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La schiuma dei giorni

Post n°11 pubblicato il 05 Dicembre 2011 da epagogico

Ci sono libri che mi fanno andare lontano, altri che non mi fanno spostare di un solo passo. Certo, non è che li posso scegliere io, scelgono loro quando e come venirmi a trovare. Di solito preferisco i primi ma quando capitano i secondi, come per un incanto, non posso liberarmene. E allora mentre scorrono le parole rimango inchiodato alla sedia o al letto, mani e piedi bloccati, ed io, immobilizzato come un animale in gabbia, non posso far altro che muovere gli occhi, pagina dopo pagina, sprofondando nel mio gorgo tra paura e voglia di capire e sapere. Allontanarsi o addentrarsi in sé in ogni caso è una forma di conoscenza e presa di coscienza.

L’amore. Sì, l’amore può finire anche per un fiore bianco, puro e bellissimo che cresce nei polmoni e impedisce di respirare. In fondo la condivisione di un respiro non è l’essenza dell’amore? E cosa c’è di più labile ed essenziale di un respiro? Un fiore che fuori dal corpo sarebbe la manifestazione più alta e sublime della Natura, dentro invece si tramuta nella sua espressione più crudele, l’altra faccia della Natura generatrice di vita: la morte.

E mentre il fiore del male inesorabilmente cresce, l’appartamento di Colin e Chloé, inizialmente così grande e luminoso, giorno dopo giorno si restringe:  la luce pian piano non entra più dalle finestre, la muffa si insinua nei muri, i soffitti si abbassano, le porte si deformano, i pavimenti si inclinano, come rifiutasse all’interno delle sue mura ogni forma di vita. Pure l’ultimo topo l’abbandona, suicidandosi tra la fauci di un gatto.

Pagina dopo pagina, pensavo anche al nostro appartamento, non riuscivo più a vederlo per come era, per come lo avevo pensato ed immaginato: i miei occhi, in preda ad una forma ignota di suggestione, vagavano impotenti in cerca di limiti conosciuti, di confini palpabili, definiti ed oggettivi. Cercavano appigli nei muri ma tutto era molle, flaccido, senza consistenza e stabilità. No, lo sguardo improvvisamente non mi bastava più, dovevo riappropriarmi del mio corpo, una casa ed una persona si vivono con il corpo, con il peso del corpo, con la puzza del corpo, con i sapori del corpo.

Ma Colin ci crede: nonostante la gravità della malattia di Chloé, la fine di tutti i suoi risparmi per cercare di curarla, le difficoltà nel trovare un lavoro, la cecità dell’amico Chick nei confronti dei sentimenti di Alise sperperando ogni suo avere per acquistare cimeli di Partre, in Colin si manifesta tutta la grandezza della manifestazione dell’amore. Un amore che va contro tutto e tutti, oltre tutto e tutti. Ed io dietro la porta della tragedia ho visto un lampo di ottimismo e gioia nel vivere anche le situazioni più difficili e complicate. Basta avere il coraggio di aprirla quella porta.

Adesso non fraintendermi, non penso che il nostro appartamento dal dire al fare diventi un attico con piscina e campo da tennis con vista panoramica annessa, non penso che la nostra piccola vasca diventi una Jacuzzi, non penso che dall’ortica che si è fatta adottare come un cuculo sulla finestra spuntino fiori, non penso che Kiki non mi graffi più, non penso che il gelsomino smetta di crescere a dismisura invadendo la facciata con tutta la popolazione di ragni e insetti che si porta appresso, non penso che le zanzare vadano in vacanza nonostante si approssimi l’inverno, non penso che inizi a piacerti Lars Von Trier.

In fondo penso che tutto ciò non ci interessi. E poi l’ortica si può mangiare così com’è e fa benissimo, previa cottura ovviamente, e poi con Kiki mi piace giocare e schivarla un attimo prima che tiri fuori suoi artigli, lei ti avvisa in qualche modo, lo so, basta cogliere il suo miagolio strozzato, e poi il gelsomino bisogna potarlo almeno due volte l’anno dandogli la forma che ci piace di più, e poi abbiamo comprato una fantastica paletta fulmina-zanzare elettrica che io non sapevo neppure esistesse, e poi mi piace da morire vedere quel tuo sguardo mentre vanno i titoli di coda dei film di Trier. Ecco che cosa penso. Semplicemente penso di amarti.

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Commenti al Post:
xenuca
xenuca il 05/12/11 alle 15:16 via WEB
Veramente la racchetta zanzaricida l'ho comprata io, e Lars von Trier ha smesso di piacermi, che è diverso.
 
 
epagogico
epagogico il 06/12/11 alle 23:44 via WEB
Sì, è vero. Lo ammetto. Quanto a Trier sono quasi d'accordo con te! Aspetto il prossimo film per essere completamente d'accordo.
 
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Sì, è vero. Lo ammetto. Quanto a Trier sono quasi...
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Veramente la racchetta zanzaricida l'ho comprata io, e...
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