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ALKIMIA

la trasformazione attraverso le parole, le immagini, i colori, i cristalli, i suoni e...l'amore

 

 

Post N° 37

Post n°37 pubblicato il 22 Luglio 2008 da danaicsi

 

 

 

Corso di Teosofia

25^ Lezione

La Vita oltre la morte

(prima parte)

Da secoli, in occidente, la morte è soggetto di terrore. Non solo ci colpisce dolorosamente strappandoci gli esseri ai quali teniamo di più e minacciando noi stessi nel mezzo dei nostri progetti più cari, ma, con l’incognita che essa nasconde è presaga di terribili minacce che niente può scongiurare. Così, è spesso descritta con immagini che mettono in risalto la sua natura orrida e implacabile, come nelle danze macabre del Medioevo. E bisogna aggiungere che gli insegnamenti esteriori delle religioni non hanno fatto che aggravare questo clima di paura.

Uomo tra gli uomini, lo stesso Gesù, sulla Croce, avrebbe conosciuto l’angoscia della morte al momento di spirare, e si sarebbe sentito abbandonato da Dio (Matteo, 27,46)

Tutto questo, purtroppo, preso alla lettera, da alla morte un’immagine terrificante: colpevolizzate dall’idea del peccato, le masse popolari hanno visto in essa il simbolo stesso del castigo assoluto.

In queste condizioni, l’atteggiamento più corrente nei confronti della morte è il silenzio. Argomento tabù, ci sforziamo di dimenticarla, di non parlarne, viviamo come se non dovesse mai arrivare. E ci tranquillizziamo immaginando i defunti che "dormono l’ultimo sonno."

Però è anche vero che la situazione si è evoluta fin dal XIX° secolo, con lo sviluppo dello Spiritismo, e soprattutto nel XX° secolo fino ad oggi, con il progresso della scienza.

Le comunicazioni con gli Spiriti, tramite i medium, hanno contribuito a dare l’impressione che l’aldilà sia un soggiorno più luminoso del nostro, e che la morte altro non sia che una liberazione benefica.

Oggi, le inchieste condotte da ricercatori scientifici rinomati (come il Dottor Moody e suo figlio, il Dottor Kùbler-Ross, e diversi altri) contribuiscono notevolmente a scongiurare la paura della morte.

Quando possono descrivere le loro esperienze interiori, le loro visioni, i moribondi non descrivono affatto dei racconti spaventosi.

Alcuni ricercatori americani come Karlis Osis, hanno costatato che il contenuto di quegli esperimenti è, d’altronde comparabile anche tra persone di civiltà diverse. Gli scampati alla morte, rianimati in extremis, dopo aver cessato di vivere, per un periodo più o meno lungo, riferiscono delle impressioni che non hanno nulla di allarmante: al contrario, la pace che hanno avvertito aveva una forza tale che essi sono ritornati alla vita solo con rimpianto. ( vedi, a questo proposito "La Vita dopo la Vita" del Dr. Moody e "Nuove ipotesi della Vita dopo la Vita" del Dr. Moody Junior)

Queste constatazioni che scuotono le idee stabilizzate sulla morte, contribuiscono a sanare il clima di paura che alimentava, ma sono l’occasione di discussioni, spesso sterili e ripetitive, tra "credenti e miscredenti".

Come sempre, ad immagine delle persone della caverna di Platone (vedi "Idee chiave della Teosofia"lezione n.1), gli uomini hanno tendenza ad inventare spiegazioni ( generalmente materialistiche) dei fatti che scoprono, senza sospettare che la realtà è, in effetti, totalmente diversa, poiché non hanno alcuna idea di quello che esiste fuori dalla caverna.

L’insegnamento della Teosofia sulla Vita dopo la morte non è allegorica ma è il risultato dello sforzo compiuto da H.P.Blavatsky per mettere alla nostra portata i fatti di esperienza osservati direttamente dai suoi Maestri che hanno acquisito il potere di esplorare coscientemente questo mondo, per noi pieno di mistero, dove le Anime umane proseguono la loro esistenza dopo aver lasciato il corpo fisico, e prima di reincarnarsi.

Quest’insegnamento si iscrive nel quadro logico di tutto quello che abbiamo esposto precedentemente; non saremo quindi sorpresi nello scoprire che la morte è un fenomeno naturale, nel quale tutti i processi obbediscono a delle leggi logiche, e che contribuiscono efficacemente al progresso dell’Anima, permettendole non solo di accedere al riposo prima di una nuova incarnazione, ma anche di assimilare tutta la ricchezza delle sue esperienze terrene.

Come abbiamo già visto, il Karma interviene durante tutte le fasi della vita dell’essere in incarnazione, ma la legge della Natura quì appare misericordiosa, contrariamente a ciò che insegnano le religioni sui vari castighi previsti per punire i peccatori dopo la loro morte.

E’ soltanto in un'altra vita sulla terra che l’Anima dovrà far fronte alle conseguenze dei suoi errori.

Riflettiamo ogni tanto sull'essenza della morte?

Qual'è il nostro sentimento in quel momento?

Questo esercizio, col tempo, ci insegna a discernere tra le cose reali e quelle illusorie, dando priorità alle prime.

Corso di Teosofia

26^ Lezione

La Vita oltre la morte

(seconda parte)

Analogie tra il sonno e la morte.

Nel mondo greco si diceva che il sonno (Hypnos) era fratello della morte (Thanatos).

In effetti le analogie tra i due sono numerose; ancor più strette sono se si fa seguire la rinascita alla morte.

Ad un osservatore esterno, un dormiente sprofondato nel sonno non è affatto diverso da un morto, se si guarda all’immobilità del suo corpo, all’assenza di qualsiasi manifestazione di coscienza e di volontà, alla calma della sua espressione.

L’analogia termina se si pensa che il dormiente si sveglierà, ma non il morto.

Ma la Teosofia ci invita a non identificare l’uomo con il suo corpo: sotto l’apparenza del riposo del corpo, la coscienza del dormiente è molto attiva – come quella dell’uomo nel momento del decesso.

Nei due casi, essa si è ritirata progressivamente, dal mondo delle sensazioni fisiche fino ad un piano di esperienza soggettiva.

Si sa per certo che alcuni problemi assillanti durante il periodo di veglia, trovano la loro soluzione durante il sogno.

Lo stesso accade per gli ultimi pensieri del morente, quelli dominanti durante la grande rassegna finale formeranno la nota caratteristica per l’esperienza post-mortem.

Sia il sonno che la morte offrono all’Anima l’occasione per un riposo riparatore e l’assimilazione delle esperienze terrestri.

I ricercatori scientifici hanno costatato che il periodo notturno consacrato a sognare è indispensabile per l’equilibrio vitale degli esseri – allo stesso modo, l’attività psichica dell’Anima nel Devachan (lett.= "La dimora degli Dei") ha un carattere particolarmente benefico , di cui purtroppo non approfittano quelli che, durante tutta la loro vita terrena, hanno negato qualsiasi possibilità di sopravvivenza.

Nella pratica, queste analogie sono interessanti; bisognerebbe poter dare un posto alla morte nella dinamica della nostra vita, così come vi integriamo il sonno.

Nel ritmo della nostra esistenza, il sonno ha il suo posto ed è una necessità accettata. Vi è un igiene del sonno che fa da contr’altare all’igiene della vita attiva.

Non ci si lascia "cadere" a caso nel sonno, senza prepararvisi, per dormire in modo riparatore sia per il corpo che per il mentale ed il cuore. Sarebbe altrettanto auspicabile di non "cadere" a caso nella morte, ma di prepararvisi.

Se sappiamo utilizzare la nostra volontà per raggiungere la calma in noi stessi, perché è finalmente giunta l’ora di dormire, e per occupare la mente con l’immagine spirituale che desideriamo realizzare quaggiù, l’addormentarsi sarà più piacevole e quest’ultimo pensiero potrà risvegliare qualche eco nel nostro essere profondo durante le ore notturne.

Nel momento della morte, questa preparazione al sonno, a lungo ripetuta durante gli anni, dovrebbe aiutarci naturalmente ad abbordare la morte allo stesso modo del sonno, cioè nella calma, e con un attiva volontà capace di fissare la nostra mente sull’immagine dell’ideale che desideriamo perseguire ancora nella successiva incarnazione.

Un ottimo esercizio è costituito dalla Rassegna Serale.

Si tratta, appunto, di ripassare in rassegna tutti gli eventi importanti della giornata, andando a ritroso.

Iniziare cioè, da quando siamo andati a letto per finire al mattino appena svegli.

Questa ottima pratica è anche utile, se ripetuta costantemente, per ricordare i sogni.

Chiaramente ciò avviene dopo almeno una ventina di sere di pratica costante.

Corso di Teosofia

27^ Lezione

La Vita oltre la morte

(terza parte)

Platone ha ben osservato che la morte non è che un passaggio, ma bisogna diffidare dalle spiegazioni semplicistiche di alcune scuole attuali secondo le quali l’Anima, liberata dal corpo al momento del decesso, avrebbe la facoltà di percorrere a suo piacimento il mondo astrale.

In realtà, come ha insegnato Plutarco, l’itinerario dell’Anima dopo la fine della vita terrena passa attraverso due morti distinte, separate da un intervallo di tempo di durata variabile.

La prima morte – che è la morte fisica – può , alcune volte essere violenta; separa l’uomo settuplo in due parti le cui sorti sono differenti:

- il cadavere, con il suo doppio eterico privato di ogni legame con l’Ego Immortale, è destinato a una decomposizione più o meno rapida.

- L’Ego Immortale rimane legato ai Corpi Astrale e Mentale che sono serviti da base all’attività psichica ed emozionale della personalità terrestre. Quest’entità astrale conserva una certa vitalità (un aspetto energetico di prana) che gli conferisce una coesione permettendogli una sopravvivenza,( nel Kama-Loka = Luogo del Desiderio) a volte considerevole.

La seconda morte corrisponde ad un processo naturale molto più lungo del primo; permette all’Ego Immortale di liberarsi progressivamente del Corpo Astrale, che finisce per rigettare nella sfera astrale della Terra, come una specie di cadavere psichico (Kama-Rupa = Corpo del Desiderio) destinato ad una disgregazione generalmente molto più lenta di quella del cadavere fisico. Chiamiamo spesso "guscio astrale" questa parvenza di anima, priva di ogni coscienza ragionata. In effetti, in questi gusci astrali, rimane "l’odore" della coscienza del suo possessore.

Questo spoglio progressivo, in quello che è chiamato il Kama-loka (lo stadio della vita post-mortem dove le forze e le immagini del desiderio hanno la facoltà di darsi libero sfogo) corrisponde al purgatorio delle religioni. In questo stadio l’essere soffre di tutte le sofferenze che ha prodotto durante la vita ai suoi simili ed alla Natura.

Egli però non soffre coscientemente della grande separazione che avviene tra gli aspetti puramente egoisti e terreni della personalità e gli elementi superiori.

Notiamo che questa seconda morte non mira solo a liberare l’Ego Immortale da uno strumento psichico ormai inutilizzabile, ma permette anche all’Anima di portare con sé il "bottino" spirituale della vita trascorsa, che servirà di base all’esperienza della fase seguente, chiamata Devachan , secondo un termine orientale che evoca uno stato di piena felicità (lett. = "La dimora degli Dei")

A questo punto, l’Ego Immortale, liberato da tutti i suoi strumenti psico-fisici, si prepara al Devachan attraverso un periodo di gestazione, più o meno lungo, durante il quale egli si avvolge di tutto il tessuto di immagini e di aspirazioni ideali della sua personalità per trarne tutto il succo, per tutti i lunghi anni di sogno paradisiaco, nel quale si rinchiuderà in profonda contemplazione.

Il guscio astrale che è ancora pieno di energie e di desideri per la vita terrena, a sua volta và alla deriva nelle correnti della Luce astrale. Esso può essere attirato magneticamente verso esseri viventi, come i medium. E poiché questi gusci astrali sono portatori di tutta la memoria dettagliata della vita trascorsa, è possibile, in una seduta spiritica, entrare in contatto con esso ed ottenerne numerose informazioni, dando ai presenti l’illusione perfetta di comunicare con la vera Anima del defunto.

A questo stadio dell’esperienza post-mortem, la Teosofia esclude ogni possibilità di dialogo (possibile nello stadio precedente) con l’Ego Immortale che, nel suo mondo Spirituale, è al fuori della portata degli strumenti psichici degli uomini incarnati.

Nelle visioni celesti del Devachan, L’Ego Immortale assapora una felicità assoluta, nella quale riceve le compensazioni per le sofferenze che l’uomo aveva sentite come immeritate; dà libero sfogo a tutte le sue aspirazioni frustrate e vive pienamente l’ideale che aveva sognato, che non aveva potuto raggiungere in vita.

E’ ancora prigioniero di immagini personali, ma ne assimila la quintessenza e, al tempo stesso, esercita pienamente i suoi poteri di ideazione in attinenza con i temi più spirituali della vita umana.

Si capisce che questo periodo prolungato di riposo e di assimilazione è indispensabile per l’Ego Immortale che si colloca integralmente nel programma naturale della sua evoluzione, che mira all’incarnazione del Divino nell’uomo.

Per la Teosofia, il tempo di "residenza nel cielo" non è eterno. Prima o poi, le energie che sostengono e mantengono l’Ego Immortale nella sua esperienza soggettiva, vengono ad esaurimento.

Poiché tutti gli elementi della personalità terrena sono stati assimilati dall’Anima, oppure rigettati durante la seconda morte, di questa personalità non rimane più niente che sia capace di trattenere l’Ego Immortale in un esperienza di coscienza.

Presto suonerà l’ora della rinascita in un quadro interamente nuovo. Ma nulla di ciò che è meritevole di essere conservato andrà perduto, e l’Ego Immortale conserverà sempre la memoria integrata di tutte le sue vite passate.

Quindi, come si può vedere, l’avventura umana, dopo la morte fisica, obbedisce ad un programma che appare perfettamente logico e necessario, dal momento che si conosce la costituzione settupla dell’uomo vivente. Constatiamo anche a che punto tutti questi processi riflettano l’economia della Natura, obbedendo sempre alla Legge Karmica.

Vediamo pure che la morte è un mondo di effetti, subiti dall’Anima senza che la sua volontà intervenga, per lo meno nello stadio attuale dell’evoluzione.

Alla luce di quanto detto, la "morte" assume un aspetto diverso da quello esposto per secoli.

Le Leggi eterne del Karma e della Reincarnazione vanno a collocarsi come tasselli importanti nel mosaico relativo all'evoluzione dell'intero universo.

Karma, Morte e Reincarnazione governano i cicli evolutivi della Natura da sempre.

Comprendere tutto ciò , apre le porte ad una nuova visione, più inclusiva e maggiormente illuminante.

 
 
 

Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 22 Luglio 2008 da danaicsi

 

Corso di Teosofia

28^ Lezione

La Vita oltre la morte

(quarta parte)

Parliamo ora di ciò che avviene nei momenti che precedono immediatamente o che seguono il decesso.

Il processo dell’arresto della vita avviene per tappe sul piano fisico; è accompagnato da una progressiva ritirata della coscienza, che, dapprima, perde l’uso degli organi di azione volontaria e dei sensi (l’udito può spesso restare attivo a lungo) per risalire, in seguito, gradualmente, dal piano delle emozioni e dei pensieri terreni fino alla radice della coscienza personale.

Durante questa risalita, Helena Petrovna Blavatsky precisa che il morente potrebbe avere delle visioni di coloro che ama e che pensa di più.

Il Dr. Moody asserisce che, alcune persone tornate dalla morte hanno confermato di essere stati accolti nell’aldilà da parenti deceduti, venuti a rassicurarli ed a condurli verso il loro destino.

Queste apparizioni, più o meno fugaci, lasciano in seguito posto all’esperienza decisiva del passare in rassegna tutta la propria esistenza.

Riflettiamo sulle caratteristiche di questa visione: essa è completa ed integrale (tutto è rivisitato fedelmente, fino al più piccolo dettaglio); mette in luce la sottile concatenazione tra causa ed effetto di cui è stata intessuta l’esistenza; è obiettiva (l’uomo si vede quale è stato realmente) ed è vissuta al di fuori del dominio delle emozioni.

E’ sicuramente un esperienza solenne, una sorta di illuminazione che si impone alla coscienza con forza e chiarezza: pazienti rianimati in extremis hanno più volte dichiarato al Dr. Moody di essersi trovati di fronte ad una presenza soprannaturale – un Essere di Luce pieno d’amore e comprensione – che li faceva assistere a questa visione retrospettiva della loro esistenza.

Questo Essere luminoso e comprensivo non ci deve sorprendere , specie se pensiamo alla natura dell’Ego Superiore che è quasi onnisciente nella sua natura immortale.

Ne "La Chiave della Teosofia" è chiamato "Filo Dorato", ma è anche, per la personalità terrena, come un congiunto che la sostiene instancabilmente con i suoi poteri durante tutta la sua esistenza.

Si capisce perché i morenti si sentano amati e totalmente capiti da questo Essere di Luce, senza dover neanche parlarsi.

Alcuni di questi rinvenuti hanno addirittura assicurato di aver fatto con Lui una sorta di esperienza di totale onniscienza (vedi: "Luci nuove sulla vita dopo la vita del Dr.Moody) . Ne "La chiave della Teosofia, H.P.Blavatsky fa riferimento in più punti a questo carattere quasi onnisciente dell’Ego Immortale o Anima.

Notiamo che queste esperienze dei morenti sono totalmente sorprendenti per coloro che le vivono, che essi generalmente le interpretano nel quadro delle loro credenze religiose: sono persuasi che Dio, o il Cristo è apparso loro.

Ne "L’Oceano della Teosofia, W.Q.Judge, distingue - in prossimità della morte – fra i fenomeni esteriori legati alla fisiologia (sintomi della morte, la concentrazione delle forze del corpo e del mentale nel cervello, la cui attività si svolge ora a beneficio dell’Ego Immortale) e le esperienze peculiari della persona che lascia questo mondo, non in fretta, bensì quando il suo compito sia terminato.

Infine, dopo il bilancio dell’esistenza e la lotta dell’uomo per sganciarsi dal corpo, l’ astrale si stacca dall’involucro fisico – la morte è allora definitiva e la vita nel corpo fisico si spegne, come la fiamma di una candela su cui si soffia.

Alla luce di quanto detto, appare chiara la necessità di "accompagnare", con solenne silenzio , gli istanti che precedono e che seguono il decesso.

Pensieri di Luce, preghiere, mantra o invocazioni possono aiutarlo in maniera considerevole.

I pianti isterici e le grida di dolore, infastidiscono, ostacolano e tormentano l'essere disincarnato ma ancora legato al piano fisico/eterico.

Egli viene distolto da quegli attimi di estrema importanza ed ostacolato nel suo naturale corso post-mortem.

Corso di Teosofia

29^ lezione

La Vita oltre la morte

(quinta parte)

Cerchiamo ora di chiarire le differenze che esistono tra la morte naturale e quella violenta e quali sono le conseguenze nell’aldilà.

La morte violenta è in un certo qual modo un avvenimento contro natura : non ne sono preparate la parte fisica né la sua controparte astrale e vitale dell’essere.

Essa lo sorprende prima della fine del suo "programma biologico" e spesso quando è ancora in piena forma fisica e psichica.

Così, brutalmente privato del suo corpo fisico , questo essere resterà ancora "vivo" – fino a quando il vero termine naturale della via sia sopraggiunto, che si tratti di un mese o di sessant’anni. Solo allora la forza coesiva dei principi inferiori si sarà esaurita e il processo della seconda morte potrà cominciare.

In questi particolari casi, lo stato di "morte parziale", viene di norma vissuto in una semi-incoscienza, se l’individuo apparteneva alla media degli esseri umani.

Ma se si tratta di un essere perverso, pieno di appetiti grossolani, o pieno di rancori nei confronti dei suoi simili, o della società (è il caso di criminali giustiziati) , oppure se ha messo fine alla sua esistenza volontariamente, disperato per non poterne più godere a volontà, non può sfuggire ad una determinata esperienza cosciente del Kama-Loka, che molto probabilmente è dolorosa. ( vedi lezione n.27 - La Vita oltre la Morte n.3)

Se un uomo muore – anche di morte naturale – con un violento desiderio di vivere, o eventualmente di portare a termine la sua missione, può accadere che l’entità, privata del proprio corpo, rimanga per un certo periodo nell’ambiente terreno, manifestandosi persino ai vivi ( senza per altro esserne consapevole).

Per quanto riguarda i giustiziati, o i suicidi, l’energia del desiderio che li trattiene prigionieri nel nostro mondo può essere ancora più forte: vi è persino il rischio che diventi parassita di alcuni viventi che sono indotti allora, causa la loro natura troppo passiva, a manifestare a loro volta le caratteristiche dell’entità trapassata.

Lo stato di coscienza dell’essere disincarnato, morto in situazioni tragiche, può essere drammatico. Egli rivive un incubo ricorrente, in cui sono incessantemente passate in rassegna, in ogni dettaglio, le drammatiche circostanze che hanno portato alla morte.

Notiamo che alcuni sopravvissuti al suicidio hanno confermato al Dr. Moody quanto è stato già formulato molto più di un secolo fa dalla Società Teosofica.

E’ facile capire come la durata e la qualità delle esperienze postume siano essenzialmente variabili da uomo a uomo, direttamente in relazione con la qualità e la molteplicità delle esperienze terrene.

Per esempio, se l’individuo ha dato libero corso ad ogni tipo di passioni e desideri, mobilitando a tal fine tutte le energie disponibili (materiali e spirituali) , ha creato in se stesso una sorta di entità astrale o psichica, potente, capace di sopravvivere a lungo nella sfera del Kama-loka ed alla quale l’Ego Immortale dovrà – per così dire – strappare con fatica le energie psichiche omogenee alla propria natura spirituale: si presume che la durata del processo di questa seconda morte non possa essere paragonato a quella che vivrà un uomo puro e totalmente consacrato ad una nobile causa.

La regola, per chi muore di morte naturale, è che resterà nella sfera d’attrazione terrestre ( il Kama-loka ) per un periodo che va "da pochi giorni a qualche anno" . Vi sono tuttavia delle eccezioni, come abbiamo accennato sopra.

Per quanto concerne il Devachan, per la media degli individui esso dura alcuni secoli. Ben inteso, se si prende in considerazione ogni singolo essere, il tempo che intercorrerà realmente tra la sua morte e la sua reincarnazione può variare considerevolmente.

Può accadere persino che un individuo non faccia nessuna esperienza nel Devachan (come il caso di un essere grossolano, pieno di egoismo).

Come abbiamo già visto, questa esperienza non dipende soltanto dalla ricchezza delle energie spirituali da assimilare per l’Ego Immortale: essa viene attivata dalla fede nella sopravvivenza.

Da quanto sopra esposto, si comprende chiaramente l'importanza, per l'individuo, di dedicare gran parte del suo tempo e delle sue energie a quella che viene definita "Ricerca Interiore".

Nella vita "oltre il velo", raccoglieremo quanto seminato nel transito terrestre.

Corso di Teosofia

30^ Lezione

La Vita oltre la morte

(sesta parte)

Vediamo quindi a qual punto la durata ed il contenuto della vita dopo la morte fisica siano sottomessi alla Legge del Karma: la morte apre un campo di esperienza in cui l’uomo raccoglie le esatte conseguenze dei suoi atti e pensieri volontari, nei limiti concessi dagli strumenti di cui dispone per questa esperienza.

Riassumendo, bisogna distinguere, per quanto riguarda il Devachan, tre categorie ben distinte:

1° - Gli esseri umani materialisti e grossolani – anche se si professano seguaci di una religione – senza alcuna ricchezza interiore da raccogliere : questi si reincarneranno dopo poco tempo;

2° - Gli uomini che, benché buoni e generosi, professano un incallito scetticismo nei confronti dell’Anima e del suo divenire dopo la morte del corpo fisico: costoro si privano dell’esperienza vivificante dell’assimilazione delle loro energie spirituali. Questa assimilazione avviene comunque, ma in un registro incosciente, paragonabile al sonno profondo di un bambino. La loro unica possibilità di Devachan cosciente è collegata alle aspirazioni che possono aver avuto nell’infanzia o nell’adolescenza, prima cioè di adottare definitivamente le idee materialistiche.

3° - La maggioranza degli esseri umani che conservano l’idea innata della loro immortalità. costoro costituiscono la maggioranza.

Quale pura mente, coperta di una veste assai eterea, che poi abbandonerà quando giunge l’ora del ritorno sulla Terra, l’Ego Immortale, chiuso nella sua esperienza paradisiaca, si stacca poco a poca dalla morsa della sua vecchia personalità per accedere infine a piani di coscienza più universali.

L’Ego Immortale, svegliato dal suo sogno, dopo aver "digerito" nel Devachan tutti gli elementi nutrizionali ricavati dalla sua vita terrena, ritrova per un attimo la libertà della propria piena coscienza manasica, mentre i legami Karmici che lo riportano nella prova dell’incarnazione, si riaffermano.

La costruzione dei nuovi involucri, che l’Ego Immortale utilizzerà, avviene sulla base di un programma in cui intervengono gli elementi attivi della personalità antecedente – gli Skandha, che erano rimasti allo stadio di germi per tutta la durata del Devachan, ma che ora si riattivano, come effetti Karmici, per fissarsi nei tratti e nelle tendenze della nuova personalità.

Dal punto di vista della coscienza, il ritorno sulla terra è caratterizzato dal fatto che l’essere cade in uno stato di incoscienza, che è un periodo di oscurità e di sonno profondo. Questo stato è caratteristico del passaggio di un piano d’esperienza ad un altro.

Questo però non è il caso, come abbiamo già visto, dei Maestri di Saggezza che rimangono coscienti anche durante tale passaggio.

La Teosofia ci da qui un fondamentale insegnamento: proprio prima della nascita, l’Ego Immortale ha una visione prospettiva della vita che lo attende e percepisce all’istante tutte le cause che lo hanno condotto nel Devachan e che lo riportano alla nuova vita. Con la sua piena coscienza Manasica, egli vede il concatenamento di tutte le sue vite, con le loro giuste conseguenze sull’istante presente e i futuri prolungamenti.

Egli non borbotta, ma si fa nuovamente carico della propria Croce: "Un'altra Anima è tornata in Terra".

Possiamo notare una specie di simmetria tra il movimento che allontana l’Ego Immortale dall’incarnazione e quello che ve lo riconduce: la visione retrospettiva che avviene al momento della morte è essenzialmente accentrata sulla vita appena trascorsa. Eccezionalmente, se l’essere è particolarmente puro, questa visione può inglobare la catena logica di più esistenze. Al ritorno, l’Ego Immortale, libero dalla catena dei legami della sua vecchia personalità, ha una visione ben più ampia, ma in quest’istante , siccome è di nuovo riagganciato ad un preciso contesto terreno (proprio prima della nascita), le linee karmiche della vita che lo attende sono perciò molto ben tracciate, per permettergli di percepirne nettamente l’orientamento e persino il contenuto.

L’ora della nascita è il momento in cui l’essere viene a porsi nel complesso campo delle forze cosmiche, per subirne le congiunte influenze, conformemente alle linee del suo Karma, e allo scopo di progredire sulla strada dell’evoluzione.

Da tutto ciò possiamo vedere come l’Ego Immortale non scelga la sua nuova incarnazione, ma si pieghi ai dettami della Legge Karmica.

Quanto sopra esposto, chiarisce perfettamente i modi dell'incarnazione di un Anima.

Ciò che comunemente è detto circa la libera scelta delle esperienze e dei luoghi della rinascita non trova conferma in Teosofia.

L'essere che sta per incarnarsi deve sottostare alla Legge Karmica ed agli effetti che lui stesso ha creato nelle vite precedenti.

E, secondo logica, non potrebbe essere diversamente

Corso di Teosofia

31^ Lezione

La Vita oltre la morte

(settima parte)

Bisogna insistere sull’idea che la morte non è una catastrofe irrimediabile che pone una fine definitiva alla vita: se capita che un esperienza si ferma su di un piano, significa che continua su di un altro. Ripetiamolo: la vita non è un prodotto della materia, ma è il motore che aziona il cosmo.

Molti uomini e donne non vogliono pensare alla morte, che temono come la fine di tutto – anche se sono credenti. Eppure quando si confrontano con essa da molto vicino, la loro ottica cambia radicalmente, come nei casi riportati dal Dr. Moody.

Quelli che hanno conosciuto uno stato vicino alla morte clinica e hanno fatto l’esperienza straordinaria di pace e di luce, descritta da molti pazienti rianimati in extremis, hanno scoperto, in modo indimenticabile, che la morte si presenta in realtà come una liberatrice che mette fine ad ogni sofferenza, e che schiude una felicità ineffabile, senza comportare nulla di minaccioso e di tragico, come alcune tradizioni religiose si dilettano invece di promettere ai peccatori non pentiti.

Quest’approccio nuovo della morte ha un qualcosa di salutare, da ala vita e alla morte il posto che compete loro nell’ordine della natura: gli scampati sanno che devono vivere per continuare la loro missione sulla terra, impegnandosi il meglio possibile, ma sanno pure che all’ora stabilita la morte verrà nuovamente e questa volta definitivamente, a liberarli dal fardello dell’esistenza. Non hanno più paura della morte e hanno capito che la vita deve servire per amare e per apprendere.

Da circa un secolo e mezzo, la Società Teosofica invita gli uomini a questo approccio filosofico con la vita; non vi è nulla di demoniaco nelle leggi della Natura: tutto vi è organizzato in modo benefico ed armonioso. La morte non capita a caso. Giunge ad un determinato momento per effetto del Karma; non come vendicatrice ma come liberatrice per l’Anima sofferente, mettendo provvisoriamente un termine alla sua prova.

Una profonda comprensione della necessità e dell’utilità della morte da un senso diverso alla vita dell’uomo – così come una comprensione della vita, in tutta la sua compiutezza, permette un approccio differente alla morte.

La morte pone fine alle forme ma non intacca il testimone interiore cosciente che utilizza queste forme. Così, la morte costringe l’uomo vivente a ricercare questo testimone permanente e ad identificarsi in Lui – per quanto possa farlo – nella sua esistenza di tutti i giorni, attraverso il fluire delle stagioni, dei giorni e delle notti, della vita e della morte.

E’ una delle lezioni essenziali del capitolo XI della Bhagavad Gita, dove Krishna mostra al suo discepolo il grande movimento della vita che non risparmia nessuna di queste creature. Davanti a questo spettacolo schiacciante, il Maestro ordina al discepolo di combattere e di partecipare egli stesso all’opera della Natura, compiendo il suo dovere: se lotterà così, confidando nel proprio destino Divino di uomo-Dio, del quale non è ancora che l’incarnazione perfetta, sicuramente egli otterrà la vittoria.

Non c’è dubbio che un giorno la personalità terrena perirà, ma se ha servito la causa dell’Ego Divino Immortale che la anima, avrà compiuto la sua funzione.

La causa di quest’Ego Immortale è evidentemente quella dell’uomo nuovo di domani e dell’umanità intera.

Non è saggio non pensare alla morte, e nemmeno non fare niente aspettando che arrivi, con il pretesto che è inevitabile. E’ saggio vivere pienamente, senza aggrapparsi alle cose passeggere della vita, ma impiantando nel frattempo le basi di una vita permanentemente al servizio incondizionato della Natura e di tutte le sue creature.

La vita è amica dell’uomo che la adopera al servizio di questa causa. Anche la morte è amica dell’uomo che confida nelle Leggi della Natura, che assicurano la salvaguardia del Pellegrino Immortale, sulla via ascendente del proprio progresso.

Come abbiamo già visto , il Karma non punisce, ma aggiusta senza sosta gli errori della nostra traiettoria: ci aiuta così a guarire da noi stessi i mali che contraiamo con la nostra ignoranza. Nella morte, il Karma ci concede liberamente di fare una pausa salutare, di rinfrancarci e riprendere forza: come potrebbe quindi la morte non integrarsi nella nostra visione universale del destino umano?

Dopo quanto esposto in queste ultime sette lezioni, abbiamo una diversa comprensione di questo fenomeno chiamato "morte"?

Quale aspetto non riusciamo ancora ad accettare, e perchè?

Con questa lezione si conclude il capitolo dedicato alla Vita oltre la Morte; dalla prossima inizieremo ad approfondire , in maniera dettagliata, i Poteri latenti dell'uomo nella visione Teosofica

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Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 07 Luglio 2008 da guya_51

I Sintomi degli Shaumbra
Dodici Sintomi del Risveglio della Vostra Divinità
Di Geoffrey Hoppe e Tobias


Sofferenze e dolori al corpo, specialmente al collo, spalle, schiena. Questo è il risultato dei profondi cambiamenti a livello del vostro DNA nel quale si sta svegliando il seme di Cristo. Anche questo passerà.


Sensazione di profonda tristezza interiore senza apparente causa. Voi vi state liberando dal vostro passato (questa vita e altre) e questo causa la sensazione di tristezza. Questa sensazione è simile all’esperienza di traslocare da una abitazione dove avete vissuto per molti, molti anni, ad una nuova casa. Quanto più volete spostarvi nella nuova casa, tanto più vi assale la tristezza di lasciarvi dietro ricordi, energia ed esperienze della vecchia casa. Anche questo passerà.


Piangere senza nessuna apparente ragione. Simile al punto 2. E’ bene e salutare lasciare sgorgare le lacrime. Aiuta a liberare la vecchia energia. Anche questo passerà.


Improvvisi cambiamenti di lavoro o di carriera. Un sintomo molto comune. Come cambierai tu, così cambieranno le cose intorno a te. Non preoccuparti di trovare il lavoro o la carriera perfetta proprio ora. Anche questo passerà. Siete in una fase di passaggio e potete fare molti cambiamenti di lavoro prima di sistemarvi con un lavoro che vi appassioni.


Allontanamento dalle relazioni familiari. Siete collegati alla vostra famiglia biologica dal karma. Quando uscite dal ciclo karmico, vengono liberati i legami delle vecchie relazioni. Sembrerà che vi stiate allontanando dalla vostra famiglia e dai vostri amici. Anche questo passerà. Dopo un po’ di tempo, potrete sviluppare con loro una nuova relazione se ciò risulta adeguato. In ogni caso, le relazioni avranno le loro basi nella nuova energia senza attaccamenti karmici.


Insolite modalità di sonno. Sono del tipo svegliarsi molte notti fra le 2.00 e le 4.00 A.M.. In voi si sta svolgendo un enorme lavoro e spesso questo vi costringe a svegliarvi per “riprendere fiato.” Non preoccupatevi: Se non potete ritornare a dormire, alzatevi e fate qualcosa piuttosto che restare a letto e preoccuparvi di problemi esistenziali. Anche questo passerà.


Sogni intensi. Potrebbero includere sogni di guerra e battaglia, inseguimenti e mostri. Voi state letteralmente liberando la vecchia energia del passato e queste energie del passato erano spesso simbolizzate da guerre, corse per fuggire e uomini neri. Anche questo passerà.


Disorientamento fisico. A volte vi sentirete molto sradicati. Voi sarete “spazialmente cambiati” e vi sentirete come se non poteste mettere due piedi sulla terra, oppure come chi cammina tra due mondi. Poichè la vostra consapevolezza transita nella nuova energia,il vostro corpo talvolta resta indietro. Passate più tempo in mezzo alla natura per aiutare la nuova energia a radicarsi. Anche questo passerà.


Aumento del “parlare a voi stessi.” Vi ritroverete molto spesso che parlate a voi stessi. Realizzerete prestissimo che stavate parlando con voi stessi negli ultimo 30 minuti. Esiste un nuovo livello di comunicazione che sta prendendo spazio nella vostra esistenza e voi state sperimentando la punta dell’iceberg parlando con voi stessi. Le conversazioni aumenteranno e diventeranno più fluide, più coerenti e più significative. Non state diventando pazzi, siete shaumbra che si stanno muovendo nella nuova energia.


Sensazioni di solitudine anche quando siete in compagnia di altre persone. Potete sentirvi soli e allontanarvi dagli altri. Potete sentire il desiderio di allontanarvi da gruppi e folla. Come Shaumbra, state percorrendo un sentiero sacro e solitario. Quanto più i sentimenti di solitudine vi causano ansietà, tanto più vi sarà difficile in questo momento relazionarvi con altre persone. Le sensazioni di solitudine sono anche associate al fatto che le vostre guide si sono allontanate. Sono state con voi in tutti i vostri viaggi, in tutte le vostre vite. Per loro è giunto il momento di fare ritorno, così che voi possiate riempire il vostro spazio con la vostra stessa divinità. Anche questo passerà. Il vuoto interiore sarà colmato dall’amore e dall’energià della vostra stessa coscienza Cristica.


Perdita di passione. Potete sentirvi totalmente privi si passione, con poco o nessun desiderio di fare qualcosa. Questo va bene e fa proprio parte del processo. Accettate questo momento di “fare nulla.” Non combattetevi su questo perchè anche questo passerà. E simile alla riprogrammazione di un computer. Avete bisogno di spegnere per un breve periodo di tempo per caricare il nuovo sofisticato software, o in questo caso, la nuova energia del seme di Cristo.


Una profonda nostalgia di Casa. Questa è forse la più difficile e provocatoria di tutte le condizioni. Potete sperimentare un profondo e opprimente desiderio di lasciare il pianeta e ritornare a Casa. Questo non è istinto “suicida.” Non è causato da rabbia o da frustrazione.Non fatevi prendere dall’idea che possa causare drammi a voi stessi o agli altri. C’è una parte tranquilla di voi che vuole andare a Casa.Il motivo di questo è molto semplice. Avete completato i vostri cicli karmici. Avete completato il contratto per questa vita. Siete pronti a cominciare una nuova vita, ma nell’attuale corpo fisico. Durante questo processo di transizione, avete un ricordo interiore di quello che significa stare dall’altra parte. Siete pronti ad imbarcarvi per un altro viaggio di lavoro qui sulla terra? Siete pronti ad accollarvi i cambiamenti derivanti dal muoversi nella Nuova Energia? Si, potreste davvero andare a casa ora. Ma siete venuti fin quà, e dopo molte, molte vite, sarebbe un peccato partire prima della fine del movimento. D’altra parte, lo Spirito ha bisogno che voi siate quà per aiutare altri a transitare nella nuova energia. Essi avranno bisogno di una guida umana, proprio come voi, che ha viaggiato dalla vecchia energia alla nuova. Il sentiero che state percorrendo proprio ora vi fornisce le esperienze che vi permettono di diventare un insegnante del Nuovo Umano Divino. Per quanto il vostro viaggio possa essere a volte solitario e buio, ricordate che non siete mai soli.


Copyright 2001 by Geoffrey Hoppe, Golden, CO. Prepared in collaboration with Tobias of the Crimson Circle. Please distribute freely for non-commercial purposes.

 
 
 

Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 04 Luglio 2008 da guya_51

 

Corso di Teosofia

11° Lezione

La Reincarnazione

(prima parte)

All´inizio del terzo millennio, la reincarnazione è all´ordine del giorno, mentre soltanto 40 o 50 anni fa i Teosofi erano ancora gli unici a parlarne pubblicamente, davanti ad un pubblico ristretto.

Ma, sebbene oggi si tratti frequentemente tale argomento con i mass-media, in letteratura e anche nell´arte, questo non basta per farla capire bene.

Infatti, in Occidente, la mente è permeata dall´idea di un'unica breve vita terrena per l´uomo, seguita da un esistenza, più o meno piacevole (paradiso, purgatorio, inferno), che sbocca nell´eternità, ma che conserva all´Anima i tratti caratteristici della sua personalità terrena.

Nell´accogliere ora la reincarnazione come un idea nuova, ci prepariamo ad ammettere che ci sono diverse vite terrene invece di una sola - e ci mettiamo ad interrogarci sulle nostre vite passate, ma all´infuori di questo, profondamente non cambia nulla. Riconosciamo alla reincarnazione il vantaggio apparente di rimandare la scadenza di un problematico giudizio finale - che dà il cielo o l´inferno eterno - e di concedere alla personalità una lunga dilazione con la possibilità di ritornare a ritrovare parenti e amici sulla terra. Essa ci garantisce di primo acchito la sopravvivenza dopo la morte - e questo è rassicurante.

Così, l´idea che se ne fa il pubblico è spesso ingannevole, facile e lusinghiera, ma è generalmente falsa e priva di filosofia.

Dire la mia Anima sottintende: io posseggo un Anima, oppure che potrei perdere o rendere l´Anima come un prestito che restituiamo, un fragile possesso che rischia addirittura di morire, e , di conseguenza, ecco frasi come "salvate le vostre Anime".

Noi non abbiamo un Anima. Essenzialmente noi SIAMO l´Anima immortale dalla quale viene il senso dell´io individuale che abbiamo nella nostra personalità incarnata, dalla nascita fino alla morte.

Bisogna liberarsi dall´angoscia della "salvezza dell´Anima"; L´Anima non muore con il corpo. Non bisogna temere un inferno per il dopo, ma vivere qui e ora cercando di migliorarci.

Cerchiamo di chiarire alcuni concetti rispondendo a qualche domanda.

- Alla nascita di un bambino, i genitori sono portati a credersi i creatori esclusivi del nuovo essere.

Cosa avviene in realtà?

I genitori forniscono all´anima che si incarna nella loro casa il corpo e l´ambiente per lo sviluppo del bambino. L´ereditarietà fisica è importante, ma l´Anima ha la sua ereditarietà (tutta l´acquisizione delle sue esperienze passate, con tutte le promesse di perfezione ed espressione che l´Anima porta in sé), e il suo grado reale di evoluzione può essere molto diverso da quello dell´Anima dei suoi genitori.

- Possiamo sperare di rinascere un giorno con la stessa personalità, lo stesso carattere, gli stessi tratti fisici?

Reincarnazione non significa eterno ritorno degli stessi avvenimenti, delle stesse forme.

L´essere fisico, psichico e spirituale che siamo attualmente, è assolutamente unico e non potrà mai riprodursi in maniera identica: ciò implicherebbe la ripetizione rigorosa di tutti gli avvenimenti che hanno contribuito a darci nascita sulla terra - stessi genitori, stesso ambiente, stessa educazione, ecc...e, per di più, occorrerebbe che nessuna esperienza ci avesse modificati interiormente, perché l´Anima che noi siamo ritorni un giorno sulla terra esattamente identica, senza aver fatto il minimo progresso nell´intervallo.

Tutti gli esseri dell´universo interagiscono senza tregua gli uni su gli altri: si trasformano continuamente e non possono mai ripassare attraverso il medesimo stato.

Come ci poniamo al cospetto della Grande Legge della Rinascita?

A quante domande possiamo dare risposta solo attraverso la comprensione di questa Grande Legge Universale?

Ed infine, quali nuove prospettive si aprono nella nostra vita, comprendendo (prendere con se) l'essenza della Reincarnazione?

 

Corso di Teosofia

12° Lezione

La Reincarnazione

(seconda parte)

"Che cosa ho fatto io nelle mie vite passate? Che cosa mi capiterà in futuro?"

La Teosofia invita ciascuno a porre il problema della reincarnazione al di fuori di queste vedute egocentriche, per considerarlo essenzialmente nella sua ampiezza, come un aspetto della legge cosmica e dei cicli.

In un mondo in evoluzione - dalla galassia al più piccolo atomo - lo Spirito e la Materia sono in perpetua interazione.

Tutte le forme viventi o apparentemente inanimate rivestono coscienza in evoluzione. Incorporandosi periodicamente in corpi organizzati in maniera più o meno complessa, queste coscienze fanno innumerevoli esperienze, accedono progressivamente a gradi di espressione sempre più diversificati e liberi - dai regni inferiori fino allo stadio umano, e oltre.

E la memoria di queste esperienze è conservata indelebilmente nella sfera astrale di ogni mondo, e si inserisce nel cuore di ognuna di queste coscienze.

Come abbiamo già visto, nessuna forma dura in eterno: quando la coscienza centrale che la manteneva in coesione la abbandona, la materia che la costituiva è riciclata e serve ad elaborare nuove forme. Così la materia stessa è reincorporata in strutture sempre più raffinate, capaci di permettere espressioni di coscienza, o di forme psichiche sempre più complesse.

E la natura conserva la memoria in tutte le forme elaborate nel corso del tempo, e se ne serve di nuovo periodicamente - le reincorpora - per produrre altre forme.

Come spiega molto bene W.Q.Judge ne "L´Oceano della Teosofia", la reincarnazione è la Legge Universale che si applica in innumerevoli e differenti modi alla totalità del Cosmo.

La Gita suggerisce (vedi cap.VIII) che tutti i mondi, fino a quello di Brahma, sono sottomessi alla legge del ritorno - manifestandosi dal seno dell´Assoluto e reinserendosi alternativamente, al ritmo dei Giorni e delle Notti di Brahma.

Sulla scala umana, la reincarnazione traduce il fatto del ritorno periodico dell´Anima, in un corpo di carne.

Ma questo fenomeno spettacolare che trattiene la nostra attenzione, a causa dell´interesse che abbiamo verso l´Anima, si accompagna anche alla reincorporazione, nel nuovo essere, di un infinità di elementi materiali o sottili, che hanno partecipato alla costruzione e alla vita fisica e psichica dell´essere incarnato precedentemente, facendo così ritornare, nell´incarnazione nuova, ciò che potremmo chiamare il "profumo", i segni o le tendenze dell´incarnazione precedente e persino di altre vite.

Ad immagine della natura, l´Anima registra, vita dopo vita, la memoria integrata di tutte le esperienze fatte in ogni incarnazione.

Il risultato è il progresso dell´uomo.

Così, in un mondo ordinato da leggi e guidato da intelligenze altamente spirituali, la reincarnazione assume un posto logico nel Cosmo e contribuisce, a livello umano, all´innalzamento della coscienza e della materia di tutto questo Cosmo.

Contrariamente ad un opinione corrente, priva di ogni filosofia, non è quindi un processo meccanico di ritorno automatico sulla terra, limitato al più evoluto dei mammiferi, l´uomo.

Alla luce di quanto detto, cosa c'è in noi, in questa vita, che riflette le tendenze delle vite precedenti?

Quali sono le nostre qualità o difetti radicati nella nostra personalità e "coltivati" per intere esistenze?

Possiamo rispondere a queste domande analizzando gli accadimenti che puntualmente si ripetono nella nostra esistenza e gli "scogli" maggiori sui quali ripetutamente andiamo ad infrangerci.

 

 

 

Corso di Teosofia

13° Lezione

La Reincarnazione

(terza parte)

Ad ogni grande divisione dell´universo corrisponde un aspetto dell´uomo , che ne trae sostanza ed energia.

1: al Piano Spirituale corrisponde l´essere permanente, l´Ego Immortale, l´individualità che si esprime di incarnazione in incarnazione, sotto forma di personalità umane differenti. Paragoniamo l´Ego Immortale ad un attore, e le sue successive personalità terrene ai ruoli recitati dall´attore sulla scena del teatro (la terra). L´Ego Immortale è paragonabile anche al sole che illumina sia la luna che la Terra.

2: al Piano Intermedio Astrale corrisponde l´uomo psichico, la personalità umana transitoria, con tutti gli elementi che la caratterizzano (pensiero, memoria, volizioni, desideri, emozioni, affetti, ecc...). Questa personalità utilizza naturalmente il corpo fisico - in particolare il cervello - ma opera con l´aiuto di un corpo sottile o Astrale, che è legato al Piano Astrale Cosmico. Questo corpo astrale, dalle molteplici funzioni, ha un aspetto importante, chiamato a volte corpo modello (in sanscrito Linga Sarira )che serve da trama sulla quale si costruisce il corpo fisico.

Questa parte sensibile e mobile dell´uomo, sebbene invisibile ad occhio umano ma percepibile da "occhio" sensitivo, è estremamente dinamica: accoglie tutta la memoria dei fatti vissuti dall´uomo, fatti che egli può riportate alla propria coscienza o che rimangono confinati nel gran serbatoio del suo inconscio.

3: al Piano Fisico corrisponde l´uomo fisico, legato alla Terra. In tutti i suoi aspetti, il corpo fisico è intimamente legato alle diverse forme del corpo astrale, e l´insieme è mantenuto in coesione dalla presenza dell´Ego Immortale, durante l´intera esistenza dell´essere incarnato. In particolare, la coscienza riflessa dell´uomo risulta dalla presenza dell´Ego Immortale - che è essenzialmente una fonte di Coscienza Universale - ma è attiva solo quando l´Ego Immortale dispone di uno strumento psichico appropriato : allo stadio attuale della nostra evoluzione, l´incarnazione è indispensabile - in un corpo fisico ed in un corpo astrale - per poter pensare e volere come delle entità responsabili ed indipendenti.

Dopo la morte fisica, l´Ego Immortale, spogliato gradualmente dei suoi strumenti terrestri e lunari, si inoltra in una fase di esperienze subite e non guidate: la morte è per lui un mondo di effetti.

Per cui, l´assoluta necessità della reincarnazione, fino a che l´Ego Immortale, si emancipi completamente da questa limitazione.

Per rinascere sulla terra, l´Ego Immortale deve disporre di nuovi veicoli (mentale, astrale e fisico). L´incarnazione è un processo molto complesso di crescita, dall´interno verso l´esterno, in cui il lavoro, iniziato sul piano astrale, diventa progressivamente visibile sul piano fisico.

La costruzione del nuovo essere psico-fisico si svolge seguendo programmi naturali elaborati dall´evoluzione, che integra però tutti gli elementi che appartengono al karma particolare dell´Ego Immortale per la sua incarnazione in un particolare quadro.

Dopo la nascita, con lo sviluppo progressivo del corpo e dello psichismo, l´Ego Immortale prenderà pienamente possesso del corpo fisico soltanto verso l´età di sette anni.( l´Età della ragione)

Domanda:

Con un corpo fisico ed un corpo astrale nuovi ad ogni nascita, è strano che abbiamo generalmente perduta la memoria delle nostre vite passate. Perché?

Risposta:

La memoria dettagliata degli avvenimenti della nostra esistenza è scritta nel corpo astrale per mezzo del cervello fisico che serve da "ripetitore". Dopo la morte del cervello e con la disgregazione del corpo astrale della vita trascorsa, l´uomo ha perduto il mezzo naturale, di ritrovare questa memoria.

Così il bambino, che possiede un cervello ed un corpo astrale nuovi (nei casi comuni) non può avere un accesso diretto ai ricordi delle sue vite passate.

Bisogna però notare che l´Ego Immortale conserva perpetuamente il succo di tutte le esperienze delle sue incarnazioni: la memoria integrale di tutti i fatti vissuti precedentemente. D´altro canto, la Luce Astrale della Terra conserva, nei suoi diversi registri, la memoria dettagliata di tutti gli eventi - in particolare di quelli delle nostre incarnazioni precedenti che potranno così essere ritrovate, utilizzando i mezzi appropriati.

Domande:

vi è mai capitato di trovarvi per la prima volta in un posto ed essere certi di esservi già stati?

Vi è mai capitato di incontrare una persona per la prima volta ed essere sicuri di averla già conosciuta?

Ed infine, quali risposte vi siete dati in quelle circostanze; e quali risposte vi date ora , alla Luce della conoscenza della Grande Legge di Reincarnazione?

 

 
 
 

Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 04 Luglio 2008 da guya_51

La Reincarnazione

(quarta parte)

Domanda:

Alcune persone sostengono di ricordarsi di una, o di diverse esistenze anteriori. Ma a quali condizioni un simile ricordo sarebbe possibile?

Nel caso di ricordi autentici di vite passate, le spiegazioni possibili sono le seguenti:

L´individuo è la reincarnazione di un essere precedentemente morto in tenera età nella vita anteriore, senza aver avuto il tempo di accumulare una messe di esperienze umane. In un simile caso, l´entità è rapidamente ricondotta all´incarnazione conservando lo stesso corpo astrale, e quindi la memoria vivente della sua breve vita precedente. (succede lo stesso per tutti i malati mentali congeniti, e, naturalmente, per tutti i bambini morti per aborto procurato o spontaneo). La reincarnazione con lo stesso corpo astrale permette dei ricordi precisi e numerosi. (Alcuni Maestri posseggono i segreti che consentono loro di reincarnarsi con un corpo astrale permanente, e riescono così a proseguire la loro disciplina spirituale e la loro missione di servizio ininterrotto della coscienza da una vita all´altra.)

Un essere, incarnato in modo normale, può avere dei ricordi di immagini, di scene dal passato sotto forma di sogni, visioni, in meditazione, ecc... formatasi nella sua sfera psichica da elementi provenienti dall´Ego Immortale. Inoltre, allenando alcuni poteri psichici - come la chiaroveggenza e la psicometria - può anche ritrovare nella Luce Astrale delle immagini che appartengono ad un passato al quale l´entità è stata connessa.

Se capita che L´ego Immortale si reincarna prima che il corpo astrale dell´incarnazione precedente si sia disintegrato interamente, sarà ancora possibile avere delle informazioni del passato se quel corpo astrale colonizza (o ne diventa parassita) l´essere nuovo la cui sfera psichica sarà così, a sua insaputa, invasa da quella presenza. Sogni, incubi, ecc...potranno allora far rivivere delle scene della vita anteriore, a brandelli successivi.

Domanda:

L´effetto combinato dell´ereditarietà e dell´ambiente nel quale cresce il bambino, lo condizionano notevolmente, se non totalmente (almeno in apparenza). Come conciliare con questa osservazione l´idea della reincarnazione di un Ego Immortale che rinasce sulla Terra per proseguire le sue esperienze, raccogliendo i frutti particolari delle proprie azioni passate (Karma) ?

Non vi è incompatibilità tra il Karma dell´Ego Immortale (che lo conduce ad incarnarsi per sostenere gli effetti delle sue azioni passate) e le condizioni imposte dall´incarnazione (ereditarietà familiare e razziale, ambiente sociale, ecc...). L´economia della Natura vieta che l´Ego Immortale si incarni a caso: è il suo Karma che lo pone nelle condizioni particolari della sua nascita, nella quale subirà diverse costrizioni che dovrà accettare per proseguire la propria evoluzione individuale, contribuendo, nello stesso tempo, al progresso degli altri esseri che lo accompagnano nelle sue esperienze. (A tal proposito, bisogna ricordare, che la Legge Karmica non punisce o premia l´individuo. Siamo noi stessi con le nostre scelte a determinare il nostro futuro così come oggi stiamo raccogliendo la semina del passato. La semina è libera, ma il raccolto è obbligato. Approfondiremo questo tema più avanti, dopo aver finito di esporre quello attuale)

Per affinità magnetica, l´Ego immortale è portato verso il punto della Terra dove ritrova generalmente degli esseri conosciuti con i quali ha già creato dei legami nel passato, oppure un terreno di esperienze nel quale si era fortemente impegnato anteriormente.

Prendiamo ora nota di alcuni punti essenziali:

- L´anima umana appartiene ad una collettività: l´umanità, la quale appartiene ad una collettività più grande: l´immensa famiglia di Ego Immortali in evoluzione; tutto l´insieme dovrebbe progredire in armonia.

- Tutti gli esseri manifestati giocano un ruolo passeggero sulla scena del mondo: il tempo accordato loro per quel ruolo è sempre limitato ma, anche se breve, tutto ciò che di positivo è stato creato, come tentativo, verrà conservato e sosterrà un nuovo impulso per la prossima prova (Karma)

- Il tempo programmato per l´evoluzione completa sulla Terra è immenso, si calcola in miliardi di anni. E´ però limitato. Limitato è anche il numero possibile delle reincarnazioni di un Anima umana. Limitati sono pure i mezzi dei quali disponiamo attualmente.

Tuttavia, durante tutto questo tempo, l´Ego - l´Essere che noi siamo realmente - rimane immortale. Non dobbiamo temere la "perdita dell´anima", anche se sappiamo che il nostro corpo e la personalità terrena che vi abita sono destinati a sparire, senza possibilità di ritorno. Spesso non abbiamo la minima idea delle risorse inesauribili di forza, di amore e di conoscenza che sono celate, latenti nell´Ego Immortale. Quando la personalità, il ruolo passeggero che recitiamo durante l´incarnazione, si sforza di agire in armonia con i bisogni profondi dell´Attore Interiore, la vita prende un senso diverso, alla luce della reincarnazione che permette la continuità di sforzi da un esistenza all´altra.

Tutte queste considerazioni ci invitano, secondo la Teosofia, a considerare la nostra vita come una partecipazione alla grande avventura dell´emancipazione progressiva dell´umanità, attraverso gli sforzi individuali di tutti i suoi membri, avvalendoci delle occasioni e dei mezzi limitati che abbiamo per risvegliare le risorse potenziali illimitate del nostro essere profondo.

Alla luce di quanto esposto, in quale misura riusciamo a distinguere tra "necessità" della personalità e "spinta evolutuiva" dell'Anima?

Corso di Teosofia

15° Lezione

La Reincarnazione

(quinta parte)

Domanda:

In che cosa, se ben compresa, l´idea di reincarnazione può cambiare i rapporti tra gli esseri umani?

L´idea della reincarnazione, inseparabile da quella del Karma, da alla vita un significato: quello dell´evoluzione di tutta la famiglia umana verso un grado sconosciuto di perfezione.

Qui e ora, raccogliamo il frutto del Karma passato, individuale e collettivo: gli altri sono, come noi, dei pellegrini, legati a noi da tutto un passato - del quale bisogna decifrare le conseguenze - ed impegnati con noi nella preparazione di un futuro che vivremo tutti insieme, nel bene e nel male.

La reincarnazione cambia obbligatoriamente i rapporti tra gli esseri. Per esempio:

- I genitori non "producono" bambini; accolgono delle Anime in corpi nuovi, e devono aiutarle a far sbocciare le loro capacità perché si mettano ancora una volta di fronte alle loro responsabilità, al fine di prendere in mano il loro destino.

- Le differenze sociali non esistono perché dei gruppi abbiano il predominio su altri gruppi e abusino continuamente della loro situazione : le ingiustizie, sebbene siano Karmiche, devono essere corrette volontariamente da coloro che le hanno imposte o ne hanno tratto profitto, e devono essere comprese da coloro che le subiscono. Per effetto del karma, le ingiustizie tra individui e nazioni si perpetuano, e devono essere risolte incarnazione dopo incarnazione. (Pure i popoli si reincarnano per regolare i loro conti, ciecamente, nel corso del tempo)

- Per gli individui, la reincarnazione elimina ogni timore della morte: l´atteggiamento dei membri di una famiglia all´approssimarsi della morte di un parente dovrebbe essere diverso - fatto di fiducia e serenità, per aiutare con amore colui che deve morire e prepararsi a lasciare, provvisoriamente, la scena della sua incarnazione.

- Gli esseri umani sono come pellegrini che camminano insieme, ma con andature diverse, su una stessa grande strada, dove periodicamente si incontrano, si perdono di vista, si ritrovano ancora, e progrediscono senza tregua. La legge del loro essere proibisce loro di fermarsi per strada, ed essi sono incapaci di fare strada con i soli mezzi propri: hanno assolutamente bisogno gli uni degli altri. L´ideale sarebbe quindi che essi comprendessero il più presto possibile che la Fratellanza Universale, vissuta giorno per giorno, è il più grande viatico che permetterebbe loro di avanzare il più velocemente possibile, e con la maggiore economia di mezzi.

Domanda:

"Nella nostra vita è mai troppo tardi per cominciare a cambiare le nostre abitudini?"

Il navigatore che vuole lasciare il porto per guadagnare il largo sa che occorre aspettare l´ora della marea per partire: aspettando, approfitta di ogni momento per preparare il suo viaggio. Se lascia passare l´ora favorevole, o se la nave non è in condizione di partire, è un fallimento - provvisorio. Bisognerà quindi aspettare la prossima marea ma, questa volta, mettendo tutto in opera per la riuscita.

La reincarnazione ci apre la porta dell´avvenire: se scopriamo, troppo tardi, che abbiamo perduto molte occasioni per "guadagnare" il largo - cioè di cambiare la nostra esistenza, e di vivere una vita autentica - vi è sempre tempo per prepararci. Anche quando siamo raggiunti dalla vecchiaia, non dovremmo mai rassegnarci al fallimento, ma mantenere un atteggiamento positivo.

Evitiamo però i pii auguri: "nella mia prossima incarnazione non farò più questo, cercherò quello...", perché fin da ora qualche cosa può già essere fatta, degli ostacoli scoperti e sormontati - se non altro per perdere l´abitudine di giudicare gli altri dalle apparenze...

Anche negli ultimi anni di vita, gli sforzi tentati per sgomberare la via porteranno i loro frutti nell´incarnazione successiva, che inizierà così in condizioni più favorevoli.

Riflettere e meditare sulle risposte a queste domande potrebbe cambiare il senso e l'andamento della nostra vita.

Ci sentiamo pronti per questo cambio radicale di ottica?

La Teosofia ci apre nuovi orizzonti nella comprensione di ogni aspetto dello scibile umano...sta a noi sforzarci di metterle in pratica nella vita quotidiana.

Corso di Teosofia

16^ Lezione

La Reincarnazione

(sesta parte)

Domanda:

Possiamo considerare la reincarnazione come il ritorno collettivo degli Ego Immortali che una volta sono appartenuti ad una nazione , negli uomini che costituiscono una nuova nazione?

Gli individui che compongono una nazione sono legati tra loro da una potente rete di affinità e somiglianza e contribuiscono ad emanare un carattere nazionale, con le sue virtù ed i suoi difetti.

Gli Ego Immortali, legati da queste affinità, hanno così la tendenza a raggrupparsi naturalmente, per partecipare alla costruzione di una civiltà in seno ad una nazione. Dopo il declino, e persino dopo la sparizione totale della nazione, quegli Ego Immortali tendono ad incarnarsi ancora una volta insieme per occupare una nuova scena di evoluzione sulla terra, e per riaffermarvi le grandi tendenze del gruppo che animavano una volta, in seno ad un popolo o ad una nazione apparentemente senza passato storico. (E´ il caso della nazione Americana)

Oggi, essendo la reincarnazione un argomento del quale si parla frequentemente, molta gente si appassiona alle prove sperimentali che si raccolgono un po´ dappertutto: numerose testimonianze di ricordi di vite passate, raccolte al di là di ogni possibilità di frode, e verificabili nella loro autenticità.

Ma la dottrina della reincarnazione, unita a quella del Karma, possiede una logica interna che costituisce una delle prove maggiori della sua autenticità.

Inoltre, al di fuori di essa, non possiamo trovare una spiegazione alle disuguaglianze evidenti tra tutti gli esseri che vengono al mondo, all´apparizione di geni (nel bene e nel male), all´esistenza stessa dei Maestri di Saggezza che illuminano la storia del nostro pianeta.

La reincarnazione era conosciuta anche nell´ambiente del Maestro Gesù: la sua attuale assenza dalla dottrina Cristiana obbliga gli uomini ad attribuire a Dio impenetrabili disegni per spiegare le disuguaglianze di nascita. Eppure uno dei Padri più famosi della Chiesa, Origene, ha insegnato la pre-esistenza delle Anime e la loro trasmigrazione; spiegando così come Dio abbia potuto "amare Giacobbe ed odiare Esaù", persino prima della loro nascita, a causa della loro esistenza anteriore.

In un Universo dove tutto obbedisce a Leggi che spingono all´evoluzione, la reincarnazione propone una prospettiva naturale e logica di progresso per le Anime, conservando all´essere umano la sua dignità e alla natura la sua armonia.

Essendo Dio in potenza, l´uomo non deve più temere la morte,che è soltanto un passaggio dalla sostanza all´essenza, così come la nascita è un passaggio dall´essenza alla sostanza. Non deve cercare, con angoscia,una salvezza illusoria ed egoista, ma accettare con fiducia le condizioni della sua nascita - prodotte dal suo Karma passato - per scrivere da sé, nel Grande Libro della Vita, la storia della liberazione dagli impedimenti personali e della partecipazione alla salvezza collettiva dell´umanità, di incarnazione in incarnazione.

La reincarnazione (con il Karma, che inizieremo a trattare dalla prossima lettera) significa evoluzione nell´alternanza dell´attività e del riposo, della vita e della morte, della veglia e del sonno: non bisogna, quindi, separare queste fasi opposte dei cicli naturali, ma comprendere la necessità e l´utilità di ognuna di esse, sfruttare le possibilità di ciascuna, non perdendo di vista la continuità della marcia ascendente dell´Anima.

Certamente, bisogna sforzarsi di vivere qui e ora, ma senza ignorare che la morte arriverà, e che ha una funzione benefica di riposo e di assimilazione; accettare di morire, se è giunta l´ora di abbandonare la vita, ma tenendo fermamente in mente che l´ideale rimane vivo e che deve essere vissuto ad ogni costo.

Capire che l´esistenza terrena è come una successione di reincarnazioni ritmate dalla vita di veglia e di riposo notturno, implica anche che adattiamo i nostri sforzi alla durata del giorno - sapendo che proseguiremo, in eguale misura, il giorno dopo - e anche che affrontiamo il sonno come un intervallo utile per l´anima,per riconquistare le forze ed un nuovo entusiasmo, al fine di sostenere con costanza gli sforzi nel proseguimento del pellegrinaggio ascendente che compiamo.

L´uomo è padrone del suo destino, e la reincarnazione gli permette di andare fino in fondo nel suo tentativo.

Ma è un avventura collettiva...

Con questa lezione si conclude il capitolo dedicato alla Reincarnazione;

dalla prossima inizieremo ad approfondire , in maniera dettagliata, la Legge della Semina e del Raccolto, la Grande Legge del Karma

 
 
 

Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 28 Giugno 2008 da guya_51

Corso di Teosofia

5° Lezione

I Maestri di Saggezza

(prima parte )

Se la dinamica cosmica serve all'evoluzione degli esseri per condurli alla piena coscienza della Sorgente Divina, essa opera dall'eternità dei tempi, e proseguirà nell'eternità futura.

Vi sono dunque degli individui che hanno superato da molto tempo lo stadio nel quale noi ci troviamo.

La Teosofia asserisce l'esistenza di una Fraternità di Maestri di Saggezza (anche questo tema verrà approfondito in seguito) che hanno sviluppato dentro di loro le potenzialità dell'essere umano fino a una perfezione difficilmente concepibile. Gli esempi di Krishna, Buddha e Gesù sono stati così stupefacenti che questi uomini sono stati scambiati per Dei incarnati.

Questi Veri Maestri sono estremamente rari, e la maggior parte di loro sono sconosciuti. Non vanno assolutamente confusi con la schiera di falsi maestri, antichi e moderni, che impressionano le folle con le loro belle parole e contemporaneamente fanno commercio della loro spiritualità.

I mercanti dello spirito non sono degni della nostra attenzione.

I Veri Maestri, i Fratelli Maggiori dell'Umanità, non hanno ricevuto la loro saggezza per una grazia eccezionale, ma l'hanno acquisita a costo di innumerevoli vite di sforzi e di sacrifici, come discepoli di Maestri più elevati di loro, progredendo sulla via dell'Iniziazione fino all'ultima nascita nello stato dell'Uomo Divino.

La Teosofia postula l'esistenza di una catena ininterrotta di Maestri e di discepoli, dal semplice ricercatore sincero fino al più glorioso Iniziato.

Questi Esseri eccezionali hanno la piena coscienza della posta dell'avventura umana sulla terra: Essi consacrano tutti i loro sforzi per aiutare e proteggere l'umanità sul suo cammino.

I Grandi maestri di saggezza sono il fiore all'occhiello dell'umanità. Nello sviluppare in tutta la perfezione possibile tutti i loro poteri psichici e spirituali, Essi hanno acquisito una visione universale: scoprono senza fatica la faccia nascosta della famiglia umana e le linee del suo destino.

Madame Blavatsky dice : "Il dovere è ciò che è dovuto all'umanità"...si potrebbe forse generalizzare dicendo : "...è ciò che è dovuto a tutta la Natura".

Quindi, nessun Essere - per Divino che sia - è liberato da qualsiasi dovere: quello che è diventato Egli lo deve ai suoi sforzi, ma anche alla solidarietà degli altri e a tutta la Natura.

Questa catena di Unità e di solidarietà non è mai spezzata; persino l'Estasi più elevata ed il Nirvana più glorioso hanno un fine: Colui che ne esce ritrova il suo posto nella corrente universale degli esseri, e deve proseguire la propria evoluzione - senza fine - a dei gradi che non possiamo neppure immaginare.

E' vero che alcuni saggi raggiungono qui un grado di perfezione tale che sono liberi dalla necessità della reincarnazione e hanno così meritato il riposo transitorio del Nirvana; ma i più Grandi, rifiutano questa beatitudine per compassione verso l'umanità, alla quale si sentono legati dal dovere superiore e naturale che ordina ai forti di aiutare e proteggere i deboli.

Madame Blavatsky che ha fondato la Società teosofica nel XIX° secolo, ne ha presentato al mondo la parte che era comprensibile. Lei stessa ha dichiarato di essere solo il Messaggero dei Maestri che appartengono alla Grande Fraternità chiamata anche Loggia Bianca.

La Theo-sophia o Sapienza Divina è la Verità che esiste eternamente: è l'appannaggio ad Esseri così elevati che sono stati paragonati a degli Dei.

Questa Saggezza è stata trasmessa in eredità a delle generazioni successive, dall'infanzia dell'umanità fino ai giorni nostri.

A tal proposito è da notare il metodo scientifico adottato dagli Adepti nella codificazione di fatti raccolti nel Grande Libro della Natura e poi trasmessi:

- osservazione indipendente di questi fatti da parte di veggenti allenati;

- confronto e verifica dei risultati;

- archiviazione della conoscenza accumulata;

- continuità del lavoro di ricerca da una razza all'altra.

Dopo quanto detto, supponendo di incontrare un Vero Maestro, da che cosa lo riconosceresti?

 

 

 

Corso di Teosofia

6° Lezione

I Maestri di Saggezza

(seconda parte)

L´esistenza di una Fraternità attiva di Maestri di Saggezza attraverso il mondo intero è una delle idee chiave della Teosofia.

Tutti pensano di sapere che cos´è un Saggio: "un uomo ricco di scienza e di esperienza, la cui vita esemplare riposa su una filosofia provata".

Questa definizione, del tutto descrittiva ed esteriore, è insufficiente ed anche ingannevole quando si tratta di un Maestro di Saggezza come lo intende la Teosofia.

Un vero Maestro è un anima umana (qualunque siano le sue sembianze terrestri - sesso, colore, civiltà...) che ha realizzato tutte le promesse di perfezione dell´uomo, dopo sforzi ininterrotti, perseguiti nella stessa direzione durante numerose incarnazioni successive.

Un Anima così eccezionale è chiamata nella Bhagavad Gita, un Mahatma. Un vero Maestro ha percorso tutte le tappe consigliate dall´oracolo di Delfi.

Per tentare di raffigurare lo stato di perfezione, di conoscenza e di potere raggiunto da un Mahatma, bisogna correggere la propria ottica su diversi punti fondamentali.

La Teosofia invita ad evitare con cura alcune confusioni. A tal proposito, di seguito, saranno elencate alcune differenze fondamentali e significative di alcuni termini

Sapere di un dotto e quello di un Maestro:

Il sapere di un uomo di scienza si basa su tutti i fatti osservabili o percettibili, nell´ambito psichico e fisico, con l´aiuto dei sensi - rilevabili con strumenti di segnalazione, d´azione e di misura. Partendo da quei fatti, l´uomo di scienza si sforza di costruire un immagine fedele del mondo, descrivendone la struttura ed i meccanismi. Le applicazioni tecniche e pratiche sono innumerevoli e confermano l´esattezza delle sue teorie.

Il sapere di un Maestro deriva anche da una ricerca della Verità, processo scientifico che si estende, per lui, alla totalità dell´universo "osservabile", percepito con l´ausilio di tutti i sensi risvegliati dell´Adepto, che funzionano su tutti i piani (fisico, astrale, mentale, spirituale) : il Maestro ha il potere di entrare coscientemente e volontariamente in rapporto con tutti i reparti della Natura (visibile ed invisibile) e di attingervi la conoscenza di cui ha bisogno.

La percezione interiore e diretta dell´anima delle cose, o della struttura intima del mondo e della materia, da al Maestro una visione sicura ed esatta delle cose, mentre l´uomo di scienza può solo cercare di indovinare la verità, risalendo a fatica dai fenomeni esteriori alle loro cause nascoste, che rischia effettivamente di non poter mai afferrare.

Conoscenza intellettuale e conoscenza dell´Anima:

Partendo dalla moltitudine dei fatti sperimentati con l´aiuto di un linguaggio che li descriva, l´intelligenza dell´uomo, attraverso il ragionamento, organizza tutte le informazioni in un insieme coerente. Questo sapere intellettuale è accessibile ad ogni persona attenta, sia a scuola che altrove. Non richiede nessuna elevazione morale, nessuna disciplina spirituale: anche un criminale se ne può impadronire e farne cattivo uso. E´ così che la scienza è spesso sfruttata a fini distruttivi.

Nel campo filosofico e religioso esiste pure un sapere intellettuale; è il "sapere della testa", la "Dottrina dell´Occhio"di cui parla "La Voce del Silenzio". E´ l´approccio exoterico, che rimane a livello di lettera morta, enunciando dogmi infallibili ed un rituale obbligatorio per raggiungere la salvezza personale.

Per contrasto, la conoscenza dell´Anima dipende dallo Spirito. Viene percepita direttamente, interiormente, dall´occhio dell´intuizione. E´ la Saggezza dell´Anima di cui parla "La Voce del Silenzio", ed è l´approccio Esoterico della vera Religione.

Al riguardo, Krishna dice nella Gita:

"Sapendo ciò non cadrai di nuovo in errore, e in tal modo tutti gli esseri, senza eccezione, vedrai prima in te stesso e poi in Me".

Con questa conoscenza, l´uomo percepisce l´interno delle cose e i rapporti nascosti che questo interno unisce ed integra al Grande Tutto Unico dell´Universo.

Questa conoscenza non risulta da un allenamento intellettuale, da una ginnastica mentale, ma si rivela spontaneamente nel corso del tempo all´occhio interiore, nell´essere che si sforza di condurre una vita spirituale, tenendo conto dell´esistenza dell´Anima in mezzo alle preoccupazioni del mondo.

E´ incomunicabile attraverso il linguaggio. I libri possono solamente suggerire i mezzi per avvicinarci ad essa.

Può essere raggiunta pienamente solo da colui che è assolutamente puro di Cuore.

Non è un possedimento che si acquisisce: si integra all´intero essere e lo segue nelle sue incarnazioni future, nelle quali lo aiuta a risvegliarsi maggiormente.

Questa autentica conoscenza è il segno del risveglio dell´uomo alla vita dello Spirito.

Il Santo ed il Saggio Spiritualmente Illuminato

Nella maggior parte dei casi, un Santo appartiene ad una religione della quale ha assimilato i credi, al punto da trascenderli, e di accedere ad un illuminazione interiore che lo eleva ad una specie di dialogo con il suo Dio. Generalmente, questa realizzazione è preceduta da un ascesi molto rigorosa, in un clima di ardente devozione mistica. Il Santo è un essere di fede, ma, in alcuni casi, ciò non lo mette al riparo dall´errore, e nemmeno dal fanatismo: i Santi cristiani che hanno predicato le crociate, dimenticavano che "chi di spada ferisce di spada perisce".

Con la sua purezza, la sua rinuncia al mondo ed il suo ardente desiderio spirituale, il Santo acquisisce spesso dei poteri miracolosi dei quali ignora completamente l´origine e le leggi attribuendoli direttamente all´opera Divina.

Se il Santo rimane un uomo esemplare per i suoi fratelli (è certamente davvero eccezionale nella misura del suo sviluppo in una data vita), il Saggio Spiritualmente Illuminato, come Gesu´, Buddha o Krishna, si innalza a livello di un Dio Incarnato, con lo sbocciare completo, armonioso ed equilibrato di tutti gli aspetti della sua natura.

Egli non crede piu´, Egli sa!

Il suo sapere si estende all´essenza di tutti i campi dell´universo. La sua conoscenza spirituale è per Lui sinonimo di omniscenza.

Egli non serve piu´ un Dio, ma il Divino incarnato in tutta l´umanità!

Sei consapevole di essere "potenzialmente" un Dio?

Un seme di quercia contiene in sè "potenzialmente" un grande albero. Ma se il seme non viene piantato nella giusta terra e non viene coltivato , resterà solo un seme che non esprimerà le sue potenzialità

Corso di Teosofia

7° Lezione

I Maestri di Saggezza

(terza parte)

Continuiamo, dalla lezione precedente, ad elencare alcune differenze fondamentali e significative di alcuni termini dal punto di vista Teosofico.

Potere psichico e potere spirituale.

Per la Teosofia l´uomo è essenzialmente un Anima permanente di natura spirituale, sorgente individuale di coscienza universale; incarnato in un corpo fisico, l´uomo sviluppa, nel corso di ogni incarnazione, una personalità sensibile, intelligente, capace di desiderio e volontà: questa attività psichica, molto legata all´attività terrestre, poggia su un organismo interiore, intermediario tra il corpo fisico e l´Anima: l´uomo Astrale (o corpo Astrale), i cui poteri, attualmente, sono ancora molto lontani dall´essere tutti attivi e conosciuti.

Alcuni di questi poteri psichici, a volte sorprendenti (chiaroveggenza, telepatia, psicometria, telecinesi...) mettono l´uomo in comunicazione con il mondo astrale ( dove esistono ogni sorta di forze ed entità che sono all´origine dei fenomeni occulti)

Contrariamente all´opinione generale, quelle percezioni del piano astrale, non hanno nulla di spirituale e rimangono nell´ambito dell´attività personale (alcune volte egoista) dell´individuo incarnato.

I poteri veramente spirituali sono quelli che procedono dall´Anima: li vediamo all´opera nei genii autentici, particolarmente i genii spirituali. Essi sbocciano soltanto nello psichismo di un uomo completamente purificato da ogni egoismo e da ogni orgoglio.

Colui che li ha sviluppati, legge nell´Anima del fratello e gli tende un aiuto disinteressato.

Il medium e l´Adepto allenato alla Magia.

Un medium è un intermediario, generalmente tra il mondo astrale e il mondo fisico: il medium si presta passivamente alle influenze invisibili che non conosce, che non controlla. Egli sa empiricamente riunire le condizioni favorevoli alle comunicazioni con l´aldilà, ma non ha padronanza su nessuna legge, e non sa spiegare (in molti casi) perché e come le cose avvengono, ne le ragioni dei propri fallimenti.

Con la sua passività, il medium si espone continuamente ad essere la vittima delle influenze - spesso nefaste - che lo manipolano a sua insaputa.

L´Adepto che conosce la Magia (e non l´apprendista ignorante che si serve di formule lette in un manuale) è scientifico, versato nella conoscenza di tutte le leggi nascoste dell´universo (fisico, astrale e spirituale).

Come un chimico allenato, conosce i pericoli da evitare nei suoi esperimenti, e opera con intera cognizione di causa.

Se è un vero Iniziato, sa quello che costa adoperare la Magia con fini che non siano al servizio dell´umanità

A tal proposito, la Teosofia consiglia, prima di penetrare la Magia, di diventare un servitore disinteressato della Natura e dell´uomo.

L´Adepto è un essere attivo, illuminato e responsabile.

Magia Bianca e magia nera.

La Magia Bianca è la Scienza Segreta e l´arte di adoperare integralmente i poteri e le Forze della Natura, su tutti i piani, per realizzare la reintegrazione completa del microcosmo nel seno del macrocosmo, la trasmutazione dell´uomo transitorio in Dio Immortale, come pure per aiutare l´emancipazione collettiva degli individui.

Se i poteri della Natura sono utilizzati in maniera contraria al loro fine universale, o deviati a beneficio di una personalità, di un gruppo separato dal resto, spesso contro gli altri uomini per dominarli o per nuocere loro con mezzi invisibile, è magia nera!

Lo stregone è spesso un artigiano della magia nera: conosce delle ricette efficaci e adopera i suoi poteri psichici, innati, o sviluppati con uno speciale allenamento, per agire sugli altri e giocare un ruolo nel suo gruppo sociale.

Il vero mago nero è un esperto, armato dello stesso sapere occulto del Mago Bianco; è molto pericoloso proprio per la sua scienza messa al servizio di una personalità mostruosamente sviluppata e centrata su se stessa.

Ma il conto da pagare ai Signori del Karma, in questo caso, è immensamente alto!

Riflettiamo su questi punti e cerchiamo di comprendere ( prendere con se) il vero significato dei diversi termini.

I passi sul Sentiero evolutivo passano necessariamente attraverso la comprensione, oltre che l'esperienza..

 
 
 

Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 28 Giugno 2008 da guya_51

Corso di Teosofia

8° Lezione

I Maestri di Saggezza

(quarta parte)

Negli scritti Teosofici, l´umanità è a volte chiamata "La Grande Orfana": in effetti, gli uomini sono un po´ come dei bambini senza genitori, abbandonati a loro stessi nel labirinto degli avvenimenti della loro vita, della quale non capiscono ne il senso né l´esito.

Eppure l´umanità non è mai stata privata dell´aiuto e della guida di "Amici" : nel corso della storia, la voce dei Grandi Maestri Iniziati si è innalzata per risvegliare l´uomo alla sua dimensione spirituale e per mostrargli la via, dandogli la possibilità di sfuggire alle maledizioni di un destino del quale, però, egli è l´unico padrone.

Portando la "Buona Novella" delle grandi promesse che l´umanità reca in sé, e il Filo di Arianna della conoscenza che permette di uscire dai tormenti del labirinto, questi Maestri sono degli autentici Salvatori : aiutano i loro fratelli a salvarsi da sé, dimostrandogli che ne hanno i mezzi, e trascinandoli sul Sentiero, con la parola e l´esempio.

Quei Maestri sono venuti come Riformatori, e non come Fondatori di religioni.

Ma lo Spirito della Religione - il carattere universale dell´insegnamento di ogni Maestro - è stato presto perduto sotto la lettera morta dei commentari e dei dogmi, e il Maestro stesso è stato a volte considerato come il rappresentante unico di Dio, inviato come salvatore di un "popolo eletto" particolare.

La Teosofia invita a decifrare le parole dei Grandi Maestri conosciuti, come Krishna, Buddha e Gesù (in ordine cronologica), con uno spirito di apertura, allo scopo di distinguere non solo le convergenze evidenti dei loro insegnamenti, ma anche l´identità profonda del loro messaggio su tutti i punti essenziali concernenti l´uomo, il suo divenire e la vera religione.

Invita inoltre a paragonare, senza alcun settarismo, la vita di quei saggi, con un duplice scopo:

1) dimostrare che non è il privilegio di un'unica nazione sulla terra aver visto la nascita di un Grande Salvatore

2) mettere in rilievo tutti i punti comuni che si ritrovano nella vita di quei Maestri.

Nel suo libro Iside Svelata (vol.II, pag.487-489) Madame Blavatsky ha fatto un simile paragone tra le vite di Krishna, Buddha e Gesù.

Ricordiamo semplicemente che troviamo le seguenti similitudini:

- tutti e tre, di discendenza regale, sono generati miracolosamente da un Padre Divino, e saranno quindi l´incarnazione di Grandi Poteri Divini sulla terra.

- appena nati, Krishna e Gesù scampano alla morte ordinata da un tiranno, che fa massacrare migliaia di innocenti per salvaguardare il proprio trono minacciato dalla nascita del Bambino Divino

- manifestando molto presto una grande saggezza umana, i tre uomini confermano la loro vocazione di Salvatori; Krishna debellando i temibili flagelli dell´umanità, Buddha e Gesù attraversando vittoriosamente le prove e le tentazioni inflitte da ciò che le religioni chiamano il "demone del male", l´eterno nemico dell´uomo.

- nel corso del loro Ministero, durante il quale i miracoli non mancano, tutti e tre denunciano gli abusi del sacerdozio e la degenerazione della religione.

- danno un insegnamento "virile" invitando ogni uomo ad ingaggiare la propria battaglia, a portare la propria croce e a meritare la propria salvezza con sforzi personali.

- tutti e tre elargiscono ai loro discepoli, una dottrina esoterica che li conduce all´Iniziazione o al Risveglio Spirituale.

Il vero aspetto di questi Maestri rimane sconosciuto al pubblico. E´ solo all´occhio dei migliori discepoli che l´aspetto spirituale - l´Essere di Luce - di quei Saggi si svela in tutta la sua gloria, come nella Trasfigurazione di Gesù (Matteo 17,1-3 ; Marco 9, 3-8; Luca 9, 28-36) o in quella di Krishna (cap. XI della Bhagavad Gita)

Dopo aver consacrato l´intera vita al servizio dell´umanità, secondo la tradizione, muoiono nel compimento del loro dovere.

Gesù è inchiodato sul legno del Golgota; Krishna è inchiodato ad un albero; Buddha muore sotto un albero.

I tre Salvatori entrano nel "Cielo" in tutta la loro gloria e continuano a vegliare sull´umanità.

La morte di un Maestro è una grande perdita per gli uomini, ma non può redimere i loro "peccati" poiché tutto ciò che un essere semina, egli stesso lo raccoglierà.

Nel racconto di queste vite - che sembrano eminentemente simboliche - verità storica e leggenda non sempre si distinguono facilmente.

Ma, alcuni concetti appaiono chiari in ogni caso; durante la sua esistenza terrena, ogni Maestro di Saggezza è stato:

- un uomo di carne nato tra gli uomini;

- predestinato (da una lunga serie di esistenze precedenti) ad incarnare la Saggezza Divina;

- dotato di grandi poteri per alleviare l´umanità;

- costretto (come Buddha e Gesù) a rendersi padrone della propria natura terrena con una rigorosa ascesi preliminare;

- consacrato, da quel momento, al servizio degli altri incondizionatamente, anche a costo del sacrificio della sua vita.

Esaminata da vicino, la realtà di queste Grandi Anime è più bella e più potente di tutta la finzione delle leggende costruite intorno a Esse.

Attraversando vittoriosamente le prove dell´Iniziazione, un essere diventa "Salvatore", consacrato alla rigenerazione spirituale dei suoi fratelli minori.

Gli avvenimenti della Pasqua Cristiana sono delle allusioni simboliche alla morte definitiva del "Vecchio Uomo" e alla resurrezione spirituale dell´Iniziato.

Secondo la tua conoscenza, ci sono oggi, in incarnazione, sul pianeta, Esseri che rappresentano questa Illuminante figura?

 

Corso di Teosofia

9° Lezione

I Maestri di Saggezza

(quinta parte)

Il Maestro di Saggezza è per eccellenza l'essere che ha realizzato la comunione completa tra il microcosmo (l'uomo) ed il macrocosmo (l'universo) ottenendo così la padronanza di tutti i suoi 7 principi e l'accesso cosciente e volontario ai 7 piani corrispondenti, visibili o nascosti, della Natura.

Essendo in comunione con la Natura, ne consegue che tutti i Veri Maestri sono in comunione tra loro, sotto molteplici rapporti, formando una Grande Famiglia unita.

Nel XIX secolo, Madame Blavatsky ha rivelato l'esistenza di questa Grande Loggia Bianca, la cui vita si estende ai tre grandi aspetti del mondo manifestato:

corpo, anima, spirito = piano fisico, piano psichico, piano spirituale.

- Sul piano fisico: le ramificazioni dei centri attivi di questa Loggia si estendono a tutta la terra e non si limitano all'Oriente. I diversi grandi Centri Iniziatici del passato testimoniano in parte questa attività.

- Sul piano invisibile: piano astrale o psichico, dove non esiste alcun ostacolo alla comunicazione dei Maestri, il loro lavoro concertato a beneficio dell'umanità può proseguire senza tregua né riposo.

- Sul piano spirituale : tutti i Maestri sono in comunione tra di loro in maniera indissolubile.

La Grande Loggia Bianca è una Grande Fraternità vivente che comporta una Gerarchia naturale: la catena dei Maestri e dei discepoli, chiamata anche la catena Guruparampara, espressione sanscrita che traduce il fatto che, nella scala di questi grandi esseri, ognuno è il discepolo di un Maestro più elevato di Lui e, a sua volta, egli è il Maestro di discepoli meno risvegliati. In virtù della sua relazione spirituale con questa catena, ciascun anello è in comunione reale e vivente con i Maestri più evoluti del nostro pianeta, che rimangono sulla soglia del Nirvana, volontariamente legati alla terra, per vegliare fino alla fine sull'evoluzione dell'umanità.

La Scuola dei maestri di cui ha parlato H.P.Blavatsky è quella dei Grandi Salvatori che il Buddhismo chiama i Bodhisattva.

Essi insegnano la "Dottrina del Cuore": la rinuncia alla beatitudine del Nirvana per rimanere a contatto con gli uomini.

Ne "La Voce del Silenzio" leggiamo:

"Il Bodhisattva che ha vinto la battaglia, che tiene il premio nella mano e che pure dice, nella sua divina compassione:<<Per amore degli altri io cedo quest'alta ricompensa>>, compie la massima rinuncia. Egli è un Salvatore del Mondo.

Di qui, il nome dato a questi Esseri: Maestri di Compassione.

Presa collettivamente, la famiglia umana evolve sulla terra come un grande Essere vivente che si innalza progressivamente verso una coscienza universale.

La storia dell'umanità, dalla sua infanzia fino alla piena compiutezza futura, si svolge secondo un programma ordinato, attraverso cicli di luce e cicli di oscurità.

Individualmente, ogni uomo è padrone del suo destino, e ne consegue quindi che il progresso o l'azione ritardata di questa grande avventura umana dipendono da tutti gli sforzi di ognuno e dalle innumerevoli interazioni tra tutti gli esseri e tutti i gruppi impegnati nel destino collettivo.

La posta di questa evoluzione terrestre, che poggia su milioni di anni, è immensa.

I Maestri di Saggezza, uniti dalla stessa volontà di aiutare e di accompagnare l'umanità lungo il suo cammino, sono perfettamente coscienti di tutti i dettagli del dramma che si svolge sulla terra, secolo dopo secolo, anno dopo anno.

La vera storia passata è scritta in modo indelebile nella luce astrale. Infatti, è in questo registro fedele della Natura che tutti i pensieri e tutte le azioni degli uomini lasciano una traccia, come su un nastro magnetico. In questa specie di sfera psichica collettiva, che hanno modo di auscultare a loro piacimento, i Maestri possono tastare il polso dell'umanità e seguirne lo stato di salute psichica e spirituale.

Venendo progressivamente a maturare le cause seminate nel passato, i loro effetti sono spesso visibili in anticipo, nella luce astrale: i Maestri possono così "pronosticare" senza errori le grandi eruzioni di violenza o il ritorno di periodi favorevoli a una rinascita spirituale.

Medici incomparabile delle anime, i Maestri sono Dei onnipotenti: non possono fare "miracoli" con delle apparizioni spettacolari sulla scena del mondo, né impedire all'effetto accumulato delle azioni di tutti gli uomini di manifestarsi ineluttabilmente.

Ma ogni qualvolta il loro intervento è possibile, senza interferire con il libero arbitrio degli individui né trasgredire alcune leggi immutabili della Natura, colgono l'occasione per salvaguardare la Spiritualità del mondo, per ispirare e risvegliare gli individui capaci di servire da lievito per le masse, e per influenzare il corso degli avvenimenti, allo scopo di preservare l'umanità da calamità con conseguenze incalcolabili.

Quindi, alle Leggi naturali (Karma, Reincarnazione) che condizionano e permettono l'evoluzione umana - il cui impulso motore viene dal centro spirituale di ogni anima - si aggiunge l'effetto dell'intervento cosciente e volontario della grande catena dei Maestri e dei loro discepoli, che accompagnano lo svolgimento del programma evolutivo con i mezzi naturali di cui dispongono e che adoperano con scienza ed economia, secondo le necessità del momento.

Possa la Luce dei Maestri risplendere sempre sul nostro Sentiero...

Corso di Teosofia

Lezione 10^

I Maestri di Saggezza

(sesta parte)

L'azione dei Maestri nell'universo degli uomini si esercita generalmente per il beneficio della collettività, in maniera diretta o con la mediazione di individui scelti a causa della loro influenza; secondo le possibilità e le epoche, quest'azione è svolta pubblicamente, o in segreto.

- Sul piano sociale e politico, a volte Essi sono Re-Iniziati (Faraoni, Rajarishi...) o dei conduttori di popoli; oppure operano nell'ombra per influenzare il corso della storia. Ispirano dei Movimenti di emancipazione, di rivoluzione senza spargimento di sangue. Sono presenti ovunque il pensiero lotta per potersi esprimere liberamente.

- Sul piano delle idee religiose e spirituali, appaiono come Grandi Riformatori di religioni, o come Saggi isolati, testimoni della Spiritualità in un epoca decadente; ispirano o istruiscono delle Società segrete, dei Movimenti di Fratellanza Spirituale o degli individui isolati. Sono stati all'origine di tutti i grandi sistemi iniziatici del passato (ciò non significa che tutte le società iniziatiche attuali siano ispirate o guidate dai Maestri, come spesso si pretende)

- Sul piano morale e filosofico, apportano dei codici etici di grande elevatezza; ispirano Movimenti di rinascita delle idee. I pensieri di cui popolano la Luce Astrale influenzano in permanenza il mentale collettivo e particolarmente gli individui sensibili che si fanno eco di tali pensieri elevati.

- Sul piano culturale, l'umanità primitiva è stata iniziata da Loro all'arte, alla scienza e alle tecniche; nel corso della storia essi conservano le testimonianze culturali delle civiltà sotto forma di archivi imperituri.

- Individualmente, si addossano l'onere di discepoli che aiutano a risvegliarsi allo stato di Adepto, lavorando con Essi per la loro Grande Causa.

L'esistenza del Maestro di Saggezza è un fatto reale nella Natura, ma anche un Ideale offerto agli uomini: questo ideale è stato chiaramente proposto alla nostra riflessione da Madame Blavatsky, non perché tutti lo abbraccino di primo acchito, ma perché lo conoscano e scoprano il suo significato e le sue implicazioni. In realtà, questo ideale da alla vita dell'uomo il suo significato più elevato.

Sono necessarie alcune osservazioni:

- I Maestri rivolgono i loro sguardi verso l'umanità per scoprire tra i suoi ranghi gli individui più lucidi e più altruisti, capaci di diventare degli ausiliari coscienti e attivi, decisi ad andare oltre le loro preoccupazioni personali e ad aiutare i Maestri nel loro immenso compito.

- Gli uomini e le donne che, con i oro sforzi, sopravanzano la massa dei oro simili sulla via dell'evoluzione, si dirigono naturalmente - magneticamente, in qualche modo - verso la Loggia Bianca, il grande polo spirituale della terra. Prima o poi, colui che è pronto troverà un Maestro sul suo cammino.

L'incontro di un discepolo con il suo Maestro è per l'uomo come una nuova nascita, una profonda alleanza, la cui natura non può essere delucidata in poche parole.

La posta di tutti gli sforzi di due esseri uniti da un legame sacro è di far apparire un nuovo Maestro sulla Terra, e quindi di rinforzare maggiormente il "Muro di Protezione" che custodisce l'umanità.

Il Maestro non impone nulla al discepolo: egli raddrizza la sua traiettoria spirituale. In qualche modo, il Maestro aiuta il discepolo a partorirsi da sé - facendo nascere in lui "l'Uomo Nuovo", mentre muore il "vecchio uomo".

I Maestri illustrano la Divinità inerente all'uomo, che non è una scimmia perfezionata, ma un essere spirituale in essenza, che vive in un mondo dove tutto deve permettere la realizzazione della sua spiritualità.

I Maestri formano una Fraternità Universale alla quale sono stati collegati Tutti i Salvatori del passato: questa evidenza spazza via ogni settarismo, ogni pretesa ad un privilegio speciale di Dio accordato ad un popolo eletto particolare.

I Maestri sono i più Grandi Iniziati della Terra; Guardiani dei segreti dell'Iniziazione, Essi sono sempre pronti ad accogliere il discepolo che si è veramente qualificato per entrare nella loro cerchia. Madame Blavatsky ha rivelato al mondo che la Porta è aperta per quelli che desiderano entrarci e aderiscono a tutti i sacrifici richiesti.

...per tutte queste ragioni e molte altre, è importante che l'ideale dei Maestri venga insegnato come una realtà vivente e non come una teoria vaga e nebulosa.

Madame Blavatsky ed i suoi discepoli hanno dispiegato grandi sforzi per provare l'esistenza dei Maestri, uomini viventi, in carne ed ossa.

I Teosofi che si sono convinti della loro realtà e hanno compreso il senso della loro azione, hanno vissuto la Teosofia in modo molto più profondo, e si sono qualificati per ricevere un aiuto molto più efficace, da quei Maestri, nel servizio della loro Causa.

Diventare un discepolo esige innanzitutto da un uomo che egli sia diventato un individuo completamente Adulto, libero e responsabile, cosciente di essere parte integrante della famiglia umana, pronto ad impegnarsi in pieno nella vita del suo ideale. Nella Gita quest'uomo è simboleggiato da Arjuna, il combattente, che incarna le virtù del cavaliere , risoluto a tutti i sacrifici per compiere i propri doveri.

Per i Maestri di Saggezza, la prima condizione che questo individuo d'eccezione deve compiere per diventare loro discepolo è il desiderio di consacrare la propria vita al servizio dell'umanità.

Da tutto quanto esposto fin qui, si capisce che, sulla Via del Discepolato, rari sono gli eletti, anche se molti si credono chiamati.

 
 
 

Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 18 Dicembre 2007 da galadriel_2006

 

Corso di Teosofia

4° Lezione.

Idee chiave della Teosofia

(quarta parte)

 

 

In seno all'universo, la grande famiglia umana costituisce un Unità, un essere vivente, che obbedisce alle stesse leggi del Cosmo, con delle modalità particolari dovute alla posizione unica dell'uomo.

Tutti gli esseri umani reagiscono gli uni sugli altri: non vi è un individuo isolato, se non altro per il fatto che tutti i pensieri, i desideri e le azioni degli uomini si registrano nella Luce Astrale (Akasha), formando un atmosfera psichica collettiva che influenza tutti gli individui.

L'intelligenza dell'uomo gli conferisce la facoltà di giudizio con il libero arbitrio. Sul piano morale, la Legge di Causalità divine la legge di responsabilità che sancisce tutte le azioni con conseguenze ineluttabili, che presto o tardi devono essere affrontate dall'individuo. E' la Legge del Karma, "quello che l'uomo semina, quello raccoglierà". L'uomo è quindi il creatore del suo destino in ogni istante.

La legge dei cicli ha per l'uomo una manifestazione importante: la Reincarnazione, ,cioè il ritorno periodico dell'Entità umana permanente - l'Ego Immortale - in corpi terrestri.

Per l'effetto di queste Leggi, e grazie ai suoi sforzi, l'uomo progredisce e può sviluppare dentro di se le proprie potenzialità latenti: egli lotta, vita dopo vita, per incarnare il Divino sulla Terra.

La parte Divina del suo essere profondo lo spinge su questa via e quando l'uomo si rivolge ad essa, gli viene in aiuto per "far morire l'uomo vecchio" (esaurire tutto l'effetto delle azioni sbagliate o egoiste del passato) e "far nascere l'Uomo Nuovo", a costo di una lotta e di una ricerca ininterrotta.

Ad ogni nascita, l'uomo riparte per una nuova prova con l'entusiasmo di una giovinezza ritrovata: in questa maniera può progredire molto di più che vivendo sempre nello stesso corpo, sottoposto all'usura irreversibile del tempo.

Con la sua intelligenza, l'individuo deve finalmente capire le grandi leggi della sua vita ed addossarsi la responsabilità della sua evoluzione. Invece di subire passivamente il risultato penoso o piacevole delle sue azioni passate (Karma), approfitterà della Legge del karma per condurre più saggiamente la sua esistenza. Ogni sforzo porterà così un nuovo impulso alla sua traiettoria, nell'incarnazione presente o nelle successive. (il Tema del Karma verrà esposto più ampiamente nelle lettere successive)

Per lo più, l'individuo si crede libero di scegliere: in realtà le sue azioni gli vengono ispirate come reazioni al desiderio, alla paura o all'avversione. Oppure gli sono imposte dall'ambiente, dall'educazione, l'esempio e la pressione degli altri. L'uomo deve liberarsi da questa alienazione del suo libero arbitrio.

Uno sforzo auto-indotto, è uno sforzo che trova la sua ispirazione, il suo impulso, in se stesso, essendo riconosciuto giusto e necessario, e non dettato da un influenza esterna. In questo caso, la parola spetta all'intuizione e all'intelligenza, e non più alle emozioni incontrollate.

Inoltre, se l'uomo fa uso del suo pensiero, del suo giudizio e della sua volontà indipendente, per immaginare l'azione da compiere, per deciderla e per eseguirla, il suo sforzo è auto-indotto, cioè liberamente intrapreso.

E' con simili sforzi deliberati che l'uomo può veramente dichiararsi responsabile e libero: non vi è altra strada per diventare un uomo degno di questo nome, capace di  modellare la propria vita, prevedendo ed accettando le conseguenze delle sue azioni, di fronte a se stesso e nei confronti degli altri.

Leggendo e studiando la Baghavad Gita, si può constatare che la linea di azione inerente a ciascun individuo, lo Svadharma raccomandato da Krishna, è fatto precisamente di sforzi auto-indotti e auto-determinati, illuminati dalla comprensione delle leggi della vita.

L'umanità è la frangia intelligente e responsabile degli esseri della nostra Terra; essa stessa deve prendere la staffetta della propria evoluzione aiutando anche quella dei Regni Inferiori.

Dovrebbe quindi prendere coscienza, il più presto possibile, della Legge di Unità per scoprirsi parte integrante dell'intera Natura, in un modo non sentimentale ma effettivo, con tutte le conseguenze logiche che ne derivano, come ad esempio:

-         rispetto della Natura, rispetto della vita e degli esseri che ricoprono le proprie funzioni, ciascuno al suo diverso livello, nell'economia della Natura, e che meritano tutti di vivere e di fare le loro esperienze.

-         Apertura a tutti i possibili contributi di aiuto e di solidarietà.

-         Scoperta del ruolo e del posto dell'uomo(fisico, psichico e spirituale) nel Piano generale; e concentrare gli sforzi in vista di realizzare il piano dell'evoluzione previsto per l'uomo.

"Aiuta la Natura e lavora con lei" raccomanda la Voce del silenzio.

L'intelligenza può fare dell'uomo un mostro in mezzo agli animali o un Salvatore per l'intera manifestazione, secondo l'uso che viene fatto di questa intelligenza.

Vivere per il beneficio dell'umanità, più generalmente per il benessere di tutte le creature, è il primo passo sulla via della Saggezza.

La Fraternità Universale non può diventare una realtà sulla Terra senza il contributo di tutti a questa realizzazione.

 
 
 

Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 08 Novembre 2007 da guya_51

 

Corso di Teosofia

3° Lezione

Idee chiave della Teosofia

(terza parte)

 

Come la luce bianca, rifrangendosi in un prisma, appare sotto sette colori, così l'universo si differenzia in sette aspetti o principi, sette piani di sostanza, di coscienza, ecc.

Per semplificare, ci si accontenta generalmente di una divisione triplice nella quale si distribuisce l'insieme dei sette.

Questa divisione semplificata già dimostra la complessità dell'universo (il cui aspetto invisibile si espande molto al di là di quello visibile percepibile ai nostri sensi) e suggerisce delle relazioni dinamiche molto strette fra tre aspetti.

L'uomo è un piccolo universo (un microcosmo) nel grande universo (il macrocosmo), cioè:

-         possiede in se tutti gli elementi di questo macrocosmo;

-         è in stretto rapporto con ognuno dei piani dell'universo;

-         è in relazione di scambio costante, sebbene in modo incosciente, con tutti gli altri uomini, come pure con tutti gli altri esseri di questo mondo.

Non esiste da nessuna parte un essere isolato dall'insieme.

Tutte le parti dell'universo sono in movimento, in vibrazione costante, e reagiscono le une sulle altre: l'universo si modifica senza sosta. Ma la Legge Universale di Causalità (che fa seguire ogni causa da un effetto) mantiene l'insieme nella sua unità, ristabilendo l'armonia, senza mai tornare indietro. Non vi è un Eterno Ritorno, ma la Legge che conserva la coesione non esclude il cambiamento.

Esiste una grande economia nella Natura.

Tutte le esperienze di tutti gli esseri dell'universo sono conservate in una memoria dinamica, la Luce Astrale o Akasha.

La Natura procede per tentativi successivi in forme che utilizzano il risultato delle esperienze precedenti, donde una possibilità di progresso, nel limite imposto da ogni forma. L'universo è dunque un tutto coerente e vivente, in evoluzione.

La Legge dei Cicli regola, d'altronde, questa evoluzione a tutti i livelli, rendendola possibile attraverso:

-         Vita, morte e rinascita;

-         Veglia e sonno (con riposo e assimilazione)

-         Attività ed inerzia;

sono le fasi indispensabili alla vita degli esseri e gli scambi e le interazioni che esistono tra di essi, si iscrivono in questa economia.

A queste leggi naturali che condizionano e facilitano l'evoluzione - il cui impulso motore viene dal mondo spirituale - si aggiunge l'effetto dell'intervento cosciente e volontario delle Gerarchie di Esseri altamente evoluti che guidano lo svolgimento del programma di ogni universo. (Sono gli Arcangeli, i Dhyan Chohan, gli Architetti, ecc…a seconda delle diverse tradizioni)

Lo Spirito e la Materia sono co-eterni: sono i due poli opposti di un'unica Realtà. Tutti i mondi che girano così, come macchine ben regolate, e sorvegliate nel loro funzionamento, sono i luoghi dove interagiscono la materia e lo spirito.

La coscienza è presente nel più piccolo atomo, e l'evoluzione del Cosmo tende a elevarla dai livelli di espressione più elementare fino alla coscienza individuale, che conosce sé stessa ed abbraccia, alla fine, tutto l'universo.

Insomma ogni mondo lavora per far nascere una nuova mietitura di umanità.

Così ha espresso il concetto il Saggio Indù, Patanjali:

"L'Universo sensibile, che comprende il visibile e l'invisibile…esiste solo per l'esperienza e l'emancipazione dell'Anima".

Dunque la coscienza "si eleva" lentamente, dai regni più inerti (in apparenza) fino all'uomo, passando dal vegetale e dall'animale. Ma tocca poi all'uomo prendere la staffetta dell'evoluzione per superare il proprio stadio.

Intuitivamente e logicamente, non si può concepire una fine dell'evoluzione, dal momento che si constata la sua realtà, la sua essenza. E la vera giustizia richiede, se ci sono degli esseri che hanno fallito nei loro tentativi, che essi abbiano l'opportunità di farne dei nuovi.

La morte di milioni di esseri è inquietante, ma inevitabile; è una conseguenza della legge dei cicli o della periodicità: tutto ciò che nasce deve un giorno morire, per poi rinascere sotto una forma differente. Questa legge naturale è Saggia in quanto permette il progresso.

Bisogna che la vita degli uomini abbia un limite, per permettere loro di fare numerosi tentativi in condizioni ogni volta diverse, dove tutto può variare da un esistenza all'altra: sesso, ereditarietà, razza, livello sociale, ecc.

Così la Natura effettua senza tregua un compromesso tra vita e morte. Riciclando di continuo gli elementi che servono a costruire le forme, realizza, con mezzi limitati, innumerevoli tentativi che permettono, con l'integrazione di tutti i progressi registrati, di sfruttare al massimo le potenzialità della vita.

 

E noi, quanto riusciamo a vivere seguendo i cicli della Natura?

Ogni manifestazione è ciclica, così come i periodi della nostra vita.

Il grande Edoardo amava dire: "Addà finì 'a nuttata" (deve finire la notte) intesa come periodo negativo della vita.

Mentre la notte svolge la sua funzione, il giorno si prepara a nascere.

E mentre il giorno si manifesta con la sua luce, la notte prepara le sue trame.

E così per la vita dell'uomo....

nulla è statico, tutto è ciclico.

Riconosciamo nella Legge di Ciclicità il perfetto evolvere dell'Universo?

 

pensieri di Luce per tutti

 
 
 

Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 29 Settembre 2007 da guya_51

 

Corso di Teosofia

2° Lezione.

Idee chiave della Teosofia

(seconda parte)

 

 

In riferimento ai punti 1 e 2 della precedente lettera (vedi) :

Tutti gli uomini hanno più o meno l'intuizione di una realtà Divina che li sorpassa. Ma, essendo limitati dalle loro esperienze sensoriali e psichiche, se cercano di indovinare che cosa è questa realtà, non possono fare altro che immaginarla come un essere.

Fare di Dio un Essere, secondo il credo comune, è limitarlo ad una Persona, certamente immensa ma strutturata e centrata su se stessa, capace di una volontà indipendente, dotata di una psiche funzionale, creatrice, ma che rimane al di fuori della sua creazione (Trascendente), come spettatrice interessata, pervasa quindi da sentimenti, affetti, antipatie, ecc.

Un concetto che limita in modo estremo la nozione del Divino!

Dio è allora ad immagine dell'uomo, con tutte le contraddizioni logiche che derivano da questa confusione che ha la pretesa di racchiudere l'infinito nei limiti di un Essere.

Se il male appare nella creazione, il Dio immaginato dall'uomo non può che esserne innocente. Un demone è quindi capace di tener testa a Dio e di spingere gli uomini al male. Ma poiché questo demone non può essere altro che una creazione di Dio, bisogna ancora inventare una scusa a Dio. Così, gli uomini sono portati ad immaginare sempre più cose per mantenere l'equilibrio barcollante della loro impalcatura logica su Dio.

Il Principio Divino Assoluto non è un essere, ma l'Essere in Sé (Aseità) che non si può astrarre da nessuna cosa. Parlandone come di un principio, si postula che il punto di partenza di tutto ciò che è stato, è, o sarà. In esso è contenuta ogni potenzialità di manifestazione di esistenza - senza alcuna dimensione morale - bene o male.

E' il Parabrahm postulato dagli Indù come la Realtà unica ed ultima, che sfugge ad ogni descrizione, ma che risponde, nell'uomo, ad una profonda intuizione.

Va detto, inoltre, che questa nozione non è esclusivamente orientale e che è stata avvicinata, anche in occidente, da Platone e dai Neoplatonici, e dopo di loro, da alcuni dei più grandi pensatori cristiani.

Tutte le coscienze che sono all'opera, a tutti i livelli della Natura- ciò che chiamiamo Anime - sono paragonabili a delle scintille uscite da uno stesso fuoco, o dei Raggi di uno stesso Sole Centrale (la Dottrina Segreta parla, a questo proposito, della Super Anima Universale).

Sono dunque, fondamentalmente, tutte unite tra di loro da questa origine comune.

La Fraternità Universale è dunque un fatto essenziale.

Per di più, essendo tutte impegnate nella Vita dell'Universo, dove restano legate tra loro sulla base dello scambio e della solidarietà, queste Anime costituiscono una famiglia indissolubilmente unita: La Fraternità Universale rimane una realtà vivente.

Spetta agli uomini scoprirla e partecipare coscientemente a questa Fraternità.

Per la Teosofia, la Natura non è un quadro dell'esistenza offerto gratuitamente da Dio all'uomo per farci seguire i suoi disegni, come se la vita degli esseri inferiori non avesse senso.

Punto 3:

Il nostro mondo - come noi lo conosciamo - ha effettivamente avuto un inizio, e un giorno finirà. Ma, prima, altri mondi sono esistiti e altri verranno nell'infinità dei tempi. Nella Dottrina Segreta è spiegata l'eternità dell'Universo nella sua totalità: non vi è dunque stato un inizio assoluto, ne vi sarà una fine assoluta alle manifestazioni dei mondi.

Punto 4:

Materia e Spirito, sostanza e coscienza, sono co-eterni come due sfaccettature di una stessa realtà.

L'evoluzione della materia dai sette piani più eterei fino ai più concreti e materiali, sarebbe impossibile senza la giuda della coscienza.

Vi è già una forma di coscienza in corso di risveglio persino nel più piccolo degli atomi fisici.

E' vero che la coscienza riflessa nell'uomo, o auto-coscienza, entra in attività a un dato momento dell'evoluzione terrestre, ma non è certamente la forma più alta di coscienza: fin dagli inizi della vita della Terra, Gerarchie di Esseri coscienti e altamente spirituali erano già all'opera e la Natura è stata così costantemente guidata nei suoi tentativi evolutivi.

Fare della Coscienza un prodotto dell'attività celebrale è uno degli errori cardinali della scienza.

Punto 5:

L'idea darwinista della derivazione dell'uomo da scimmie anteriori è una pura ipotesi scientifica che non è mai stata dimostrata.

La Teosofia la respinge!

Il più evoluto degli animali non potrebbe mai diventare intelligente con un semplice gioco di mutazioni genetiche e di adattamenti all'ambiente.

Su questo punto, per mancanza di conoscenza di altre dimensioni della realtà, i "prigionieri della caverna" inventano ancora delle teorie. Ma l'uomo è molto più dell'apparenza del suo corpo e anche della sua intelligenza.

Punto 6:

Attenendosi ancora una volta alle apparenze, si può pensare: "Dopo la morte non vi è più niente".

In realtà, vi è in ogni essere una parte permanente che sopravvive alla morte e che riapparirà prima o poi sulla terra.

Per l'uomo, questo processo si chiama Reincarnazione (sarà un argomento affrontato più avanti nei minimi dettagli)

 

Ti senti in sintonia con l'esposizione di questi argomenti? Con quanti punti lo sei? E con quanti sei in disaccordo? Perchè?

Non è necessario rispondere a queste domande in forma scritta ma è importante farlo in forma verbale con se stessi.

Se nasce uno spunto di ricerca in se stessi, vuol dire che questo corso inizia a dare i primi risultati.

Se così non fosse, nulla di allarmante. Tutto a suo tempo.

"Vedere l'armonia profonda laddove altri percepiscono la contrapposizione è un fiore all'occhiello che fà del Teosofo un servitore consapevole."

 
 
 

Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 17 Settembre 2007 da guya_51

Corso di Teosofia

1^ Lezione

Idee chiave della Teosofia

(prima parte)

 

 

 

La Teosofia, dal greco del III° secolo Theo-sophia, è la Saggezza Divina o Saggezza degli Dei. Risale ad un passato immemorabile, ed è trasmessa senza interruzione fino ai giorni nostri come una conoscenza vissuta.

La Verità è nascosta sotto apparenze spesso ingannevoli : per trovarla non si tratta di aggiungere delle verità parziali a ciò che crediamo già di sapere attraverso la scienza, la religione, l'esperienza quotidiana.

Un Iniziato dell'antica Grecia, Platone, ha illustrato queste idee nel famoso Mito della Caverna:

"Gli uomini sono paragonati a dei prigionieri incatenati in una caverna, con il volto girato verso una parete animata da uno spettacolo di ombre cinesi proiettate (all'insaputa dei prigionieri) da personaggi che sfilano davanti a un fuoco, all'entrata dei sotterranei.

Per questi uomini, la visione del mondo è limitata a quelle immagini familiari che traducono in modo deformato la realtà che essi non sospettano nemmeno. Ignorano del tutto l'esterno della caverna e il sole che vi brilla. Se potessero cambiare radicalmente ottica per scorgere le altre dimensioni del mondo, comincerebbero a capire la loro situazione, e cercherebbero di liberarsi e di liberare i loro compagni di cattività."

Questo cambiamento di ottica richiede molto coraggio e molto sforzo: Platone suggerisce che i prigionieri si ribellerebbero contro quelli che volessero far loro girare la testa verso l'uscita della caverna; tanto è difficile, nella vita quotidiana, cambiare le nostre abitudini di pensiero e la linea di condotta che ne deriva.

La realtà è infinitamente più vasta di quella che immaginiamo: per abbracciarne anche una minima frazione, occorre liberare il pensiero da tutte le sue limitazioni.

Come i prigionieri della caverna, noi assistiamo allo spettacolo del mondo: con i nostri sensi vediamo vivere gli altri e, mentalmente, osserviamo la nostra vita interiore. Con tutte le informazioni così raccolte - che sono solo apparenze, immagini sempre mutevoli - ci mettiamo a giudicare gli altri e crediamo di conoscerci.

L'oracolo di Delfi ha detto: "Uomo conosci te stesso e conoscerai l'Universo e gli Dei"

L'enigma dell'Oracolo di Delfi si chiarisce solo comprendendo l'unità del microcosmo e del macrocosmo come pure la loro divisione triplice, fisica, psichica e spirituale. La vera conoscenza di se stesso, che sbocca nella conoscenza del Grande Universo, implica la comunione cosciente dell'essere con la sua radice spirituale, il Sé Universale.

E' un esperienza diretta.

A questo proposito M.me Blavatsky ha scritto:

"La conoscenza di se stesso non può essere raggiunta attraverso ciò che gli uomini chiamano "l'analisi di se stesso". Non ci si può arrivare né con il ragionamento né attraverso qualche processo celebrale; poiché è il risveglio della Coscienza della Natura Divina dell'uomo"

L'analisi psicologica verte su degli stati di coscienza (veglia, sogni, visioni) e sui loro contenuti in immagini: è un approccio ai fenomeni, alle apparenze, da cui si traggono delle conclusioni verosimili sul funzionamento dello psichismo: i prigionieri della caverna, analizzano il loro spettacolo quotidiano, arrivano ad indovinare la sua genesi (la sfilata dei personaggi all'entrata del sotterraneo) ma essi non escono liberamente dalla caverna del loro psichismo, anche se scoprono le grandi costanti dei suoi meccanismi e riconoscono i miti e i simboli che modellano un gran numero di sogni e di altre produzioni di questo psichismo.

Ogni disciplina spirituale implica questo procedimento: scoprire i processi, le potenzialità e le limitazioni della personalità, liberarsene e addossarsi la propria responsabilità. Ma questo non è che una prima tappa. Fuori dalla caverna brilla il sole spirituale del Sé di tutte le creature: la meditazione descritta nella Baghavad Gita (capitoli VI, VII) che permette questo transfert o questa elevazione di coscienza, fino a così alti livelli spirituali, non ha nulla a che vedere con un analisi.

I metodi scientifici dello studio del corpo e del comportamento analizzano anch'essi dei fenomeni esterni limitati delle ombre cinesi e non rivelano niente di conclusivo sul Sé Universale né sull'Anima immortale dell'uomo.

Chiusi nella loro caverna, i prigionieri interpretano quello che percepiscono, in un mondo a due dimensioni: quella della parete dove si muovono le ombre cinesi.

Anche se un Saggio parlasse loro di altri spettacoli più grandiosi, essi li ridurrebbero a questo quadro senza rilievo.

E' così che, il più delle volte, gli uomini non possono pensare alle realtà metafisiche se non in termini di esperienza terrestre, limitata e senza aperture.

Per molti, ad esempio:

1)      Dio può solamente essere una Persona, un Essere immenso dotato di tutte le qualità umane, un Padre protettore e salvatore, con il quale si può dialogare da uomo a uomo.

2)      Per spiegare il mondo, ci è voluto un creatore che lo tirasse fuori dal nulla.

3)      Il mondo è per forza cominciato un giorno ed un giorno finirà.

4)      Nella storia della terra, l'evoluzione ha avuto inizio nella materia, e la coscienza è apparsa in seguito, molto tempo dopo.

5)      L'uomo è una scimmia diventata intelligente.

6)        L'uomo, essendo solamente il suo corpo, vive solo una vita sulla terra.

 

La Teosofia offre un ottica del tutto diversa, distruggendo le false idee che gli uomini hanno inventato per tentare di spiegarsi lo spettacolo del mondo.

Ma per cambiare radicalmente ottica, occorre l'audacia che è lo strumento primo di crescita, indispensabile per chi ha compreso l'inutilità delle proprie maschere e delle ombre cinesi, pure illusioni della mente.

E non c'è audacia senza la percezione di tutte le potenzialità che ci portiamo dentro dall'Eternità.

Quell'audacia che consentirà all'Anima di spiegare le ali in tutta la loro larghezza e raggiungere le vette alle quali aspira.

Siamo pronti?

E allora teniamoci forte, il viaggio ha inizio.

Nella prossima lezione esporrò la visione Teosofica relativa ai sei punti precedenti

 
 
 

NEL SILENZIO.....

Post n°26 pubblicato il 01 Maggio 2007 da galadriel_2006

HO AVUTO PROBLEMI DI CONNESSIONE E SONO MANCATA PARECCHIO TEMPO.

OGGI NON SCRIVERO' NULLA MA VI INVITO, IN QUESTA SETTIMANA DEDICATA AL WESAK, AD UNA MEDITAZIONE ATTRAVERSO LE IMMAGINI.

IL WESAK E' UN MOMENTO DI UNIONE TRA POPOLI DURANTE LA DISCESA NEL TIBET, ED IN TUTTO IL MONDO, DELLE ENERGIE DI GESU' DEL BUDDHA  IN UNIONE CON LE ENERGIE DEI MAESTRI.

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Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 11 Marzo 2007 da galadriel_2006

Coral Castle

  

Homestead - Florida - U.S.A

 

"I have discovered the secrets of the pyramids... 

 

...and have found out

how the Egyptians and the ancient builders in Peru, Yucatan, and Asia, 

with only primitive tools, raised and set in place blocks of stone

weighing many tons!"

Edward Leedskalnin

Link1

 

Dal 1920 al 1940, lavorando per lo più di notte, nell’aria umida della Florida, per erigere un monumento ad un amore che non sarebbe mai stato corrisposto, il minuscolo lettone Edward Leedskalnin (era alto solamente un metro e cinquantadue centimetri e pesava quarantacinque chili scarsi) utilizzò enormi massi corallini che pesavano fino a trenta tonnellate, usando tecniche che solo lui conosceva. 

Il risultato finale, che fa pensare più a metallo fuso in uno stampo o colato piuttosto che a pietra scolpita, continua a sbalordire architetti e ingegneri, nonché i diecimila turisti che vi affluiscono ogni anno. 

L’amore e l’opera di Leedskalnin si rivolgevano a una giovanissima sposa a cui egli si riferì sempre come alla “Dolce Sedicenne”. Respinto proprio il giorno prima del matrimonio, Edward lasciò la Lettonia per stabilirsi in Florida. Servendosi di blocchi utilizzati nell’edilizia locale, Leedskalkin cominciò a costruire il suo Castello di Corallo su quattro ettari di terra, presumibilmente nella speranza di attirare il suo riluttante amore negli Stati Uniti. Essa non venne mai, ma il piccolo lettone continuò ostinatamente a lavorare, sollevando un’impenetrabile aura di mistero e di maestosità intorno al suo solitario progetto. Nessuno si capacitava di come riuscisse da solo a sollevare da terra i giganteschi blocchi corallini e a caricarli sul suo camion, ne come facesse a squadrarli e a collocarli, sistemando in certi casi lastre di nove tonnellate con un tale senso dell’equilibrio e una tale delicatezza che bastava sfiorarle con un dito per farle ruotare.

 

Quando morì, nel 1951, si portò nella tomba i suoi segreti, anche se lasciò intendere che fossero simili alle stesse tecniche con cui gli egizi avevano costruito la Grande Piramide di Cheope. Tutto quel che è certo è che disse di essere riuscito a vincere le leggi naturali della gravità e dell’equilibrio. Oggi i visitatori si entusiasmano davanti a meraviglie come un modello di Saturno di 18 tonnellate, collocato in cima a mura spesse novanta centimetri. A breve distanza, immobilizzato nella sua orbita, c’è Marte, anch’esso rappresentato da un globo di corallo dello stesso peso. 

Quest’opera, costruita per amore, ci ricorda il Taj Mahal di Agra, in India, una tomba che è considerata il più splendido palazzo del mondo, fatto edificare dall’Imperatore Mogul Shan Jehan per la sua moglie favorita. Ma il Taj Mahal fu eretto da centinaia di abili operai, aiutati dai montacarichi e argani speciali, nonché da fondi illimitati, da un esercito di fornitori e da lunghe file di buoi per il traino dei materiali, mentre il Castello di Corallo fu costruito di notte e da un solo uomo.

ho copiato questo post e se volete vedere le foto interessantissime di questa immane opera, per un piccolissimo uomo.....cliccate: http://bergenstar.altervista.org/coralcastle.htm

 

 
 
 

E SE DIO FOSSE FEMMINA.....

Post n°24 pubblicato il 09 Marzo 2007 da galadriel_2006
 

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VIVIAMO IN UNA SOCIETA', PER QUANTO SIA CAMBIATA ULTIMAMENTE, MASCHILE.

IL POTERE RELIGIOSO APPARTIENE AGLI UOMINI, CHE DEMANDANO ALLE DONNE CIOE' ALLE SUORE I LAVORI PIU' UMILI E FATICOSI.

IL POTERE POLITICO E' IN MANO AGLI UOMINI E SOLO NEGLI ULTIMI ANNI, A FATICA LE DONNE SONO RIUSCITE AD AVERE POSIZIONI PARITARIE, MA IL NUMERO E' ESIGUO.

COSI' E' NEL MONDO DEL LAVORO DOVE LA CARRIERA E' ANCORA PREROGATIVA MASCHILE COSI' I COMPENSI DISUGUALI, E LE DONNE MANAGER SONO MENO DEGLI UOMINI.

PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI DONNA?? IN QUASI TUTTI I PAESI DEL MONDO SONO ANCORA TUTTI UOMINI.

MA SIAMO SICURI CHE E' SEMPRE STATO COSI?

NELL'ANTICHITA' LA DONNA AVEVA GRANDE POTERE SPIRITUALE E LE SACERDOTESSE ERANO TENUTE IN GRANDE CONSIDERAZIONE, COME PURE ESISTEVANO SOCIETA' ALTAMENTE EVOLUTE, MATRIARCALI.

QUANDO ALLORA GLI UOMINI HANNO TRASFORMATO LA DONNA DA DEA A SGUATTERA??

QUANDO HANNO PRESO COSCIENZA IN MODO NEGATIVO, CHE ALLA DONNA ERA DATO IL POTERE PIU' GRANDE:

DONARE LA VITA. CRESCERE IN SE UN ESSERE VIVENTE.

LE VIOLENZE EBBERO INIZIO,  E COSI' ANCHE  LA DESTITUZIONE DAL POTERE CHE SI PUO' VEDERE ANCHE OGGI.

MA QUELLO CHE E' PEGGIO LA DONNA NON VENNE PIU' CONSIDERATA COME LA CREATRICE MA DIVENNE SOLO UN MEZZO DI PIACERE O UNA SCHIAVA AD USO PERSONALE O COLLETTIVO.

EPPURE BASTEREBBE SOFFERMARSI SU ALCUNI PARTICOLARI INTERESSANTI.

TRANNE QUALCHE ECCEZIONE NEL CREATO E' LA PARTE FEMMINILE CHE GENERA ALTRI SE STESSI, SIMILI MA DIVERSI.

I MASCHI DONATORI DI SEMI, E LE FEMMINE CREATRICI ED INCUBATRICI DI VITA, COMPLEMENTARI E INSCINDIBILI, LEGATI DAL DESTINO PIU' BELLO, QUELLO DI DARE LA VITA.

ALLORA, SE DIO FECE IL GENERE UMANO A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, VUOLE DIRE CHE DIO CONTIENE LA PARTE MASCHILE CHE INSEMINA E LA PARTE FEMMINILE CHE CREA.

ECCO PERCHE' DIO, NELLA SUA ESPRESSIONE CREATIVA - CHE SIANO GALASSIE, PIANETI, SOLI, STELLE O SEMPLICEMENTE FIORI, ANIMALI, UMANI- USA LA SUA PARTE FEMMINILE.

UN DIO CHE SI TRASFORMA IN UNA DEA CHE DONA LA VITA, DOVREBBE INCOMINCIARE AD AFFACCIARSI AI NOSTRI CUORI, PERCHE' CERTAMENTE E' L'IMMAGINE PIU'....VERA!!

E COMPRENDENDO QUESTO, GLI UOMINI DOVREBBERO VEDERE LE DONNE COME MASSIMA ESPRESSIONE DIVINA DA RISPETTARE E CON CUI FORMARE L'UNO  E NON COME OGGETTI DA SFREGIARE CON LA VIOLENZA.

MEDITIAMO.

 
 
 

IL MONDO DELLE FIABE.......

Post n°23 pubblicato il 06 Marzo 2007 da galadriel_2006

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CHISSA' PERCHE' DENTRO DI NOI LA PARTE BAMBINA SI EMOZIONA SEMPRE QUANDO PENSIAMO AI DRAGHI O AGLI GNOMI.

VORREI RACCONTARVI UNA STORIA CHE INIZIA COSI'.....

C'ERA UNA VOLTA, UN TEMPO LONTANO LONTANO IN CUI IL POPOLO DEGLI UOMINI VIVEVA IN ARMONIA CON ALTRI POPOLI. COSI' DISSIMILI EPPURE TUTTI CONCENTRATI IN UN'UNICO FINE: PROTEGGERE GAIA, LA TERRA E CONSERVARLA SANA E VITALE.

GLI GNOMI ERANO GLI OPERAI DEI BOSCHI E TENEVANO PULITI GLI ALBERI, E CURAVANO GLI ANIMALI FERITI. GLI ELFI REGALI E BELLISSIMI ERANO I GUERRIERI CHE RIPORTAVANO L'ORDINE PERCHE' ANCHE SE VIVEVANO TUTTI IN PACE, OGNI TANTO NASCEVANO LITIGI PER COSE FUTILI.

POI VI ERANO LE FATE DALLE ALI SCINTILLANTI E DALLE VARIE DIMENSIONI, DALLE PIU' PICCOLE CHE SEMBRAVANO LUCCIOLE, A QUELLE GRANDI COME GLI UMANI, SENZA ALI MA CON POTERI ECCEZIONALI CHE GESTIVANO LE STAGIONI, I LORO FIORI E I FRUTTI.

POI VI ERANO I DRAGHI CHE VOLAVANO PADRONI DEI CIELI E PORTANDO SULLA SCHIENA  GLI UMANI E VOLANDO LI AIUTAVANO  NEGLI SPOSTAMENTI.

CHE TEMPI MERAVIGLIOSI QUELLI, L'ARMONIA REGNAVA SOVRANA E GALADRIEL, LA REGINA DELLE FATE CAMMINAVA PER LA TERRA SERENA E SORRIDENTE.

MA UN GIORNO, UN BRUTTO GIORNO IL SEME DELL'INVIDIA MISE RADICI NEL CUORE DEGLI UOMINI CHE COMINCIARONO AD AVERE PAURA E A COMBATTERE LE CREATURE CHE PER MIGLIAIA DI ANNI ERANO STATE LORO AMICHE, PERCHE' QUELLE CREATURE  ERANO BELLE POTENTI E CON DOTI MAGICHE.

PIANO PIANO GLI ELFI PER NON DISTRUGGERE IL GENERE UMANO, COSA PER LORO SEMPLICISSIMA, SI INCAMMINARONO VERSO LA CAVERNA CHE PORTA AL CENTRO DELLA TERRA, E CON LE FATE E I DRAGHI LASCIARONO LA SUPERFICIE.

RAGGIUNSERO L'AGARTHA  E IL SUO SOLE CENTRALE CHE RISCALDA E DA' LA VITA ALLE CITTA' DEGLI EVOLUTI RIFUGIO DEI MAESTRI, TRA UNA VISITA AGLI UMANI E L'ALTRA  E DOVE TUTT'ORA VIVONO E VOLANO I DRAGHI.

L'INGRESSO DELLA GROTTA FU RICOPERTA DAI GHIACCI DEL POLO E SCOMPARVE AGLI OCCHI DEGLI UOMINI.

SOLO GLI GNOMI RESTARONO A TENERE IL COLLEGAMENTO CON LA TERRA DI SOPRA E LA TERRA DI SOTTO, MA SE I NOSTRI CUORI TORNASSERO AD ESSERE PURI E GENEROSI.....LORO TORNEREBBERO E POTREMMO VEDERE ANCORA I SORRISI DEGLI ELFI, LE ALI DELLE FATE E IL FIATO FIAMMEGGIANTE DEI DRAGHI....SE SOLO.....

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RIFLESSIONE....

Post n°22 pubblicato il 01 Marzo 2007 da galadriel_2006

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OSSERVO CON INTERESSE CIO' CHE RIMANE DEI MONUMENTI DEL PASSATO.

OSSERVO E CERCO DI IMMAGINARE COME HANNO POTUTO COSTRUIRE TANTO CON POCO.

TANTO GRANDE, TANTO PRECISO CON ATTREZZI DI PIETRA, DI FERRO, DI LEGNO, CON UOMINI SENZA ALTRO CHE LA FORZA DELLE BRACCIA.

PIRAMIDI IMMENSE, CON MASSI ENORMI E CON UNO SPESSORE TRA UN MASSO E L'ALTRO DI POCHI MILLIMETRI. E NOI CONTINUIAMO A CREDERE CHE ABBIANO FATTO TUTTO...DA SOLI.

QUELLO CHE MI DIVERTE E' PENSARE CALLA DIGA DI ASSUAN. VI RICORDATE QUANDO HANNO ALLAGATO ED HANNO DOVUTO SEZIONARE E TRASPORTARE AD ALTEZZA SUPERIORE LE STATUE DEI FARAONI??

EBBENE NONOSTANTE I MEZZI IMPIEGATI, QUASI NON RIUSCIRONO A SEZIONARLE, NUMERARLE E POI....RIMETTERLE ASSIEME.

PENSIAMO SOLO PER QUALCHE ISTANTE CHE E' POSSIBILE CREDERE  CHE CI FOSSERO MEZZI DIFFERENTI PER MUOVERE TONNELLATE DI PIETRE. CHISSA', PRIMA O POI ANCHE NOI CAPIREMO. SIAMO COMUNQUE BEN LONTANI DALLA POTENZA DI QUEI TEMPI.

POTENZA SPIRITUALE ED ENERGETICA.

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il sorriso......

Post n°21 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da galadriel_2006

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accompagna ogni tuo gesto con un sorriso

non costa nulla , ma e' un dono per chi lo riceve.

osserva i visi scuri e dona loro il chiarore del tuo sorriso.

fai che il sorriso parta dal cuore, scaldato dal l'Amore.

 
 
 

MALATTIA E DESTINO

Post n°20 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da galadriel_2006

QUANTE VOLTE CI SIAMO DETTI......OGGI NON STO PROPRIO BENE, OPPURE .....CHE DOLORE DI SCHIENA.

O PEGGIO ANCORA......QUESTO RAFFEDDORE NON MI FA RESPIRARE.

NON CI SIAMO MAI SOFFERMATI PERO' AD OSSERVARE COSA CI DAVA FASTIDIO  NELLA VITA QUOTIDIANA, COSA DOVEVAMO AFFRONTARE O  CHI NON VOLEVAMO VEDERE, CHI VOLEVAMO ALLONTANARE DA NOI E COSI' VIA.

I NOSTRI DISTURBI SE BEN ANALIZZATI, CI PORTANO A CAPIRE QUALI SONO I NOSTRI ATTEGGIAMENTI NEI CONFRONTI DELLA VTA, DELLE PERSONE CHE CI CIRCONDANO. QUANTO CI SENTIAMO COMPRESSI O ABBANDONATI O POCO AMATI.

UN LIBRO MOLTO INTERESSANTE CHE CI PORTA PASSO PASSO A COMPRENDERCI E'

MALATTIA E DESTINO

E' SCRITTO DA DUE MEDICI CHE ANALIZZANO OGNI DISTURBO E LO COLLEGANO AI PROBLEMI CHE NON VEDIAMO O NON RIUSCIAMO AD AFFRONTARE

ECCO ALLORA CHE IL DISAGIO CREA IL DOLORE, LA MALATTIA.

CAPITO IL MECCANISMO DELLA NOSTRA MENTE, POSSIAMO ANALIZZANDOCI CON SERIETA' SMASCHEARE I VARI DISAGI E RIPORTARCI PIANO PIANO, QUASI FOSSE UN GIOCO, AD UNO STATO DI BENESSERE CONSAPEVOLE. PROVATE E CONOSCENDOVI MEGLIO VI ACCORGERETE CHE ESSERE IN BUONA SALUTE NON E' POI COSI' DIFFICILE!!

 
 
 

GOCCE DAL CUORE

Post n°19 pubblicato il 18 Febbraio 2007 da galadriel_2006

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CHE L'AMORE  SIA SENZA PRETESE

CHE IL DARE NON CONDIZIONI IL RICEVERE

CHE IL SORRISO SIA SPONTANEO

CHE IL PENSIERO SIA LIBERO

CHE TU SIA PIU' IMPORTANTE DI ME

CHE TI AMO SIA COME TU AMI ME

 
 
 

IL GRANATO

Post n°18 pubblicato il 17 Febbraio 2007 da galadriel_2006
 

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IL PRIMO CENTRO ENERGETICO - LA RADICE CHE CI COLLEGA ALL'ENERGIA DELLA TERA - E' PRESIEDUTO DAL COLORE ROSSO.

ABBIAMO PARLATO PRECEDENTEMENTE DEL RUBINO, ORA PARLEREMO DELLA LAVORAZIONE DELLE PIETE E DEL GRANATO.

ALCUNE PIETRE HANNO UNA DOPPIA FUNZIONE, QUELLA DI PIETRA GREZZA PERCIO' NON LAVORATA O DI GEMMA, CHE ATTRAVERSO LA LAVORAZIONE DIVENTA LUMINOSA E RIFRANGENTE.

LA DIFFERENZA TRA PIETRE GREZZE O LAVORATE E' CHE IL GREZZO MANTIENE INALTERATO IL POTENZIALE NATURALE, MENTRE LA PIETRA LAVORATA PERDE PARTE DELLE SUE POTENZIALITA' MA NE ACQUISISCE ALTRE DOVUTE ALLA LIMPIDEZZA CHE PERMETTE DI RIFRANGERE LA LUCE.

PER LA CRISTALLOTERAPIA E'  CONSIGLIATO DI AVVALERSI DI PIETRE GREZZE, SIA PER IL COSTO INFERIORE CHE PER LA POTENZA DELLE VIBRAZIONI. SIA IL RUBINO CHE IL GRANATO, APPARTENENTI PERCIO' AL PRIMO CENTO ENERGETICO RISPECCHIANO LE QUALITA' DI PIETRA GREZZA CHE PUO' ESSERE TRASFORMATA IN GEMMA.

IL GRANATO E' STATO NEL PASSATO IN ASSOLUTO LA PIETRA PIU' USATA DALLE NOSTRE NONNE, DATO I COSTI CONTENUTI. LE QUALITA' DEL GRANATO SONO SIMILARI A QUELLE DEL RUBINO PERCIO' RIGUADANO IL FUNZIONAMENTO DELLA CIRCOLAZIONE DEL SANGUE, E  DEGLI ORGANI DI RIPRODUZIONE FEMMNILI.

LE PIETRE O GEMME ROSSE VENGONO PORTATE VOLENTIERI AD ALTEZZA DEL CUORE IN QUANTO ISTINTIVAMENTE LE DONNE SANNO CHE AIUTANO IL CUORE STESSO E LO RAFFORZANO NELLE FUNZIONI DI POMPA DEL SANGUE.

 
 
 
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      ATTENZIONE!!!!

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IN QUESTI GIORNI H0 SENTITO 

 PARLARE DEL NONI E DELLE

MERAVIGLIOSE QUALITA' DI

       QUESTO SUCCO.

SE VOLETE  POSSO INVIARVI

LE RELAZIONI  FATTE DA MEDICI

E RICERCATORI SUL FRUTTO

DEL NONI E SULLE PROPRIETA'

DEL SUCCO. SE LE RICHIEDETE

VE LE INVIO TRAMITE MAIL.

 SITO DI RIFERIMENTO DEL NONI:

        http://tni.com/2451860

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     FIDATEVI, E' ECCEZIONALE!!!!

 

PERLE PER IL CUORE

QUESTO BLOG E' DEDICATO A TUTTE LE PERSONE CURIOSE. ALLE PERSONE CHE VOGLIONO CAPIRE, SPERIMENTARE E CRESCERE.

IN QUESTO BLOG POSSONO SCRIVERE TUTTI, PURCHE' GLI ARGOMENTI E LE IMMAGINI SIANO COERENTI CON IL SENSO DEL BLOG STESSO.

TUTTI I VIAGGIATORI DELL'ANIMA POSSONO TROVARE QUI UNO SPAZIO DA CONDIVIDERE.

LE IMMAGINI POSTATE SONO PRESE DA INTERNET, QUALORA NON SI DESIDERI CONDIVIDERLE CON GLI ALTRI, AVVISATEMI E LE TOGLIERO' IMMEDIATAMENTE.

LE MEDITAZIONI SONO RIPORTATE DALLE CARTE DI FINDHORN E DALLE CARTE DI OSHO.

 

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