Creato da Alex.L.91 il 11/02/2011

L'ERA DEL PORCO

L'uomo limone nella carta delle caramelle

 

 

A TUTTE LE DONNE FASCISTE

Post n°14 pubblicato il 02 Aprile 2011 da Alex.L.91

Dedico questa frase a tutte le donne. A me ha fatto riflettere oltre che confermare le mie considerazioni sul fascismo. "La donna deve obbedire. La mia opinione sulla sua parte nello Stato è in opposizione ad ogni femminismo. Naturalmente non deve essere schiava, ma se io le concedessi il diritto elettorale mi si deriderebbe. Nel nostro stato la donna non deve contare" (Benito Mussolini)

 
 
 

DIARI E PIANTINE

Post n°13 pubblicato il 23 Marzo 2011 da Alex.L.91

Alle medie, io e te delle volte facevamo sega a scuola,

e non si sa bene il motivo, ma non finivamo mai in un bar a bere,

fumare o a sbragarci al laghetto.

Una volta comprammo un’anguria che aprimmo con un taglierino da lavoro comprato all’occorrenza in una ferramenta e la mangiammo di faccia dentro, come i porci mangiano in una mangiatoia. Poi, quando ci mancava il fiato, alzavamo contemporaneamente la testa e ci scambiavamo un’occhiata.

Eravamo fieri di noi.

Un’altra volta ostacolati da un enorme pozzanghera che ci costringeva a ritornare indietro ed allungare di parecchio la via per il campetto sotto la chiesa,dove bastava un super santos per campare, lo attraversammo correndo e ci inzuppammo converse e jeans.

Ricordo che fu difficile camminare scalzi per quelle vie non asfaltate, tra vetri e immondizia.

Non ricordo se quella mattina giocammo al Campetto, ma poco importava, avevamo già vinto.

Una mattina comprammo due piantine da un fioraio, io una specie di cavolo(neanche sapevo cosa fosse), lui un piccolo cactus e decorammo il nostro banco al centro dell’aula.

E poi al liceo, dove i professori non riuscivano a capirci. Non sapevano dove finisse l’ironia e iniziasse la serietà, e non erano nemmeno certi che le due cose fossero congiunte.

Assegnammo dei nomi alle nostre piantine, e come per tutte le nostre glorie,

le nostre missioni importanti, perché socialmente inutili e mai remunerative,

che rendevano memorabile una giornata, nel vortice del nostro pessimismo di parole, gli davamo importanza e le curavamo,

finché una mattina, non le trovammo più. Rimanemmo un po’ delusi, ma eravamo in due a sventrare cocomeri, attraversare pozzanghere e innaffiare piantine, ed eravamo felici. 

Al 07/01/2006 risale l’epitaffio scritto sul vecchio, leggendario diario delle medie che ho ritrovato stamattina cercando vecchi libri.

Si parlava di piccoli cactus con parole gravi e solenni, in cui è difficile cogliere il confine tra l’ironia e la serietà.

È molto più facile capire perché oggi, 23/03/2011, da solo nella stanza, trovandomi questa tomba disegnata, sto piangendo dopo 5 anni, la morte di due piantine.

 
 
 

H20

Post n°12 pubblicato il 12 Marzo 2011 da Alex.L.91

I confusi ricordi di giorni opachi...

non esiste un prezzo per la noia,

la fattanza non condivisa,

il come, il quando e il perchè.

SONO UN'ISOLA!

Mi ricordo di questi giorni la potenza degli insetti

sottovalutati...

spesso solo insignificanti.

Vedo tutto sciogliersi nella solita diffusa e beneamata visone della vita,

credo ci siano altre soluzioni

io continuo a non trovarle.

Il nuovo non sono nè io, nè la mia condotta,

io sono il solito nelle sue nascoste varianti

ma mi piace disprezzare...

Disprezzo tutti i pensieri che mi impediscono di sognare da mesi.

Ero convinto di attraccare, ma ero in pieno oceano!

e come odiavo l'acqua...

nelle mie domande ho chiesto l'impossibile,

nelle mie risposte ho trovato più di quanto chiedevo...

e ora che voglio sapere che ore sono non trovo l'orologio!!!

sarà per questo che per andare a dormire senza inciampare ho aspettato la luce dell'alba, ormai tramontata.

 
 
 

ALLA RICERCA DELL'INDIPENDENZA

Post n°11 pubblicato il 09 Marzo 2011 da Alex.L.91

Devo capire che io non ho la mia casa in un condominio, non ho il mio bel lavoro e il salario...ma neanche le bollette da pagare se è per questo, anzi, sono a mia volta una bolletta per chi mi ospita...E chi mai pagherebbe una bolletta per un servizio non gradito o mal riuscito? Nessuno.

Ed ecco che sento il bisogno di non essere più un peso, una bolletta per chi mi ospita e questo soprattutto lo devo fare per me stesso, senza dover per forza prostituire ciò in cui credo (meglio senza soldi che stuprare la mia anima). Provo a chiedermi cosa sia l'indispensabile... Ma cosa è stato davvero indispensabile nella mia vita?

Le lacrime? La merda? Il dolore? Gli addii? Le risate? L'imperturbabilità? La voglia? La rabbia? Chi è stato davvero indispensabile nella mia vita? Quelli che non mi rivolgono mai la parola? Quelli con cui mi vedo tutti i giorni? Quelli con cui esco tutti i giorni? Quelli che non hanno il coraggio di guardarmi? Quelli che quando sono triste hanno la giusta parola? O quelli che quando sono triste sono ancor più duri con me?

Indispensabile... Indispensabile sono io per me stesso, poiché se non lo fossi, non avrei il controllo, e se dovessi dimenticarmi di questo so per certo che morirei... senza chiedere aiuto senza salutare senza dire addio.

Un giorno qualcuno mi disse di cambiare...da allora di tempo ne è passato un pò, ma ora senza dubbio posso dire GRAZIE.

 
 
 

CI FREGANO IL FUTURO

Post n°10 pubblicato il 01 Marzo 2011 da Alex.L.91

Il nostro medioevo tecnologico si espande ed occupa tutti gli spazi. Il suo grigiore pervade il mondo e l'Italia non ne rimane esclusa. Aumenta il precariato, l’emarginazione, la povertà e il razzismo. Per evitare un impatto troppo forte contro la realtà e per non affrontare i mille problemi della vita, si smette anche di pensare. Cessa così l’unica attività che ci distingue dagli animali. All’incertezza del futuro, il giovane liceale/universitario medio risponde in maniera sempre più inefficace. Si sente realizzato per l’acquisto dell’ennesimo nuovo pantalone, felpa o cellulare (ma i soldi chi glie li dà?? La borsetta di mammà!!), o ancora peggio per aver avuto la meglio in una scazzottata o per aver “fregato” il fessacchiotto di turno. Talvolta la soddisfazione la ottiene passivamente, senza fare nulla, sarà la disgrazia che, nel momento in cui si abbatte sull’altro, lo farà sentire una persona migliore. Basta che qualcuno prenda un voto basso, venga lasciato dalla ragazza, sia stato imbrogliato o preso in giro per poter affermare che quella sì che è una bella giornata. Il giovane liceale/universitario medio, così come prova soddisfazione nell’imbrogliare il fessacchiotto di turno, prova soddisfazione nell’evitare di fare qualcosa. Per raggiungere quest’obiettivo è disposto anche a pagare. Ad esempio gli studenti sono disposti a pagare 5 o più euro(della borsetta di mammà) per partecipare a spettacoli, spettacolini, e spettacoletti che la scuola/università propone e propina. Si partecipa a qualsiasi cosa, fosse anche sentire come legge il figlio di un professore (cosa? Succede davvero??? Io lo avevo detto per scherzare!!!) ,e tutto per evitare di andare a scuola, e così tornare a casa esclamando: “Aaaaahh…!!! Oggi non ho fatto proprio un cazzo!!!”. La felicità durava in realtà dal giorno prima: “Aaaah…!!! Oggi posso uscire che domani non devo fare un cazzo!!!". Crede invece di rispondere in maniera più appropriata alla dura realtà la generazione di neo-fascistelli. E lo fanno con l’odore ehm… scusate “onore” che li contraddistingue. Fieri di non essere Antifascisti si contraddistinguono per l'uso e l'abuso del saluto romano, ma la cosa che preferiscono è insultare i gay (che definiscono feccia dell’umanità). I Gay sono sempre presenti nella giovinezza della loro mente, amano infatti ricopre i loro corpi di simboli di omosessuali (da Dolce&Gabbana a quelli di altri stilisti gay), ma allo stesso tempo li odiano, un amore-odio Catulliano. Lasciamo così alle prese con la loro struggente storia d’amore gay questi “destri” giovani. Visto lo spaesamento degli adolescenti, la risposta, pronta, è venuta dalla presidenza del consiglio, che dopo un'attenta analisi politica, ha proposto ai ragazzi italiani un modo alternativo per vivere, o almeno l'esempio da seguire: “Tutti sono invidiosi del Bunga Bunga, che non vuol dire altro che andiamo a divertirci, a ballare, a berci qualcosa”.

La società sprofonda sempre più nel suo grigiore, questo perché c’è gente che quotidianamente si adopera per imbruttire il mondo, il nostro mondo, il nostro futuro. Dobbiamo anche noi ragazzi avere una costanza uguale e contraria a quella della nostra classe dirigente: l'impegno.

 
 
 
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