Creato da estremalatitudine il 19/06/2008

estremalatitudine

racconti di vita, di sesso

 

Messaggi di Marzo 2014

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Post n°340 pubblicato il 31 Marzo 2014 da estremalatitudine

La coppia si sedette comodamente. Poco dopo il cameriere chiese loro cosa desideravano e loro ordinarono cocktails forti.

Chiacchieravano felici, sereni, tranquilli, con gioia, contenti di essere insieme, insieme, sfuggiti, finalmente, quella sera, al lacci e lacciuoli del mondo, loro, solo loro, loro due, insieme.

Si sfiorarono con un bacio. Si tenevano spesso le mani. Lei, splendida, con le gambe accavallate, gli stava vicino più che poteva. Lui col braccio la proteggeva.

Poi di fronte, nel tavolino di fronte, si sedette un'altra coppia. Ordinarono anche loro. Bevvero. Lei rideva forte. Bella. Forse bellissima. Con una camicetta bianca di seta aperta sui seni. Seni forti, liberi. Lui, lui evidentemente continuava a fare battute alle quali lei, lei rideva forte.

I loro sguardi su quei due. Sulle loro effusioni, che si fecero sempre più esplicite, fino a quando i baci si fecero insistiti, passionali. Non rideva più. Si stava facendo prendere. Sempre più. Sempre con maggiore passione.

I loro sguardi su di loro, sulla loro bocca, sulle loro mani, sulle cosce di lei che si mostravano.

Loro ipnotizzati. Quelli sempre più espliciti, sfacciati. Nessun altro nel locale. Una tenda pesante chiudeva la loro zona e il cameriere, dopo aver preso e servito le ordinazioni, adesso non si faceva più vedere.

La mano di quella sull'inguine di lui. Massaggiava. Cercava. Sfregava. Carezzava.

Lei poggiò il viso sul suo petto, quasi a nascondersi alla vista. Imbarazzata. Imbarazzati.

Quella, sfrontata, continuava. Abbassò la zip e lo tirò fuori, lì, nel locale, grosso e pronto, rosso fuoco, lucente, scapellato.

Lui la strinse ancora di più. "vuoi andare?" silenzio. Anche il suo cazzo duro. Lei lo sentiva, stringendoglisi contro.

Quella iniziò a carezzarlo, piano.

Lei strinse la mano di lui, con forza, stretta, con forza, mentre quell'altra, liberatasi dai baci del suo amante gli guardava sorridendo il pisello, duro, forte, grosso, libero, nella sua mano, che scorreva su e giù.

Anche lei istintivamente lo cercò, lo trovò, lo prese da sopra i pantaloni. Alzò lo sguardo. Lui guardava quell'altra che abbassava la testa verso il cazzo. Anche lei si girò e la vide che col viso vicinissimo che quasi lo odorava, lo sfiorava col naso.

Il seno forte di quella era praticamente fuori dalla camicetta. Nel movimento era completamente scomposta, la gonna sollevata, i capelli arruffati, lui, quello, completamente inerte, riverso sul divano, come un dio che si lasciasse adorare.

Quando aprì la bocca per mangiarlo, lei si sollevò e baciò con passione il suo amante.

Finito il bacio, slacciatasi dal suo abbraccio, vide che di fronte quella aveva iniziato un pompino. I loro sguardi si incrociarono. I loro occhi si sorrisero. Lei si girò e tornò a baciare il proprio amante ancora con maggiore passione. E poi ancora, e ancora e ancora.

Di là quella continuava, alternando passione a momenti languidi di piccoli baci.

Le due donne si guardarono ancora. Si sorrisero di nuovo. E quella, sempre con un cenno della testa e degli occhi, le chiese se non voleva...

Sì, che voleva. Sì che avrebbe voluto.

Quasi l'avesse intuito il suo amante proprio in quel momento la liberò, la lasciò libera dalle sue braccia, dalle sue mani, dalla sua bocca.

E lei, come in un sogno, si alzò, lo prese per mano e lo portò sul divano di fronte.

 
 
 

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Post n°339 pubblicato il 25 Marzo 2014 da estremalatitudine

Al mare d'estate in famiglia, sdraiata sotto l'ombrellone, la signora osserva la coppia di fianco, giovani, trentenni, forse, forse neanche, modelli tutte e due, fisici da paura, senza un filo di grasso, lei bionda, eterea, senza molto seno, solo un sederino tondo, sodo, l'età, lui, lui perfetto, alto, grande, grosso, muscoli flessibili, tesi e flessibili insieme, perfetto.

Lei si toglie il reggiseno. Poi nel pomeriggio, quando il sole un po' cala anche lo slip. Un monte di venere depilato. Solo un piccolo filo. Il marito lontano. meno male. L'avrebbe mangiata con gli occhi.

Lei ride, guarda lui, lo prende in giro, al che anche lui, sorridendo imbarazzato si alza e si toglie lo slip. Tra le cosce penzola un cazzo irrigidito un poco dal sole. Una meraviglia.

Lei, la signora, continua a leggere, protetta dagli occhiali scuri da sole. Continua. Ogni tanto si ricorda di girare una pagina. Rimane ipnotizzata quando lui cambia posizione e il cazzo si sposta, un poco scoperto, rosa la cappella arrossata, da destra a sinistra.

Il marito rientra. Osserva il culetto di lei che leggermente si muove.

"non sapevo fosse una spiaggia nudista" le dice

La sera in camera, girandosi nel letto e allungando una mano verso il marito, la signora glielo prende esattamente come ha preso quell'altro in mano e tra le labbra tutto il pomeriggio. Nel pensiero. Nel sogno. D'altronde quella ragazzina che ne sa...

 
 
 

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Post n°338 pubblicato il 25 Marzo 2014 da estremalatitudine

Ordini: "mercoledì unghie smaltate e autoreggenti!"

Lei risponde: "vedremo. ma tu?"

Sai cosa vorrebbe. Certo. Vorrebbe sognare. Vorrebbe che tu la conducessi con mano sicura nel mondo in cui non ha mai avuto il coraggio di entrare da sola.

Sei indeciso. Accetti la sfida?

mercoledì lei è pronta. E' stata al patto. Anzi di più. Ridendo, solleva la gonna e ti mostra che sotto non porta nulla. solo le autoreggenti.

Riabbassando la gonna, ti abbraccia, ti bacia sul collo. Ride. Ancora.

Ok

Sai dove andare. E' tutto pronto.

Lungo la strada, ti fermi. Vi baciate con passione. poi la bendi. Si lascia bendare, stretta, docile, pronta. 

Riprendi la macchina.

Dopo chilometri, svolti a sinistra. Laggiù una casa. Illuminata. Vi aspettano.

Tutto pronto.

Per farla sognare. Lei, tu, quella sera. Il sogno proibito.

Era il patto. Un uomo rispetta sempre i patti. Anche quando gli costa. Un po'.

Lei ancora bendata beve un cocktail. Poi la festa inizia e con quella il suo sogno, il sogno di lei.

 

 
 
 

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Post n°337 pubblicato il 20 Marzo 2014 da estremalatitudine

quell'uomo iniziò a baciarla, a baciarla lì. quanto tempo!

Non avrebbe saputo dire come erano arrivati a quel punto, quali scivolamente progressivi, quali battute, doppi sensi, sguardi. sapeva solo che la stava baciando, baciando lì, cosa che suo marito non faceva più da tempo, da anni, cosa che le ricordava la gioventù, quando una volta l'aveva fatto anche lei alla sua amica e lei, lei aveva goduto come una matta, tra le sue labbra, ne sentiva ancora il sapore, asprigno, e quello intanto la baciava, si infilava, la stuzzicava e poi, dopo, dopo un sacco, ecco un dito di lui dietro, no, cosa fai, uno scatto di reni, niente, e riprende, oddio, come riprende e quel dito anche quello riprende, la lingua, il clitoride, piano, piano! piano, sì, dolce, carezza, sì, piano, e piano, piano lui si introduce, la prende, lo sente, sente la lingua, davanti, il caldo e quello di dietro e sente aprirsi, aprirsi progressivamente e progressivamente lui la prende e lei, lei davvero non capisce più nulla, mai, mai nessuno, sospira, era ora non credi, riprendendo a baciarla, non so, tu dici, non so, e scuoti la testa e quel dito che ne diventano due, e sono dentro, dentro di lei, sì, sìììì, sìììììì.

dopo, alla fine, sdraiati l'uno sull'altra, lui, lo stronzo, la guarda e domanda di nuovo: "non era ora?" lei non risponde. sorride e si gira di lato. il suo sedere sontuoso si incurva sopra le lenzuola spiegazzate

 
 
 

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Post n°336 pubblicato il 20 Marzo 2014 da estremalatitudine

Ad una festa lo incontri. Finalmente. Lui può tutto per te. Ti conosce. Sa chi sei. Sa quello che fai. Lui, lui è lui, quello che può. Ricco, bello, colto, scapolo, tutto.

Sei lì per lui. L'hai detto a casa. Una festa. Lavoro. Lui potrebbe. Potrebbe risolvere tutti i problemi. Tutti. Se solo volesse. Soldi. Tranquillità. Lavoro.

Ti avvicini. Fa finta di non vederti. Di non vedere quanto sei carina quella sera. Il tacco, il trucco, la scollatura, il seno generoso. Niente. Nulla. Neanche uno sguardo. Lui, lui che può. Chissà quante! Tutte quelle che vuole. Anche adesso. Quella laggiù. Bellissima. Una modella forse. Alta. Così alta. Gli sorride, mentre una bionda passando lo bacia sul collo.

Qualcuno ti presenta. Continua a far finta di non sapere chi sei. Eppure sei sicura che lo sa. Sa bene che lavoro fai e come lo fai. Quanto sei brava. O una merda. Sì, forse una merda.

Due chiacchiere. Una risata. Sei eccitata, imbarazzata, allegra. Siete rimasti soli. Chi via ha presentato se ne è andato. Neanche per un momento, tra i sorrisi e le risate, riesci a non pensare a quanto sarebbe bello se lui davvero si accorgesse di te, del tuo lavoro, se risolvesse i tuoi problemi. Il seno sobbalza. Per la prima volta lo guarda. Chissà quante donne. Tutte quelle che ha voluto.

"Venga con me" non chiede, non suggerisce, ordina. Bello. Quello che vuoi. Vuoi solo che ordini. Sei lì per quello.

Cambiate stanza. Il suo studio. Da rimanere senza fiato per il lusso. Un flash: casa tua! Ti mostra un divano. "si sieda" Ubbedisci.

Si siede di fianco. Parla per un poco del più e del meno, guardando distrattamente fuori dalla finestra. Poi ti guarda e ti dice: "noi faremo grandi cose insieme"

Sobbalzi. Non te lo aspettavi. Vorresti gridare di gioia.

"e adesso in piedi, su" ti alzi di scatto. "si tolga le mutandine"

Avvampi. Deglutisci, Esegui.

Ti tira su la gonna e ti osserva la figa. "Bene" mormora. Ti tocca. Immediatamente ti bagni. Ti maledisci. "Bene" mormora ancora. "molto bene"

"Mi aspetti un momento" si alza e sparisce. e tu rimani là, di sasso, in piedi, con le mutandine bianche di pizzo ai tuoi piedi. Le raccogli e le metti in borsetta, dove rimarranno fino al rientro a casa, quando furtiva le metterai in lavatrice, direttamente.

Quando rientra è fasciato da una tunica di raso. Si siede sul divano. La tunica si apre, scoprendogli le cosce.

"e la festa?" domandi. "dimentichi"

"si avvicini" un passo. le sue mani su di te. Lui. Lui che può, che può tutto. "non è per denaro, mormori dentro di te, non è per denaro. non sono una puttana. non è per denaro"

Lo guardi. E' bellissimo. E' ricco, colto, potente. "non è per denaro" mormori confusa.

Lui non ti sta a sentire, ma ordina "si giri sulla pancia" e ti scopre il sedere.

 
 
 

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Post n°335 pubblicato il 20 Marzo 2014 da estremalatitudine

Suo marito non la scopava più. Da tempo. D'altronde, a dire la verità, la cosa non le mancava neanche tanto.

Era gentile, affettuoso, ma niente. Forse aveva un'altra.

Meno male che non avevano preoccupazione di soldi.

Il telefono squillò. Era la sua amica. "usciamo?" "sì certo"

Sapeva cosa voleva dire. In cerca di uomini, quella sera, come ogni tanto, lei e la sua amica, in giro di notte.

"Perché anche avere un amante alla lunga stanca. Come un marito, no? Meglio così!"

Locali mal messi. Ragazzi non più giovanissimi. Palestrati. Qualche sfigato nottambulo. Chi prima arrivava, prima prendeva il posto. Certe sere andava meglio, certe peggio.

Come quella volta che ne avevano beccati due, due amici, uno cicciottello e l'altro con un fisico da paura.

Dopo una prima mezz'ora, erano finite tutte e due adoranti a carezzargli la pancia, i pettorali, i bicipiti, le cosce, i polpacci e su, su verso i testicoli, caldi, sodi, solidi e il cazzo bello, scolpito eretto. L'amica, mentre lei con le labbra gli carezzava la pelle liscia, le sussurrò all'orecchio: "ricordi la pancia di mio marito?"

"smettila, se no mi togli tutta la poesia!" "Lasciane un po' anche a me, porcellina"

"Cazzo, questo sì che è un uomo!"

L'altro, in disparte, si menava l'uccello.

 
 
 

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Post n°334 pubblicato il 20 Marzo 2014 da estremalatitudine

Per forza gli si dovette avvicinare. Lui seduto nella sua poltrona di pelle enorme, lei in piedi, di fianco a lui, chinata, leggermente, sulla scrivania per mostrargli le carte che doveva firmare.

La sua mano su per la coscia sotto la gonna!!!!

Lei si rialza di scatto. Lui toglie la mano e le sorride in silenzio.

Lei, rigida, allunga le carte. Lui ne firma una. Ne legge un'altra. Critica. Corregge. Ordina di rifare. Lei esce chiedendo se deve chiudere la porta "naturalmente, cara"

Appena uscita, quella nuova entra. Minigonna anche lei. Anche lei faldone di carte da firmare. Lei si ferma un attimo osservando la porta chiudersi alle spalle di quella.

La mano del padrone sulle cosce di quella. Una puttanella. Sicuro.

Tornando al suo posto, pensò per un attimo al marito a casa che l'aspettava. Da quando senza lavoro? Da quando un buono a nulla? Come avrebbe voluto una situazione economica più solida, un marito diverso, un uomo, insomma, uno che sapeva come girava il mondo, uno senza problemi, uno che poteva darle quel che sentiva di meritarsi, che era giusto, che l'avrebbe messa tranquilla.

Intanto meccanicamente rifece la lettera.

La porta si aprì. Quella uscì con l'aria soddisfatta e sorniona. Proprio una puttana. Lui un porco e lei, lei una puttana.

Si alzò, andò in bagno, si sistemò, poi, tornata alla scrivania prese le carte che aveva rifatto e filò alla porta del padrone. Bussò e socchiuse la porta.

Lui, vedendola, le disse: "ecco la dottoressa. La migliore in questo ufficio!"

Firmò senza dire o fare altro. Poi mentre era ancora al suo fianco, in piedi, attendendo che le ridesse il libro firma le chiese un consiglio.

Lei, un poco sorpresa, dopo un attimo iniziò a rispondere.

"Seguirò il suo consiglio" le disse. Intanto la sua mano era tornata sulla sua coscia. Un attimo. Solo una carezza, leggera. Uno sfioramento.

"Può fermarsi stasera? Torni più tardi che ne discuteremo meglio"

 

 
 
 

Girato l'angolo

Post n°333 pubblicato il 06 Marzo 2014 da estremalatitudine

Lasciata la stanza per cercare la toilette in quella casa mostruosa (la festa continuava impetuosa in un frastuono di musica e risate e urla), girato un angolo quasi ci scontrò contro.

Lei era appoggiata con la schiena al muro e aveva la gonna sollevata.

Lui aveva i pantaloni abbassati e lo stava facendo.

Lei girò l'angolo e quasi ci finì contro.

Lui dalla sorpresa si scostò e apparve nudo ed eccitato in un taglio di luce.

Il suo cazzo luccicava bagnato e teso. Completamente scoperto. Era magro, muscoloso, col ventre piatto. Solo il cazzo svettava. Un bel cazzo. Grosso. Sembrava.

Con la mano la ragazza si coprì immediatamente l'inguine. Solo lui, nudo, completamente e il suo cazzo teso.

Involontariamente lo sguardo si concentrò lì. Pochi attimi. Si riebbe. Lo guardò. Sorrideva. Sorrideva il bastardo. Anche lei gli sorrise imbarazzata e mormorando uno scusate sparì veloce.

In bagno ci ripensò. Nel pulirsi le sembrò di essere particolarmente sensibile. Proprio lì.

Tornando alla festa in quel corridoio non incontrò più nessuno.

Poi nella sala vide, ne era certa, quella ragazza che ballava con uno che certo non era quello.

Suo marito la raggiunse. Parlarono un attimo. Cercarono di parlare un attimo. Poi lui se ne andò di nuovo a fare un giro. Lei sola si guardò in giro.

Il sorriso di lui. Beffardo. Bastardo. Poco più in là. Parlava con una e le teneva la mano, ma aveva guardato lei, certo, ed aveva sorriso. Bastardo.

Abbassò velocemente lo sguardo, ma non potè impedire che le sue labbra si aprissero in un vago sorriso.

Quando rialzò la testa, lui era lì, vicino a lei. Proprio vicino, anzi le si avvicinò ancora e accostandole la bocca all'orecchio le soffiò solo un "vieni con me". La mano di lui le strinse la destra. Si mosse tirandola lievemente.

Lo seguì. Passando per la sala vide suo marito che la guardava allontanarsi. Si chiese se aveva visto la mano. Certo aveva visto che stava seguendo uno. si chiese cosa avrebbe detto se avesse chiesto. Niente. Cosa altro?

Appena soli, lui la baciò. Lei lo lasciò fare. Poi lo spinse su una poltrona. Lui quasi cadde seduto. Lei gli si avvicinò e lo baciò, mentre con le mani gli apriva la patta e glielo tirava fuori.

Era pronto. Lo guardò. Sorrideva ancora. Fu l'ultima cosa che vide, quel sorriso. Poi si chinò e lo mangiò. Aveva fame. distintamente. Fame. Fame di cazzo, in quella festa del cazzo e se lui era uno capace, bene. ecco. qui. adesso. Se suo marito fosse stato uno capace, avrebbe preso lui. Ma non era capace. Almeno non con lei. Non più.

Lui provò a toccarle il seno. Lei si scostò e allontanò le sue mano. Non voleva che la taccasse. Che idea! Poi riprese a leccarlo e mangiarlo, fino a quando con un sussulto lui venne e lei, lei si scostò, prese un fazzoletto di carta dalla borsetta e lo pulì.

Prima che lui si rialzasse, lei ancora una volta si abbassò e lo assaggiò, ormai meno teso. Il suo gusto di maschio era potente. Continuò con la lingua a pulirlo per bene, lungo tutta la cappella, con calma, pian piano, gustando quel sapore forte.

Poi quasi corse via, sui suoi tacchi, in quel corridoio di marmo.

Rientrata, dopo poco il marito la raggiunse e le chiese se voleva andare via. "certo" rispose. "bene" e si chinò a darle un piccolo bacio sulle labbra. "andiamo"

 

 
 
 

L'ultima festa: una palla

Post n°332 pubblicato il 06 Marzo 2014 da estremalatitudine

Pensare che l'aveva organizzata lei! Non doveva andare così, certo. Avrebbe dovuto esserci anche Marco e Guido, soprattutto Guido, che quando parlava faceva sempre ridere. E invece non avevano potuto, mentre gli altri, quelli sì, quelli avevano potuto, quei pallosi.

Durante la festa, quasi all'inizio, quando già le cose erano chiare - una palla micidiale - un sms le ricordò che lui l'aspettava per l'indomani. Erano d'accordo da tempo. Si sarebbero visti. Finalmente. Di nuovo. E avrebbero scopato. Sì, credo di sì.

"Chi era?"  le chiese il marito. "nessuno. uno del lavoro"

Poi la festa riprese, ma lei, lei non riuscì più a concentrarsi. Riusciva solo a pensare al domani, al rivederlo, a finirci a letto, di nuovo, finalmente, ecco, sì, finalmente.

Alla fine, tornando a casa, il marito le fece delle avance che lei, lei non rifiutò. Si sentiva in colpa e per quel che le costava per quei dieci minuti gliela diede.

Finito tutto si disse che il giorno dopo non lo avrebbe rivisto. Certo che no. Basta. Finita.

Chiudendo gli occhi per dormire il suo viso le apparve. Sorrise tra sè e si disse sussurrando: "sei la solita bugiarda"

 

 
 
 

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QUEL CHE C'È E QUEL CHE NON C'È

Qui ci sono storie di sesso. Non necessariamente tutte eccitanti, ma a volte sì. Non necessariamente tutte esplicite, ma a volte sì.

Qui non c'è vita vera, ma solo letteratura, ovvero vita attraverso la tastiera.

Se non vi va di leggere di questi argomenti, lasciate stare.

Se vi interessano, spero di riuscire ad essere all'altezza delle vostre attese.

 

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