Creato da: elbablogg il 21/06/2008
pensieri antimeridiani e pomeridiani

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Sarà difficile

Post n°14 pubblicato il 06 Luglio 2008 da elbablogg
 
Foto di elbablogg

Sarà difficile che io riesca ad agghindare questo blog con immagini fiabesche e patinate, che riesca a dargli una “quadra” estetica all’altezza della media, con inserti accattivanti, giochi di luci e di colori, melodie musicali che magicamente vengon fuori dai diffusori quando li si clicca.

Sarà difficile, in primo luogo perché non posseggo le competenze tecniche per realizzare un gioiellino così, né la pazienza e la determinazione per apprenderle, eccezion fatta per quelle minime che mi consentono di affacciarmi, leggere, scrivere e postare.

Sarà difficile, anche perché sinceramente non partecipo alla corsa all’oro fra i blog più cliccati, non ricorro a tags pruriginosi, e mi riprometto di fare il minor uso possibile di massime, frasi, testi altrui, salvo che quando essi non siano indispensabili allo sviluppo di una considerazione mia.

Non sono, di conseguenza, un soggetto interessante e non credo lo possa divenire questo blog.

Credo però nella magia, nelle luci e nei colori delle parole, attraverso le quali ho cercato e cerco di descrivere me stesso, i miei pensieri, le mie emozioni, i miei interessi.

Magari con prosa incerta, talvolta addirittura noiosa, ma con smisurata ammirazione verso coloro che han ricevuto in dote l’arte e la virtù del saper scrivere, del saper affascinare, ammaliare, interessare, non attraverso gli effetti speciali di foto, disegni e filmati (verso i quali, sia chiaro, non nutro alcun pregiudizio), ma tornendo, scolpendo, mordendo, come un torsolo di mela, le ventuno magiche lettere del nostro alfabeto.

 
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Deriva (Francesco De Gregori)

Post n°13 pubblicato il 04 Luglio 2008 da elbablogg
 

Così gentile e inafferrabile,
padrona e schiava della verità.
Impermeabile alla volgarità,
che non saluta quando se ne và
E ancora vado alla deriva e ancora canto.
Dovunque io sarò, dovunque sarà, sarà al mio fianco.
Dalle colline d'Africa,
fino alla polvere delle città.
Potrà pensarmi quando capita,
potrò sognarla dove sarà.
E ancora vado alla deriva e ancora canto.
Dovunque io sarò, dovunque lei sarà, sarà al mio fianco.
E se avrò freddo mi scalderà
e nel deserto mi confesserà.
E nel deserto sarò acqua per lei,
acqua che canta.
E ancora vado alla deriva e ancora canto.
Dovunque io sarò, dovunque lei sarà, sarà al mio fianco.
Per ogni strada che prenderà, e perderà ogni volta,
per ogni volta che tornerà, starò alla porta.
E ancora vado alla deriva e ancora canto.
Dovunque io sarò, dovunque sarà, sarò al suo fianco.

 
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Considerazioni nell'afa

Post n°12 pubblicato il 03 Luglio 2008 da elbablogg
 

Aspettando la pubblicazione delle intercettazioni delle conversazioni private del premier Berlusconi, che preannunciano, secondo voci informate, un piccolo caso Lewinsky all'italiana, affiorano tre sommesse e disgiunte considerazioni. Sarà la calura estiva, che altro pensare?

1) Faranno prima le intercettazioni telefoniche ad affiorare o il decreto anti intercettazioni a strozzarle appena in tempo? Ecco i dilemmi della politica italiana.

2) La nostra immondizia, nostra dei campani. A gennaio, l'allora premier Prodi chiese un contributo di smaltimento ad ogni regione italiana, per ripulire le strade e scongiurare il perdurare della crisi. Eccetto la Sardegna e la Puglia, ed un ridicolo quantitativo spedito in Sicilia, assistemmo a un coro di non se ne parla neppure da tutte le regioni del nord, e in genere rette da governatori leghisti o di centrodestra. La stessa richiesta è stata in questi giorni reiterata da Berlusconi.  Intendiamoci, non è che le altre regioni stiano facendo salti di gioia, però lo stesso Bossi ha detto che se ne può parlare, e la convinzione è che la cosa si farà. Ma allora, se così dovesse essere, perchè prima no e adesso si? Non è che prima si voleva fottere Bassolino (che diverse colpe, onestamente, ce le ha) e adesso si vuole favorire Berlusconi, consentendogli di mantenere l'impegno preso prima delle elezioni, di ripulire la regione, sul quale ha costruito e lucrato la sua campagna elettorale? Il dubbio, in effetti, persiste. Comunque, l'essenziale è che diano una ripulita per le strade. Fa caldo, in questi giorni va un po' meglio, ma ancora non ci siamo.

3) L'Alitalia, sulla quale Alitano venti di tempesta. Pagheremo probabilmente la multa che ci infliggerà l'Unione europea per la  recente ricapitalizazione di 300 milioni di euro senza alcun prospettiva. Certo, l'attuale premier si scagliò contro l'ipotesi di assorbimento di Air France, che prevedeva 1800 esuberi trattabili e accompagnati alla pensione, e un miliardo di investimenti. Prima del voto, questo. Urlò che era uno scandalo, un'annessione, e che aveva già pronta una interminabile fila di imprenditori recanti ciascuno una "fiche" per salvaguardare l'italianità della compagnia. Ad  oggi non si è visto nulla, salvo il diradarsi dei pochi imprenditori via via citati e subito squagliatisi via. E salvo le indiscrezioni dell'advisor, che parlano di almeno 4000 esuberi e di fortissimo ridimensionamento della flotta. Questa promessa mi sa che è un po' più dura da mantenere.

 
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Nel mio lettore cd.....

Post n°11 pubblicato il 29 Giugno 2008 da elbablogg

Il vecchio e il mare(Roberto Vecchioni)

Lasciatemi restare così
tra questa barca e il cielo
fermo e inimmaginato come una nota di Mahler
sopra un violino solo.

Lasciatemi restare così
con questo pescecane legato al mio fianco
che dovrei riportare a riva
se solo fosse un po' più stanco.

Così, dove tutte le cose sono soltanto
battelli di passaggio,
viste e perdute nell'attimo che un faro
le trapassa di un raggio.

Perché il vecchio adesso ha vent'anni
e il mare ne ha milioni di milioni,
perché il vecchio adesso ha un sorriso
che ha superato tutte le illusioni.

E l'amore, l'amore, l'amore,
che bella scusa per sentirsi vivo
è stato questo amore,
e l'amore, l'amore, l'amore
che insensata pagina di violenze, lacrime, sudore,
e lontano, lontano, lontano il vecchio
ha sempre la tua lettera che dice di tornare,
perché ti ha amato così tanto
nonostante l'amore.

Lasciatemi questa zona d'ombra,
questo sentimento di non partenza;
stendermi, ben sapendolo,
in questa dolcissima, totale indifferenza;

ho figli che devono tirare le reti
e fastidiosi richiami dalla riva,
e conti da saldare
con chi mi compra il pesce perché io sopravviva.

E l'amore, l'amore, l'amore
che infrangibile anello è stato il tuo amore,
l'attimo nella nebbia
che più credibilmente rassomiglia al sole
in mezzo a scogli e stelle e guizzi di delfini
da non considerare
perché il vecchio ora sa che è vero solo il mare.

E non c'è niente che sia vero
tranne il mare;
il vecchio sa,
perché ora il vecchio
è il mare.

 
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Questa domenica......

Post n°10 pubblicato il 29 Giugno 2008 da elbablogg
 

No, non ci vado al mare. Lo so che è domenica, ma preferisco la quiete, l’aria condizionata, la mia musica preferita, il libro che sto leggendo.

 

Non è che non mi piaccia il mare, è che non mi piace la calca, le file mostruose in auto all’ora del rientro, il parcheggio che non si trova, i lidi zeppi come un teatro all’inaugurazione della stagione, i maleducati, i vocianti, il machismo da esibizione, il gracchiare delle radio al massimo volume, l’acqua unta di gasolio, con quello che costa poi, i sacchetti di plastica galleggianti, le pinne dei sub improvvisati a schiaffeggiare l’acqua. Insomma, sono forse un intollerante, ma prediligo il mare che non si deve raggiungere, a pochi metri dal bungalow o dall’hotel, quello dopo le 17, nella magica controtendenza dell’incrocio dei volti avvizziti di sole di chi viene su, e non sa che si perde la pace, la letizia, l’incanto del sole morente sull’acqua, quando l’accarezzare dei raggi da il cambio al sole-fornello-fucina- attivatore di melatonina, e le voci si fanno più rade, più rispettose dello sciabordìo sulla battigia, più in armonia col profilo di costa.

 

E dunque, rimando il piacere del mare alla fine di agosto, e soprattutto a settembre, quando potrò rinnovare queste esperienze in tranquillità, senza il sole che picchia a martello, come cantava il mitico Ivan Graziani, sul mio scalpo indifeso.

 

E poi è veramente singolare, dire bello sarebbe eccessivo, vedere il paese in cui vivo, a due passi da Napoli, nell’afrore dell’estate ormai divampata, la domenica mattina.

 

Sonnolento, la domenica lo è sempre, ma quella estiva è una sonnolenza sciatta, accaldata, infastidita. Pochi anziani entrano ed escono dalla chiesa, sulla piazza principale, i bar intorno appaiono desolatamente vuoti, ogni tanto un’automobile col canotto sul tettuccio svicola verso le vie del mare, sono scomparsi i banchetti ambulanti delle noccioline ed altre chincaglierie gastronomiche domenicali, nessun essere umano al di sotto dei trent’anni sciama lungo il corso. Litigo col distributore automatico delle sigarette, che insiste nel rifiutare la banconota di cinque euro senza alcuna apparente motivazione, ma anche il tabaccaio sarà al mare, e devo arrangiarmi prendendo un caffè ed usando le monete del resto. Prendo il giornale, e cammino tranquillo nel panorama deserto di una cittadina usualmente giovane e chiassosa, felicemente sgombra di scooter, dove stamane è possibile ascoltare e distinguere le poche voci, una per una. Mi sento sereno, a volte basta poco per ricaricare le batterie, a volte è sufficiente l’ozio improduttivo e sconfinato di un giorno di festa senza incombenze, appuntamenti, attese, impegni, divertimenti imposti che tali non si rivelano. Che domani si torna alla pugna, a calcolare le tasse e a fare e rifare le dichiarazioni dei redditi, fingendo di impietosirsi davanti al cliente evasore-incallito-disperato che, in un accesso di rabbia, sputa veleno sul mondo che minaccia di mandarlo sul lastrico.

 

Questo domani però, oggi mi godo la magia del non fare una beneamata mazza.

 
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