Creato da eroico.aviere il 25/10/2006

Tra le nuvole

Divagazioni ad alta quota

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

TAG

 
Citazioni nei Blog Amici: 34
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

Le mie foto su

 

 

31 canzoni # 2

Post n°209 pubblicato il 28 Settembre 2010 da eroico.aviere

 

Suspicious mind di Elvis Presley: purtroppo l’ho scoperta da poco e dico purtroppo perché si tratta di una delle sue canzoni più belle… e poi perché negli tempi ho scoperto quanto devastante possa essere avere una mente turbata dal sospetto.
Dove il dubbio stimola il ragionamento ed aiuta a rimettersi in discussione il sospetto è il suo esatto contrario. Anestetizza la normale capacità di autocritica ed alimenta il vittimismo, a volte fino alla paranoia.
Stavolta sono riuscito a riprendermi per il rotto della cuffia…
Almeno credo, vero dottor Lecter?

 

 
 
 

31 canzoni

Post n°208 pubblicato il 16 Settembre 2010 da eroico.aviere

 

31 canzoni perché così ho un motivo per fare andare avanti questo blog, dal momento che anche un eroico aviere può avere un periodo di fiacca.
Poi forse sarà la volta dei libri, dei film, dei gol che mi hanno emozionato di più, delle ricette… chissà.
Cominciamo con la prima, “la canzone dei vecchi amanti” un classico di Brel nella versione di Franco Battiato. Roba da tagliarsi le vene con l’apriscatole della Simmental lo so, lo so… però c’è una frase che mi piace da morire.., una perla…“ c’è voluto del talento per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti”… ed io ci sto provando, minchia se ci sto provando..

 

 
 
 

...

Post n°207 pubblicato il 17 Marzo 2010 da eroico.aviere


E così ho ripreso a viaggiare in treno, era dai tempi del servizio militare che non salivo così spesso sui vagoni delle ferrovie dello stato.
Lo faccio per lavoro: qualche mese fa ho avuto un incarico da parte dell’istituto di ricerche di mercato per il quale collaboro come sondaggista. Mi aggiro nelle stazioni ferroviarie ed intervisto i clienti in partenza chiedendo la loro opinione sul grado di qualità dei servizi offerti. Pulizia, manutenzione, sicurezza percepita.
Cose così.
Un lavoro noioso, lo ammetto: tra un treno e l’altro ci sono frustranti momenti di stasi in attesa di passeggeri che arrivano a stillicidio, molto spesso riluttanti a concedere pochi dei loro “preziosissimi” minuti.
Ho scoperto che la noia è un potente antidoto contro il blocco della creatività.
Spesso, durante i momenti di pausa il mio lato razionale lascia il posto alla fantasia e con molto piacere scopro che posso tornare a volare…
Insomma il mio alter ego, l’eroico aviere, prende il sopravvento…..

Mi hai notato, vero?
Sono l’uomo vestito di nero col portatile in una mano e il mezzo toscano all’angolo della bocca: non ti sembro una versione tecnologica di Clint Eastwood?
Vorresti continuare a leggere il giornale ma il rumore sinistro dei miei passi non ti fa concentrare.
Il patetico tentativo di nasconderti tra le ampie pagine del quotidiano tradisce la tua inquietudine: sai come si dice in questi casi, vero? Quando un uomo col giornale incontra un uomo col portatile, l’uomo col giornale è un uomo morto!
Sfoggio il migliore dei miei sorrisi di circostanza, ma lo sguardo in realtà ti dice che se provi a rifiutare il mio invito, l’ultimo viaggio lo farai appeso per i piedi sull’ultimo vagone del treno che stai per prendere.
Rilassati, è solo un sondaggio.
Non è un test d’intelligenza..
Vedi bello, io sono qua perché i cervelloni per i quali lavoro sono impazienti di conoscere la tua opinione sulla qualità dei servizi offerti da questa stazione.
Che, rimanga tra noi, per me la tua opinione non vale un dollaro bucato: diamine, ma ti sei guardato allo specchio stamattina prima di uscire? Meriteresti un Oscar per l’interpretazione della sfiga! Scommetto che la tua legittima consorte non chiede il tuo parere nemmeno per scegliere il colore da dare alle pareti del bagno di servizio e adesso cominci a prenderci gusto e pensi di poter sfogare la tua frustrazione dicendo peste e corna delle nostre ferrovie.
Ci ho azzeccato, vero?
Non è così che funziona: mi pagano per non farti barare e per questo io faccio le domande e tu rispondi.
Obiettivamente.
Perché nel caso non l’avessi notato in questa stazione ci lavora un bel po’ di brava gente e non è carino spargere cioccolata col ventilatore sull’operato degli altri solo per un meschino sentimento di rivalsa..
Adesso non scivolare sul patetico tentando di commuovermi raccontandomi del disagio in cui ti sei trovato quella volta che il treno ha tanto ritardato: non posso scriverlo che non sei stato rimborsato per il ritardo, in questa sede si parla della qualità delle stazioni, è così difficile da capire?
E’ come se parlando della pulizia del tuo garage mi raccontassi che sei rincasato tardi perché hai trovato traffico in centro.. ti pare ci sia un nesso?
Ti ho strapazzato vero? Coraggio, stringi i denti e tra poco sarai di nuovo un uomo libero…
Però, come amava dire John Holmes, non è finita mica qui: vedi, i cervelloni di cui ti parlavo prima sono interessati a conoscere alcuni tuoi dati: la città dove abiti, l’età, il titolo di studio: lo fanno soprattutto per verificare l’attendibiltà di questo test ed escludere che abbia intervistato il primo stronzo che mi capitava a tiro facendolo rispondere a ruota libera…
Scommetto che la prossima volta prendi l’autobus, vero?

 

 

 
 
 

...

Post n°206 pubblicato il 22 Novembre 2009 da eroico.aviere

 


Negli ultimi tempi mi piace sempre di più navigare su Youtube, soprattutto per ascoltare musica: è incredibile quanta roba si può trovare.
Di solito vado avanti senza un obiettivo specifico: inserendo il nome di un brano o di un gruppo del quale voglio approfondire le conoscenze, scorro i video collegati e faccio delle scoperte sensazionali, almeno per me: ad esempio, ho scoperto che di Popcorn, il brano portato al successo dagli Hot Butter (ma originariamente di Gershon Kingsley), esistono più di 70 versioni diverse, ivi compresa la cover di un gruppo italiano, “La strana Società”, di cui faceva parte.. udite… udite… nientepopodimenoche.. Umberto Tozzi… va beh, probabilmente lo sapevate tutti e quella era una mia lacuna dovuta al motivo che in fatto di musica italiana non sono molto ferrato. Questione di gusti.
L’altra sera sono partito dalla lista delle canzoni preferite da un critico musicale e di divagazione in divagazione sono approdato alla musica popolare napoletana: non chiedetemi quali siano stati i legami alchemici che dai vecchi e mai dimenticati Deep Purple mi hanno portato a Maruzzella passando per i CCCP, Fabrizio de Andrè e Vincenzo Salemme, ma questi sono gli insondabili misteri di Youtube e dell’ora tarda.
E proprio mentre da Maruzzella passavo per la Rumba de’ scugnizzi, illuminato sulla via di Napoli, mi chiesi se, per caso, non ci fosse traccia di una mia vecchia conoscenza, Tony Bruni, una grande gloria della canzone napoletana degli anni ’70 che rivaleggiò da pari a pari con un mostro come Mario Merola.
Mostro sacro, intendevo!
A questo punto è d’uopo aprire una parentesi, sperando di non lasciarla aperta, perché potrebbe sembrare strano.. molto ma molto strano. Già perché, dopo aver chiuso la maggior parte dei miei post con video di gruppi rock, blues, ambient, new wave industriale e free jazz punk Inglese, adesso sembra alquanto improbabile che mi cali nei panni di esperto di musica napoletana.
Diciamo che a casa mia, in quell’epoca remota in cui non avevo ancora acquisito il monopolio dell’impianto hi-fi, si ascoltava il genere in dosi massicce, Per cui l’ho subita passivamente, come si può subire il fumo e gli effetti si vedono a distanza di anni: la musica napoletana fa parte della colonna sonora della mia infanzia.
Mio padre è da sempre un grande appassionato del genere nonché fan sfegatato di quel cantante siculo-partenopeo di cui vi ho appena accennato. Nondimeno, è una persona dalle mille risorse come lo sono coloro che hanno dovuto imparare ad arrangiarsi sin dalla prima infanzia. Ovvio quindi che una persona della sua determinazione non si accontentasse della semplice richiesta di un autografo.
Infatti, sul finire degli anni ’70 l’intraprendente genitore, animato dallo stesso entusiasmo incrollabile che spinge Willy il coyote ad inseguire quella carogna di Beep beep, diede vita ad una fugace ma brillante carriera di impresario teatrale specializzato in sceneggiate napoletane il cui fiore all’occhiello fu lo spettacolare concerto di Tony Bruni al teatro Sangiorgi di Catania.
Ok, Andiamo con ordine.
Tony Bruni è il cantante di cui vi accennavo prima, del quale cercavo i video su You Tube. OK?
Mio padre è suo fan sfegatato numero uno, OK anche su questo?
Il teatro Sangiorgi è uno storico teatro nel cuore della città che ha conosciuto alterne fortune, diciamo che in quegli anni non navigava in buone acque ed avrebbe conosciuto periodi ancora più bui prima di essere restituito ad uno status degno della sua tradizione.
Bene.
Un giorno, con un gruppo di amici DJ che gravitavano nell’orbita di Radio Marsiglia…
Ah già, qui probabilmente si rivelerà necessaria un’ulteriore parentesi…
Radio Marsiglia è stata un’emittente cittadina molto popolare così denominata perché gestita da Cosimo il Marsigliese…
Ok, detto così sembra il protagonista di un film di Lucio Fulci ma non vi sto raccontando balle, ve lo giuro sulla testa delle mie gatte: Cosimo il Marsigliese era un ex contrabbandiere o qualcosa del genere costretto a ritirarsi dalle scene della malavita catanese perché qualcuno un giorno gli “consigliò” di porre fine alla sua carriera ascendente con una delicata serenata calibro 9. Purtroppo o per fortuna, il buon Cosimo riuscì a sopravvivere all’agguato sebbene paralizzato dalla cintola in giù. Disponendo di un discreto capitale, accumulato in anni di “duro lavoro”, anziché passare le giornate guardando il traffico dalla sua finestra preferì cavalcare l’onda delle radio private. La sua emittente, specializzata in musica folcloristica conobbe un notevole successo, almeno sino a quando il fenomeno delle radio private fu di moda.
Ma lasciamo da parte Radio Marsiglia e ritorniamo a bomba alla storia del concerto: nel giro di due anni mio papà porta in città le più grandi glorie della canzone napoletana: il pubblico in quegli anni ama molto le sceneggiate e gli viene servito il principe della sceneggiata in persona, Mario Merola. Ricordo di averlo incontrato negli studi di Radio Marsiglia, mi ha fatto pure l’autografo ma non so che fine abbia fatto. Nel corso dell’intervista dispensò complimenti ai conduttori radiofonici per la loro professionalità (non capisco perché avrebbe dovuto essere altrimenti) e consigli a iosa incoraggiando anche il buon vecchio Cosimo, che aveva discrete doti canore, ad incidere un disco suggerendogli persino il nome del maestro che poteva occuparsi dell’arrangiamento.
Arrivarono altri nomi, altri grandi interpreti della sceneggiata. Non so se ne avete mai vista una: in genere il protagonista è il buono un po’ tonto, soprattutto quando era Mario Merola, vittima delle circostanze, che ad un certo punto perde la pazienza e sbudella il fetente e la malafemmina che l’ha cornificato, viene per questo condannato al carcere a vita, mentre la mamma sul letto di morte chiede di vedere il figlio per l’ultima volta.. Insomma questa roba, questa roba qua: in genere i momenti più drammatici sono preceduti da esibizioni canore in cui il protagonista da il meglio di sé facendo balenare in alto l’ugola, per il sollazzo del pubblico… Spesso il protagonista, alla fine della sceneggiata chiudeva in bellezza lo spettacolo, regalando al pubblico in delirio un concerto con canzoni a richiesta.
Una sera ricordo che un cantante pirla, Pino …qualcosa, si fece sgamare mentre si esibiva in playback: le proteste furono vibranti e lui con faccia di tolla replicò con tono sfottente alle rimostranze del pubblico giustamente indignato.
Accadeva anche questo nel mondo colorito della sceneggiata napoletana. Ben presto mi stancai di tutta questa teatralità esasperata all’ennesima potenza e non seguii più le imprese di mio papà impresario. Stavo maturando i mie gusti musicali, gli unici napoletani che mi piacevano erano Pino Daniele e Bennato. Più quest’ultimo per la verità.
Come dicevo prima il culmine della carriera d’impresario di mio papà fu il concerto di Tony Bruni, all’anagrafe Antonio Signorino, Palermitano di origine e Napoletano d’adozione, classe 1932, il cui nome d’arte gli venne consigliato da Franco Franchi. In un periodo in cui non esistevano ancora tante tv private, non c’era X-factor ed Internet, chi voleva emergeva doveva farsi un culo così cantando ai matrimoni o alle mille sagre di paese. Tony Bruni conobbe una discreta notorietà nel 1975 partecipando ad “Un disco per l’estate”, quando, malgrado le perplessità degli organizzatori sull’uso del linguaggio dialettale, presentò “Carrettino siciliano”, un brano dal sapore tradizionale, dolce e melodico in cui un emigrante si strugge nel ricordo della sua terra d’origine.

 

Il giorno del concerto, mio padre andò a prenderlo all’aeroporto, lo caricò in macchina, lo scarrozzò per le vie della città, lo accompagnò in albergo, alla radio, ed infine al teatro.
A pensarci dev’essere stato davvero emozionante. Voglio dire, mettere un idolo a stretto contatto con il fan che corona il suo sogno…. dev’essere una bella soddisfazione.
Sarebbe come se organizzassi un concerto di Bruce Springsteen e lo portassi in giro a bordo della mia macchina, presentandolo ai miei amici, al panettiere, alla mia famiglia.
- Scusa un attimo Bruce, andiamo un attimo al Despar a fare la spesa: preferisci due spaghetti prima del concerto oppure una bistecca ai ferri?
Per anni la foto formato poster di Tony Bruni con mio papà sul palco alla fine del concerto, campeggiò in salotto per diversi anni e ogniqualvolta qualcuno mi chiedeva chi fosse quel tizio, rispondevo, non senza una punta d’imbarazzo, che si trattava di un grande cantante napoletano.
- Tony Bruni? Mai sentito nominare, magari Mario Merola…-
Nel frattempo il teatro Sangiorgi per far fronte alla crisi si dedicò soltanto alla proiezione di un certo tipo di film, conoscendo il periodo più squallido della sua storia: fa male pensare che un teatro di prim’ordine abbia accolto un pubblico di catarrosi settantenni erotomani attirati da titoli come “la Sorca Assassina” oppure “Eiaculazione da Tiffany” eppure è accaduto e nemmeno molti anni fa: ricordo ancora le lampadine rosse all’ingresso e il cartello che diceva “se sei contro non entrare”… Comunque, dato il nuovo corso hard del teatro Sangiorgi, giovane ed ingenuo persi la testa ed inutilmente cercai di convincere mio papà a dare una svolta alla sua carriera da impresario ingaggiando Cicciolina o Moana Pozzi, immaginandomi già dentro al loro camerino con la scusa di un autografo. Mio padre fu irremovibile e avendo coronato il suo sogno accantonò quella rapida e brillante carriera di impresario.
- Adesso sei giovane e non puoi capire – mi disse – voglio ritirarmi da vincitore, come Gigi Riva…-
Mah! E pensare che è pure Juventino!
Comunque dopo il periodo più buio della sua storia adesso il teatro Sangiorgi è stato restituito al suo antico splendore, come compete ad un teatro nel cuore del centro storico di una capitale del barocco.
Radio Marsiglia chiuse i battenti agli inizi degli anni ’80. Non so che fine abbia fatto Cosimo il Marsigliese, pare volesse cavalcare l’onda delle TV private ma era troppo “onesto” per farsi strada in quel mondo.
Ah, dimenticavo, papà, non so come dirtelo: So che tu e Tony Bruni dopo quel concerto non vi siete più visti, il fatto è che è venuto a mancare il 25 gennaio di quest’anno…

Ps: inutile dire che dopo aver ascoltato le varie cover di Popcorn la mia preferita rimane quella di Jean Michelle Jarre anche se la versione kraut-rock operata dai Krafwerk non è male…


Nuova Compagnia di Canto Popolare - La canzone delle sei sorelle

 
 
 

...

Post n°205 pubblicato il 28 Ottobre 2009 da eroico.aviere

 

Pensiero del giorno


Quando i dipendenti si riuniscono nel tempo libero, giocano a calcio...

Quando i capi si riuniscono nel tempo libero, giocano a tennis...

Quando i dirigenti si riuniscono nel tempo libero, giocano a golf...

Morale:

Tanto più grande diventa il potere, tanto più piccole diventano le palle...

 

 

 
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2lisa.dagli_occhi_bluCherryslmariomancino.mmarcozaramellaokasaAurora_stcard.napelluslabsxocchineriocchinerimandorlaPiriccardoviaggiSalvo983alemaz91cobra222
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963