Creato da estremalatitudine il 19/06/2008

estremalatitudine

racconti di vita, di sesso

 

Messaggi di Ottobre 2014

corto 93

Post n°428 pubblicato il 24 Ottobre 2014 da estremalatitudine

immaginate una notte con luce di luna piena che entra dalla finestra socchiusa.

siete in casa da sole e non riuscite a prendere sonno. pensieri. insoddisfazioni. un non so che fisico che non vi lascia dormire.

girate per casa. accendete la tv. guardate qualche stupidaggine. il divano è caldo. lo sentite caldo sotto le vostre gambe nude. mutandine, maglietta, niente più.

spegnete. vi alzate. buio tutto intorno. solo la luce della luna. mezzanotte. la chiesa batte i colpi. entrate in camera. un uomo sta dormendo. vi spaventate. non lo conoscete. il vostro urlo non lo sveglia. tornate sulla soglia. lo guardate meglio. somiglia a qualcuno, a qualcuno di bello, ma non lo conoscete. è maschio. troppo maschio. non lo conoscete.

dorme e sembra un angelo. il viso è rilassato. barba mezza lunga. quasi un sorriso. come sognasse cose piacevoli.

è in mutande anche lui. solo in mutande. il torace grosso si alza e si abbassa regolare.

che fare? chiamare qualcuno? come spiegare? chi è? come ha fatto? mentre eravate di là, ma... perché?

vi avvicinate al letto tenendo in mano la prima cosa che vi è capitata in mano. un coltello. un soprammobile pesante. un posacenere di cristallo. pesante. un'arma. lui dorme. non sente.

lo scuotete. niente. come se non lo aveste toccato. insistete. parlate. urlate quasi. è notte. i vicini.

niente. non si muove. fermo come una statua. che dorme, però.

sorride ancora. un bel sogno. davvero un bel sogno. il cotone delle mutande si tende. un bel sogno. osservate la sagoma. chissà cosa sogna? chissà chi sogna? non voi. non lo conoscete neanche. magari! la cappella si nota. sì, decisamente. un bel sogno. beato lui. decisamente. un bel sogno, sì.

gli toccate una gamba. niente. calda. soda. dura. tutta muscoli. ma nessuna reazione. respiro regolare. gliela carezzate. lo stesso. un pizzicotto. niente. gli posate una mano sul torace. il cuore gli batte tranquillo.

un sogno?

nel sogno gli carezzate il pisello? nel sogno? è caldo, sotto il cotone. è già teso sotto il cotone. nessuno vi vede. sotto il cotone. in camera vostra. al buio. solo la luna. nessun altro vi vede. neanche lui.

scoprirlo e vederlo saltare su come una molla è un brivido che torna nel tempo.

solo un bacio, solo un bacio, solo un bacio, vi dite, solo un bacio, uno solo, ripetete, mentre aprendo la bocca glielo mangiate con gusto. solo uno, solo uno. davvero, solo uno, ben fatto, ma uno, uno solo.

il suo sapore vi riempie e vi ricorda di colpo quanto femmina siete.

 
 
 

corto 92

Post n°427 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da estremalatitudine

Un invito alle signore che passano di qui.

Gentili signore quando andate a letto con i vostri mariti o amanti, quando vi sdraiate con loro con la chiara intenzione che quella non sia la solita scopata o peggio il riposino pomeridiano, per favore non toglietevi le collane e gli orecchini che hanno impreziosito fin lì la vostra bellezza e se possibile, se avete tempo e modo, prima di farlo, prima, passate al trucco, passatevi matite e rossetti, raccogliete i capelli oppure pettinateli come credete sia meglio.

L'intimo, le mutandine, i reggiseni sono preziosi, certo, ma inevitabilmente qualcosa deve sparire per avere una piena libertà di movimento, ma il fard e il rossetto, la matita sugli occhi, le collane e gli orecchini sono fatti per esaltare la vostra bellezza e regalarla al vostro fortunato amante, non agli sconosciuti nei bar o all'edicolante sotto casa.

Tutto, tutto quello che è seduzione perché tenerlo fuori dalla camera da letto?

 

 
 
 

corto 91

Post n°426 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da estremalatitudine

Una piscina, una piscina calda, d'inverno, mentre fuori piove, piove poco, fitto, dritto e senza vento, freddo, umido, dentro, dentro alle ossa, fino a quando non entri, lì, al caldo e percorri i corridoi, lunghi, caldi e arrivi agli armadietti e ti fermi a pensare per poi riprenderti e pian piano spogliarti.

Dopo, dopo la nuotata, dopo le vasche, dopo che i muscoli sono allentati e caldi, dopo, esci e ti perdi, ti perdi, incredibilmente, ti perdi.

Esci dall'acqua, raccogli le tue cose, infili le ciabatte di gomma, sali i gradini e ti perdi. Non dovevi svoltare a sinistra? Torni indietro, ma non riconosci più nulla. Non trovi neanche la scala da cui sei appena salita. Nulla. Niente.

Nessuna vasca. Solo luce di traverso da alte finestre e rumore d'acqua che scorre. Caldo, sì, quello è rimasto lo stesso. Caldo e corridoi. Dove? Dove hai lasciato le tue cose? Cammini. Che altro puoi fare?

il corridoio è lungo, largo, luminescente, piena di specchi e di continuo si aprono piccole stanze, uomini e donne semi nudi, spogliatoi, tu che cammini e ti domandi, dove, dove sono, cosa è, perché, perché questo corridoio che non ho mai percorso, perché queste stanze che non ho mai visto, chi sono tutte queste persone che lentamente si asciugano e si rivestono.

Chiedi. Nessuno risponde. Come se non sentissero. Come se non vedessero, non ti vedessero.

Finalmente un inserviente. La tuta, la maglietta, la sigla. Domandi, chiedi, quasi ti aggrappi. Lui ti prende per mano, si gira e inizia a condurti.

Ancora corridoi e stanze. Uomini nudi. Di fianco delle belle signore sedute intente ad asciugarsi le gambe ed i piedi, piccoli, bianchi con le unghie smaltate di rosso scuro.

IL corridoio fa un angolo, un angolo retto. Nello svoltare mani leggere ti afferrano l'accapatoio e te lo sfilano. Rimani in costume e dopo poco lui, la guida, con un tocco ti spoglia completamente, prima di riprendere i passi e tenerti per mano. Lo segui nuda, completamente, completamente nuda, non infreddolita, fa caldo, la frescura dell'acqua è andata, asciutta, solo il suo rumore in sottofondo, acqua che scorre.

Una porta si apre. La sua mano la apre. La mano di un uomo la apre. Una mano forte, grande, virile. Lui si gira ti guarda e scompare.

Entri. La stanza è semibuia, deserta.

Qualche passo. Una mano ti afferra un polso, ti tiene. Un'altra ti sfiora un seno. Brivido. Brivido sulla pelle. Bocche ti baciano. Labbra ti assaggiano. Improvvisa eccitazione. Gambe che tremano. Nuda senti mani ovunque. Ti apri.

Le mani ti fanno sdraiare. Sulla schiena. Tutto intorno corpi nel buio, nella semipenombra. Uomini cnudi he continuamente ti baciano, tutta, da per tutto, dai piedi, dalle caviglie, dai polpacci e su, su, tra le cosce e sui seni e sul collo, sulla pancia, sulle spalle.  I loro corpi. grandi, muscolosi, su di te, intorno, intorno a te. Braccia, gambe, toraci, fianchi, inguini. Ti sfiorano. Tutto ti sfiora. Braccia, gambe, toraci, fianchi, inguini. Labbra secche, calde. Le loro labbra secche e calde. Su di te. Dentro te.  Senza lingua. Senza lingua. Solo labbra. Solo baci, caldi, caldi come l'acqua da cui sei uscita, come la piscina, come quella panca su cui sei sdraiata.

Poi una luce, non forte, illumina una signora che avanza. Bellissima. Nuda. I seni sono perfetti. La pancia tesa e le cosce e i polpacci elastici la fanno camminare verso di te quasi senza scatti, continua, continuamente bella, alta, seria, altera, come i suoi seni pieni.

Gli uomini si aprono, ti lasciano, solo qualche mano indugia, sulla spalla, su un seno. Lei senza parlare s'accosta, si siede, ti scosta le cosce e ti bacia, lì, lì dove sei pronta e la sua lingua, la sua bocca ti pare siano le più morbide ed esperte che mai ti hanno baciato. Lì.

Tremi, violento sta per arrivare il piacere. La sua lingua indugia, ti assaggia ancora un momento. Poi ti lascia e alle sue spalle un uomo nudo, pronto, largo, ti prende le gambe, le sue mani grandi, nodose sotto le tue ginocchia, appena sopra il polpaccio, calde, forti, eccole, ti tira a sé, si avvolge le tue gambe intorno ai propri fianchi, come un abbraccio, come una coperta, ed ecco, entra di colpo in te.

Sospiri violentemente il piacere infinito che ti prende.

 

 

 

 
 
 

Corto 90

Post n°425 pubblicato il 05 Ottobre 2014 da estremalatitudine

Quel figaccione da strapazzo le aveva fatte ridere tutta sera con il suo egocentrismo tipicamente maschile.

lui qua, lui la'. Nel villaggio mai nessuna s'era lamentata. Io qui. Sentite che muscoli, gonfiando il torace. E loro giù a ridere di quella sua ingenuità e maleducazione. 

Erano lì ormai da quattro giorni e in spiaggia l'avevano visto, certo, bel fisico, non c'era dubbio, ma un tale truzzo che c'era giusto da ridere.

al secondo giorno aveva iniziato a fare lo scemo. Con loro! Tre signore che potevano avere almeno dieci anni più di lui. Stagione morta. Solo qualche coppia. Una ragazzina giovane giovane che andava in giro mezza nuda con delle tette statuarie. Loro? Niente male. Prima di andare avevano fatto palestra e pilates per rimettersi in forma e adesso li in costume facevano la loro figura.

poi, quella sera, quella notte, lui l'aveva sparata proprio grossa. "Non ne avete mai visto uno grosso come il mio" Stefania s'era quasi offesa: ma per chi ci ha preso! Giulia s'era messa a ridere per prima, poi Laura l'aveva seguita e alla fine anche Stefania sorrideva di quella stupida vanteria.

lui fece quello che si offendeva. Giulia lo sfido'. Faccelo vedere, dai. Qui? Ti vergogni? Si guardo' in giro. Erano soli. Tutti a dormire. Anche i camerieri.

si alzo' e loro fecero circolo intorno a lui. Lentamente si tiro giù pantaloncini e mutande scoprendo un discreto torello, tutto vene e gonfiori. Le palle di sotto sembravano due piccoli limoni tanto erano gonfie e sode.

pero'! Disse Giulia tirandosi indietro per ammirarlo meglio alla luce del lampione.

vieni, disse Laura, prendendolo proprio per l'uccello e tirandoselo dietro in direzione della spiaggia.

la', in un posto tranquillo, abbastanza illuminato, glielo guardarono ben bene e presero a toccarglielo, facendoglielo diventare duro immediatamente.

poi Giulia inizio' ad assaggiarlo e le altre là guardavano come avessero visto un marziano. Dopo qualche minuto Giulia con le labbra lucide si giro' dalle altre e disse loro di provare che era buono.

neanche Stefania alla fine rinuncio'. 

"Mai fatto un pompino comunitario. Non è male, no?"

 

 
 
 

Corto 89

Post n°424 pubblicato il 05 Ottobre 2014 da estremalatitudine

Erano stati a lungo amanti. Adesso non più. Proprio niente no. Poco. Perché lui che era stato un fantastico amante adesso, da qualche tempo, aveva problemi di erezione. 

Il suo lungo cazzo riusciva poco ad irrigidirsi. Stava lì, tra le cosce, a penzoloni, lungo quanto era, come in attesa.

lungo era lungo. Molto più della media. La prima volta lei era rimasta senza parole. Riusciva a prenderla dove nessuno l'aveva mai presa, in fondo, così in fondo che lei al culmine del piacere si sentiva completamente sua.

poi erano iniziati i problemi.

adesso erano lì, in camera da letto, lui completamente nudo, col suo lungo cazzo mezzo scalpellato tra le gambe. Lei con un completino intimo in pizzo nero che inginocchiata davanti ad un ragazzo faceva un lento, lentissimo, dolce pompino.

il cazzo del ragazzo era tozzo e spesso. La cappella scoperta usciva ed entrava dalla sua bocca.

lui se lo toccava debolmente.

poi d'improvviso, forse per la luce che improvvisamente colpì i suoi occhi verdi, gli si rizzò prepotente. Lei se ne accorse con la coda dell'occhio. Uno spettacolo. Quel cazzo era uno spettacolo, si disse lei. Così lungo, con la punta appena scoperta, che luccicava di quel liquido trasparente. 

Lei gli andò vicino e glielo prese in mano. La mano gliene copriva neanche metà. Come ai bei tempi!

prese a leccarglielo con ingordigia, mentre l'altro, il ragazzo, facendosi vicino inizio a baciarle i capezzoli, mentre la mano le ruotava sul monte di Venere.

questo è quello che voglia,pensò lei, prima di abbandonarsi interamente all'amore. 

 
 
 

Corto 88

Post n°423 pubblicato il 04 Ottobre 2014 da estremalatitudine

Non era iniziata per soldi e in fin dei conti neanche adesso contavano molto.

lei, lei era la portinaia. Una donna forte, sensuale, con una bocca scolpita nei secoli. Io lavoro in casa. Scrivo. Mia moglie lavora in ufficio. Mia moglie, dopo anni, non ha più voglia. Lei sempre. 

Inizio' un pomeriggio che ebbi un problema in casa. Non ricordo. Una perdita, forse. Si, ecco, una perdita. Carla salì a vedere cosa era successo. Era estate. Io in mutande e maglietta, come sto sempre in casa. Lei, ricordo perfettamente, aveva una specie di salopette senza niente sotto. I seni premevano contro la pettorina e tenevano in tensione le bretelle. Vederla girare per casa. Il caldo. Il pomeriggio. Non so. Lei si giro' ed io, io ero troppo vicino. Avevo superato la soglia e lei me lo aveva permesso. Ci baciammo e scopammo immediatamente lì in salotto, per terra, sul parquet, col legno lucido e fresco sotto la pelle.

Di li tutto inizio'. All'inizio tanto, tanto. Tutti i giorni. Bisognava solo stare attenti che i vicini non la vedessero entrare e uscire, ma a casa mia tutti escono la mattina per lavorare e dentro rimangono solo quattro vecchiette.

un problema furono le sue urla. Soffia. Parla. Urla. Che dire? Iniziai a tenere sempre la radio accesa col volume forte. La mia vicina si sotto protesto'. La mandai a cagare. 

Poi, come è' normale, iniziammo a vederci solo un paio di volte la settimana. Adesso una. Secondo me ha un altro. Una donna così non può vivere senza l'amore.

quando ci si vedeva tutti i giorni iniziai a farle dei regali, piccole cose, abbigliamento, biancheria intima, qualche gioiello.

mia moglie una sera me lo disse: hai visto la Carla che ha sempre qualcosa di nuovo addosso?

sull'abbigliamento e anche sulle mutandine non ci azzeccavo mai. Per questo lei, che è una donna pratica, mi propose che se proprio volevo farle dei regali di darle dei soldi che si comprava lei quello che volevo.

ando' avanti così un bel po'. Io dicevo un reggiseno, o una maglietta colorata e le davo i soldi e di li a qualche giorno lei tornava indossando qualcosa di nuovo che si era comprata. Era bello. Complicità'. Si comprava dei completi di intimo da urlo. Se li metteva davanti a me, dopo essersi spogliata completamente nuda. Non c'è niente di più sensuale di vedere una donna che si veste per te. Per poi spogliarla, ovvio.

poi smise di seguire i miei desideri. Faceva di testa sua e andava anche bene. Io dicevo mutandine e lei arrivava con un reggiseno. Io dicevo calze e lei mi faceva vedere che maglietta stupenda si era comprata. E mi ringraziava. E mi abbracciav e. I dava baci in continuazione.  Poi cominciai a notare che non arrivava più niente. Se glielo dicevo lei in effetti di li a qualche giorno mi faceva vedere, ma magari era roba che aveva già in casa. Che importava?

l'importante era che il sesso era stupendo. Ne voleva sempre, esattamente come me, non c'erano tabù o segreti, perfetto, e la sua figa, la sua figa, se posso permettermi, scusate, sembrava esattamente fatta per il mio cazzo, esattamente, mi aderiva perfettamente, tanto che qualche notte vagheggiai che fossimo fatti l'uno per l'altra.

adesso viene una volta la settimana. Me lo dice prima. Io mi preparo. E i soldi, i soldi non sono importanti.

 
 
 

Corto 87

Post n°422 pubblicato il 04 Ottobre 2014 da estremalatitudine

Il desiderio, il sogno, a volte si faceva tanto forte, tanto reale, da costringerla a chiudere gli occhi e attendere che si affievolisse. 

A volte, per ragioni che non riusciva completamente a comprendere, il corpo di un uomo le mancava tanto da sentirne l'assenza fisica dentro di lei.

in quei momenti, non sempre, alle volte, in quei momenti le sembrava che col tizio che aveva di fronte, un barista aitante, un cameriere particolarmente gentile, il collega, il suo capo (ecco si, specialmente con quello) potesse succedere qualcosa, così improvvisamente e in quei momenti qualsiasi cosa facesse non riusciva a concentrarsi, ma solo a sognare, ad odorare, a sentire, a pensare a ciò che avrebbe potuto accadere.

il suo capo, specie il suo capo, sognava, era uno che capiva le donne e l'avrebbe presa un giorno, non avrebbe saputo dire come e dove, ma sì, l'avrebbe presa e proprio perché la capiva, capiva troppo bene le donne dopo averla presa avrebbe ordinato a quel tizio che portava la posta di prenderla anche lui, lui che aveva fama di superdotato, e lei sarebbe stata lì (dove?) con loro, con due uomini, che l'avrebbero portata in estasi.

poi il desiderio diminuiva e lei, lei si vergognava di quel che aveva sognato.

 
 
 

corto 86

Post n°421 pubblicato il 02 Ottobre 2014 da estremalatitudine

lei gli parlò. il tono, la voce, le parole, chiaro, tutto chiaro e lui, lui sentì il brivido, il brivido alla schiena, il brivido al cazzo, il brivido della conquista, quello a cui non sapeva resistere.

la guardò. aveva i suoi anni. non era una ragazzina. doveva essere stata bella, molto bella. i lineamenti perfetti, ancora, nonostante la pelle non avesse più quel chiarore dei vent'anni.

lei gli parlò ancora. chiarissimo.

si alzò, la prese per mano e la portò di là. quando una signora comanda.

di là le sollevò la gonna, così senza dire una parola, semplicemente, solo la gonna e scoprì le mutandine, estate, solo quelle, e si chinò, quasi in ginocchio, e la odorò e passò le labbra su di lei e la mano di lei gli carezzò la testa, dolcemente, per poi prenderlo, prenderlo per i capelli e risollevarlo e baciarlo con passione, fuoco, tutto, calore, pelle, calda, vicina, stretta, alla sua.

dopo, dopo il bacio, lui si sedette sul divano e si denudò, quello che serve, solo quello, niente di più e lei, lei apprezzò e toccò e strinse e baciò e si accoccolò su di lui prendendolo tutto, tutto, fino in fondo, inarcando la schiena, sotto la sua mano, che le stringeva la colonna, inarcando e soffiando, giù e su, come voleva lei, esattamente.

tornarono in sala separati, uno alla volta, prima lei, poi, dopo, dopo un minuto intero, d'orologio, lui, piano, guardando per terra, lui cacciatore, lui preda.

 
 
 

corto 85

Post n°420 pubblicato il 01 Ottobre 2014 da estremalatitudine

ripensandoci non avrebbe saputo dire perché o cosa lo spingesse ogni volta là dove razionalmente non avrebbe voluto finire.

eppure ogni volta che una signora o una ragazza gli girava intorno per più di pochi secondi era più forte di lui, sentiva l'odore, il profumo e l'istinto, l'istinto si risvegliava.

cominciava a corteggiarla e se avvertiva apertura diveniva insistente, dolcemente aggressivo, diretto, sfacciato, gioiosamente maschio e se poi finivano a letto, non sempre, neanche spesso, ma capitava, capitava più di quanto lui razionalmente avrebbe voluto, se finivano a letto, ecco lui diventava padrone, maschio, alto, grande, sicuro, duro, prepotente, potente, sprezzante e al contempo attento a rispettare la preda, così da poterne godere di più, più a lungo , di più, esattamente come fanno i gatti quando giocano, lanciano in aria, fanno scappare e poi riprendono, sicuri, tranquilli, divertiti.

così faceva lui, baciando, lecccando, toccando, carezzando, scopando, penetrando, fermandosi dentro, uscendo e scomparendo, per poco, quel tanto che lei, la ragazza, la signora, la preda con un gesto, un suono, una carezza lo richiamava a sé, lui padrone, lei schiava, lui preda, lei cacciatrice.

dopo, tornando a casa si chiedeva perché, perché era scattata ancora una volta la molla, con quella poi, sì, certo carina, ma niente di chè e poi oca, oca che neanche le oche l'avrebbero presa e invece lui sì, lui sì, sempre, inevitabilmente.

 
 
 

corto 84

Post n°419 pubblicato il 01 Ottobre 2014 da estremalatitudine

il marito durante la cena a casa propria osservava gli ospiti, gli sguardi e i sorrisi. tra gli invitati c'era un noto imprenditore che si era separato da poco e le numerose separate presenti facevano a gara nel stargli vicino. A lui, al marito, non sembrava tutto quest'uomo interessante. Parlava poco. Sorrideva timido. L'unico vero atout era che si era separato da poco.

d'altronde più loro, le separate, lo avvolgevano, più lui si ritraeva, come intuisse le manovre di quelle belle signore e non fosse per nulla desideroso di essere avvolto.

Rideva e conversava tranquillo solo con la padrona di casa, sua moglie, che a sua volta sembrava trovarlo particolarmente simpatico. si faceva aiutare nel servire gli ospiti, si faceva seguire in cucina a prendere le nuove pietanze e lui, l'imprenditore, come liberato da quell'assedio delle separate, la seguiva volentieri, ridendo e scherzando.

cosa aveva quel tizio?

certo era molto in linea con il pensiero comune. mai una opinione veramente originale, mai un paradosso o una battuta fuori luogo o cattiva. Molto a modo, molto educato, moderatamente simpatico, ricco, libero, alto ed elegante.

Non come lui, si disse il marito, basso, inquartato, spesso dedito agli eccessi, alle battute goliardiche, alle passioni. il suo contrario? per questo sua moglie sembrava trovarlo così simpatico?

Li guardò ancora una volta. Erano vicini, in un angolo della sale e parlavano e ridevano e si guardavano con uno strano luccichio negli occhi. La conosceva, la conosceva bene. Era certo che lei provasse una simpatia speciale per quel tizio. Una punta di gelosia. Che coraggio, si disse. Dopo tutte quelle che mi sono scopato riesco ad essere anche geloso!

Improvvisamente gli tornò in mente quel libro nel quale il personaggio principale tra lo stupore generale e lo scherno di tutti si dichiarava l'uomo più fedele di tutti, proprio perché le aveva scopate tutte, ma aveva sempre voluto tornare a casa ogni sera, da lei, da sua moglie, dall'unica donna che, diceva, aveva amato veramente.

era così anche lui? davvero? aveva amato solo lei, sua moglie, lei che adesso, guarda, rideva fascinosa proprio vicino a quel tizio e nel ridere scuoteva i capelli?

un'amica gli si avvicinò e gli sussurrò: "questa festa è una palla! mi porti di là una mezzora?"

come riprendendosi dal sonno la guardò. Era lei, l'ultima con cui era stato a letto. Una amica di famiglia, per così dire. Era bellissima e distintamente, guardandole le labbra ancora socchiuse dopo quella frase, sentì il pisello battergli. Lei sapeva che c'era una stanza in cui nessuno li avrebbe cercati.

in effetti si annoiava anche lui. era stufo di stare lì a osservare sua moglie cincischiare con quel tizio.

si alzò e si fece condurre. Seguendo l'amica si disse che un vero signore non rifiuta mai un favore ad una signora.

 

 
 
 

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QUEL CHE C'È E QUEL CHE NON C'È

Qui ci sono storie di sesso. Non necessariamente tutte eccitanti, ma a volte sì. Non necessariamente tutte esplicite, ma a volte sì.

Qui non c'è vita vera, ma solo letteratura, ovvero vita attraverso la tastiera.

Se non vi va di leggere di questi argomenti, lasciate stare.

Se vi interessano, spero di riuscire ad essere all'altezza delle vostre attese.

 

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