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Natale, una formula matematica

Post n°887 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da gabrigdb
 

Uno psicologo dell'università britannica di Cardiff (noto per le sue ricerche bizzarre) suggerisce un calcolo in base al quale decidere l'acquisto di un dono. "Per non spendere soldi inutili e garantire divertimento sul lungo periodo"

                              Amici ma ditemi voi ci credete?

     

 

                                   

Comprarlo o non comprarlo? Questo è il problema.

Soprattutto se l'oggetto in discussioneè il regalo di Natale per vostro figlio.

 Ci giocherà abbastanza? Sarà un buon investimento?

 Soddisferà contemporaneamente la sua curiosità e le regole dell'educazione ludica?

Babbo Natale in arrivo, i più piccoli in fibrillazione,

 i genitori in ansia alla ricerca del regalo migliore.

 Per loro, e per gli amanti della matematica applicata agli argomenti

più bizzarri,arriva dal Regno Unito la formula per il regalo perfetto.

L'autore è il dottor Cliff Arnall, lo psicologo dell'università britannica

di Cardiff noto nel campo delle ricerche improbabili per aver individuato

nel 20 di giugno

il giorno più felice dell'anno e nel terzo lunedì del mese di gennaio

quello più triste.Insomma più che un fatto di matematica

 forse è più un fatto di fede:

per sapere se il vostro piccolo sarà felice a Natale, il dottor Arnall

suggerisce un calcolo.

Se vi va di crederci, prendete carta e penna. O visitate il sito

To buy or not to buy,

la pagina ospitata da una nota catena di prodotti per bambini che permette

un rapido calcolo del valore del regalo.

D'altronde il problema deve essere reale se la stessa catena ha scoperto 

somministrando un sondaggio a oltre 5mila genitori inglesi - che nel 65%

dei casi i loro figli ricevono regali che non utilizzano. Prima, quindi,

meglio analizzare il giocattolo in base a sei criteri.

Immaginate che il vostro piccolo abbia chiesto a Babbo Natale

un criceto Zhu Zhu Pets, animaletto di pezza meccanico definito

dal Financial Times "l'oggetto più desiderato del 2009".

Per prima cosa provate a stabilire in numeri, da uno a cinque,

se l'oggetto permette al piccolo di giocare da solo (variabile Pi),

di giocare con gli altri (Po), di stimolare la sua creatività (Cr),

di sviluppare l'interazione sociale (S); se il gioco è pratico nel trasporto (U)

e se può essere passato anche ai fratelli più piccoli (H).

Poi provate a definire la quantità di ore che, in una settimana,

il bambino dedicherà all'animaletto e considerate questo numero

come variabile T. Individuate poi la somma dei mesi durante i quali

l'oggetto rimarrà di suo interesse,variabile L, e ora moltiplicate

le due cifre e dividete il risultato per la radice quadrata del costo,

 variabile C. Aggiungete poi la somma totale

dei sei criteri e il risultato sarà la percentuale di usabilità del gioco.

Risultato che naturalmente cambia da bambino a bambino,

variando anche in funzione dei valori assegnati dai genitori.

La formula, riassunta, è questa:

TxL+Pi+Po+Cr+S+U+H/radice quadrata di C.

Volendo applicare il calcolo al simpatico criceto tanto ambìto

per il Natale 2009, il risultato sarebbe più o meno pari a 30.

I valori ottimali si trovano intorno al numero 40 ma la stima del criceto

diventa interessante se si considerache il costo del giocattolo

si aggira intorno ai 7 dollari.

L'idea della formula del regalo perfetto è stata suggerita a

Cliff Arnall dall'azienda di giochi inglese che, in un comunicato, spiega:

"Sappiamo che quest'anno la pressione sulle finanze dei genitori

sarà molto alta.Per questo vorremmo mostrare loro che l'acquisto di un gioco

rispetto ad un altro, può rappresentare non solo una sorpresa natalizia

ma un divertimentoa lunga durata che permette anche

un discreto risparmio".

 
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che bello rivederti! come stai? e la piccola..è femmina,...
Inviato da: gioia58_r
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Gabryyyyyyyyyyyyyyyy
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il 12/05/2011 alle 16:38
 
Ciao gabri, come stai??? spero super bene!!! :) un bacione
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CAMPOBASSO

La città di Campobasso, capoluogo di provincia e di regione del Molise, è situata 786 metri sopra il livello del mare e conta circa 50.000 abitanti.

L'origine incerta, pur se molto antica,  sembra ricondurre ai secoli VIII e X, quando si ha già  notizia dell'esistenza di  2 borghi, Campus de Prata e Campus bassus, dove la parte più antica è situata sulle pendici di un colle ed è dominata dal Castello Monforte, mentre la parte nuova  si estende in pianura.

Il nucleo più in alto, rappresentato dal castello, ospitava i  Longobardi, durante la loro funzione di coordinatori di tutto il territorio circostante.  

Succesivamente si ebbe la conquista da parte dei Normanni e Campobasso divenne capitale del feudo dei conti del Molise, sviluppandosi anche verso il borgo sottostante. Il grando sviluppo urbano si ebbe poi sotto gli Angioini e gli Aragonesi, continuando per i secoli successivi, pur attraversando periodi di crisi ed epidemie.      

Negli anni a seguire Campobasso venne  considerato un centro molto importante sia dal punto di vista economico che sociale, a causa della sua nomina nel 1806 a capologuo della provincia del Molise, ma ancor più dopo che nel 1963 ci fu la separazione della provincia di Campobasso dall'Abruzzo e il Molise diventava la 15° regione d'Italia.

Dal punto di vista economico la città è caratterizzata prevalentamente dal settore agricolo e dall'allevamento del bestiame, ma  troviamo anche delle industrie artigianali per la lavorazione di lame d'acciaio che hanno origini molto antiche, in quanto l’arte spadaria del luogo è documentata già nel ‘300.

 

I FORMAGGI

La sapienza dei pastori della transumanza, infusa nei metodi di lavorazione artigianali ancora oggi praticati, e l'alta qualità della materia prima conferiscono eccellenza ai prodotti derivati dal latte: mozzarelle, stracciate, trecce, scamorze, ricotte, burrini, caciocavalli e pecorino.

 

L'OLIO MOLISANO

La rinomanza e la notorietà dell'olio del Molise sono state affermate sin da tempi remoti da diversi autori.
Come si consuma. L’olio Molise Dop è ottimo per condire zuppe e minestre tipiche della cucina dell’appenino molisano dove prosperano grandi varietà di legumi come: lenticchie, fave, ceci, fagioli, cicerchie e farro. Altro abbinamento ideale è con i primi piatti di pesce a base di scampi, triglie, cozze e vongole che dominano invece la cucina delle zone costiere, ma anche assieme ad una semplice fetta di pane casereccio quest'olio esprime al meglio tutte le sue note gustative.
Come si conserva. L'olio deve essere conservato in ambienti freschi, asciutti e lontano da fonti di calore, a una temperatura compresa tra i 14 e i 20°C. In questa situazione ottimale la qualità del prodotto resta integra per oltre 36 mesi. Con le basse temperature l’olio può andare soggetto a congelamento, per cui, prima di iniziarne il consumo, occorre riportare il recipiente a temperatura ambiente (16-18°C) per alcuni minuti e agitarlo ripetutamente, per agevolare il ritorno del prodotto allo stato naturale.
Come si produce. L'olio extravergine di oliva Molise è ottenuto dalle varietà di olivo, per almeno l'80 % di Aurina, Gentile di Larino, Oliva Nera di Colletorto e Leccino e per il restante 20% da altre varietà autoctone tra le quali Paesana Bianca, Sperone di Gallo Olivastro e Rosciola. La raccolta delle olive avviene durante la fase dell'invaiatura per brucatura e/o con mezzi manuali tradizionali o con mezzi meccanizzati, utilizzando tutti gli accorgimenti onde evitare il contatto delle olive con il terreno. Dopo la raccolta, le olive vengono riposte in contenitori rigidi, forati e vengono molite entro 48 ore dalla raccolta. Per la oleificazione sono ammessi soltanto i processi meccanici e fisici tali da garantire l'ottenimento di oli esenti da alterazioni.

Fin dall'antichità l'olio molisano è stato considerato molto rinomato, come testimoniato già da Tito Livio. L'olivicoltura è ampiamente praticata e garantisce una produzione di elevata qualità. Ben 34 Comuni molisani fanno parte dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio, insieme alle due Camere di Commercio e alle due Province di Campobasso e Isernia.

 
 

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