elaborando

 il Paraguay va in semifinale", aveva promesso. Ma poi, graziosamente, ha deciso di farlo lo stesso, anche se ad andare in semifinale è stata la Spagna e non la sua squadra. Lei è Larissa Riquelme e la promessa era di spogliarsi.

Le foto di Larissa dovrebbero essere sul sito Diariopopular.com.py, che in questo momento non è accessibile:

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"Capacity problem" vuol dire troppi accessi, e la mancanza di una pagina "404 Not Found error" conferma che al Diariopopular non prevedevano questa situazione.
Se proprio vi incuriosisce, laStampa.it supplisce. Però avrei preferito leggere il titolo in spagnolo.

Buona serata.

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 ha più probabilità di farcela, tra Argentina e Paraguay?
Ho visto l'ottavo di finale dell'Argentina contro il Messico, e ho sentito ieri della vittoria a fatica ai rigori dei paraguaiani contro il Giappone. Temo di dover rispondere quindi Argentina, anche se tifo Paraguay, mi piacerebbe vederlo volare fino alla coppa.

No, non mi stanno particolarmente antipatici gli argentini, forse un po' il loro commissario tecnico, Diego Maradona, spesso e volentieri oltre misura. È che mi stanno simpatici invece i paraguaiani.
Già il nome, para-guai, fa tenerezza. In questi mondiali, poi, si sono ritrovati una mascotte che trovo oltremodo simpatica: si chiama Larissa Riquelme e di mestiere fa la modella di biancheria intima.

Le sue foto hanno cominciato a girare su Internet nell'immediato dopo-partita Italia-Paraguay, ritratta nei momenti di gioia prorompente dell' 1 a 0, poi nella delusione del pareggio.
Di partita in partita, poi, è diventata un personaggio. Un po' perché è carina, un po' per via del cellulare, che calamita gli sguardi. Già, perché il telefonino, per comodità, lo sistema a portata di mano: lascia libere le mani ma, se squilla, lo sente subito, visto che sporge appena appena dalla scollatura.

Le hanno chiesto: «Maradona promette un giro nudo per Buenos Aires, in caso di vittoria finale dell'Argentina. Lei?»
«Bella idea. Dovesse vincere il Paraguay, prometto un giro per Asunción, ricoperta solo della bandiera nazionale. Dipinta addosso.»
Per la cronaca: la bandiera del Paraguay è bianco-rosso-blu, come quella francese, ma a strisce orizzontali. Ingrassano? Ma no, le staranno sicuramente bene.

Buon mercoledì.

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 calciatore migliore della nostra nazionale ai Campionati Europei del 2008? Senza dubbio quello con il numero 3 sulla maglia. Non chiedetemi il nome, perché non me lo ricordo.

Il verdetto emerge da una pubblicazione di tre luminari della Computer Science: Jordi Duch, Joshua S. Waitzman, Luís A. Nunes Amaral.
La pubblicazione in realtà dice di più: ad esempio che nei quarti di finale la Spagna meritò largamente la vittoria sugli azzurri, anche se ci riuscì solo ai rigori; e che gli spagnoli surclassarono poi anche Russia e Germania.

Giudizi opinabili? Nemmeno tanto. Non si tratta infatti di pagelline stilate da esperti vari, ma di un preciso calcolo matematico. Rimandando ad una attenta lettura della pubblicazione, cosa che probabilmente non farò mai, ecco la sintesi.

Qual è l'obiettivo di una squadra di calcio? Segnare più goal della squadra avversaria. Come si raggiunge l'obiettivo? Segnando goal, evitando di sbagliarne, recuperando palla agli avversari.
È tutto merito di chi segna? No, sono importanti tutti i partecipanti all'azione, in particolare chi gli ha passato la palla e chi ha iniziato l'azione, strappando la palla agli avversari.

L'algoritmo di calcolo procede quindi in modo abbastanza semplice, rappresentando la storia della partita mediante un diagramma di nodi (giocatori, obiettivi e non-obiettivi) e archi (passaggi tra giocatori e passaggi di giocatori verso obiettivi e non-obiettivi).
Tracciati al centro del diagramma i due nodi "goal" e "goal sbagliato", si sistemano ai due lati i nodi che rapresentano le due squadre. Poi, tra ogni coppia di nodi (A e B), si tracciano i due archi che rappresentano quanti passaggi sono andati da A a B e quanti da B ad A. Ai due nodi viene quindi attribuito un puntaggio, in base all'accuratezza dei passaggi.
L'immagine a lato riporta, ad esempio, l'incontro Spagna-Italia, quarto di finale degli Europei del 2008.

L'algoritmo è stato verificato stilando la classifica dei 20 migliori giocatori di quella competizione: bene, 8 erano anche nella graduatoria stilata dagli esperti. I Campionati del Mondo del Sud Africa sono il prossimo test per l'algoritmo.

Utilità pratica della cosa?
I prof. suggeriscono che l'algoritmo sia applicabile a qualunque gioco di squadra, ad esempio a quello che vede l'azienda X cercare di rimanere sul mercato ed emergere. Chi ha favorito il prodotto Y, che ha sbancato nelle vendite ? e chi gli ha fornito l'assist? Da qui si potrebbe arrivare all'automazione delle Human Resources (il Personale).

Più modestamente l'algoritmo potrebbe servire a comporre automaticamente le convocazioni della nazionale di calcio, liberando dalle ciacole una bella fetta di tempo dei notiziari.
Speriamo.
Buon giovedì.
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 avevo già scritto tre anni fa, ai tempi delle Universiadi invernali di Torino: amo il curling.
Precisazione: credo che esistano anche gare e campionati maschili di curling, ma non mi è ancora capitato di vederne o leggerne. Per adesso solo femminili.
Le semifinali dei Giochi Invernali di Vancouver si giocano stamattina alle 9, immagino ora di Vancouver, ma il curling ha già fatto parlare di sé.
Il 19 febbraio si sono trovati di fronte la squadra del Canada e quella della Danimarca. Incontro importante, risultato in bilico fino all'ultimo tiro, toccato alla danese Madeleine Dupont.
Dal pubblico di casa sale un boato di fischi e addirittura insulti, cosa del tutto insolita in uno sport popolare nei freddi paesi nordici. La Dupont si deconcentra e sbaglia, la Danimarca andrà a casa.

È vero che sarà determinante anche la successiva sconfitta con la Svizzera, altra semi-finalista, ma gli sportivi danesi accusano proprio la Dupont dell'eliminazione dai giochi.
Perché? Semplice, proprio in questi giorni è uscito un suo servizio fotografico sulla rivista Ice and Fire (Ghiaccio e Fuoco), che la ritrae in posa non esattamente da curling. Secondo gli sportivi, lei aveva la testa in un altrove non sportivo, al momento dei tiri decisivi.

Madeleine Dupont era scoppiata a piangere già al momento dell'errore fatale per la sua squadra, e anche dopo pare che non abbia preso bene le accuse.
Sbaglia, venga da noi, una comparsata in TV non gliela può negare nessuno. E, chissà, magari le si schiude una carriera nella politica; non sarebbe insolito, di questi tempi, in Italia.
E poi, abbiamo un Ministro degli italiani all'estero, perché non fare una signora Ministro degli stranieri in Italia? La voterei subito.

Buon giovedì.

[Nell'immagine: la squadra danese esulta, ma in un'altra partita. Madeleine Dupont è a seconda da sinistra.]

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