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Caro ma buono. Forse.

Post n°1249 pubblicato il 16 Agosto 2009 da tanksgodisfriday
 
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Grazie
 alla lista stilata dal sito New York Daily News, ripresa da Ansa.it, ho suggerito a lei il menù di questa domenica di metà agosto. Da leccarsi i baffi.
Si apre con un aperitivo classico: Martini con un diamantino Bulgari da un carato sul fondo. Creazione dell'hotel Ritz di Toyko, fanno più o meno 16.000 dollari. Da bere lentamente, con un occhio al diamante.

La pizza e l'estate sono un tutt'uno: vada per la specialità del ristorante Nino's Bellissima di New York: la definirei "ai quattro caviali", senza dimenticare i pezzetti di coda d'astice e la crema acida francese. I 1.000 dollari a cranio non dovrebbero spaventare, se si è sopravvissuto all'aperitivo.
Per chi, invece, non sapesse rinunciare alla carne, una bell'arrosto di manzo di Kobe (Giappone) è quello che ci vuole. Gli animali sono allevati secondo un procedimento antico e rigidissimo, che include sake e birra negli abbeveratoi. Non è neanche carissima: si va dai 100 ai 300 dollari al chilo.

Il tutto, che sia carne o pizza, da accompagnare con acqua. Ho scelto la Kona Nigari, prelevata purissima e ricca di sostanze minerali a 600 metri di profondità al largo delle Hawaii; viene la miseria di 370 dollari a bottiglia.

Dolce: qui non ci sono storie, tartufo al cioccolato. Da ordinare da Knipschildt Chocolatier a Norwalk, Connecticut, sono abbastanza semplici: tartufo Perigord francese (roba rara, ma si trova), avvolto in cioccolato di Valrhona, che non so esattamente cosa sia, ma darà di sicuro il suo contributo al prezzo, 500 dollari all'etto.

Caffé? Non poteva mancare il Kopi Luwak dell'arcipelago indonesiano: bacche di caffé trattate con il procedimento più antico e naturale che esista: deglutite dallo zibetto delle palme, acquistano il loro particolarissimo gusto amaro grazie agli enzimi della digestione. I chicchi, raccolti all'uscita posteriore dello zibetto e separati dal resto (darebbe un gusto tutto diverso alla bevanda) diventano dopo la tostatura un caffé da 500 dollari al chilo. Tradotti in tazzina, fanno dai cinque ai cinquanta euro, un prezzo abbordabilissimo.

Ecco, lei mi informa che, per motivi tecnici, ha dovuto ripiegare su un menù scontato: spaghetti al pomodoro fresco, pesce spada, un contorno anonimo. Frutta al posto del dolce, e il caffé è il solito. Mondo infame.

Buona domenica.

[Nell'immagine, da Oncoffeemakers.com: caffé Kopi Luwak, appena "sfornato".]

 
 
 
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