Creato da riflessi_misti il 07/04/2014

Esorcismi quotidiani

Solo chi ha navigato conosce il mare.

 

 

Le sfumature grigie

Post n°12 pubblicato il 04 Ottobre 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Soffro di una profonda idiosincrasia per i successi mediatici.
Questa rara forma di disturbo mi ha fatto (volutamente) perdere alcuni capolavori e scansare squintalate di spazzatura.

Fra la spazzatura che sono sicuramente riuscita a risparmiarmi posso annoverare anche le 50 sfumature ed il tormentone di frustini e manette lanciati da Mr Grey e la sua Ana.
Credo sia impossibile ignorare completamente il contenuto del libro.
E' stato, e visto l'arrivo sul grande schermo, è, e ancora sarà argomento da risatine e occhiate furbe di molte cene a cui ho partecipato, e, ahimè, parteciperò.
Cene in cui vengo guardata con largo sospetto (e con un misto di commiserazione) per non essermi lasciata avvicinare dalla storia.
E quando, sorridendo, esclamo che per me questo libro è solo una versione glam e patinata del "famolo strano", mi si dice che non capisco nulla.

E così sia.

Non credo di essere interessata alle discussioni che nascono per questa lettura. Ma non per i contenuti, per questa versione edulcorata dell'universo sadomaso, piuttosto per il tentativo di spacciare per buon prodotto una storia tutto sommato trita, ritrita e mediocre.
Trovo 50 sfumature un testo noioso, di radice porno soft, destinata a catturare tutti i "vorrei ma non posso", mettendo un po' di trucco e belletto su due personaggi come ce ne sono tanti, con questo storpiato richiamo alla lettura psicologica dei traumi dell'infanzia del signor Grey.
Confesso che dopo aver letto il commento al trailer di una ragazza che agognava di trovare un tipo come il tormentato interprete (non l'attore, il personaggio), mi sono decisa a scaricare il pdf e sono andata ad un punto a caso, leggendo una decina di pagine, che hanno inesorabilmente confermato l'opinione che avevo.
E mi sono trattenuta dal rispondere che qualunque personaggio di fantasia può essere quello che noi vorremmo fosse. E' la fantasia che, vivvaddio, ce lo permette. Ma a trenta e più anni bisognerebbe avere metabolizzato questa differenza.

Che in fondo disegna molta dell'insoddisfazione che mi sento serpeggiare attorno.
Il fatto che sia rimasta la convinzione bambina che esiste un mondo (lavoro, amore, persone, sesso, figli) non come è, ma come lo vorrei. Che è una visione totalmente decentrata, perchè il mondo come lo vorrei è la mia proiezione, la mia visione, la mia realtà, e non tiene in considerazione gli altri, ma li genera come mio prodotto.
Mentre il mondo vero è semplicemente quello che è. E se imparassimo ad accettarlo senza fare continue comparazioni con improbabili condizionali, scopriremmo che non è male come ce lo raccontiamo. E come lo raccontano quelli che sognano di essere o di trovare Mr.Grey o Anastacia.

Dedico una postilla al trailer. Quello che ho visto io era accompagnato da un cappello introduttivo di un giornalista che spiegava che "non dovete guardare questo trailer perchè è il successo atteso del 2015, ma perchè vi farà eccitare".
Ecco, con questa premessa ho abbassato il volume del pc e ho schiacciato il tasto play.
E spero che il trailer visionato dal giornalista contenesse contenuti diversi da quello che ho visto io. Che esista, che so, una extended version censurata di cui ha fruito solo la stampa.
Perchè le immagini che ho visto erano la traduzione dell'ammiccamento verso la "trasgressione" (che su questo termine potrei partorire decine di post) per persone annoiate, nulla di neanche lontanamente eccitante. Nè nel contenuto, nè nella fotografia, nè nel sottinteso.

Mi aspetta un duemilaquindici di cene silenziose.

 
 
 

Pensieri

Post n°11 pubblicato il 29 Agosto 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

A volte, quello che desidero è solo sporcarmi di erba e terra, macchiarmi di passione e fango, controluce, negli ultimi tramonti fuori.

Tu ascolta le parole del mio silenzio e raccontami l'ultima favola libera.

 
 
 

Di come le cose cambino (e mi cambino)

Post n°10 pubblicato il 05 Luglio 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Passi, scelte, svolte.

La vita è questo in fondo. Percorrere una strada, chiedersi se sia la propria, comprendere, sbagliare, ripartire.

Ad alcuni non succede mai. Viaggiano sui binari che si trovano sotto i piedi, ignari e incoscienti.
Vorrei anche dire che li invidio. Ma non è vero. 
Non invidio un grammo di quella leggerezza. Perchè non è reale. E' la proiezione di una vita senza peso, passata a sopravviversi, a non morire, tacendo qualunque barlume di risveglio.

Mille volte le mie lacrime, il mio sconcerto di fronte al male del mondo. La mia meraviglia di fronte al suo bello.

Ad un bimbo che ti chiama zia per la prima volta, a rotolarsi nell'erba rovinando sulle pietre, ai raggi del sole che dipingono arcobaleni nella pioggia, all'acqua che annega piedi e pensieri, ad una mano che ti si infila tra le gambe disegnando desideri a colori.

Siamo un costante divenire. Un trasformarsi dell'anima, una rivisitazione del nostro film, la possibilità di fare di un classico un new concept, riscrivendolo. Moulin Rouge (il film), che al di là della storia, ha fuso decenni sonori in melodie nuove, con nuovi suoni, sì, ma soprattutto nuove storie, nuovi significati.

Perchè a volte, quello che ti stride dentro è solo la tua colonna sonora. Canzoni tristi, canzoni arrabbiate a cui hai bisogno di dare una speranza. E se giochi a legarle bene assieme, se non ti curi del come si fa, ma ti occupi del come faresti, del come vorresti, il risultato a volte può sorprenderti.

 
 
 

Noccioli e ciliegie

Post n°9 pubblicato il 02 Luglio 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Perchè per me, non è sesso e basta.
Non mi basta che tu sappia come muover le tue mani o le tue labbra. 
Non mi basta tu sia un amante da stellette e fuochi d'artificio, se non mi arrivi dentro.

E per arrivarmi dentro, io non ho strade da consigliarti.
E nemmeno sentieri, per quanto tortuosi.
Che quella volta che ho provato a spiegare poi ho dovuto organizzare una spedizione di recupero, da tanto si era arrivati in posti sbagliati.

Per arrivarmi dentro devi intuirmi.
Devi sentire quello che sento, devi sentire come sento io.
Non basta la buona volontà, non serve che ci provi. 

O forse no.
Basta, o magari nemmeno serve.
Magari basterebbe che fossi io ad abbandonare il mio nocciolo e le riserve.
Basterebbe che chiudessi gli occhi, ascoltando le parole che le tue mani e le tue labbra dicono al mio corpo. Senza dirne altre.

Semplicemente ascoltando

 
 
 

Il colore della carne

Post n°8 pubblicato il 24 Giugno 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Toccami.
Entrami dentro piano, ma cambia strada.
Non voglio vederti arrivare per quella che hanno preso tutti.
Sforzati di trovare un percorso alternativo, posso assicurarti che ti affaccerai su un panorama meraviglioso. 
Non so se ti piacerà, se lo troverai noioso.
Non so se vorresti tornare ad osservare proiezioni ortogonali di corpi e sudore. 

Ma, non è a quelli che sono interessata io.

Voglio sentire.
Ascoltare, assecondare.

E poco m'importa che tutto questo non sia convenzionale.
Poco m'importa non rispettar la parte, sconvolgere il copione, riscrivere sceneggiature che funzionano da secoli. 
Ho voglia di sporcarmi di paradiso e di capovolgere l'inferno. 

Non mi serve nessuna verità.
Vieni da me vestito solo del tuo nome.
Appendi la tua storia insieme ai tuoi abiti appena fuori da me. 
Vivimi. Senza remore. Senza limiti.
Per tutto il tempo che potrà durare questo sempre. 

 
 
 

Specchi capovolti

Post n°7 pubblicato il 17 Giugno 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Sono arrivata a 40anni con molte meno certezze di quando ne avevo 20.

Il fatto è che quando smetti di pensare con la testa degli altri, che quando smetti di sentirti libero ed inizi ad esserlo davvero, le cose cambiano.
Formulare opinioni proprie richiede un'attenta analisi ed è decisamente più complicato che non limitarsi a sposare stereotipi e accontentare chi li condivide.

All'inizio del '900 si progettava una società modellata da effetti condizionanti. Sui libri si legge che queste idee furono presto abbandonate in quanto l'apprendimento non è solo condizionamento. Ma se ben ci osserviamo allo specchio, quello che emerge dalla società contemporanea  è un bel modellamento su larga scala.
La libertà individuale è stata sacrificata alla condivisione di finalità comuni, rimpiazzate nella loro sostanza dall'illusione del successo sociale: belle macchine, buona posizione, molti soldi.
Modelli di comportamento che non rispondono alla vera natura umana, che spingono gli uni contro gli altri, armati di una selva di pseudo diritti individuali che altro non sono che l'autoaffermazione sull'altro, alla faccia della selezione naturale.
Il brutto di queso gioco, che avviene su scala mondiale, è che i più lo giocano ignari.

Recitano i panni che gli sono stati messi addosso, e poco importa senon li sentono loro. Si va avanti, a testa bassa e sorrisi di plastica, in relazioni vuote e inconcludenti, con questo senso di frustrazione crescente che rende tutti intimamente infelici.

Ma poichè pensare, riflettere, prendere una posizione invisa ai più, significa mettere in dubbio tutta la struttura su cui poggiamo, si va avanti così. Giorno dopo giorno, leasing dopo leasing, promozione dopo promozione. E chi non ci riesce? E' fuori, un emarginato, un fallito.

Ho amici con gli occhi spenti che mi raccontano che adesso che finalmente possono comprarsi la macchina dei loro sogni, saranno felici. Che ora compreranno la casa e si sentiranno tranquilli.
Io ascolto le loro illusioni e mi sento impotente.
Impotente perchè anche quando decidessi di spiegare loro che non saranno la macchina nuova o la casa da rivista a renderli felici, vedrei i loro occhi diventare fessure e temere l'invidia. Che è meno pericolosa della verità.

La verità ti obbliga a prendere posizione davanti a te stesso e definire cosa sia davvero importante. E scegliere, se perseguirlo o meno.
Perchè la felicità non è qualcosa che trovi fuori, confezionato su uno scaffale o dentro il senso di riconoscimento in qualcun altro che ci ostiniamo a definire amore.
La felicità è dentro ciascuno di noi. E' la nostra realizzazione più profonda, come persone e non come individui. E' la consapevolezza che si sta compiendo il proprio destino, che si sta realizzando il motivo per cui calpestiamo questo mondo.

 
 
 

Non chiamarmi amore

Post n°6 pubblicato il 11 Giugno 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Frequento questa community da 15 anni, mese più, mese meno.
Sono profondamente cambiata nel corso di questo tempo.
Tuttavia mi accorgo che ci sono cose che non sono cambiate affatto. E questo mi fa sorridere.

Non sono una moralista. Non do giudizi di sorta sulle ragioni che spingono le varie persone ad inventarsi un profilo per stare qua dentro. La mia convinzione è che tutti, a livelli, con partecipazione e finalità differenti, si sia qua sopra per combattere la noia. 
Il come, per me, rientra nell'ambito di motivazioni talmente intime e personali, che sarebbe violenza discuterne. 

Certo, tutto cambia quando il "come" viene rivolto a me.
Immagino tutti si cerchi, più o meno consciamente, di lanciare precisi messaggi.  
Io mi illudo che lo stile asciutto, la mancanza di foto di rotondità in bianco e nero, di corde, bende ed espressioni di desiderio, bastino per far comprendere che non sono a caccia del maschio alfa. E nemmeno di quello beta. O gamma, per dire.
I fronzoli, le galanterie annunciate, non rientrano nel mio modo ottimale di passare il tempo. Sono una donna noiosa, complicata, per nulla accondiscendente, che cerca il confronto, la crescita, disposta alla sfida, che tollera il corteggiamento solo quando è assolutamente fuori dagli schemi. Così fuori che pare non esserci.

Non appartengo alle batterie con tacco 12 e gonna corta, che credono che il terzo bottone slacciato della camicetta sia un modo per andare a meta sicura.
Adoro questo essere anticonvenzionale. Ed adoro chi è come me.

Esiste, qua sopra, come là fuori, una sorta di affinità elettiva non governabile. Qualcosa che fa dire "questa volta si" o "questa volta no". Nel mio caso, l'aggravante è che tutto rimane in costante verifica, cioè basta una mossa sbagliata per passare dalla modalità "in" alla modalità "out" in tempo negativo e senza possibilità di appello.

Uno di questi modi è usare la parola "amore" o sue declinazioni. Un altro è insistere con richieste di descrizioni, foto o telefono. L'ultimo vede l'uso di poesie, messaggi palesemente multipli, invio curriculum vitae o inviti esplicitamente sessuali.
Non inorridisco, non mi inibisco, semplicemente sparisco. 

 

( quindi, tu, non chiamarmi amore nemmeno mentre appoggi le tue labbra sulle mie)

 
 
 

Il canto della notte

Post n°5 pubblicato il 09 Giugno 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Che cos'è il desiderio?
Al di là di un bel corpo, di un bel viso..
Cos'è che muove, accende, guida, fa crescere, spegne questa fame dentro di noi?

Non è lo smalto, non è nemmeno il tessuto lucente che stringe la pelle, non è la cravatta, non è la mano sul mento.
Non è la testa rovesciata indietro quando rido, non è la voce, non è lo sguardo fiero.
Non sono gli occhi verdi, non è il mascara, non è la lingua sulle labbra tumide.
E' tutto ed è nulla.
E' un attimo, un sorriso e un pensiero che non credevi ti sarebbe venuto così.
E' un colpo di vento sulla bonaccia di aprile.
E' il respiro che scombina le carte quando avevi posato la penna.

E' un'avventura.  
Un mondo incantato.
Un bosco di fragole.
E' acqua gelida che morde le caviglie e ti porta nell'oscurità.
Sono lupi e fate che si annusano sotto i lumini delle lucciole, mentre nell'aria c'è odore di erba tagliata. 
E' una favola sussurrata con i tuoi occhi piantati nei miei.
E' l'attimo prima di incontrare odore, rumore e saliva.
E' il sapore violento delle ciliegie nere che macchiano labbra e vestiti.
Sono mani e pelle sudata di baci e denti. 
Sono muscoli che si tendono e ossa che scricchiolano e sangue che corre.
E' la notte che scende, il silenzio che avvolge, il respiro che stordisce.
E' la certezza che tutto può essere.

E' la percezione che tutto sarà

 
 
 

L'amore ai tempi di Whatsapp

Post n°4 pubblicato il 04 Giugno 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Ho molte amiche single. 
Non lo sono per scelta. Spesso le trovo arroccate dietro una libertà che faticano ad amministrare. Credo pensino di non valere un principe, ma lo aspettino lo stesso. 

Viviamo in tempi difficili. Emancipazione femminile e brutalità maschile. Pare che le donne non sappiano più esser femmine se non ricorrendo a suggestioni da bassa pornografia e gli uomini non si sentano maschi se non indossando la maschera del padrone.
Ci siamo persi la spontaneità che la genuina differenziazione fra sessi ha sempre garantito.
E così, nascosti dietro alla maschera dei tempi moderni, non riusciamo più a costruire una chiara identità sessuale.

In realtà è tutta l'identità a faticare a trovare contorni. Viviamo in tempi dove le leggi ad personam segnano anche il nostro intimo. Si legge ovunque fra i pregi la "lealtà" o la "sincerità" accanto a "coniugato/a" con prole o senza. 
I valori, quelli che erano i capisaldi del passato, vacillano sotto mutevoli interpretazioni, atte a giustificare le nostre debolezze. E' che non riusciamo più ad accettarle. Viviamo questa perenne scissione del ciò che dovrei contro il ciò che vorrei e non riuscendo a venirne a capo, rileggiamo l'oggettivo, trasformandolo in soggettivo.

Sorrido di fronte a questo coacervo di innocente incoerenza.
A quella delle immagini porno soft che affiancano il proclama "non cerco nulla". A quella dei messaggi, delle descrizioni, dei puntini di sospensione, delle citazioni dimenticate come briciole di pane su questi sentieri virtuali, che difficilmente vengono calpestati con onestà intellettuale.

Parlo difficile, lo so. A volte annoio. Altre, le più, risulto snob ed antipatica.
Conosco questo mondo perchè sono stata la prima a viverlo nelle sue sfumature, da quelle più cristalline a quelle più torbide. Cercando principi, incontrando pirati, lasciandomi rapire da ammaestratori di leoni e giocolieri d'amore.
Conosco il suo mistero ed il suo inganno. Lo guardo con occhio benevolo ed indulgente, trattenendo tra le dita le carte truccate e i dadi magici.

E' un gioco di prestigio che ancora oggi mi affascina.
Oggi che anche le mail sono diventate troppo impegnative ed il massimo di noi che si concede all'altro è un "remind" nei messaggi di whatsapp, quelli che nemmeno puoi conservare, perchè non si sa mai.
Alla faccia della sincerità

 

(si, la foto è chiaramente una provocazione)

 
 
 

Aria fritta e dintorni

Post n°3 pubblicato il 26 Maggio 2014 da riflessi_misti
Foto di riflessi_misti

Mi tratterrò dal commentare il risultato delle elezioni, dall'enumerare aggettivi che fissino i miei sentimenti nei confronti dell'italiano medio, da lasciarmi avvelenare il sangue in questo frangente di tempo asservito al potere vs autodiscriminazione.
Mai come in questo periodo siamo stati lontani dalla libertà.

Anyway. 

La sottoscritta passa buona parte del tempo riservato a doccia e attività sportiva infilandosi in complicate riflessioni ed autoriflessioni su i più disparati argomenti. Più o meno qualunque cosa ha il potere di risvegliarmi dentro domande e risposte.

Qualche commento fa mi è stato chiesto cosa sia l'amore per se stessi.
Ora, la differenza fra autodeterminazione ed egoismo non si può consumare dentro un commento. 
Premesso che non ho alcuna qualifica nell'affermare quanto vado affermando, darò un paio di info personali per comprendere la mia posizione.
Sono atea. Sono stata schiava dei dettami della morale cattolica a lungo. Quel senso di biasimo che ti pervade quando sei felice e ti distrugge quando provi piacere, specie quello fisico, che si sa, è praticamente la forma più alta di peccato per la chiesa. Ancora oggi mi sento mordere ai garretti da questi retaggi e li vedo quanto mai radicati intorno a me, nelle dinamiche lancia il sasso e nascondi la mano.
Ne arrivo da un cammino personale lungo, profondo e travagliato. Un cammino di autoconsapevolezza fatto per un po' in crociera con compagnia e poi in traversata solitaria.
Studio la materia per professione e perchè mi piace. Conosco le mie dinamiche ed indovino quelle altrui. Penso che l'unico peccato sia desiderare deliberatamente il male di qualcun altro e agire per non evitarlo o per provocarlo.

L'amore per me stessa è scegliere di conoscermi. Scegliere di conoscere le mie dinamiche interne, incastrarle in quelle esterne e non essere schiava di schemi mentali che mi hanno protetta ed aiutata a lungo, ma che oggi non sono più funzionali.
Amare me stessa è essere autentica nei sentimenti, nelle emozioni, nelle parole e nelle azioni, indipendentemente dal ritorno che questo può avere in termini di business o successo interpersonale.
Amare me stessa sgnifica fare quello che mi piace e che mi fa stare bene. 

Non penso questo sia egoismo. Quello che definiamo egoismo, solitamente è paura. Paura che se l'altro penserà a sè, non penserà più a noi. Paura di non essere in grado di affermare ciò che desideriamo o di non avere la forza per ottenerlo. La paura si trasforma in rabbia e ci fa fare cose senza provare a vedere il punto di vista dell'altro. Alla fine la rabbia si consuma in egoismo. Ma noi ci perdiamo il passaggio in mezzo e diciamo che pensare a se stessi equivale ad essere egoisti.
Così è più comodo. Si può fare, ma se ci arrocca al rischio di diventare egoisti, si può sempre smettere e dire che lo si sta facendo per bene.

Di chi non è dato saperlo.
Ma poichè tutto nella vita è scegliere, io scelgo di amare me stessa.
Ora e sempre.  

 
 
 
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