Creato da estremalatitudine il 19/06/2008

estremalatitudine

racconti di vita, di sesso

 

Messaggi del 11/10/2014

corto 92

Post n°427 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da estremalatitudine

Un invito alle signore che passano di qui.

Gentili signore quando andate a letto con i vostri mariti o amanti, quando vi sdraiate con loro con la chiara intenzione che quella non sia la solita scopata o peggio il riposino pomeridiano, per favore non toglietevi le collane e gli orecchini che hanno impreziosito fin lì la vostra bellezza e se possibile, se avete tempo e modo, prima di farlo, prima, passate al trucco, passatevi matite e rossetti, raccogliete i capelli oppure pettinateli come credete sia meglio.

L'intimo, le mutandine, i reggiseni sono preziosi, certo, ma inevitabilmente qualcosa deve sparire per avere una piena libertà di movimento, ma il fard e il rossetto, la matita sugli occhi, le collane e gli orecchini sono fatti per esaltare la vostra bellezza e regalarla al vostro fortunato amante, non agli sconosciuti nei bar o all'edicolante sotto casa.

Tutto, tutto quello che è seduzione perché tenerlo fuori dalla camera da letto?

 

 
 
 

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Post n°426 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da estremalatitudine

Una piscina, una piscina calda, d'inverno, mentre fuori piove, piove poco, fitto, dritto e senza vento, freddo, umido, dentro, dentro alle ossa, fino a quando non entri, lì, al caldo e percorri i corridoi, lunghi, caldi e arrivi agli armadietti e ti fermi a pensare per poi riprenderti e pian piano spogliarti.

Dopo, dopo la nuotata, dopo le vasche, dopo che i muscoli sono allentati e caldi, dopo, esci e ti perdi, ti perdi, incredibilmente, ti perdi.

Esci dall'acqua, raccogli le tue cose, infili le ciabatte di gomma, sali i gradini e ti perdi. Non dovevi svoltare a sinistra? Torni indietro, ma non riconosci più nulla. Non trovi neanche la scala da cui sei appena salita. Nulla. Niente.

Nessuna vasca. Solo luce di traverso da alte finestre e rumore d'acqua che scorre. Caldo, sì, quello è rimasto lo stesso. Caldo e corridoi. Dove? Dove hai lasciato le tue cose? Cammini. Che altro puoi fare?

il corridoio è lungo, largo, luminescente, piena di specchi e di continuo si aprono piccole stanze, uomini e donne semi nudi, spogliatoi, tu che cammini e ti domandi, dove, dove sono, cosa è, perché, perché questo corridoio che non ho mai percorso, perché queste stanze che non ho mai visto, chi sono tutte queste persone che lentamente si asciugano e si rivestono.

Chiedi. Nessuno risponde. Come se non sentissero. Come se non vedessero, non ti vedessero.

Finalmente un inserviente. La tuta, la maglietta, la sigla. Domandi, chiedi, quasi ti aggrappi. Lui ti prende per mano, si gira e inizia a condurti.

Ancora corridoi e stanze. Uomini nudi. Di fianco delle belle signore sedute intente ad asciugarsi le gambe ed i piedi, piccoli, bianchi con le unghie smaltate di rosso scuro.

IL corridoio fa un angolo, un angolo retto. Nello svoltare mani leggere ti afferrano l'accapatoio e te lo sfilano. Rimani in costume e dopo poco lui, la guida, con un tocco ti spoglia completamente, prima di riprendere i passi e tenerti per mano. Lo segui nuda, completamente, completamente nuda, non infreddolita, fa caldo, la frescura dell'acqua è andata, asciutta, solo il suo rumore in sottofondo, acqua che scorre.

Una porta si apre. La sua mano la apre. La mano di un uomo la apre. Una mano forte, grande, virile. Lui si gira ti guarda e scompare.

Entri. La stanza è semibuia, deserta.

Qualche passo. Una mano ti afferra un polso, ti tiene. Un'altra ti sfiora un seno. Brivido. Brivido sulla pelle. Bocche ti baciano. Labbra ti assaggiano. Improvvisa eccitazione. Gambe che tremano. Nuda senti mani ovunque. Ti apri.

Le mani ti fanno sdraiare. Sulla schiena. Tutto intorno corpi nel buio, nella semipenombra. Uomini cnudi he continuamente ti baciano, tutta, da per tutto, dai piedi, dalle caviglie, dai polpacci e su, su, tra le cosce e sui seni e sul collo, sulla pancia, sulle spalle.  I loro corpi. grandi, muscolosi, su di te, intorno, intorno a te. Braccia, gambe, toraci, fianchi, inguini. Ti sfiorano. Tutto ti sfiora. Braccia, gambe, toraci, fianchi, inguini. Labbra secche, calde. Le loro labbra secche e calde. Su di te. Dentro te.  Senza lingua. Senza lingua. Solo labbra. Solo baci, caldi, caldi come l'acqua da cui sei uscita, come la piscina, come quella panca su cui sei sdraiata.

Poi una luce, non forte, illumina una signora che avanza. Bellissima. Nuda. I seni sono perfetti. La pancia tesa e le cosce e i polpacci elastici la fanno camminare verso di te quasi senza scatti, continua, continuamente bella, alta, seria, altera, come i suoi seni pieni.

Gli uomini si aprono, ti lasciano, solo qualche mano indugia, sulla spalla, su un seno. Lei senza parlare s'accosta, si siede, ti scosta le cosce e ti bacia, lì, lì dove sei pronta e la sua lingua, la sua bocca ti pare siano le più morbide ed esperte che mai ti hanno baciato. Lì.

Tremi, violento sta per arrivare il piacere. La sua lingua indugia, ti assaggia ancora un momento. Poi ti lascia e alle sue spalle un uomo nudo, pronto, largo, ti prende le gambe, le sue mani grandi, nodose sotto le tue ginocchia, appena sopra il polpaccio, calde, forti, eccole, ti tira a sé, si avvolge le tue gambe intorno ai propri fianchi, come un abbraccio, come una coperta, ed ecco, entra di colpo in te.

Sospiri violentemente il piacere infinito che ti prende.

 

 

 

 
 
 

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QUEL CHE C'È E QUEL CHE NON C'È

Qui ci sono storie di sesso. Non necessariamente tutte eccitanti, ma a volte sì. Non necessariamente tutte esplicite, ma a volte sì.

Qui non c'è vita vera, ma solo letteratura, ovvero vita attraverso la tastiera.

Se non vi va di leggere di questi argomenti, lasciate stare.

Se vi interessano, spero di riuscire ad essere all'altezza delle vostre attese.

 

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