Creato da eugeniot il 29/08/2005

Luce Emergente

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Maremma (post temporaneo)

Post n°121 pubblicato il 19 Novembre 2012 da eugeniot

e le sorride nel silenzio innato
di una campagna che non lascia scampo.


Ezio Allois, Maremma

 
 
 

Contrasti?

Post n°120 pubblicato il 17 Novembre 2012 da eugeniot

UN AMANTE PERFETTO

Ho bisogno d'un amante che, / ogni qual volta si levi,
produca finimondi di fuoco / da ogni parte del mondo!

Voglio un cuore come inferno / che soffochi il fuoco dell'inferno
sconvolga duecento mari / e non rifugga dall'onde!

Un Amante che avvolga i cieli / come lini attorno alla mano
e appenda,come lampadario, / il Cero dell'Eternità,entri in
lotta come un leone, / valente come Leviathan,
non lasci nulla che se stesso, / e con se stesso anche combatta,
e, strappati con la sua luce i / settecento veli del cuore,
dal suo trono eccelso scenda / il grido di richiamo sul mondo;

e,quando,dal settimo mare si volgerà / ai monti Qàf misteriosi da
quell'oceano lontano spanda / perle in seno alla polvere!

 .

 Se qualcuno vi domandasse come sono le Huri,
mostrate il vostro volto e dite: così!

 Se qualcuno vi chiede della luna,
arrampicatevi sul tetto e dite: così!

 Se qualcuno cerca una fata,
lasciatelo che veda la vostra espressione,

 Se qualcuno vi chiede l'odore del muschio,
sciogliete i vostri capelli e dite: è così!

 Se qualcuno vi chiede: "Come fanno le nuvole a coprire la luna?"
slegate i lacci del vostro abito, nodo per nodo e dite: così!

Se qualcuno vi chiede: "Come Gesù resuscitò il morto?"
baciatemi sulle labbra e dite: così!

 Se qualcuno vi chiede: "Come sono coloro uccisi per amore?"
mandateli a me e dite: così!

 Se qualcuno vi chiede quanto sono alto,
mostrategli le vostre sopracciglia e dite: così!

 Jalaluddin Rumi

---

«Voi siete il sale della terra;
ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli si renderà il sapore?
A null'altro serve che ad essere gettato via e ad essere calpestato dagli uomini.

Voi siete la luce del mondo;
una città posta sopra un monte non può essere nascosta.

Similmente, non si accende una lampada per metterla sotto il moggio,
ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa.

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
affinché vedano le vostre buone opere
e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli».

 
 
 

Alchimia

Post n°119 pubblicato il 15 Novembre 2012 da eugeniot

 

 

Chi entra nel deserto non può tornare indietro.
Quando non si può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi
del modo migliore per avanzare.
Al resto ci pensa Allah,
compreso il pericolo.


Paulo Coelho, L'Alchimista

 
 
 

Sigur Rós

Post n°118 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da eugeniot

Sigurrós, in islandese = Rosa della Vittoria

Due bellissime canzoni e video dei Sigur Rós

Rembihnútur

 
 
 

Tango In Harlem - Touch and go

Post n°117 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da eugeniot

 
 
 

Giordano Bruno

Post n°116 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da eugeniot

Bruno

Ho lottato, è già tanto, ho creduto nella mia vittoria.
È già qualcosa essere arrivati fin qui:
non aver temuto morire,
l'aver preferito coraggiosa morte a vita da imbecille.
(Giordano Bruno)


 
 
 

Preghiera

Post n°115 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da eugeniot

Qualsiasi azione fatta con totalità diventa una preghiera. Osho

 

 
 
 

Dhammapada

Post n°114 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da eugeniot

Ama te stesso e sta' sveglio, oggi, domani, sempre.
In primo luogo stabilisciti nella via, poi potrai insegnare agli altri
e vincere così il dispiacere.
Per raddrizzare gli altri devi in primo luogo fare una cosa più difficile:
raddrizzare te stesso.
Tu sei il tuo unico maestro.
Chi altri può esserlo?
Doma te stesso e trova in te il tuo maestro.
(Dhammapada "Insegnamenti del Buddha")



Pratica quello che predichi.
Prima di cercare di correggere gli altri fa una cosa più difficile:
correggi te stesso.
(Dhammapada)

Nel cielo, non c'è distinzione fra est e ovest,
la gente crea confini nella propria mente e poi pensa che siano reali.
Buddha

 
 
 

Che Ci Importa Del Mondo

Post n°113 pubblicato il 10 Agosto 2012 da eugeniot



Bella,
che ci importa del mondo
verremo perdonati te lo dico io
da un bacio sulla bocca un giorno o l'altro.

Ti sembra tutto visto tutto già fatto

tutto quell'avvenire già avvenuto
scritto, corretto e interpretato
da altri meglio che da te.

Bella,

non ho mica vent'anni
ne ho molti di meno
e questo vuol dire (capirai)
responsabilità
perciò…

Volami addosso se questo è un valzer

volami addosso qualunque cosa sia
abbraccia la mia giacca sotto il glicine
e fammi correre
inciampa piuttosto che tacere
e domanda piuttosto che aspettare.

Stancami

e parlami
abbracciami
guarda dietro le mie spalle
poi racconta
e spiegami
tutto questo tempo nuovo
che arriva con te.

Mi vedi pulito pettinato

ho proprio l'aria di un campo rifiorito
e tu sei il genio scaltro della bellezza
che il tempo non sfiora
ah, eccolo il quadro dei due vecchi pazzi
sul ciglio del prato di cicale
con l'orchestra che suona fili d'erba
e fisarmoniche
(ti dico).

Bella,

che ci importa del mondo.

Stancami

e parlami
abbracciami
fruga dentro le mie tasche
poi perdonami
sorridi
guarda questo tempo
che arriva con te
guarda quanto tempo
arriva con te.

 
 
 

Assurdità dell ABITUDINE

Post n°112 pubblicato il 10 Agosto 2012 da eugeniot

La costanza di una abitudine è
di solito
proporzionale alla sua assurdità
Proust

dal blog Eco dell'anima di mauafel

 

promemoria del post n.109 (Battiato-Gurdjieff):

“Il tempo è prezioso, non sprecarlo per cose che non siano in rapporto con la tua meta”

 
 
 

the unending rose

Post n°111 pubblicato il 09 Agosto 2012 da eugeniot

A los quinientos años de la Hégira

Persia miró desde sus alminares

la invasión de las lanzas del desierto

y Attar de Nishapur miró una rosa

y le dijo con tácita palabra

como el que piensa, no como el que reza:

Tu vaga esfera está en mi mano. El tiempo

nos encorva a los dos y nos ignora

en esta tarde de un jardín perdido.

Tu leve peso es húmedo en el aire.

La incesante pleamar de tu fragancia

sube a mi vieja cara que declina

pero te sé más lejos que aquel niño

que te entrevió en las láminas de un sueño

o aquí en este jardín, una mañana.

La blancura del sol puede ser tuya

o el oro de la luna o la bermeja

firmeza de la espada en la victoria.

Soy ciego y nada sé, pero preveo

que son más los caminos. Cada cosa

es infinitas cosas. Eres música,

firmamentos, palacios, ríos, ángeles,

rosa profunda, ilimitada, íntima,

que el Señor mostrará a mis ojos muertos.

- Jorge Luis Borges -

Nel cinquecentesimo anno dall’Egìra

la Persia guardò giù dai suoi minareti

l’invasione delle lance del deserto

e Attar di Nishapur contemplò una rosa

e le disse con parole senza suono,

più come uno che pensa che come uno che prega:

La tua fragile sfera è nella mia mano. Il tempo

c’incurva entrambi e ci ignora

in questo pomeriggio di un giardino perduto.

La tua forma lieve è umida nell’aria.

La incessante marea  del tuo profumo

investe la mia vecchia faccia che declina.

Ma ti ho conosciuto assai prima di quel bambino

che ti scorse negli strati d’un sogno,

oppure qui, in questo giardino, una mattina.

La bianchezza del sole può esser tua

o l’oro della luna o la vermiglia

fermezza della spada nella vittoria.

Io son cieco e ignorante ma intuisco

che son molte le strade. Ogni cosa

è infinite cose. Sei musica,

firmamenti, palazzi, fiumi, angeli,

rosa profonda, illimitata, intima,

che Dio mostrerà ai miei occhi morti.

 

 

 

Farid al Din ‘Attar  è stato un poeta mistico persiano, fu ispiratore di Jalal al Din Rumi per le sue concezioni del sufismo.

Borges lo immagina vecchio e cieco, come vecchio e cieco era anch’egli,  nell’atto di parlare a una rosa, mentre la Persia subiva l’invasione dei Mongoli.

Così, mentre il mondo brucia e gli eventi precipitano l’uno sull’altro senza tregua, è possibile cercare l’incanto di una rosa.

 
 
 

Io fui già

Post n°110 pubblicato il 26 Luglio 2012 da eugeniot

"Io fui già
un tempo

giovane e ragazza
ed anche pianta ed uccello
e muto pesce che salta fuori dal mare."

Empedocle

 
 
 

in rapporto con LA TUA META

Post n°109 pubblicato il 24 Luglio 2012 da eugeniot

«Scoprii per primi i mistici indiani: Yogananda, Aurobindo.
Poi sono passato al buddhismo, ai sufi, e
soprattutto, fondamentale, al sistema di Gurdjieff.
Maestri ne ho avuti tanti.
Tra i nostri occidentali Santa Teresa D’Avila, Giovanni della Croce
e poi tutti i padri del deserto, Sant’Agostino.
Ho iniziato da autodidatta.
Ho imparato a ordinare il disordine, a non disperdermi.
Dice Gurdjieff:

“Il tempo è prezioso,
non sprecarlo per
cose che non siano in
rapporto con la
tua meta”».

Battiato - Gurdjieff


Quale è la MIA Meta?



LA LUCE


 
 
 

AMARE E NON PENSARE

Post n°108 pubblicato il 17 Luglio 2012 da eugeniot

Spesso ci innamoriamo della nostra mente, guardiamo con altezzosità o disprezzo le energie primordiali che abitano in noi, e dimentichiamo che vivere non è il luogo dei ragionamenti, ma degli istinti. Se li blocchiamo, se li chiudiamo nella gabbia dei nostri pensieri, avvertiamo la scomparsa del desiderio, della passione, di quella spensieratezza senza la quale la vita non ha più alcun sapore.

Quando non pensiamo, Eros prima o poi viene a trovarci: in un gesto gratuito, in un attacco di creatività, in un incontro inaspettato, fino a quando ci accorgiamo che ci anima un vero e proprio stato di eccitazione sessuale, che arriva chissà da dove.

Ciò non vuol dire che dobbiamo andare a letto col primo venuto, ogni sera, ma che dobbiamo piuttosto renderci conto, percepire la presenza di quest'energia misteriosa. Percepire, e non pensare. Non pensare significa che non ci si deve fare nessuna idea dell'amore e sull'amore, ma basta ascoltare la sua atmosfera. L'anima adora le atmosfere più dei fatti reali.

Eros, e con lui passione e creatività, vengono a trovarci solo quando non pensiamo, e ogni nostro ragionamento non fa che rovinare l'evento.

L'unico sforzo che dobbiamo fare è quello di preparare il terreno, di essere pronti ad accogliere questa energia, questa secrezione dell'anima, senza alcun commento, senza alcun progetto, senza interferire.

Imparare a guardare l'Eros che arriva con occhi innocenti, liberi, senza aspettative, proprio come quelli dei bambini, che si lasciano sorprendere, che sono attenti e curiosi a ciò che accade. [omissis]

Amore viene per farci produrre i nostri frutti, non per vivere un'avventura. Amore viene a curarci, per trasmutarci, per inondare il cervello di sostanze che producono risultati non immediatamente percettibili. Non ci innamoriamo di una persona: questa è solo l'illusione cui ci attacchiamo. Invece soffriamo perchè vogliamo possedere l'amato, trasformarlo in un oggetto perenne, dimenticando che Eros sta per arrivare con la sua eccitazione, per curarci, per salvarci dal personaggio artificiale che l'ambiente ci ha fatto diventare, per far schiudere l'uovo che ognuno di noi possiede e che il nostro Io non vede. [omissis]

Occorre sapere che a ognuno di noi non manca nulla - questo è il pensiero su cui si fonda la saggezza di Oriente e Occidente - e che non otterremo alcun risultato interrogandoci, ingabbiandoci, sforzandoci di fare a noi stessi domande sul nostro futuro.

Abbiamo le risorse per realizzare la nostra natura e l'amore viene per farci produrre il nostro frutto, per far schiudere il nostro guscio e scoprire ciò che siamo davvero e che non sappiamo di essere.

Ci innamoriamo per produrre la chimica della gioia di vivere, terapeutica come nessun altro farmaco, e ci ammaliamo quando vogliamo condurre, dominare o relegare nei luoghi comuni l'unico dio che è la nostra salvezza e la nostra speranza: Eros.

Le nostre virtù, le nostre capacità nascoste, i nostri talenti non sono mai figli dei pensieri, ma possono affacciarsi ed essere riconosciuti e ritrovati proprio grazie ad Eros. "Non c'è nessuno che sia così vile, che Eros stesso non lo renda divinamente ispirato alla virtù, al punto da farlo diventare simile a chi per natura è valoroso in sommo grado" (Platone, Tutti gli scritti, Bompiani, Milano 2000, p. 491) [ndr dal Simposio].

Passiamo la vita a chiederci se siamo sulla strada giusta, se accanto a noi c'è la persona che abbiamo veramente sognato, oppure se stiamo realizzando ciò che siamo. E dimentichiamo che ogni ragionamento che facciamo sull'amore lo allontana, lo disintegra, lo annienta. [omissis] Quante domande ci facciamo ogni volta che sentiamo arrivare il desiderio dell'altro, la passione, l'attrazione, il sentimento? Tante, tutte inutili e dannose. Vivere è agli antipodi dell'interrogarsi....vivere è prendere atto di ciò che accade. Prendere atto della gelosia che arriva quando ci innamoriamo, prendere atto della paura che proviamo perchè una storia può finire, prendere atto della nostra fragilità, prendere atto che siamo in balia di una forza che può fare di noi ciò che vuole.

Prendere atto delle contraddizioni: non avere alcuna certezza, mai paragonare questo amore ai precedenti, non interessarsi del passato del proprio partner. Non fare e non avere progetti ma guardare, guardare l'interno. Eros appartiene ai mondi interni dell'anima, e i suoi regali vengono depositati nella nostra interiorità. Spesso non ci accorgiamo dei doni di Eros, dei cambiamenti che genera in noi perchè il nostro occhio è catturato dai soliti ragionamenti: durerà? Finirà? Lascerà la moglie? Ama me più di sua mamma?

Invece lo stato erotico giunge per produrre nuovi modi di essere, per far schiudere l'uovo dell'anima. [omissis]

(...) Eros, una volta sceso in campo, ci porta in altri stati dell'anima, stati in cui non siamo più il burattino, la marionetta dei luoghi comuni che la vita ci ha fatto diventare. No, siamo esseri nuovi, come nuovo è il cosmo ogni volta che sorge il sole, e il sole interno che produce tutto questo è Eros.

Sarà lui a decidere cosa fare di noi, dove portarci, quali nuovi interessi suscitare. Il tutto accade in silenzio e nel mistero totale: per questo non bisogna mai parlare, commentare le cose dell'amore, solo osservare ciò che proviamo, ciò che capita dentro di noi. Così facendo arriveranno sorprese. Perchè Eros è il signore sconosciuto e detesta essere visto in volto.[omissis]

Nessuno crede che uno stato erotico sia la cura, il farmaco, l'elisir. Eppure gli antichi lo sapevano e ritenevano, come Platone, che la nostra crescita interiore, il nostro innalzamento venisse proprio da Eros, il quale si fa strada in una coscienza pronta ad accoglierlo e non orientata sui ragionamenti, sulle spiegazioni mentali.

Si, Eros ci cura come nessun'altra sostanza dell'anima. A patto di non commentare quando viene a trovarci, a patto di non dirsi se è giusto o sbagliato, a patto di accoglierlo senza giudizi. L'anima erotica ha altri progetti per noi, rispetto a quelli che vediamo...

 

25 settembre 2012

Rileggendo questo post che, se ben ricordo, era l'introduzione ad una libro di Pasini, mi rendo conto di quanto sia PERICOLOSO prendere troppo alla lettera questi concetti o lasciarsi andare all'entusiasmo di un Eros liberatorio ed indicatore della giusta via. Non sempre l'Eros coincide con istinti sani e/o sinceri.

Bisogna stare molto in campana ;-)


 
 
 

Anticicloni infernali

Post n°107 pubblicato il 10 Luglio 2012 da eugeniot

Minosse di Dorè nella Divina Commedia

Gli anticicloni che hanno portato un caldo rovente quest'anno sono stati chiamati
Scipione, Caronte, Minosse ...ed è stato un crescendo
...Dio non voglia che il prossimo si chiami Lucifero.
Ma non dimentichiamo che anche questi è solo esecutore della Volontà Divina

 
 
 

Quando il bambino era bambino

Post n°106 pubblicato il 21 Marzo 2012 da eugeniot

Quando il bambino era bambino, se ne andava a braccia appese.
Voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente,
e questa pozza il mare.
Quando il bambino era bambino, non sapeva d'essere un bambino.
Per lui tutto aveva un'anima,
e tutte le anime erano tutt'uno.
Quando il bambino era bambino, su niente aveva un'opinione.
Non aveva abitudini.
Sedeva spesso a gambe incrociate, e di colpo sgusciava via.
Aveva un vortice tra i capelli,
e non faceva facce da fotografo.

Quando il bambino era bambino, era l'epoca di queste domande:
Perché io sono io, e perché non sei tu?
Perché sono qui, e perché non sono lí?
Quando é cominciato il tempo, e dove finisce lo spazio?
La vita sotto il sole, é forse solo un sogno?
Non é solo l'apparenza di un mondo davanti a un mondo,
quello che vedo, sento e odoro?
C'é veramente il male? E' gente veramente cattiva?
Come puó essere che io, che sono io, non c'ero prima di diventare?
E che un giorno io, che sono io, non saró piú quello che sono?

Quando il bambino era bambino, per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed é ancora cosí.
Quando il bambino era bambino, le bacche gli cadevano in mano,
come solo le bacche sanno cadere.
Ed é ancora cosí.
Le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed é ancora cosí.
A ogni monte, sentiva nostalgia di una montagna ancora piú alta, e in ogni cittá, sentiva nostalgia di una cittá ancora piú grande.
E questo, é ancora cosí.
Sulla cima di un albero, prendeva le ciliegie tutto euforico,
com'é ancora oggi.
Aveva timore davanti ad ogni estraneo, e continua ad averne.
Aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.

Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l'albero un bastone,
come fosse una lancia.
E ancora continua a vibrare.


"Lied Vom Kindsein" — Peter Handke.

 


 
 
 

LETTERA AD UN AMORE FINITO

Post n°105 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da eugeniot

LETTERA AD UN AMORE FINITO

Un amore finisce com'è cominciato, con una domanda alla quale non si sa dare una risposta:
all'inizio è "Mi sono innamorato di te?" e alla fine è "Ti amo ancora?"
La risposta alla prima domanda è "Sì", se ci domandiamo se siamo innamorati di una persona conosciuta da poco significa che lo siamo almeno un poco, ma se dopo un anno o venti cominciamo a domandarci "L'amo ancora?" la risposta è quasi certamente "No".
Perchè quando si ama non si fanno domande, si vive. Le domande presuppongono un dubbio e il dubbio mal s'accorda con l'amore. L'amore per essere tale è incondizionato, perdona tutto all'amato, fino alla follia.
........No, io non amo chi non mi ama, perchè ho capito che è un esercizio sterile e inutile e così come ho passato questi quattro anni di reclusione a ricordarti, così trascorrerò gli ultimi quattro mesi a dimenticarti e farò in modo che il mio vuoto sia il più vertiginoso e violento possibile, affinchè un nuovo pieno, magari in extremis, fosse solo l'istante prima di salire sulla sedia elettrica, mi assista con un colpo di grazia, quello di un nuovo amore.

Grazie comunque piccola, per avermi tolto anche quest'ultima illusione, quella di essere amato da te...

Jack Folla

 

 
 
 

NOI SIAMO IL MONDO - KRISHNAMURTI - (integrale)

Post n°104 pubblicato il 10 Gennaio 2012 da eugeniot

 
 
 

Amore di Sé

Post n°103 pubblicato il 11 Ottobre 2011 da eugeniot

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che la sofferenza e il dolore emozionali sono solo un avvertimento che mi dice di non vivere contro la mia verità. Oggi so che questo si chiama AUTENTICITA'

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta, anche se quella persona ero io.

Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda é un invito a crescere.

Oggi so che questo si chiama MATURITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello che succede va bene.

Da allora ho potuto stare tranquillo.

Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero e di concepire progetti grandiosi per il futuro.

Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento, ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.

Oggi so che questo si chiama SINCERITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso, all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è AMORE DI SE’

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione. E cosi ho commesso meno errori.

Oggi mi sono reso conto che questo si chiama SEMPLICITA’.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel passato e di preoccuparmi del mio futuro. Ora vivo di più nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.

E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo PERFEZIONE.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può rendermi miserabile e malato. Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l’intelletto è diventato un compagno importante.

Oggi a questa unione do il nome di SAGGEZZA DEL CUORE.

Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.

Oggi so che QUESTO è LA VITA!

Charlie Chaplin
dal discorso celebrativo per
il suo 70° compleanno

 
 
 

Departures

Post n°102 pubblicato il 12 Luglio 2011 da eugeniot

 
 
 

LA MUSICA IN TESTA...

 

 

The Mists of Avalon (L.McKennitt)

Orlando (mus. Nyman)


Betty Blue 37.2° le Matin

Đurđevdan (Ederlezi)
Festa della Primavera

 

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PENSIERI SPARSI E NON SPERSI

Cosa c'è di male nelle citazioni?
Prima che a scrivere, impariamo a pensare.

immagine

Credo che non vedrò mai
una poesia
bella come un albero.
Ma le poesie
le fanno gli sciocchi
come me.
Un albero può farlo
solamente Dio.

«immaginera un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.
"Perché vendi questa roba?" disse il piccolo principe.
"È una grossa economia di tempo", disse il mercante, "Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano 53 minuti a settimana".
"E cosa se ne fa di questi 53 minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole..."
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi 53 minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."»

immagine


immagine ' il tempo che hai perduto
per la tua rosa
che ha fatto la tua rosa
così importante.

(A. de Saint-Exupery)

 


 

 

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