Creato da estremalatitudine il 19/06/2008

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Si sa

Post n°226 pubblicato il 28 Aprile 2010 da estremalatitudine

Si sa quando si entra in un certo giro, in un certo ordine di idee, non è che uno alla fine può tirarsi indietro.

E poi ero stato proprio io a proporlo. Anzi avevo dovuto insistere un bel po'. E c'erano stati pianti, scenate, minacce di abbandono, che non l'amavo più, che non me ne fregava più niente di lei e cose così, solo perché, dopo essercelo ripetuto un sacco a letto, un giorno mi ero messo di guzzo buono a dirle che mi sarebbe piaciuto che le nostre fantasie diventassero almeno una volta realtà.

Non c'era stato verso. Non lo voleva capire che per me non cambiava niente, che tutto era come prima e lo sarebbe stato anche dopo. Che poi a ragionarci adesso, dopo che tutto è successo, forse aveva ragione lei a farsi tutte quelle menate, ché le fantasie sono fantasie e dovrebbero rimanere tali e che se uno inizia a fantasticare troppo forse, dico forse, è vero che qualcosa è cambiato, che l'amore vero non c'è più e che in qualche modo o maniera l'unica cosa che vuoi, che vuoi davvero, intimamente, è liberarti di lei. Ma poi non è neanche vero. Solo in parte, forse. Forse.

Fatto sta che quando poi siamo stati lì, la situazione mi è un po' scappata di mano e la cosa mi ha lasciato un po', come dire, interdetto, stupito, eccitato, certo, ma anche impaurito, come uno che dice che vuole rompere un piatto quando è incazzato e poi quando l'ha rotto si dice: cazzo!

Come dicevo, avevo dovuto insistere un bel po', ma alla fine lei aveva accettato, non di farlo in tre, come avevano sognato nel nostro bel lettone, ma di farlo in presenza di qualcuno. Io avevo proposto, ovvio, una ragazza e lì si erano riaperte le dighe ed era uscito di nuovo il Vaiont. Allora avevo virato su un maschio e lì lei era rimasta un attimo indecisa, poi aveva ripreso a piangere e per calmarla c'era voluto del bello e del buono, compresa una scopata, scusate il linguaggio, nella quale avevo dovuto dare il meglio di me.

Dopo, dopo averlo fatto, ero tornato sull'argomento e lì, abbracciati, lei aveva accettato a patto che il terzo fosse un uomo e che stesse solo a guardare e che lei non si togliesse il reggiseno. Niente pompini. Niente leccate. Solo scopare. Anzi forse con lei vestita.

Va bé, che devo dirvi, accettai.

La ricerca del lui adatto fu lunghissima e dispendiosa. Discorsi. Discussioni. Scarti e riproposizioni, negazioni e affermazioni, sì, no, forse, no quello mai, ma figurati, dai!

Alla fine venne fuori che non dovevamo conoscerlo, che dovevo approcciarlo io e dirgli quel che dovevo dirgli facendogli credere che era una scommessa che avevamo perso con una coppia nostra amica. Lui, il suo compito era solo quello di stare a guardare, vestito, senza toccarsi, accettando di essere fotografato prima, durante e dopo la cosa. La storia della foto l'avevo inventata lì per lì per dar peso alla storia della scommessa, anche se poi alla fine ce ne dimenticammo, almeno di quelle durante e dopo.

Ovviamente la scelta finale tra gli sconosciuti la fece lei, che se ne tornò a casa una sera con la foto di uno sul telefonino e un indirizzo di casa.  Io mi insospettii un po', tant'è che ci misi un sacco a contattarlo. Prima, in quelle settimane, come dire, feci qualche indagine, stetti attento, una volta la seguii pure, ma poi mi convinsi che davvero quello era uno sconosciuto e in effetti quello che è successo poi confermò questa cosa.

Quando lo fermai per strada, lui non voleva crederci. In effetti non ci credevo neanche io. Di essere lì a proporre quella cosa. Incredibile. Poi gli feci vedere la foto di mia moglie, gli raccontai un po' meglio la cosa, gli dissi che lui non doveva fare altro che stare fermo a guardare e alla fine lui si convinse. Cinquanta euro, gli promisi, che per non fare un cazzo non mi sembrano pochi.

La prima volta la cosa filò liscia. Arrivò. Lo facemmo accomodare in camera e poi noi nella stanza di fianco, con la porta chiusa ci lanciammo in un petting furioso, con relativo pompino e altre piacevolezze, poi di rivestimmo, entrammo, mia moglie si tolse solo le mutandine e io la scopai. Dieci minuti, tutto finito. Lei se ne andò. Io mi rivestii, pagai e fatto tutto.

Anche la seconda non ci furono problemi. Ovviamente non vi dico, la passione che tornò tra me e mia moglie tra quelle due volte. Lo facevamo tutti i giorni. Almeno. Io tornavo a casa per pranzo solo per vederla e spesso facevo tardi al lavoro e arrivavo con macchie invereconde.

Fu la terza, anzi no, la quarta che la cosa mi scappò di mano. Probabilmente avrei dovuto proporre di cambiare ragazzo. Non che avessimo fatto amicizia, anzi. Mia moglie poi sempre la stessa cosa. Entrava, si toglieva le mutandine, si faceva fare e poi spariva di corsa dopo essere venuta.

Fatto sta che quella volta lì, quando entrammo, belli caldi come al solito ed io mi cavai i pantaloni e le mutande e rimasi lì, seduto sul letto, col mio bel cazzone a fare bella mostra di sè, mia moglie si tolse le mutandine, certo, ma invece di sdariarsi come faceva sempre, si mise seduta di fianco a me e prese a menarmi il pisello, mentre con l'altra mano, sotto la gonna, che non si era tolta, ma aveva solo alzato un pochino, sotto la gonna, aveva preso a toccarsi.

Ci baciammo. Le lingue. Le labbra.

Lei si staccò e scese a farmi un pompino. Io chiusi gli occhi e in men che non si dica salii in paradiso.

Quando poi chiesi a quell'altro che cazzo era successo, lui, tremando quasi dalla paura e dall'emozione, mi disse, scusandosi, che intanto che mia moglie me lo leccava, lo guardava fisso negli occhi. Poi ad un certo punto si era tolta il mio pisello dalle labbra, giuro non me ne ero neanche accorto, e gli aveva sorriso, prima di riprendere a chiudere gli occhi nel succhiare il mio pisello.

Quel che ricordo del prima è che la gonna le si era visibilmente alzata, lasciandole le cosce nude, abbronzate, lisce.

Poi quel che è successo è facile da immaginare.

Io ero là con cazzo in lacrime, che lei si alzò sul letto in ginocchio e fece cenno a quell'altro di avvicinarsi. Lui titubava. Allora lei sdraiandosi sul letto, tirandosi su completamente la gonna e aprendo le gambe, lo pregò di leccarla.

Quella proposta, mi rendo conto, era irresistibile, specie per un ventenne, che era già la terza o quarta volta che andava via sicuramente con un mal di testa bestiale.

Per la farla breve, lui la leccò per bene, poi la scopò, davanti e di dietro, con lei sempre vestita e alla fine, quando lei ululò per l'ennesima volta, quello si beccò anche lui un pompino a vedere il quale, devo ammettere, il mio povero cazzo depresso, diede qualche segno di risveglio.

Ricordo che mentre scopava con quell'altro lì, mia moglie non mi guardò neanche una volta. Agitava la testa, ringhiava, sospirava e quando lo leccò, lo fece con furia, senza tecnica, ma solo passione. Lui venne che sembrava una fontana e ci innondò il letto, che poi dovemmo cambiare tutto e lavare le lenzuola con la varichina.

Lei era stravolta, sudatissima, con gli occhi sbarrati, stesa sul letto con le braccia abbandonate, aperte, a raggiera.

Quello si alzò e andò in bagno. Lo seguii e gli chiesi. Si scusò. So che quando alla fine se ne andò, non so com'è, ma mi dimenticai di dargli i soliti cinquanta euro.

Tornato in camera, trovai mia moglie piangente, con la gonna tirata giù fino alle caviglie, che tremava tutta e mi diceva che ero uno stronzo!

Solo giorni dopo, a forza di carinerie e di tornare a fare la solita vita (meno vivace sessualmente, decisamente meno vivace), lei tornò normale e dopo un quindici giorni scopammo di nuovo anche noi.

Quasi mi veniva da piangere mentre ero dentro di lei, anche se, quasi sul più bello, non seppi resistere e le chiesi qualcosa che aveva a che fare con quello che era successo. Lei scosse violentemente la testa, come a negare, a voler dimenticare, emise un suono roco di gola, come da animale e giurerei che la figa le si innondò ulteriormente.

Non capitò più, ma tutte le volte che ad una festa o per strada noto uno che lei ha notato e le sussurro che quello sarebbe il tipo giusto per rifare quel gioco, di lì in capo a poco finiamo sempre da qualche parte a scopare.

Se mi tradisca non so. Io di me preferisco non dire.

 

 
 
 
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