Creato da elliy.writer il 25/09/2008
INFINITE DIVERSITA' IN INFINITE COMBINAZIONI...

PER DIRLO CON UN FIORE

mughetti

 

Secondo il linguaggio dei fiori, il mughetto è simbolo della felicità ritrovata, della serenità dopo i travagli. Questo perché, secondo leggenda, il fiore sarebbe nato dal sangue di San Leonardo, ferito ma vittorioso contro il demonio. Regalo azzeccato per festeggiare guarigioni, riconciliazioni, nuovi incontri con vecchi amici, amori ritrovati.
 

Area personale

 

Ultime visite al Blog

grazio966federopozzigraziamariagmarco.mocerinomariomancino.mtedesco_giuliastraka00socrate52roccotaluccimichelalex27michele.marchiarch.paolo_pavanStefano72CSfrancescaguariniinca30
 

Poesia

.

Cadde tanto in basso
nella mia considerazione
che lo udii battere in terra
e andare in pezzi sulle pietre
in fondo alla mia mente.

Ma rimproverai la sorte che lo 
abbatté
meno di quanto denunciai me stessa,
per aver tenuto oggetti placcati
sulla mensola degli argenti.

(Emily Dickinson)

 

Amore e guerra

 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
Citazioni nei Blog Amici: 62
 
 

 

« ...Elliy-foto - Libera inte... »

in un mondo che

Post n°506 pubblicato il 19 Gennaio 2013 da elliy.writer

Parlare delle difficoltà dell’anima al momento è per me troppo  complicato e doloroso. Preferisco disquisire sulle difficoltà pratiche, sulla superficialità e sulla cialtroneria delle persone, sui farraginosi e inutili  giri burocratici  che contribuiscono ad aggravare una situazione già delicata dal punto di vista emotivo.
Una realtà fatta di  parole gonfie, sigle misteriose, giri di carte, risposte del cavolo.
Tre chicche, così.

- In sede di dimissioni protette dall’ospedale  e attivazione del CAD (assistenza domiciliare – che all’atto pratico mi pare si stia concretizzando in ben poco), viene prescritto l’ausilio di un letto ortopedico e di un materasso antidecubito.  Ok, bisogna dunque farsi lasciare idoena prescrizione, portarla presso una sanitaria, farsi fare un preventivo, portare il tutto all’ASL di competenza.  Ma, mi chiedo: tutto questo bel percorso, per esempio, non potrebbe essere fatto via mail, con posta certificata magari, tra i diversi enti? Ci vuole per forza un camminatore?
Hanno sbarrato tanto d’occhi, quando l’ho chiesto alla asl! Va beh, comunque… fatto. Dopo una decina di giorni arriverà il materasso antidecubito, cioè arriverà l’autorizzazione. Questa andrà portata alla sanitaria e lì si potrà ritirare l’ausilio. Per il letto non si sa, dipende dalle disponibilità, seguirà comunicazione.  Ok. E’ andata.
Anzi no. Perché poco dopo mi arriva una telefonata: per avere diritto al letto, bisogna restituire la sedia a rotelle, i due ausili sono incompatibili, come da G.U.. La Regione Lazio ha stretto i cordoni della borsa, c’è la spending review. Il letto verrà concesso solo a chi definitivamente allettato e dunque non bisognoso di carrozzina. Invece il materasso antidecubito si, quello si potrà avere.
Ratio sfuggente, direi…

-
Vado in un negozio di articoli sanitari, per chiedere  quanto costa affittarlo o acquistarlo, un letto ortopedico-ospedaliero. Il tizio mi dice così e così + 30 euro per il trasporto. Ok, dico. E i tempi per averlo? Quello mi guarda, pensa ( o qualcosa del genere ) per un momento, poi mi  fa: beh, ma può caricarselo lei con la macchina, non mi faccia fare un viaggio solo per 30 euro.
Che??? Trasecolo!  - Ma perché 30 euro sono pochi? – gli dico. E poi io mi dovrei caricare da sola un letto di quella portata sulla macchinuccia mia? E poi trasportarlo (come?) e poi scaricarlo e poi pure montarlo. Ammazza aho', mi avrà preso per wonder woman.

-
Tema pannoloni. Chiedo chi se ne occupa. Mi dicono il CAD. Chiedo al CAD. Mi dicono che è il medico di base che comanda tutto l’ambaradam. Vado dal medico di base, il quale mi chiede: di quanti pannoloni ha bisogno sua madre, tre o quattro al giorno? E che ne so, rispondo, faccia lei.
Lui prepara la prescrizione, insieme ad altre. Io prendo e metto in borsa, lì per lì non controllo.
Poi a casa leggo. Prescrizione totale di 120 pannoloni, fabbisogno per tre mesi.
Eh?
Dunque un pannolone e mezzo al giorno. 
Ok ok, è una svista, tutti si possono sbagliare, basterà chiedergli di rifare la ricetta, tanto un doppio giro in più che vuoi che sia.
Comunque passo prima in farmacia, hai visto mai.
Nella prima farmacia: - noi non trattiamo proprio questo tipo di articoli.
Nella seconda farmacia: - noi non facciamo queste cose, deve andare nelle farmacie apposite.
E quali sarebbero, c’è un elenco? Non sappiamo.
Nella terza farmacia: - no, qui non facciamo queste pratiche e non ne so niente.
Per fortuna qui è intervenuta una dottoressa un po’ più gentile che mi ha dato alcune indicazioni, anche se sbagliate, perché mi ha detto di andare nella quarta farmacia, tal de’ tali.
Nella quarta farmacia mi hanno detto: vada alla asl, che deve autorizzare il tutto.
Vado alla ASL: eh  no, questa ricetta non va bene, la prescrizione deve farla il CAD, previa visita dello specialista.
Ma che è? il gioco dell’oca?
Telefono al CAD.
Mi risponde una tipa: deve passare qui in ufficio nelle ore di ricevimento del pubblico.
Ma non si può fare per telefono?
Per telefonoooo???
… beh, per fortuna mi ha passato un dottore, voce finalmente accogliente e tono pacato, che mi ha spiegato tutto per bene e – credo – mi abbia indirizzato correttamente.
Lo saprò presto.  Se così fosse dovrò passarci davvero nelle ore di ricevimento del pubblico, per andargli a stringere la mano:  una goccia di rugiada nel deserto.
Mi dicono comunque che i pannoloni che passa la ASL sono prodotti al ribasso, qualità tutta da verificare…
Ma, in ogni caso, possibile che il medico di base non fosse a conoscenza di tutta la trafila e si sia limitato a farmi quella inutilizzabile ricetta sbagliata e zut?

 

 .ma vaff...

 

Certo, mi rendo conto che probabilmente questi non sono argomenti da blog e poi – diciamocelo – sono questioni del cavolo: basterebbe avere uno stipendio XL e una salute di ferro, sia il paziente che chi lo assiste, e non ci sarebbe bisogno di convenzioni, aiuti, fisioterapisti, infermieri, ausili, visite a domicilio, servizio sanitario nazionale, eccetera eccetera… Come come?  E’ un nonsenso? Ah si? Tipo letto ortopedico vs/ carrozzina?
Comunque già da un pezzo mi sono arresa all’evidenza: non c’è alcun tipo di aiuto, salvo qualche fiocchetto qui e là. Quello che ti serve,  lo devi pagare. Se puoi permetterlo. Se no… Però, già che ci sono, voglio andare fino in fondo, toccare con mano, come si dice.

Eppur mi chiedo: una persona anziana malata e sola, che non abbia figli o nipoti o persone disponibili a fare questi giri, come può sperare di sopravvivere a tutto questo?
E perchè è tanto difficile trovare una voce accogliente, che ti dia informazioni corrette e magari ti eviti qualche giro inutile?
E tutte le tasse e i balzelli e i contributi pagati per una vita, a che pro, se questo è il tornaconto?
Senza parlare poi di badantaggio e dintorni, che se uno deve fare la pallina rimbalzina da un ufficio all'altro e da un medico a un passacarte, qualcun altro dovrà pur badare al malato non autosufficiente.

"Signora, ma lei deve organizzarsi" - mi è stato detto, in più di una occasione.

Che mondo abbiamo costruito?
.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

 

Non affidarti alla mia immaginazione
non ti fidare, io non ti conservo,
non ti metto da parte per l'inverno,
io ti apro e ti mangio in un boccone.

Patrizia Cavalli

 

Credo che sia stato il sorriso
Fu il sorriso che aprì la porta
Era un sorriso molto luminoso
invitava ad entrarci, a togliersi i vestiti
infilarsi dentro quel sorriso.
...
E. de Andrade

 

Con un fiore - Con una lettera
Con un agile amore -
Se fisso il Chiodo più saldo -
Definitivamente saldo - lassù -

Non importa la mia Incudine ansimante!
Non importa il Riposo!
Non importano i volti fuligginosi
Che si sbracciano alla Fucina!

L'acqua, è insegnata dalla sete.
La terra - dagli oceani traversati.
Il trasporto - dallo spasimo -
La pace - dai suoi racconti di battaglie -
L'amore, dalla memoria di un ritratto -
Gli uccelli, dalla neve.

(E. Dickinson)

 

Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.

Pedro Salinas

 

Un regalo di Dimanto... per Nonno Sabin!

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963