Creato da elliy.writer il 25/09/2008
INFINITE DIVERSITA' IN INFINITE COMBINAZIONI...

PER DIRLO CON UN FIORE

mughetti

 

Secondo il linguaggio dei fiori, il mughetto è simbolo della felicità ritrovata, della serenità dopo i travagli. Questo perché, secondo leggenda, il fiore sarebbe nato dal sangue di San Leonardo, ferito ma vittorioso contro il demonio. Regalo azzeccato per festeggiare guarigioni, riconciliazioni, nuovi incontri con vecchi amici, amori ritrovati.
 

Area personale

 

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Poesia

.

Cadde tanto in basso
nella mia considerazione
che lo udii battere in terra
e andare in pezzi sulle pietre
in fondo alla mia mente.

Ma rimproverai la sorte che lo 
abbatté
meno di quanto denunciai me stessa,
per aver tenuto oggetti placcati
sulla mensola degli argenti.

(Emily Dickinson)

 

Amore e guerra

 

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Vado di fretta...

Post n°523 pubblicato il 10 Aprile 2013 da elliy.writer

 

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non è che non vi pensi, è proprio che...

 

 

 
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Buona Pasqua!

Post n°522 pubblicato il 30 Marzo 2013 da elliy.writer

Ecco per Pasqua ora mi va

Di fare gli auguri a chi passa di qua

E soprattutto agli amici, pur se lontani

A cui pensi e anche scrivi ma non incontri domani

E poi a quelli del tempo che fu

Che per un motivo o per l’altro non si vedono più

Anche a chi mi detesta, può accadere, si sa,

E a chi di sicuro non si affaccerà qua

A chi dice mo’ arrivo, aspettami un po’

E poi sparisce – per fare? Non so...

Auguri a chi è triste, forse un po’ giù

A chi di certe scemate non ne può più.

Auguri di cuore, ce ne servono tanti

Perchè possiam stare allegri e contenti

E così in conclusione eccoci qua

E zicchete zacchete e firulì firulà!

 

 

dal web


 
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prima foto di primavera

Post n°521 pubblicato il 21 Marzo 2013 da elliy.writer

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Bene, non penserai mica che abbia fatto questa foto per sbaglio, vero? Che l'abbia tirata dall'auto in corsa, tanto per dire, senza nemmeno prendere la mira?
Eh no, questa è una foto... destrutturata, ecco.  Non è che posso sempre fare tutto da sola, a te il compito di continuare a costruire quel che è solo accennato, il luogo, la circostanza, eventualmente la piazza o la strada o le persone... insomma, bando alla pigrizia e... guarda. Dove siamo, che succede, che vedi?




 
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Habemus (ultimum?) Papa

Post n°520 pubblicato il 14 Marzo 2013 da elliy.writer

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- Hai visto er Papa novo? Te piace?
- E certo che me piace. C’ha una faccia bona, è caruccio, dice che va a favore de li poveretti, proprio quello che ce voleva!
L’autobus si ferma, si spalancano le porte.
- No, io non devo scende qua, vado a San Pietro.
- E che ce vai a fa’? ao’ guarda che stai in ritardo! mica c’è er Papa stamattina!
- Ce sta, ce sta… è che tu non lo vedi, ma lui sta dietro ai vetri.

Ecco, cominciare la giornata così, cogliendo questo scambio di battute tra due vecchietti, alle sette e mezza del mattino, mi ha lasciato con un sorriso stampato sulla faccia per un bel po’.
L’elezione di questo Papa mi ha emozionato come mai prima. Non so perché (e nemmeno troppo mi interessa scandagliare), forse per una serie di fattori, forse una sensibilità acuita dalla stanchezza e dallo stress, forse questa atmosfera generale così confusa, il susseguirsi di scandali e polemiche a tutto tondo, questo crollare continuo di certezze e di riferimenti.
Così ieri mattina non ho resistito e ho preso un permesso dal lavoro per fare un salto in piazza San Pietro e respirare l’aria che tirava. E al di là dell’impressionante spiegamento di forze mediatiche e del gran movimento di persone,  il clima era quasi… raccolto, molto spirituale. Ho anche scambiato quattro chiacchiere, subito dopo la fumata nera, con un altro paio di vecchietti, un pensionato romano e una signora di Biella. Chiacchierette semplici semplici, apparentemente anche scontate e banali, dietro le quali però ognuno celava le stesse paure e le stesse speranze.
Naturalmente poi ieri sera non mi è stato possibile tornarci, Roma è una città grande e complicata e la vita sa esserlo persino più di lei!
E poi ecco l’emozione più forte. Un Papa che supera le aspettative, mi commuove, fa ben sperare.
Così, per farla breve, stamattina sono arrivata in ufficio tutta giuliva finchè… finchè un guastafeste cattivone mi fa:

- Ma lo sai che questo è proprio il tanto temuto Papa Nero?
- Ma che dici? e perché?
- Perché il capo dei gesuiti viene chiamato proprio così,  il Papa Nero, ed essendo Francesco un gesuita…
Oh no!
E io che pensavo l’avessimo scampata!
E ora come la mettiamo con Nostradamus e Malachia e le loro previsioni riguardo l'ultimo Papa, per l'appunto il Papa Nero, con la distruzione di Roma e la contemporanea fine del mondo?
Va beh, comunque oggi dopo il lavoro, per un rapido giro a Piazza San Pietro ci sono tornata e ho colto l'immagine che apre il post: un invito.

 
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In attesa di

Post n°519 pubblicato il 13 Marzo 2013 da elliy.writer
Foto di elliy.writer

 

Problemi tecnici mi impediscono di fare di megliio.
Ma il momento è il momento e le emozioni sono le emozioni.

 
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Donne, du du du...

Post n°518 pubblicato il 09 Marzo 2013 da elliy.writer

Katherine scese la scaletta, perfetta, con i capelli rosso scuro, il corpo snello, un vestito blu che le aderiva al corpo mentre camminava, scarpe bianche, caviglie sottili, perfette, gioventù. Portava un cappello bianco con la tesa larga, appena piegata all’ingiù. Gli occhi guardavano da sotto la tesa, grandi, scuri e ridenti. Una donna di classe. (…)

E io? 110 chili, eternamente sperduto e confuso, gambe corte, torso da scimmione, tutto petto, niente collo, testa troppo grossa, occhi annebbiati, capelli spettinati, un metro e ottanta di relitto umano.
E aspettavo una donna come quella.
Katherine mi venne incontro.

(da "Donne" di Charles Bukowski)

.

 
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Domandina...

Post n°517 pubblicato il 06 Marzo 2013 da elliy.writer

 

elliy-foto

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?

(...)

(Angiolo Silvio Novaro)

 
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ora d'aria

Post n°516 pubblicato il 03 Marzo 2013 da elliy.writer

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DIVERGENZE DI OPINIONI

Post n°515 pubblicato il 01 Marzo 2013 da elliy.writer

E’ un momento delicato, strano, la percezione è quella di un tempo di attesa, sospeso e decisamente  inquieto.
Ed è anche un tempo ad alto rischio di feroci discussioni.
Le questioni politiche infiammano gli animi e le parole e quel che può capitare è che – avendo amici (e conoscenti e colleghi) di diverse fazioni, che per di più in questa occasione si sono buttati come non mai anima e corpo nella questione, sotto differenti bandiere appunto – a volte diventi una bella impresa evitare baruffe.

Diciamolo:  la diversità – anche quella di opinioni – può arricchire, pure se c’è da chiedersi come possano essere amiche persone con importanti divergenze di opinioni. Non parlo di tolleranza, che dovrebbe essere scontata, sempre, ma di qualcosa di più: di amicizia e dintorni.
Possono essere amici un ateo e un cristiano, tanto per dire?
E una che si commuove alla vista del Papa che sorvola in elicottero San Pietro mentre il portone sta per chiudersi sul suo papato, e uno che considera il Papa più o meno alla stregua di un comune Capo di Stato, possono essere amici anche loro?
E come è possibile che una stessa persona ami la Dickinson e apprezzi Bukowski, tanto per continuare a dire?

Beh, credo che su una  questione possano convergere tutte le opinioni:

 

“Merda, tutto finisce in merda finchè svanisce”

.

 

 

 

 

fa dire il sunnominato Bukowski a un suo personaggio nel racconto “Meno raffinato della locusta”(in “Musica per organi caldi”).

E da questa considerazione magari...

 

 
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POST-NO-POST

Post n°514 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da elliy.writer

Che meraviglia!
L’altro giorno ho conosciuto un ragazzo, uno di quelli iperaggiornati e iperconnessi, con il quale ho scambiato giusto qualche battuta sul tema che a entrambi sta a cuore, la fotografia. E… incredibile: è stato di una gentilezza inaudita, e francamente mai sperimentata prima, di fronte al mio preistorico stadio tecnologico. E, credo persino senza accorgersene,  buttando lì un’informazione che sembrava da niente ma che ho subito rielaborato ad hoc, mi ha dato una dritta mostruosa per risolvere un problemino di gestione foto che mi assillava da un po’ e che perdindirindina mi ha aperto un mondo!

Beh? E che c’è da farci un post su questa cosa? Ma non ti vergogni, Elliyna cara, di essere rimasta così indietro?
Uffa. In effetti a volta mi sento un dinosauro. Non ho l’i-pod, non ho l’i-pad, non ho il tablet, a volte confondo pure i concetti, ho solo un telefonino col quale telefono e che al massimo uso per i messaggini…  non l’ho nemmeno abilitato per internet e mail per via di una serie di seghette mentali, figuriamoci.
E da una parte non me ne importa niente, non mi interessa stare sempre collegata, sto bene così e poi non ho tempo al momento di star dietro a tutta ‘sta tecnologia, con manuali da studiare (si, te saluto!), nuovi cavetti, nuove applicazioni, eccetera.
D’altro canto, però, quando vedi un tipo che tira uno di questi apparecchietti e plic e plac, scivola qui e scivola là… mmmm… e perché io no? Devo aggiornarmi devo aggiornarmi!
Nel frattempo, ho problemi con il pc, che non mi fa ascoltare l’audio di you tube, tanto per dirne una, oltre a qualche altro accidente.

.

*

*

*

*

Il benzinaio, però,  altro ragazzetto dai modi assai cortesi, mi ha dato un suo bigliettino pubblicitario dove c’è scritto che ripara pure i computer, a domicilio, a prezzi modici.
Magari domani gli telefono...


 

 

 

 

 

 

 

 

 
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una poesia di Mark Strand

Post n°513 pubblicato il 17 Febbraio 2013 da elliy.writer

Qualcuno diceva
qualcosa sulle ombre che coprivano il campo, su
come le cose passano, come ci si addormenta verso il mattino
e il mattino se ne va.

Qualcuno diceva
di come il vento si spegne ma poi torna,
di come le conchiglie sono le bare del vento
ma le intemperie continuano.

Era una lunga serata
e qualcuno diceva qualcosa sulla luna che cosparge di bianco
i campi gelidi, e che non c'era niente da aspettarsi
se non sempre le stesse cose.

Non so chi parlò
di una città in cui era stata prima della guerra, una stanza e due candele
al muro, qualcuno che ballava, qualcuno che guardava.
Cominciammo a credere

che la sera non sarebbe mai terminata.
Qualcuno diceva che la musica era finita e non se n'era accorto nessuno.

Poi qualcuno disse qualcosa sui pianeti, sulle stelle,
di quant'erano minuscoli, quant'erano lontani.

(Mark Strand - Dalla lunga festa triste)

 
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Un pensierino per San Valentino

Post n°512 pubblicato il 13 Febbraio 2013 da elliy.writer

Allora: la portata delle notizie di attualità (festival di Sanremo escluso, per favore) è talmente imponente e preponderante e travolgente che... che proporrei di alleggerire l'atmosfera, almeno per un po', con questi due eterni innamoratini che non vogliono saperne di invecchiare!
Vi regalo tre vignette, ognuno può scegliere quella che preferisce: la 1, la 2 o la 3.

Io scelgo la numero 1, perchè è proprio da innamoratini innamoratissimi! Chisseneimporta di tutto il resto, vuoi mettere uno che promette di regalarti la luna e le stelle? (ehm...).   E voi?

dal web

dal web

dal web

poi, casomai, consultiamo uno strizzacervelli...

 

 
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a proposito di...

Post n°511 pubblicato il 10 Febbraio 2013 da elliy.writer

Quando è entrato nella stanza ho risposto al saluto, ma non mi sono voltata a guardarlo.  Un tipo comune, di quelli che ti illudi di poter classificare a colpo d’occhio: un ometto di una certa età, diciamo pure anziano, basso di statura, pochi capelli bianchi e una bella panciotta prominente.
Niente di particolare insomma, nulla da segnalare.
Soltanto che poco dopo lui si è avvicinato e gentilmente mi ha rivolto la parola. C’è stato un rapido scambio di battute. Mi ha detto delle cose. Io gli ho posto delle domande. Lui ha risposto. Sorridendo, con un tono di voce caldo e pacato, rasserenante.
Il tutto è durato pochi minuti. Un tempo in cui tutto il resto, tutto quello che era intorno a noi, le persone, i letti, le flebo, le mura, tutto era sparito. Via anche i capelli bianchi, via persino la panzetta.
Tutto era concentrato nei suoi occhi, brillantissimi, e nel suo sorriso, oltre che nelle sue parole. Scintille di anima.

F
orse un messaggio arrivato da lontano...

Forse la Elliy ha sbroccato.

Oppure no.

 

 
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a proposito della fantasia, della realtà, del desiderio di tornare bambini...

Post n°510 pubblicato il 02 Febbraio 2013 da elliy.writer

I nostri sogni a occhi aperti - e anche i nostri incubi - possono permettere a desideri impossibili di realizzarsi. Ed essi possono, in realtà, darci sensazioni diverse. Perchè come il sogno nel quale beviamo una birra può calmare la nostra sete tanto da non doverci svegliare per bere un bicchiere d'acqua, così fantasie diurne e notturne che soddisfano desideri meno leciti possono ridurre la pressione alla quale ci sottopongono.

La gratificazione attraverso la fantasia è, a qualche livello, realmente possibile. Infatti le nostre fantasie possono a volte sembrare quasi reali. Ma, indipendentemente da quanto convincenti esse ci sembrino o da quanto gratificati noi ci sentiamo, dobbiamo essere in grado di vivere in un modo adulto, dobbiamo essere in grado di vivere con la realtà.

Non è poi così male.

Perchè crescere non comporta la morte di ciò che è bello e piacevole. Crescere non signifca "Il grande freddo". E diventando quello che io chiamerò con lo strano nome di "adulti sani", possessori di saggezza, forza e capacità adulta, pochi di noi sceglierebbero di tornare bambini.

da "DISTACCHI" - Judith Viorst

 

 
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COME UN MANTRA

Post n°509 pubblicato il 01 Febbraio 2013 da elliy.writer

 quando il tempo se ne va

quando senti su di te
la pressione che c'è

quando tutti intorno a te hanno idee confuse... 
(e le confondono pure a te, lasciandoti nella merda - ndr)

devo stare molto calma

devo stare calma

devo stare molto calma

devo stare molto calma...

 

 
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piccoli regali inaspettati

Post n°508 pubblicato il 26 Gennaio 2013 da elliy.writer


Avrebbe potuto sorridere, a mo’ di saluto, dopo tanto tempo, chiudendola lì.
Avrebbe potuto dire qualcosa sulle previsioni del tempo.
Avrebbe potuto voltarsi di là e così  nemmeno vedermi.
Invece, avvicinandosi e abbassando la  voce,  mi ha sussurrato all’orecchio:

“Il tarassaco è già in fiore”

 

 
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in un mondo che

Post n°506 pubblicato il 19 Gennaio 2013 da elliy.writer

Parlare delle difficoltà dell’anima al momento è per me troppo  complicato e doloroso. Preferisco disquisire sulle difficoltà pratiche, sulla superficialità e sulla cialtroneria delle persone, sui farraginosi e inutili  giri burocratici  che contribuiscono ad aggravare una situazione già delicata dal punto di vista emotivo.
Una realtà fatta di  parole gonfie, sigle misteriose, giri di carte, risposte del cavolo.
Tre chicche, così.

- In sede di dimissioni protette dall’ospedale  e attivazione del CAD (assistenza domiciliare – che all’atto pratico mi pare si stia concretizzando in ben poco), viene prescritto l’ausilio di un letto ortopedico e di un materasso antidecubito.  Ok, bisogna dunque farsi lasciare idoena prescrizione, portarla presso una sanitaria, farsi fare un preventivo, portare il tutto all’ASL di competenza.  Ma, mi chiedo: tutto questo bel percorso, per esempio, non potrebbe essere fatto via mail, con posta certificata magari, tra i diversi enti? Ci vuole per forza un camminatore?
Hanno sbarrato tanto d’occhi, quando l’ho chiesto alla asl! Va beh, comunque… fatto. Dopo una decina di giorni arriverà il materasso antidecubito, cioè arriverà l’autorizzazione. Questa andrà portata alla sanitaria e lì si potrà ritirare l’ausilio. Per il letto non si sa, dipende dalle disponibilità, seguirà comunicazione.  Ok. E’ andata.
Anzi no. Perché poco dopo mi arriva una telefonata: per avere diritto al letto, bisogna restituire la sedia a rotelle, i due ausili sono incompatibili, come da G.U.. La Regione Lazio ha stretto i cordoni della borsa, c’è la spending review. Il letto verrà concesso solo a chi definitivamente allettato e dunque non bisognoso di carrozzina. Invece il materasso antidecubito si, quello si potrà avere.
Ratio sfuggente, direi…

-
Vado in un negozio di articoli sanitari, per chiedere  quanto costa affittarlo o acquistarlo, un letto ortopedico-ospedaliero. Il tizio mi dice così e così + 30 euro per il trasporto. Ok, dico. E i tempi per averlo? Quello mi guarda, pensa ( o qualcosa del genere ) per un momento, poi mi  fa: beh, ma può caricarselo lei con la macchina, non mi faccia fare un viaggio solo per 30 euro.
Che??? Trasecolo!  - Ma perché 30 euro sono pochi? – gli dico. E poi io mi dovrei caricare da sola un letto di quella portata sulla macchinuccia mia? E poi trasportarlo (come?) e poi scaricarlo e poi pure montarlo. Ammazza aho', mi avrà preso per wonder woman.

-
Tema pannoloni. Chiedo chi se ne occupa. Mi dicono il CAD. Chiedo al CAD. Mi dicono che è il medico di base che comanda tutto l’ambaradam. Vado dal medico di base, il quale mi chiede: di quanti pannoloni ha bisogno sua madre, tre o quattro al giorno? E che ne so, rispondo, faccia lei.
Lui prepara la prescrizione, insieme ad altre. Io prendo e metto in borsa, lì per lì non controllo.
Poi a casa leggo. Prescrizione totale di 120 pannoloni, fabbisogno per tre mesi.
Eh?
Dunque un pannolone e mezzo al giorno. 
Ok ok, è una svista, tutti si possono sbagliare, basterà chiedergli di rifare la ricetta, tanto un doppio giro in più che vuoi che sia.
Comunque passo prima in farmacia, hai visto mai.
Nella prima farmacia: - noi non trattiamo proprio questo tipo di articoli.
Nella seconda farmacia: - noi non facciamo queste cose, deve andare nelle farmacie apposite.
E quali sarebbero, c’è un elenco? Non sappiamo.
Nella terza farmacia: - no, qui non facciamo queste pratiche e non ne so niente.
Per fortuna qui è intervenuta una dottoressa un po’ più gentile che mi ha dato alcune indicazioni, anche se sbagliate, perché mi ha detto di andare nella quarta farmacia, tal de’ tali.
Nella quarta farmacia mi hanno detto: vada alla asl, che deve autorizzare il tutto.
Vado alla ASL: eh  no, questa ricetta non va bene, la prescrizione deve farla il CAD, previa visita dello specialista.
Ma che è? il gioco dell’oca?
Telefono al CAD.
Mi risponde una tipa: deve passare qui in ufficio nelle ore di ricevimento del pubblico.
Ma non si può fare per telefono?
Per telefonoooo???
… beh, per fortuna mi ha passato un dottore, voce finalmente accogliente e tono pacato, che mi ha spiegato tutto per bene e – credo – mi abbia indirizzato correttamente.
Lo saprò presto.  Se così fosse dovrò passarci davvero nelle ore di ricevimento del pubblico, per andargli a stringere la mano:  una goccia di rugiada nel deserto.
Mi dicono comunque che i pannoloni che passa la ASL sono prodotti al ribasso, qualità tutta da verificare…
Ma, in ogni caso, possibile che il medico di base non fosse a conoscenza di tutta la trafila e si sia limitato a farmi quella inutilizzabile ricetta sbagliata e zut?

 

 .ma vaff...

 

Certo, mi rendo conto che probabilmente questi non sono argomenti da blog e poi – diciamocelo – sono questioni del cavolo: basterebbe avere uno stipendio XL e una salute di ferro, sia il paziente che chi lo assiste, e non ci sarebbe bisogno di convenzioni, aiuti, fisioterapisti, infermieri, ausili, visite a domicilio, servizio sanitario nazionale, eccetera eccetera… Come come?  E’ un nonsenso? Ah si? Tipo letto ortopedico vs/ carrozzina?
Comunque già da un pezzo mi sono arresa all’evidenza: non c’è alcun tipo di aiuto, salvo qualche fiocchetto qui e là. Quello che ti serve,  lo devi pagare. Se puoi permetterlo. Se no… Però, già che ci sono, voglio andare fino in fondo, toccare con mano, come si dice.

Eppur mi chiedo: una persona anziana malata e sola, che non abbia figli o nipoti o persone disponibili a fare questi giri, come può sperare di sopravvivere a tutto questo?
E perchè è tanto difficile trovare una voce accogliente, che ti dia informazioni corrette e magari ti eviti qualche giro inutile?
E tutte le tasse e i balzelli e i contributi pagati per una vita, a che pro, se questo è il tornaconto?
Senza parlare poi di badantaggio e dintorni, che se uno deve fare la pallina rimbalzina da un ufficio all'altro e da un medico a un passacarte, qualcun altro dovrà pur badare al malato non autosufficiente.

"Signora, ma lei deve organizzarsi" - mi è stato detto, in più di una occasione.

Che mondo abbiamo costruito?
.

 
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...

Post n°505 pubblicato il 15 Gennaio 2013 da elliy.writer

 

momento difficile

...

 

 

 
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voglia di un disco

Post n°504 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da elliy.writer

- Dai, metti un disco stasera, smolla i pensieri, rilassati.
- Un disco?
- Si, stacca tutto il resto e scegline uno che ti piace.
- Ma i dischi non esistono più.
- Ti ho detto di staccare i pensieri, e per la miseria, metti 'sto disco, dai!
- Genere?
- Genere che ti piace, che magari ti ricordi qualcosa oppure no,  che ti faccia ballare o rimanere qualche minuto un po' lì a inebetire, che potresti dedicare a qualcuno o che non c'entri niente di niente...
- Qualcosa di morbido?
- magari
- qualcosa di sognante?
- magari
- qualcosa di struggente? abbinato a immagini adorabili?
- ... dai mettilo su.

 

 
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Non affidarti alla mia immaginazione
non ti fidare, io non ti conservo,
non ti metto da parte per l'inverno,
io ti apro e ti mangio in un boccone.

Patrizia Cavalli

 

Credo che sia stato il sorriso
Fu il sorriso che aprì la porta
Era un sorriso molto luminoso
invitava ad entrarci, a togliersi i vestiti
infilarsi dentro quel sorriso.
...
E. de Andrade

 

Con un fiore - Con una lettera
Con un agile amore -
Se fisso il Chiodo più saldo -
Definitivamente saldo - lassù -

Non importa la mia Incudine ansimante!
Non importa il Riposo!
Non importano i volti fuligginosi
Che si sbracciano alla Fucina!

L'acqua, è insegnata dalla sete.
La terra - dagli oceani traversati.
Il trasporto - dallo spasimo -
La pace - dai suoi racconti di battaglie -
L'amore, dalla memoria di un ritratto -
Gli uccelli, dalla neve.

(E. Dickinson)

 

Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.

Pedro Salinas

 

Un regalo di Dimanto... per Nonno Sabin!

 
 

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