pantaloni, si accorse  che quei pantaloni elasticizzati non avevano tasca  e lo annunciò con una grande risata a tutti  i convenuti. “fratelli, abbiamo trovato una sorellina!!!”

Non erano in quattro i tipi davanti a lui, ma molti di più, anche dietro non si potevano contare, tutti si accalcavano, e nonostante la ristrettezza del vicolo tutti riuscivano a raggiungerlo e a strappargli qualcosa, chi un pezzo di giacca, chi la maglia, chi i fuseaux, chi gli slippini…

In pochi istanti K si ritrovò completamente nudo, in balia del branco. Il primo a penetrarlo fu il nero, sfoderò dalla patta un membro enorme, mai visto così grosso e lungo, e più lo maneggiava e più si ingrandiva, gli allargò le chiappe e lo infilò deciso, e più lo infilava e più cresceva, anche dentro K. Fu la volta del nordafricano, anche lui sfoderò un pene sovrumano, K non ebbe bisogno di piegarsi per prenderlo in bocca, dovette spalancarla però, non credeva di possedere fauci così grandi da contenere un cazzo tanto grosso.  Erano talmente giganteschi entrambi i membri e lo penetravano così a fondo che probabilmente si toccavano tra loro, dentro il suo corpo.

Man mano tutti gli altri, lo raggiungevano e per quanto fossero tanti, riuscirono tutti a trovare un modo per penetrarlo.  Anche perché nel frattempo anche K si era dilatato, forse per effetto di tutte queste enormi proboscidi che lo possedevano e che gli sborravano dentro, si era gonfiato a dismisura, era diventato immenso, oscenamente aperto, il vicolo si era trasformato in una grande piazza con tutte le case intorno. Il frastuono dell’orgia aveva attirato alle finestre tutti gli abitanti, che si erano affacciati a guardare la trasfigurazione di K.  

Anche il suo pisello, da sempre così piccolo da farlo vergognare, era  cresciuto in modo inimmaginabile, tanto che non poteva più comprimerlo. Uno degli astanti, un orientale, anche lui enorme, gli si avvicinò e con decisione gli strappo via il grosso pisello con tutti i testicoli, lasciando al suo posto una voragine, un po’ come quando si sdradica dal terreno una barbabietola. Dal buco appena formato zampillò un enorme getto di  sperma e urina, con la potenza di un geyser.

Tutti i presenti esplosero in una fortissima risata! La piazza, il mondo intero rideva di lui, della sua incontinenza, della sua diversità , della sua oscena inadeguatezza….

Le risate diventarono talmente forti…che lo svegliarono!

Impiegò qualche istante per rendersi conto di  dove si trovasse.   Capì subito che le risate non le aveva solo sognate,  c’era tanta  gente  intorno a lui che   adesso non rideva più ma aveva  l’aria di avere appena smesso. Indossava il suo impeccabile completo Palzileri, badge chiaro,  ma i pantaloni erano fracidi. Evidentemente nemmeno gli schizzi di urina e sperma  erano stati soltanto un sogno. Sotto i pantaloni bagnati, il suo tanga rosso fuoco, faceva bella mostra di se.

K tirò fuori un maglioncino dalla 24 ore, se lo legò in vita,  fece ruotare lo sguardo su tutti i presenti, quasi per sfidarli, costringendoli a smettere di fissarlo, guardò l’orologio  e si alzò, uscì rapidamente dalla sala d’aspetto e raggiunse di corsa  il binario 13:   l’Eurostar Genova Roma non era ancora partito, per sua fortuna.  

Il freddo pungente della notte  gli ferì il viso e finì di svegliarlo, cercò il suo scompartimento  ed entrò, all’interno avevano  già preso posto un prete, una nonna col suo nipotino e una bella ragazza.

 

 
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nonsense

Post n°31 pubblicato il 30 Ottobre 2012 da basthardOne1

Pomeriggio di stanca noia alimentata da un freddo autunno che comincia ad entrare nelle carni e nelle ossa! Il cadere attutito dal vento di alberi marci e le strade sono serpenti neri e viscidi di pioggia! In un viaggio, il mio, che non porta in nessun luogo e in nessun tempo! Sono qui a guidare incontro alla bufera di pensieri che rincorrono sogni e aneliti carichi di promesse non mantenute e appuntamenti bucati! Come i quattro soldi che ho in tasca, una tasca bucata dove infilo la mia mano bucata e non trovo che il vuoto! E nudo corro per le strade fredde con un bastone,  e lo agito contro il vento perché smetta di soffiare! Pazzo come Orlando, cerco Pegaso! Devo ritornare a volare! Nani e Troll e Orchi e Streghe, solo loro davanti mi sbarrano il cammino, torno indietro e indietro e indietro finché la strada non  è finita e allora corro corro corro corro contro la turpe barriera, il mio bastone è una spada e loro sono già carne morta! Immondo banchetto, ma ho fame! Affondo i miei denti affondo le mani, il sangue nero brilla come un rubino infernale sotto la luna rossa che ghigna e approva! Non c'è pioggia per me questa notte, non c'è pioggia che lavi via la follia! E tuoni attraversano il cielo bucato e ferito dalle stelle crudeli, non c'è pioggia ma solo caos. Corro ancora lontano da questa notte di crudele abisso, richiudo il mio petto per non vedere più il buio, rimetto sul collo la testa e le gambe le tolgo dalle spalle! Riposo adagiato sul tronco putrido di un cipresso caduto mentre in lontananza Giacomo accende la sua lanterna!

 
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suicide

Post n°30 pubblicato il 29 Ottobre 2012 da poco7bsx

Parole scritte veloci su carta bianca cercando di raccontare la profondità dei tagli, la splendida bellezza dei miei movimenti compiuti su me stesso, il pugnale tra le mani, stringendolo forte,la lama scintilla di tragica luce, i miei occhi riflessi dentro di essa, l'orgasmo cresceva imperioso in me seviziando le mie carni, violentando ciò che rimaneva dei miei sentimenti. Desideravo esser qualcun altro per potermi fottere, mi sarei scopato fino alla nausea, andai davanti allo specchio e iniziai a toccare la mia immagine riflessa dentro di esso. Tra le mani tenevo stretto il mio amico di accaio lucente, Mmmmm non mi bastava. la musica in sottofondo regalava sublimi eccitazioni ben apprezzati dalla mia bianca pelle che godeva con il mio amico di acciaio lama brillante. il sangue fuoriusciva dalla carne macchiando la lama. Lo specchio diceva ormai tutto di me portando l'odio verso me stesso via dalla mia anima. via lontano lontano lontano lontano

 

 
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il sicario

Post n°28 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da poco7bsx
 

sperando tanto di piacere ai tuoi aficionados ti lascio questo racconto da me scritto.

Nella notte il gelo paralizza rami come mani in cerca di appiglio nel vento sibilante e con il vento, la neve, un tonfo urla isteriche, luci come lampi attraversano le carrozze del treno, i viaggiatori scossi in preda all’ isteria, lui, resta seduto in disparte, assente, con gli occhi persi nel vuoto, poi volge lo sguardo verso un punto, comincia a sentire melodie astratte mentre fuori é caos, impugna la sua lama argentea e sente caldo restituirgli quiete, che frastuoni! Che strepiti! Che molestie! "Nulla in mundo pax sincera" pensava, scompaiono i passeggeri esaltati e mentre si abbassa il cappello sugli occhi, un sorriso gli rischiara il volto, è ora di eseguire, dorme la nonna stretta al nipotino, il prete prega, la ragazza piange, ottusa, balorda, insignificante… E nel raggiungere l'apice della lirica le stringe la gola fino a quando lei smette di emettere suoni ed incredula, attonita lo osserva infilarle le forbici in gola, alla ricerca dell'ugola, con un tocco deciso, recide l'ugola e poi la lingua, dalla bocca adesso affiora sangue, fluido, rosso e caldo, sorride, appagato, mentre la colpisce al petto con la lama, con la precisione del chirurgo sta delineando una linea netta, intanto muove il capo trasportato da note divine che svolazzano leggiadre nella sua offuscata mente, il taglio è realizzato, dallo sterno all'ombelico. visceri in bella esposizione, la nonna ancora dorme, mentre la ragazza emette gli ultimi lampi di vita dagli occhi vitrei e con la mano implora attenzione, un attimo e tutto è svanito, il prete ora solleva stanco le mani al cielo, sta benedicendo colei che fu, il sicario ritornato al suo posto, sfoglia sbadato un libro di ricette, pensa al tepore della sua casa, alla moglie che cucina, mentre il gatto si acciambella al caldo del camino, avverte calma invaderlo e gioia mischiarsi a mestizia, un breve preghiera e poi a casa

 
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Edipo reverse

Post n°27 pubblicato il 24 Ottobre 2012 da f362514
 

 

Vaffanculo, mammina!!! Vaffanculo vaffanculo e vaffanculo!!! Che palle!!Quando ci si mette mi fa davvero impazzire, cazzo!

Stasera ho fatto bene ad andar via sbattendo la porta, così impara! Ora sarà terrorizzata, avrà chiamato piangendo tutto il parentado e saranno in giro a cercarmi. Se sapesse che sono  al porto  a guardare prostitute chiedendo prezzi e fingendo di essere pronto a portarmele a letto…

Mamma mia quante sono, e quante auto, e quanti clienti, e quante luci, sembra di essere in una grande città da film americano e non  in questo piccolo paesino del cavolo. Guarda quanto è volgare questa, che culone e che coscione, chissà come deve sembrare ridicola tutta nuda, con la trippa che le va su e giù mentre i clienti se la sbattono. Proprio come sembrava ridicola mia madre,  quando l’ho beccata col suo nuovo amichetto,  meno male che non mi ha visto! E non era passato nemmeno un anno dalla morte di papà, zoccola che non è altro pure lei. Che poi dicono che queste cose possono sconvolgere i ragazzini…cazzate, che me ne frega a me, mi ha fatto solo schifo. E basta.

 

E quanto vuole questa? 40 mila lire? Con quella faccia tutta butterata? Ma figurati, nemmeno se mi pagasse lei!  40 mila lire con l’impermeabile dice, ma che vuol dire con l’impermeabile? Con questo caldo….ahhhhh sarà un altro modo di chiamare il preservativo!! Dovrei dirlo a mia madre, mammina, ma tu lo usi l’impermeabile con il tuo amichetto? Ahahahah

 

Toh, e che vuole questo?  No no, via via! Ma guarda che ricch...sto tipo! Mi voleva caricare in macchina e poi....seeee....figurati!!  Ahahahah , chissà le risate quando lo racconto a Luca e a Francesco. Brutto f che non è altro! E nn è nemmeno la prima volta che mi capita che un omosessuale cerchi di abbordarmi. Che poi dicono che i gay hanno un sesto senso che gli permette di riconoscere gli altri gay. Mah! Vuol dire che  i gay di questa città sono cretini  e sto sesto senso gli manca, sono gay handicappati.  Perché mai poi avrà pensato che sono omosessuale! Mica sono effeminato come quella checca di Antonello, che cammina sculettando ed è tutto  mossette e mossettine.

 

Chissà che mi avrebbe fatto se fossi salito in macchina. Probabilmente mi sarebbe saltato addosso,  mi avrebbe strappato  i vestiti e poi…zughete zughete, per chissà quanto tempo. Proprio come il tipo che si fa  la mia dolce mammina, e sicuramente  si sarebbe pure aspettato i miei  lamenti, sospiri, gemiti. Come quelli che emetteva  la mamma…. che ridicola! Faceva noooo noooooo mmmmmmm  aaaaahhhhh ancora ancora. E pensare che poi ha pure il coraggio di rompermi le scatole su quello che faccio, quanto studio, chi frequento. Che scema, l’ammazzerei per quanto è stupida,  perché non è morta lei invece di papà!

 

Che ci sarà poi di così divertente nel farsi inchiappettare, che emozioni darà mai. Eppure qualcosa si proverà di sicuro visto che piace a  così tanta gente. Anzi, secondo me un po' tutti i maschi qualche volta lo hanno provato, anche se non lo dicono. Mio padre no, figurati, lui era di un'altra generazione, ma gli altri si, di sicuro. Che poi a provare le cose una volta sola non c'è niente di male, mica si diventa f per una volta che si va con un uomo. Prima o poi potrei provarlo pure io, così mi tolgo il pensiero e mi levo sta cosa dalla mente per sempre. Ma guarda un po', a pensarci poteva andar bene anche quel tipo di prima! Adesso sarebbe stato proprio il momento giusto, mi facevo spupazzare un po' e poi subito a casa da mammina. Sarebbe stata la conclusione ideale di questo colpo di testa....

 

Oh guarda, è tornato alla carica. No, no, non è possibile, dai! No....no....Ma questo però non molla....ma sì! Che me ne frega,   fingo di essere f pure io,  così faccio questa esperienza che prima o poi la devo fare e non ci penso  più!

 

Ecco, che vergogna però: è sceso, mi ha parlato un po' per convincermi,  mi ha accompagnato all'auto mettendomi un braccio sulle spalle,  poi mi ha fatto salire ed ha chiuso la portiera. Proprio come si fa con le femmine. Ah no,  niente baci però! Roba da checche, per carità! Ha pure le guance ruvide di barba, mi ha ricordato quando baciavo mio padre! No, se lo scorda, niente baci e romanticherie. Mi inchiappetti e poi subito a casa. E adesso….  vorrebbe farla lui la femmina? Ma figurati, se volevo fare il maschio mica andavo con lui! Avrei scelto la cicciona, almeno aveva la faccia liscia. Faccio così:  mi tolgo tutto, mi sdraio sul sedile  a pancia sotto e aspetto, così capisce.

 

Che noia però, si sta strofinando addosso,  ma resta molle, non sento nulla. E va beh, adesso vado via, del resto lo sapevo, mica sono gay, era solo per fare un’esperienza in più, per sapere di cosa si tratta.

Basta scendo....che delusione però. E che senso di sporcizia che mi è rimasto addosso.

Stanotte dormo con mamma. Chissà se mi passa.... 

 

 

 
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l'amministratore

Post n°24 pubblicato il 17 Ottobre 2012 da poco7bsx

amministro una cittadina a nord di treviso, ieri ho chiamato il mio amico picchio dicendo :vieni a insediarti nel mio comune e porta 150-200 amici rom, poi io faccio approvare una delibera che per andare via spontaneamente il comune vi dà 15.000 eurozzi a cranio, poi facciamo a metà per uno: un suo amico rom che ha senso civico ha detto ok, io ci stò, invece ha chiamato i carabinieri, e nel momento dello scambio della mazzetta mi hanno arrestato, ho detto subito che era una puntata di scherzi a parte, ma dopo aver contatatto la produzione del programma hanno confermato l'arresto lo stesso, certo se tutti quelli sorpresi a commettere un reato si difendono cosi non arrestano più nessuno, la mia ulteriore difesa è stata che stavo preparando la puntata senza avvertire quelli di scherzi a parte per farglii una sorpresa, ma niente, arrestato lo stesso mi hanno, però come lavoro adesso mangio ghiande a domicilio, vado dal cliente mangio 300 grammi di ghiande davanti a un pubblico di invitati, mi fermo un oruccia a parlare poi mi pagano 200 euro poi vado via, chiaro che emetto irregolare fattura tranne quando vado da omissis che mi paga con carta di credito. ciao.

 
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lei e lui

Post n°22 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da f362514
 

LEI - Sulla 40ina, matrimonio noioso, ancora in piedi per amore dei figli. Voglia di provare emozioni vere, di vivere il sesso insieme sordido e tenero, alla ricerca del piacere del puro eros ma  insieme alla passione che coinvolge i sentimenti.

LUI - molto giovane, matrimonio finito ancora prima di cominciare, esperienza sessuali sempre deludenti, paura prima dell'impotenza, poi di essere gay...insomma, grande sensazione di inadeguatezza.

LORO -   Leggono un messaggio su internet: un locale dell'arci organizza un naked party: ne avevano sentito parlare entrambi, serate in cui ai partecipanti è richiesto l'abito adamitico . Ce ne sono di vari tipi, per gay, per trav, per gay orsi, per donne, totalmente nudi, in mutande ecc... questo era misto, aperto a tutti i sessi finora conosciuti. Decidono immediatamente di partecipare.

IL LOCALE - Molto spazioso, chiassoso ma non spiacevole. Dominano colori molto accesi, qualche dipinto erotico alle pareti, qualche statua, stile che con qualche sforzo si potrebbe definire neoclassico. Niente finestre, una luce arancione illumina l'ambiente principale, rock psichedelico, tipo Pink Floyd vecchia maniera. Nelle varie sale piscine, bagno turco, sauna, black room e tanti camerini. 

LUI - gira tutte le stanza, tanta voglia di fare, ma anche paura, tanta paura, tante paure. Vede un gruppetto di uomini in circolo, si unisce, strusciatine, occhiatine, lo mettono al centro, chi lo tocca qua e chi là e... ahimè, la sua ipereccitazione gli gioca un brutto scherzo! Cerca di non farsi scoprire dagli altri, ma se ne accorgono e scoppiano tutti a ridere. Tutto rosso cercando di asciugarsi alla meglio (non ci sono mai fazzoletti quando servono!) esce dal camerino in lacrime, mutande a mezza gamba, e va quasi a sbattere contro...

LEI - che era arrivata nel locale da mezz'ora ed aveva fatto una capatina nella black room. Inizialmente si era eccitata, l'idea del "si tocca e non si guarda" le piaceva, sospiri eccitati, sagome che improvvisamente prendevano a muoversi frenetiche, non male, ma poi troppe sagome addosso, troppo insistenti, prima si divincolava gentilmente, poi deve dare qualche spintone e anche un paio di schiaffi per liberarsi. No, non voleva concedersi subito e poi restare con quell'orribile senso di vuoto che troppe volte aveva provato.

LORO - Lui esce singhiozzando e quasi sbatte contro LEI. Non particolarmente bello ma la sua dolce tristezza stimola l'istinto materno della donna, che gli asciuga gli occhietti e lo porta verso le docce. Abbraccia quel giovane umiliato, insieme sotto la doccia si accarezzano, si consolano, mescolano angosce a bagnoschiuma, dilavano la rabbia con lo sciampo, come fosse forfora. Ma sessualmente, nonostrante gli sforzi di LEI, nulla accade. Lei evita ulteriori umiliazioni a LUI, escono, si asciugano e per mano entrano in un'altra stanza dove c'è un bar con luce rossa diffusa, dove tanti avventori silenziosi sorseggiano ai tavoli drink molto colorati. LUI, quasi subito viene arpionato da un uomo sulla cinquantina, che gli pone tutt'e due le mani sul sedere: l'erezione faticosamente cercata con LEI si realizza all'istante, si fa trascinare via dal cinquantenne e sparisce, uscendo a testa bassa da una porticina, come un agnellino ghermito da un lupo affamato e rassegnato al proprio destino. Più in là tre signori molto distinti chiacchierano a un tavolo. Sono nudi, ma come fossero in giacca e cravatta. Capelli ben pettinati, perfettamente sbarbati, occhialini di quelli che si dividono a metà e si portano appesi al collo. Sembrano non avere a che fare con questo posto.

Ancora LEI - decide di sfidarli, gli passa davanti sculettando leggermente. La notano, è una gran bella donna. La invitano a sedersi con loro, bevono un po'. Qualche chiacchiera vaga, poi le chiedono di andar via da lì con loro, due passi in città. Si rivestono ed escono tutti e quattro, salgono su una Volvo blu. Pochi minuti e la macchina si ferma, davanti ad un hotel, di lusso. La invitano a salire per bere qualcosa nella loro suite. Ma si!" pensa LEI, "Una volta si vive ed una si muore. Facciamola sta follia." I tre signori entrano, salutati con molta referenza dal portiere, prendono la chiave e salgono su. Lei sente gli sguardi del portiere e del ragazzo dell'ascensore, sono sguardi chiarissimi, dicono "sei una gran troia". Arrossisce, ma  scopre di essersi eccitata, molto. Entrano in camera. Grande eleganza, champagne francese pronto nel secchiello, quadri da fare invidia ad un museo, ma...  non fa in tempo a guardarsi intorno che già i tre si sono scatenati su di lei. in un attimo  si ritrova denudata e ammanettata alla ringhiera del letto, a pancia sotto con sei mani che la sfiorano. Ognuno dei tre si concentra su una parte del corpo, come se si fossero spartiti il bottino, testa, gambe e tronco. Inizialmente è tutto molto dolce, a volte il contatto si avverte appena, ma poi le carezze si fanno più forti, pressanti....si passa ai buffetti, fino alle sculacciate. Ora lei si sente proprio una preda, vittima di tre depravati, abbandonata e perduta nelle loro mani. Nonostante i modi bruschi i tre mantengono il loro fascino, sono ancora perfettamente vestiti, con gli occhiali sul naso, la scrutano come studiassero una rara farfalla. Dopo un po' l'addetto alla parte inferiore ha appoggiato le labbra sula zona di sua competenza e si dà da fare... con grande maestria, strappandole profondi sospiri, fino a striduli gridolini da oca. Improvvisamente gli torna in mente 

ancora LUI,  quel giovane omosessuale che lei  aveva  cercato di redimere al club, sente di somigliargli. Le sembra quasi di essere LUI, sicuramente adesso anche il giovane  sta vivendo pericolose ma eccitanti umiliazioni: il 50enne depravato  che lo ha arpionato aveva tutta l'aria di essere un sadico. Probabilmente LUI è nella sua stessa posizione, e aspetta.... LEI intuisce la sua eccitazione,  la sua pena, ha quasi la sensazione di essergli accanto, tende la mano come per accarezzarlo. L'uomo che le ha lungamente preparato l'ano si è improvvisamente fermato.

quasi LORO -  LUI e LEI  aspettano, ad occhi chiusi, con un misto di angoscia e voglia, allungano le braccia, stringono forte l'immaginaria mano dell'altro, e...

fine

 

 
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Diario di una vecchia checca

Post n°21 pubblicato il 06 Ottobre 2012 da f362514

Girando per blog mi sono imbattuto nella recensione di questo libro: "diario di una vecchia checca" di Nino Spirlì.

Mi sono fermato incuriosito dal titolo, ho letto tutto e poi ho approfondito in rete. Non ho ancora comprato il libro ma lo farò al più presto. Per la recensione vi rimando ad altri blog (quello in cui l'ho letto me lo sono perso, ma basterà digitare il titolo del libro e ne trovate tantissime)

Qui riporto un passo...

“Ne abbiamo passate di cose tristi, noi vecchie checche. Ne abbiamo ricevute di coltellate, noi vecchie checche. Ne abbiamo versate di lacrime, noi vecchie checche. Ne abbiamo subiti di torti, noi vecchie checche. E se oggi indossiamo camicie dai colori sgargianti, ci pavesiamo di collane, bracciali ed anelli, sfoggiamo sciallesse e stole improponibili, ci zavorriamo con tonnellate di ori ed argenti, è solo perché sappiamo ridere di noi stesse, noi Le Vecchie Checche. Perché abbiamo imparato l’autoironia, dopo l’ironia, e prima della perfidia… … Le Vecchie Checche sanno! Come il Profeta Isaia, l’Evangelista Marco, San Giovanni dell’Apocalisse, Copernico, Nostradamus e la Madonna di Fatima! Sanno, perché sanno vedere. Senza guardare.

 

 
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16.48

Post n°20 pubblicato il 04 Ottobre 2012 da basthardOne1

Che ora è?! E' quasi ora di andare! Che ora è?! E' quasi ora di decidere! Che ora è?! E' quasi ora!

E' questo che pensava Giulio mentre scendeva le scale! Le scale anguste e buie che portavano dal suo buco in strada, direttamente in strada, nessun marciapiede nessun portone. Dalla porta di casa in strada! Una strada di selci per metà consumati dal tempo e per metà ormai mancanti da anni o decenni, non lo ricordava più! Il caldo appiccicoso di questa fine settembre, l'umido che gli mozzava il respiro lo rendevano sempre più nervoso e irascibile! Sperava proprio di non incontrare nessuno e fumando camminava lentamente per quella strada corrotta come il suo cuore ormai asciutto! Era un camminare lento e costante in totale contrasto con l'agitazione che lo consumava, avrebbe voluto fermarsi e sedersi in terra ma non ci riusciva, troppa la frenesia,gigante il dolore che lo infiammava! In quell'aria calda, densa, si affollavano i pensieri rumorosi. La testa gli pulsava in qull'ingorgo di ricordi e immagini! "Una birra, una birra e una tequila ecco quello che ci vuole". Già una birra e una tequila, costanti compagne della sua vita disordinata! "Nulla rinfresca l'anima meglio di una birra e di una tequila! Magari forse il mescal...." Pensava ridendo tra se e se! Nel volto gli si era dipinto un sorrisetto e l'andatura diventava più spedita, gli occhi vaganti per la strada alla ricerca di quella effimera pace che gli avrebbe tolto di dosso l'umindità dei pensieri! Entra nel bar, e quasi non fa a tempo a parlare ch'è già seduto al tavolino a bere alternando un sorso ad un sorso!

Che ora è?! E' ora di togliersi dai coglioni!

E di nuovo via un po' più leggero, via verso il mare ad farsi rapire dal quel moto incessante e ipnotico! Dai profumi e dalle immagini che ritornano in testa! La spiaggia deserta, era quello il momento in cui si sentiva in pace, nessuno che lo osservasse, nessuno che avrebbe potuto rivolgergli la parola! Nessuno intorno! Il sole che tramonta alle sue spalle e la sua ombra proiettata sulla sabbia e l'ennesima sigaretta che fuma tra le labbra! Da un sacchetto di carta tira fuori una bottiglia di tequila comprata nel bar e ricomincia a bere e a fumare, bere e fumare bere e fumare! Ormai ubriaco si spoglia e si tuffa in acqua! Quell'acqua calda della sera che lo avvolge come liquido amniotico, la pace che si diffonde per tutto il corpo! Non è la pace quella che cerca! Non è il perdono quello di cui ha bisogno! Bere e fumare bere e fumare bere e fumare bere e .............

Che ora è?! E' passata ormai l'ora!

 
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il piccolo f

Post n°15 pubblicato il 20 Settembre 2012 da f362514

L'infanzia di F era stata simile a quella di tanti altri bambini che, come lui, si sentono un po' diversi dagli altri: pochi cari amici, giusto un paio che lo salvavano dalla noia, schivo, pochi argomenti di conversazione a causa della sua avversione per il calcio e le auto, imbranato in quasi tutti gli sport.  

Per qualche motivo a lui incomprensibile, cadeva facilmente vittima della cattiveria dei compagni. Quando si trovava in un gruppo,  veniva puntato dal capobranco di turno, il ragazzino più sveglio, quello più sagace e simpatico che preso da solo era divertente, amichevole, ma in gruppo diventa cattivo, soprattutto verso chi non sapeva difendersi, come F. Il capo branco iniziava  a sfotterlo per un motivo qualunque, una caratteristica fisica, una parola sbagliata, un rossore improvviso, e poi affondava i colpi, e piano piano si univano gli altri, spietati, spinti anche dalla  paura di diventare loro le vittime, una specie di gioco al massacro.

F era diventato un esperto di questo gioco, ma non sapeva sottrarsi. Capiva quando stava per cominciare, come sarebbe continuato e come si sarebbe concluso: steso nel suo lettino, a piangere.

Il culmine  fu durante un viaggio organizzato da un gruppo parrocchiale. F aveva 12 anni e dormiva per la prima volta fuori casa.  Pensava che si sarebbe divertito, ma cadde ben presto vittima del solito gioco. Il primo giorno fu terribile, una serie infinita  di scherzi e battutine, sempre contro  di lui, seguiti da risate collettive. E si arrivò alla notte:  una dozzina di ragazzi nella stessa camerata. a turno dicevano il suo nome....e giù pernacchie, o peggio, qualcuno disse che dovevano dargli la dolce euchessina...perchè era un bravo bambino, così avrebbe dormito bene, o forse era una bambina, si, sicuramente era una bambina, dai vieni qui che ti diamo la suppostina, hai messo le mutandine rosa eh? ma la pipì come la fai, secondo me si siede, come le femmine!!! Ahahahahah

Quella sera però F reagì! Non a parole, ovvio, non ne era capace. Ma quando la luce fu spenta, ed  i compagni ricominciarono  a sfotterlo e a minacciarlo, invece di scoppiare a piangere in silenzio (come al solito) pensando al  suicidio e al pentimento di quelle stesse persone che lo stavano torturando, fece una cosa strana: cominciò a toccarsi, forse per cercare una auto consolazione:  mentre i ragazzi lo incalzavano, lui, nel buio, si accarezzava, il petto, la pancia, le cosce, il sedere e lì. Immaginò tutti quei ragazzi su di lui, a fare davvero le cose di cui tanto sghignazzavano.   Non raggiunse l'orgasmo, non lo conosceva ancora, ma l'idea  di essere la vittima di un branco, adesso invece di mortificarlo lo eccitava. 

La mattina si svegliò con un nuovo piglio. Aveva  resistito senza piangere a quel tormento, anzi, era  perfino riuscito a trarne piacere. Questo  lo aveva reso più sicuro di se, più spavaldo. Non si sa se fu la sua nuova determinazione, o se i ragazzi capirono di aver esagerato, o semplicemente si erano stancati di quel gioco, ma nei giorni successivi le cose cambiarono. F fece buona amicizia con diverse ragazzine  e i suoi compagni smisero di umiliarlo.

 
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sogno fotografico 1: il treno

Post n°10 pubblicato il 14 Settembre 2012 da f362514

 

Sembrava un treno normale visto da fuori, con tutte le sue carrozze al loro posto, i suoi respingenti e la sua bella locomotiva a vapore che sbuffava allegramente.

All'interno la sorpresa.

A mezz'altezza, su vani portabagagli di legno,  tanti cowboy, vestiti solo del loro cappello.  

Gli attributi ben in vista penzolavano a mo' di poggiamano.

Non c'erano sedili e i passeggeri stavano tutti in piedi reggendosi con disinvoltura a questi  ganci.

Un uomo di mezza età, con le guance sbarbate molto rosse, avendo entrambe le mani impegnate da un vassoio probabilmente pieno di paste, si reggeva con la bocca.

Più avanti si notava  una piccola chiazza di umidità, probabilmente dovuta all'eccessivo vigore della stretta di una bella signora bionda. un po' in imbarazzo ma ancora aggrappata al proprio maniglione.

 
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oltre

Post n°9 pubblicato il 31 Agosto 2012 da f362514
Foto di f362514

Seduto. Sul cesso. Nel bagno cieco

Come un re sul trono.

Pensa. Collegato al mondo solo dal basso.

Puntare in basso per guardare lontano.

Oltre i rifiuiti. Oltre il rifiuto.

 
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il calciatore della pro loco

Post n°7 pubblicato il 21 Giugno 2012 da poco7bsx
Foto di f362514

Tanti uomini vorrebbero esibirsi come fenomeni da porcilaia però sono frenati dal fatto che i parenti potrebbero provare vergogna, anzi, ribrezzo, io ho scavalcato l’ostacolo e lavoro da undici anni nell’industria dei film XXXL però non sono mai sceso a compromessi, come parte sono sempre quello che nel film fa il custode della villa oppure arriva all’ultimo e li arresta tutti per pederastia, su 180 pellicole che ho girato non mi sono fatto mai vedere al cinema a torso nudo, certo, bevo, fumo e mi drogo, nelle pause della lavorazione rubo sul set e faccio risultare che sono ex comunista, bella è stata l’esperienza in un film abruzzese che facevo la parte di un ragioniere che non versa la ritenuta d’acconto a un fattorino porno di prima nomina (95 kg di manzo per 175 cm). essendo che io dovevo fargli da sostituto d’imposta non versavo all’erario le tasse che il mio cliente mi aveva incaricato di versare, alla fine vengo scoperto da un calciatore della pro loco sul naviglio trans, tutto sempre nel film, nella vita evado comunque un po’ di tasse uguale.

 
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il fissatore di cani

Post n°4 pubblicato il 17 Giugno 2012 da poco7bsx

bene allora ecco qui il primo raccontino post di rudy il matto clikkatelo in tanti please ok?

Tanti mi chiedono, ma cosa vuol dire nel curriculum di un laureato in Economia “Buon fissatore di cani?”. Rispondo subito: quando una persona fissa un cane a 50 metri di distanza e il cane si ferma di scatto e fissa a sua volta il soggetto (fissatore). Questa cosa può andare avanti anche un’ora. La gente che passa guarda incuriosita sia il fissatore che il cane. Entrambi devono fissarsi almeno a 30-40 metri di distanza. Di solito si stufa prima il cane. Entrambi riprendono il cammino, la gente non capisce e pensa siano d’accordo, però c’è uno seduto su una sedia a 15 metri da una stanga e la fissa, siccome la stanga è comunale, per cui può fissarla quanto tempo vuole, ma non si sa dov’è la stanga, l’uomo invece la vede, sono io, una domanda che ho sempre voluto fare a certe persone che fanno opinione è la seguente: “Ma non avete ancora finito di prendere per il culo la gente?”

 
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l'amico effe

Post n°3 pubblicato il 17 Giugno 2012 da poco7bsx

amico effe ma eccomi qui beh dai la prima cosa che scrivo è un caro salutone a tutti ma proprio tutti coloro che passano di qui, mentre penso a cosa metterci si questo blog, beh intanto il nik uhmmmmmm mi ci vuole un nik giusto? ecco penserò a un nik e a una serie di raccontini da mettere qui come contenuto ok amico mio? dai facciamolo crescere bene sto bloggino

 
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