Il programma elettorale del polo delle libertà:
PUNTO N. 1: FAMIGLIA
1. La famiglia, intesa come comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, è al centro di molte misure già varate in questi anni e sarà il centro privilegiato del rapporto fiscale basato sul criterio del quoziente familiare.
2. Il “Bonus bebè” per favorire la natalità. Sostegno alle famiglie meno agiate per l’acquisto di latte artificiale, fino ai sei mesi di età dei nuovi nati.
3. Creazione sul modello francese, di un libretto vincolato per ogni nuovo nato, per aiutare le famiglie nel costo degli studi. Sostegno alle famiglie per una effettiva libertà di scelta educativa tra scuola pubblica e scuola privata.
4. Prosecuzione del piano di investimenti in asili aziendali e sociali, attraverso detassazione e fondi pubblici.
5. “Bonus locazioni”, per aiutare le giovani coppie e i meno abbienti a sostenere l’onere degli affitti.
PUNTO N. 2: SUD
Piano decennale straordinario per il superamento della questione meridionale
1. Potenziamento, completamento e realizzazione delle infrastrutture previste nel piano (porti, reti stradali e autostradali, Alta capacità ferroviaria, Ponte sullo stretto).
2. Federalismo fiscale solidale e misure di fiscalità di Sviluppo (compensativa) a favore delle aree svantaggiate.
3. Zone e porti franchi.
4. Contrasto alla criminalità organizzata.
5. Sviluppo Banca del Sud.
PUNTO N. 3: SVILUPPO ECONOMICO E COMPETITIVITA’
1. Creazione di un ulteriore milione di posti di lavoro, avendo come obiettivo la piena occupazione con particolare attenzione al Sud.
2. Le liberalizzazioni negli anni '90, avrebbero dovuto essere fatte prima delle privatizzazioni od in parallelo a queste e non dopo. E’ stato fatto il contrario creando così monopoli o quasi monopoli.
Occorre quindi più concorrenza nella gestione dei servizi in settori nevralgici come le banche, le assicurazioni, l’energia, le autostrade, le telecomunicazioni.
Introduzione del principio della libera, immediata e gratuita “portabilità” del proprio conto da una banca all’altra (come per i telefonini) per far crescere la competizione bancaria.
3. Nuova legge sulle professioni.
4. Per far ripartire l’economia:
I detassazione degli utili reinvestiti in attivi produttivi;
II prosecuzione e sviluppo della riduzione del cuneo fiscale;
III detassazione integrale degli straordinari;
IV rimborsi IVA in tempo commerciale (da 60 a 90 giorni), per lasciare liquidità nelle imprese;
V obbligo di versamento IVA solo dopo il reale incasso della fattura, per non penalizzare le imprese che già hanno problemi di clientela insolvente.
5. Sviluppo ulteriore della nuova legge sui distretti industriali.
6. Basic Tax del 5% omnicomprensivo, per microiniziative di giovani o anziani.
7. Abolizione totale della tassa sulle piccole insegne commerciali.
8. Graduale progressiva riduzione dell’IRAP.
9. Riduzione IVA sul turismo, sul modello della Francia.
10. Misure fiscali di incentivo per l’attrazione in Italia di residenti esteri (come in altri Paesi).
11. Microcredito: superare da un lato l’usura e dall’altro lato il costo delle banche, utilizzando la sede degli sportelli postali per combinare la massa del microrisparmio con la domanda di microfinanziamenti per piccoli investimenti produttivi. Soprattutto da parte dei giovani.
12. Agricoltura: completamento del disegno strategico di questi anni da
realizzare attraverso:
- definizione d’intesa con le Regioni di un programma unico per integrare e coordinare gli interventi comunitari, le politiche di mercato, la ristrutturazioni delle grandi filiere nazionali, lo sviluppo delle misure e il sostegno dei distretti agricoli e agroalimentari introdotti con l’ultima legge finanziaria;
- consolidamento dei nuovi mercati locali di prodotti alimentari e di servizi nonché del rapporto diretto tra imprese agricole e consumatori;
- realizzazione di un Piano Unico di Sviluppo rurale di concerto con le Regioni;
- investimenti sul capitale umano per garantire un ricambio generazionale;
- rilettura della normativa sulla caccia e sui parchi alla luce delle più recenti esperienze applicative.
PUNTO N. 4: FISCO
1. Proroga e attuazione della Legge delega per la riforma fiscale (2003), con l’obiettivo di portare la pressione fiscale sotto il 40% del prodotto interno lordo, con focalizzazione sulla famiglia attraverso una “no tax area” specifica. In particolare, si terrà conto della composizione del nucleo familiare (quoziente familiare), del lavoro della casalinga (lavori di cura), dei disabili e degli anziani a carico.
2. Avanzamento delle misure di contrasto all’evasione fiscale già contenute nella legge finanziaria: riforma della riscossione esattoriale, potenziamento della partecipazione dei Comuni all’accertamento tributario. Nuove misure per attivare il contrasto d’interessi tra prestatori di servizi e consumatori sul modello della detrazione del 36% per i lavori dell’edilizia abitativa.
3. Riforma degli studi di settore che sono alla base degli accertamenti
tributari partendo dalla conoscenza oggettiva delle realtà territoriali. In
questa logica coinvolgendo anche i Comuni.
PUNTO N. 5: FINANZA PUBBLICA
Dentro la struttura della nostra finanza pubblica, come si è via via formata in questi ultimi trenta anni, noi vediamo emergere 5 punti caratteristici essenziali:
a) l’attivo è superiore al passivo. Il patrimonio pubblico (circa 1.800 miliardi di euro) è in specie superiore al debito pubblico (circa 1.500 miliardi di euro);
b) tutto il passivo è collocato come debito pubblico sul mercato, mentre la parte di attivo che potrebbe essere collocata e valorizzata sul mercato, fatta da azioni, aziende, immobili, crediti, diritti di concessione, etc. (fino al 40% del totale, fino a circa 700 miliardi di euro) è ancora in mano pubblica;
c) simmetricamente, il grosso del risparmio privato è direttamente ed indirettamente investito in passività (ed in specie in titoli del debito pubblico) e non in attività;
d) mentre quasi tutto il debito pubblico è del Governo centrale (dello Stato), il grosso del patrimonio pubblico che può essere collocato e valorizzato sul mercato – circa i due terzi del totale – è dei Governi locali (Regioni, Province, Comuni). Da ultimo, mentre il Governo centrale (lo Stato) tende a privatizzare, molti Governi locali seguono il processo opposto tendendo a pubblicizzare;
e) mentre quasi tutto il prelievo fiscale è centrale (dello Stato), la parte crescente della spesa pubblica discrezionale è locale (di Regioni, Province, Comuni).
La nostra proposta è un grande e libero patto tra Stato, Regioni, Province, Comuni, risparmiatori ed investitori.
Un patto che:
- realizzi il federalismo fiscale solidale, di cui all’art. 119 della Costituzione. L’attuazione di questo federalismo fiscale è ormai da tutti considerata necessaria. Non sarà causa di aumento, ma all’opposto di riduzione della spesa pubblica. Maggiore trasparenza dei conti, maggiore efficienza, minore evasione e minori sprechi. Soprattutto maggiore e più diretto controllo da parte dei cittadini sul governo della cosa pubblica;
- riduca il debito dello Stato, immettendo sul mercato una quota corrispondente di patrimonio pubblico;
- offra a risparmiatori ed investitori maggiori e migliori opportunità di impiego privato dei loro capitali.
Gli effetti finali attesi sono: abbattimento del debito pubblico; minore costo del debito pubblico residuo; maggiore trasparenza, responsabilità ed efficienza della spesa pubblica; rilancio dell’economia.
Solo su questa base, non aumentando le tasse sulla casa, sul risparmio, sulle partite IVA, ma abbattendo la manomorta del debito pubblico, l’Italia può ripartire.
L’effetto positivo cumulato atteso è stimabile in termini di 1 punto di prodotto interno lordo di minore spesa pubblica corrente e di 1 punto di prodotto interno lordo di maggiore crescita.
Sommando questi effetti con gli effetti dell’azione concreta già avviata contro l’evasione fiscale, per ridurla del 30% (con la riforma delle esattorie, con il potenziamento della partecipazione dei Comuni all’accertamento, con il potenziamento dell’amministrazione finanziaria, con il progetto della riforma dal basso e non dall’alto degli studi di settore), possiamo assumere che tutte le ipotesi di intervento di finanza pubblica presenti in questo programma siano ampiamente coperte.
PUNTO N. 6: CASA
1. “Piano casa”: realizzazione del piano attraverso il riscatto da parte degli inquilini delle case di proprietà pubblica e conseguente finanziamento di mutui per acquisto, affitti e costruzione di abitazioni per giovani coppie, nonché forme di “RISPARMIO CASA” sul modello tedesco e austriaco.
2. Detassazione degli investimenti in riscaldamento e/o difesa termica delle abitazioni.
3. Detassazione degli investimenti per la costruzione nelle città di nuovi posti-auto sotterranei.
4. Fondo pubblico di garanzia per i mutui contratti dai condomini per le opere di manutenzione e/o ristrutturazione.
5. Stabilizzazione definitiva delle norme fiscali (IVA + Imposte dirette) sui lavori di ristrutturazione edilizia.
6. Applicazione della Legge Obiettivo anche alle città con agevolazioni agli interventi di riqualificazione urbana/demolizioni/ricostruzioni.
PUNTO N. 7: SANITA’
1. Completamento del piano per l’eliminazione delle liste d’attesa.
2. Incremento dei fondi per la ricerca sanitaria.
3. Riforma della Legge 180 (malati di mente), fortemente avvertita dalle famiglie.
4. Educazione sanitaria nelle scuole.
5. Misure di prevenzione per le popolazioni giovanili e quelle immigrate.
PUNTO N. 8: RICERCA ED ENERGIA
1. Libera trasformabilità delle Università in Fondazioni, in modo da aprire le università italiane ai contributi della società civile, al mercato, all’estero.
2. Incremento degli investimenti pubblici in ricerca pubblica e privata.
3. Importazione tale e quale dalla Francia in Italia dei 4 “fondi di fondi” per finanziare gli investimenti in ricerca.
4. Raddoppio della detassazione degli utili se reinvestiti in ricerca ed innovazione tecnologica.
5. Realizzazione dei rigassificatori già autorizzati (Nord, Centro, Sud) per ridurre la nostra dipendenza dall’estero.
6. Realizzazione di termovalorizzatori eliminando lo scandalo della spedizione all’estero dei rifiuti solidi urbani (applicando il principio di responsabilità nazionale e locale: tanto si produce, tanto si deve smaltire).
7. Incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all’uso efficiente di energia, alle fonti rinnovabili (vere, non assimilate), dal solare al geotermico, dall’eolico alle biomasse, ai rifiuti urbani, per ridurre i costi dell’energia per le famiglie e per le imprese.
8. Diversificazione del funzionamento degli impianti elettrici ad olio combustibile attraverso il ricorso al carbone pulito.
9. Partecipazione ai progetti europei di sviluppo del nucleare di ultima generazione.
PUNTO N. 9: SOCIETA’ SOLIDALE
1. Incremento ad 800 euro delle pensioni minime, oggi a 551 euro e mantenimento del potere di acquisto delle pensioni, attraverso il recupero dell’inflazione.
2. Agevolazioni per le persone oltre i settant’anni, come ad esempio: eliminazione canone TV; carta oro per accesso gratuito a viaggi ferroviari, teatri, cinema, stadi, etc..
3. Continuità nell’assegnazione di libri di scuola gratuiti per le famiglie meno agiate ed estensione fino al 18° anno di età per garantire la fruizione del diritto/dovere all’istruzione.
4. Stabilizzazione del 5x1000 ed estensione all’intera quota di imposte per volontariato, non-profit, ricerca, etc..
5. Introduzione di un secondo 5x1000 a sostegno delle famiglie con disabili.
6. Tesseramento ed assicurazione gratuita dei giovani che praticano sport.
7. In conseguenza dell’abolizione della leva obbligatoria, potenziamento del servizio civile nazionale, per i giovani, su base volontaria.
PUNTO N. 10: GIUSTIZIA E SICUREZZA TERRITORIALE
Terminare l’opera intrapresa nella legislatura 2001/2006 con il completamento della riforma dei codici e la definitiva razionalizzazione delle leggi esistenti con particolare attenzione ai seguenti punti:
1. Sicurezza del territorio. I cosiddetti piccoli reati sono un grande problema per i cittadini: furto in appartamento, furto d’auto, spaccio di droga, prostituzione, etc.
La repressione di questi reati deve essere fatta con l’inasprimento delle pene, in loco ed in tempo rapido, correggendo tanto le leggi degli anni ’90 che hanno allontanato gli Uffici giudiziari dai territori dove erano commessi i reati, quanto attuando l’art. 106 secondo comma della Costituzione.
2. Aumento fino a diecimila unità dei poliziotti e dei carabinieri di quartiere e fondi di incentivazione per le polizie locali.
3. Rafforzamento del contrasto all’immigrazione clandestina e ingresso dei lavoratori nel Paese nei limiti stabiliti dalle quote, con precedenza ai Paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti.
4. Certezza della pena, prevedendo che i condannati con sentenza definitiva scontino effettivamente la pena inflitta (con particolare attenzione per i reati contro la persona). Per i reati minori previsione di pene alternative al carcere quali i lavori socialmente utili al fine del reinserimento sociale del condannato.
5. Inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne e gratuito patrocinio a favore delle vittime di tali reati.
6. Completamento della riforma dell’ordinamento giudiziario. Dopo la distinzione delle funzioni tra Pubblico Ministero e Giudice già realizzata nella legislatura 2001/2006 è necessario passare ad una riforma di ancor maggior garanzia per i cittadini arrivando alla separazione delle carriere.
7. Attuazione dei principi costituzionali del giusto processo per una maggior tutela delle vittime e degli indagati.
8. Riformulazione dell’attuale normativa anche costituzionale in tema di responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati, al fine di aumentare le garanzie per i cittadini.
9. Completamento della riforma del codice di procedura civile con ulteriore snellimento dei tempi di definizione e particolare incentivo alle procedure extra giudiziali.
10. Riforma della normativa civile e penale relativa ai minori con l’istituzione del Tribunale della famiglia.
11. Riforma del codice penale in conformità ai principi del punto 4 (certezza della pena) e del codice di procedura penale in conformità del punto 7 (giusto processo).
Questo programma completa e qualifica quanto è stato realizzato nella passata legislatura, consolidandone i risultati e rendendo irreversibile la trasformazione e la modernizzazione del Paese.
Il programma elettorale centro-sinistra:
CONFLITTO DI INTERESSI - «Tra le priorità del centrosinistra in caso di vittoria c'è la nuova legge sul conflitto di interessi» ha detto Prodi.
GIOVANI, SCUOLA E PRECARIATO - Altra priorità del centrosinistra al governo: Dobbiamo puntare molto sulla scuola,La legge Treu era del centrosinistra, fatta perché i ragazzi potessero imparare un mestiere e aziende adattarsi a esigenze. Poi è arrivata la legge che chiamano Biagi. Con questa legge si è istituzionalizzato il precariato.
Alzeremo il costo del lavoro precario e ridurre il costo del lavoro stabile.
TASSE E SPESA PUBBLICA - Sulla politica fiscale «non tasseremo né i bot né i Cct».
Inviato da: toorresa
il 25/03/2009 alle 09:04
Inviato da: toorresa
il 25/03/2009 alle 08:29
Inviato da: toorresa
il 25/03/2009 alle 08:18
Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 08:13
Inviato da: toorresa
il 25/03/2009 alle 07:09