Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

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COSA ABBIAMO SOTTO IL SOLE

 

CALDO, OVVIETA’, FRASI FATTE E MIRAGGI

 

 

 

Non è sufficiente il caldo, si aggiungono:

1. le sempre più monocordi previsioni del meteo che, tra il sadico e l’allarmista, si divertono a raccontarci miraggi estivi;

2. i giornalisti televisivi (che già usualmente non brillano d’inventiva) a gonfiare notizie “tanto per”...

e

3. gli ossessivo-compulsivi di facebook (et similia) che ci aggiornano sullo stato delle temperature individualmente percepite...

Iniziamo dalla temperatura percepita?

Il corpo non percepisce temperature, percepisce i flussi termici che dipendono dalla differenze di temperatura. Il nostro corpo è conformato per autoregolarsi in una situazione ottimale tra i 36,5 ed i 37 °C in qualsiasi circostanza esterna di irrigidimento gelido o fusione estiva, grazie al nostro sistema nervoso ed ai centri di termoregolazione dell’ipotalamo. Quando le temperature esterne si fanno eccessive, l’evaporazione dei liquidi della nostra pelle raffredda e permette di cedere il calore.

La parolina magica, dunque, è: coefficiente di trasporto termico.

L’umidità dell'aria può aumentare la sensazione di caldo perché un maggiore quantitativo di vapore acqueo interferisce nell’evaporazione di liquidi corporei e la temperatura risulta, così, differente rispetto a quella segnalata dal termometro.

Ma che la temperatura percepita possa essere stabilita addirittura in gradi, come se fosse una condizione misurabile oggettivamente è una perfetta contraddizione in termini oltre che un’altra bella storiella da giornalismo in saldo.

 

Arriviamo poi alle notizie proprie dei migliori miraggi estivi: i due pc che giorni fa parlavano fra loro...

 

Due intelligenze artificiali attivate da Facebook proprio al fine di comunicare fra loro in contesti d’ipotetiche contrattazioni, sono stati, infatti, precipitosamente spenti (o ineducatamente interrotti…?) perché hanno iniziato a conversare fra loro interagendo non più nella presupposta lingua inglese; ma con un linguaggio idiomatico sconosciuto ai presenti.

La notizia è sì, reale; non lo è, però, tutta la fantascienza giornalistica che ne è conseguita.

Infatti non c’è stata, da parte dei due pc, nessuna insurrezione da urlo di Munch, per intenderci.

Non ha avuto luogo nessuna iniziativa autonoma che avrebbe potuto pericolosamente cospirare contro l’umanità…ma soltanto un molto meno cinematografico errore di programmazione che ha impostato per i bot un’istruzione facoltativa anzichè obbligatoria sul linguaggio.

I due dialoganti parlavano in lingua sconosciuta perché nessuna stretta clausola di comunicazione li aveva costretti ad interloquire imprescindibilmente in inglese; l'impostazione prevista dai programmatori indicava, infatti, che la lingua da utillizare dovesse essere "preferibilmente" l'inglese.

I nostri pc, tuttavia, una scelta molto umana l’hanno ugualmente compiuta…Hanno preferito adottare strutture linguistiche composte da abbreviazioni, miscele di lingue, combinazioni fantasiose e storpiature magari sintatticamente scorrette ma sicuramente più immediate ed efficaci nell’economia del discorso, proprio come facciamo anche noi quando inventiamo nuove forme linguistiche omettendo, mischiando e stravolgendo volutamente molte nostre espressioni verbali ogni giorno.

E, sempre restando in tema di storpiature dialettiche efficaci, concludo fulmineamente con l’ultimo punto: gli ossessivo-compulsivi di facebook e il caldo.

Una sola cosa.

Abbiamo detto ad inizio post che in ogni essere umano già esistono una serie di sensori della temperatura in grado di registrare ed inviare all'ipotalamo le informazioni sul calore esterno, no? Bene.

Quindi, perché non ascoltare le sagge parole di Zalone, che certo non è il filosofo presocratico ZENone; ma in quanto ad acume e pertinenza in questo caso merita il paragone?

 

Piove e lo scrivi su Facebook, fa caldo e lo scrivi su facebook, fa neve e lo scrivi…Ma tu mò dimmi una cosa (a me)…che ti pensi che io a casa non le tengo le finestre?

 

 
 
 
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