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la musica, suonare il pianoforte, suonare il mio violino, la luce del tramonto, ascoltare il mare in una spiaggia deserta, guardare il cielo stellato, l’arte, i frattali, viaggiare, conoscere e scoprire cose nuove, perdermi nei musei, andare al cinema, camminare, correre, nuotare, le immagini riflesse sull’acqua, fare fotografie, il profumo della pioggia, l’inverno, le persone semplici, il pane fresco ancora caldo, i fuochi d’artificio, la pizza il gelato e la cioccolata


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l’ipocrisia, l’opportunismo, chi indossa una maschera solo per piacere a qualcuno, l’arroganza, chi pretende di dirmi cosa devo fare, chi giudica, chi ha sempre un problema più grosso del mio, sentirmi tradito, le offese gratuite, i luoghi affollati, essere al centro dell’attenzione, chi non ascolta, chi parla tanto ma poi…, l’invidia, il passato di verdura





 
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Post n°673 pubblicato il 09 Febbraio 2017 da enodas

 

 

24-25 Novembre


Noi siamo nell'affanno
Ma il passo del tempo
Consideralo un'inezia
in ciò che sempre resta.

Tutto ciò che incalza
sarà presto trascorso;
Soltanto ciò che indugia
è ciò che ci consacra.

Fanciulli non buttate
il cuore nella rapidità,
ad arrischiare il volo.

Tutto si è acquietato:
oscuro e chiarità,
fiore e libro.

(Rainer Maria Rilke)

 

 

Ho lasciato presto la città, e mi sono diretto ai suoi bordi, ai lati di un lago che scompare, e dall'orizzonte mi separa una lunga striscia di sabbia e vento. Nel vento, nell'acqua, sul filo di quell'orizzonte, si accendono e si spengono movimenti leggeri.  Leggeri come l'aria, un grido, una discesa in picchiata, o un decollo sgraziato, sono colori in movimento, cacciatori, prede, gruppi interi ad intraprendere percorsi invisibili: io li seguo, lontano, sulla linea dell'orizzonte.

 

 

Per quanto possa essere preparati, per quanto possa averne letto, osservato immagini, viaggiato con la mente, approcciato spuntoni di ghiaccio e pezzettoni luccicanti fluttuanti nell’acqua, niente di tutto questo basterà a descriverlo. Io non lo dimenticherò. Non dimenticherò il rumore, che esplode nel silenzio. Un silenzio colmo di emozione e tensione, l’acqua che improvvisamente si anima, ondeggia, si infrange. Laddove ogni cristallo immobile è potenza, pronta a ruggire. Il ghiaccio, la montagna, vivono, si muovono, parlano. Questo tonfo precipita fino in profondità. E risuona dentro di me. Allungo la mano, questa straordinaria esibizione di forza, immensità d’azzurro, di azzurri, che si compongono dentro un mondo di ghiaccio, una favola fantastica che si ricompone sorgendo dal suo ammasso di frammenti incastonati, credo quasi di poterli toccare, sfiorare, tanto sono vertiginosamente vicini, prima che un nuovo boato mi riporti alla realtà.

 

 

Scricchiola, un po'. E' il ghiaccio sotto i ramponi, per me un'esperienza nuova. Ho la sensazione di muovere passi sopra secoli interi, qualcosa che è troppo vasto perché riesca a racchiuderlo nelle dimensioni del mio mondo. Nel tempo e nello spazio. Lentamente, ho immaginato di addentrarmi in questo paesaggio fantastico, dove a brillare è ogni singolo cristallo, e di fronte a me si stagliano figure scolpite, mura inaccessibili e speroni spaccati. E come sempre, immergo le mani nell'acqua gelida, piccoli laghi, pozzi profondi che si perdono tra le pieghe del ghiaccio, o torrenti che nascono e scompaiono chissà dove, e, purissima, la porto alla bocca. Sento la vita pulsare al contatto, scorrere con quella stessa purezza. Ed ogni passo è una conquista in questa piccola avventura.

 

 

Solo una cosa manca. È l’oblio.
Con il metallo, Dio salva la scoria
e nella sua profetica memoria
stanno le lune antiche e le future.

Tutto è lì. Le migliaia di riflessi
lasciati dal tuo volto tra i crepuscoli
dell’alba e della sera negli specchi
e quelli che continuerà a lasciare.

E tutto è parte del diverso cristallo
che è quella memoria, l’universo;
sono infiniti gli ardui corridoi

e le porte si chiudono al tuo passo;
solo dall’altro lato del tramonto
potrai vedere Archetipi e Splendori.

(Everness – Jorge Luis Borges)

 

 

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