J. WELLS, UN BIOLOGO MOLECOLARE CONTRO DARWIN.

Post n°44 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da redazioneorigini

Altro grande colpo al paradigma evoluzionista arriva dal testo di J. Wells che racconta tutte le frodi che riempiono i testi di biologia. Icone che da decenni sono descritte nei testi di biologia per illustrare la veridicità dell’evoluzionismo: l’esperimento di S. Miller sull’origine della vita, l’albero della vita darwiniano, gli embrioni di E. Haeckel e l’archaepterix, l’ipotetico anello di congiunzione tra rettili e uccelli…

Così ho scritto nel mio libro dal titolo: Dio o Darwin? per quanto riguarda il famoso libro di J. Wells, ricercatore in biologia molecolare presso l’università di Berkeley , in cui spiegò come nei testi di biologia si raccontavano menzogne scientifiche. Oggi è possibile, anche in Italia, venire a conoscenza dell’importante lavoro di ricerca di J. Wells per confutare le teorie neodarwiniane.

In libreria è possibile acquistare il suo ultimo lavoro: Le balle di Darwin, guida politicamente scorretta al darwinismo e al disegno intelligente. Rubbattino editore, 267 pagine.

Il testo è un simpatico resoconto di come gli studiosi darwinisti falsificano le prove scientifiche, di come le prove a supporto della teoria vengono accettate acriticamente senza una verifica di attendibilità.

Se il 2009 doveva essere l’anno per celebrare Darwin in realtà si è celebrato l’antievoluzionsimo e la discussione libera di una teoria che non ha nulla di scientifico.

Wells snocciola dati e considerazione che non lasciano scampo a nessuna ipotesi darwiniana e al contrario spiega come l’intelligent deisgner è e sarà la strada della ricerca scientifica sulle origini dell’uomo.

Riporto tre siti che vengono indicati da J. Wells come “siti che non ti farebbero mai visitare”

www.darwinanddesign.com

www.dcsocity.org

www.pos-darwinista.blogspot.com

 Buona lettura.

 
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CHARLES DARWIN.OLTRE LE COLONNE D'ERCOLE

Post n°43 pubblicato il 12 Gennaio 2010 da redazioneorigini

CHARLES DARWIN.OLTRE LE COLONNE D'ERCOLE
di Rolando Rizzo - 23/12/09-
Mihael Georgiev

Charles Darwin

Oltre le colonne d'Ercole

Protagonisti, fatti, idee e strategie del dibattito sulle origini e sull'evoluzione.

Milano: 2009 Gribaudi editore, pag. 464. E 20

 

Per me lettore da molti anni appassionato di evoluzionismo, è stata una bellissima sorpresa l'opera di Mihael Georgiev: Per almeno 5 motivi rimane la più bella opera che ho sin qui letto.

 


1° E' un'opera ponderosa che però si legge tutta d'un fiato. L'autore, nonostante sia bulgaro, ha un'eccellente italiano che maneggia con grande scorrevolezza e dimostra un'eccellente capacità esemplificativa; Ha sempre l'immagine giusta per rendere semplice ciò che è assai complesso.

 


2 - E' un opera che non si limita a contrastare il teorema evoluzionistico ma che ne cerca le lontane radici per mostrarne in modo convincente le fondamenta speculative originarie che tali sono rimaste, in assenza di prove a supporto per trasformare un'ipotesi geniale in una costruzione scientifica.

 


3 - L'autore mostra con maestria, con il supporto di documenti numerosi, adoperati con grande probità intellettuale, che tutte le grandi teorie (Da Copernico ad Einstein) nascono senza prove, per geniali intuizioni e talvolta per piccoli indizi ma, il tempo, le ricerche ulteriori, più o meno lentamente poi riescono a corroborare. La teoria evoluzionistica nasce allo stesso modo e, incredibilmente rimane in piedi: nonostante tutti i presupposti che la reggevano si sono rivelati fallaci e la caccia a nuovi argomenti continua a rivelarsi infruttuosa. Tutti i teoremi così combinati sono stati sempre abbandonati, l'evoluzione no.

 


4 - L'autore segue i protagonisti, evoluzionisti o no, senza giudicarli, con grande partecipazione umana e ci racconta con evidente commozione le loro emozioni, le lotte, i timori, i contrasti, le rivalità come in un romanzo. La partecipazione umana verso l'opera che non si condivide è un importante prerequisito di rispetto dell'avversario intellettuale, di tolleranza e di comprensione umana.

 


5 - Non meno importante dei miei primi quattro motivi di ammirazione è anche la documentazione assai meticolosa dello stato del dibattito attuale nel mondo sul tema, e della diffusione a macchia di Leopardo della visione creazionistica supportata da istituzioni e scienziati in numero e qualità assai superiore di quanto normalmente si immagina.

Se c'è una piccola critica che posso permettermi di fare al lavoro riguarda la preoccupazione, che a me pare eccessiva della difesa della letteralità del racconto genesiaco.

 


Lo dico come segno di rispetto per tutti quei cristiani che credono nell'ispirazione della genesi, il cui racconto rimane antievoluzionista sempre e comunque. Come sempre e comunque, senza se e senza ma, rimane creazionista tutta la Bibbia.

Una parabola teologica ispirata non racconta una verità diversa da una storia ispirata. Anzi, è il contrario: se io costruisco una parabola teologica lo faccio proprio per sostenere ciò che voglio sostenere. E tra la genesi e l'evoluzione non esiste nessuna parentela. Se la si prende sul serio.

E come se dalla parabola del figliuol prodigo io volessi trarre una messaggio sulla penitenza per il fatto che è una parabola.

Parabola teologica o vicenda realmente accaduta, in Luca 15 c'è posto solo per il perdono e la grazia immeritata.

Grazie di cuore all'A.I.S.O per la magnifica opera che svolge e per il sostegno a simili pubblicazioni

 
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È in libreria Evoluzione: il tramonto di una ipotesi, a cura di Roberto De Mattei

Post n°42 pubblicato il 21 Dicembre 2009 da redazioneorigini

di Mihael Georgiev

L’uscita nelle librerie nei primi di novembre 2009 del libro Evoluzione: il tramonto di una ipotesi, a cura di Roberto De Mattei, Cantagalli, 2009, pagine 257, euro 17,00,  ha scatenato dure e immediate polemiche e prese di posizione da parte di alcuni esponenti del mondo scientifico. I critici sono tutti scandalizzati dal fatto stesso della pubblicazione, non del contenuto che evidentemente non conoscono, dato che non hanno prodotto neanche una recensione. Per un disguido tecnico ho avuto il libro tardi, prima avevo solo alcuni riassunti, perciò solo ora posso esprimermi, a ragion veduta, sui contenuti.

Il libro contiene gli atti del workshop del 23 febbraio 2009 organizzato a Roma dal Vicepresidente del CNR Roberto De Mattei. Gli autori sono dodici: sette scienziati, tre filosofi, uno storico e uno scrittore. Uno solo – Hugh Owen – è Presidente di una istituzione “creazionista”, il Kolbe Center (USA). I capitoli sono undici: cinque (106 pagine su 252) di carattere puramente scientifico ed espongono dati sperimentali che contraddicono il paradigma evoluzionistico;  tre trattano problemi epistemologici, euristici e logici delle teorie evoluzionistiche, quindi appartengono alla biofilosofia, i rimanenti tre, compresa l’introduzione di De Mattei, trattano la storia e gli aspetti filosofici dell’evoluzionismo, comprese le posizioni evoluzionistiche di alcuni scienziati cattolici.

Per il fatto stesso che sfida la cultura dominante, la rivisitazione critica del paradigma evoluzionistico merita l’applauso e la massima attenzione da parte di ogni mente aperta e interessata all’argomento.  Al di là del materiale fattuale contenuto nelle presentazioni scientifiche, spicca la qualità degli interventi di carattere epistemologico e filosofico. A prescindere della condivisibilità o meno delle tesi sostenute, la ricostruzione storica, le problematiche legate al carattere della conoscenza scientifica e i rapporti tra scienza e filosofia sono discussi in modo esaustivo, anche se conciso. I testi sono di altissimo livello, non in stile apologetico, stimolano l’approfondimento e la discussione. Non è facile trovare nel panorama mondiale un volume così compatto che chiarisce molti punti fondamentali oscurati dalla cultura dominante e solleva così tanti interrogativi. Non sono un critico di professione e non apprezzo molto la professione del “critico”, preferisco leggere cose scritte bene e solo dopo, semmai, le opinioni dei critici.  In questo caso poi non c’è nulla da recensire, è un libro da leggere. Ho trovato qualche difficoltà nella distribuzione, perciò segnalo un link utile per l’acquisto: http://www.libreriacoletti.it/advsearch.aspx.  

 
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ELOGIO AD ANTONY FLEW

Post n°41 pubblicato il 09 Dicembre 2009 da redazioneorigini

di Fabrizio Fratus

 

Seguire l’evidenza ovunque essa porti fu il principio socratico a cui Antony Flew si è affidato per sviluppare i suoi famosi ragionamenti che sino al 2004 lo hanno portato  ad essere il maggior rappresentate della filosofia atea nel mondo. Dicevo sino al 2004 in quanto A. Flew, seguendo l’evidenza dei fatti, ha dovuto ricredersi e ha dovuto accettare ed ammettere l’evidenza: Dio esiste.

Il teorico dell’ateismo ha così affrontato uno di quei percorsi che  tutti gli uomini è sempre stato ostico, l’ammissione di un errore… e che errore. Per 50 anni Flew ha scritto, insegnato e dibattuto in tutto il mondo sul concetto che Dio era un’invenzione dell’uomo. Ma continuando nei suoi studi e nei suoi pensieri, ha seguito il suo pellegrinaggio della ragione passando dalla fede atea a quella in Dio.

Nel suo libro dal titolo Dio esiste, l’autore, nel capitolo “il nuovo ateismo” sistema per bene due dei maggiori atei al mondo: Dennett e Dawkins. Normalmente le persone estranee al dibattito sull’esistenza di Dio credono che la scienza abbia dimostrato la sua inesistenza; ciò è avvenuto a causa di tantissime menzogne che vengono propagandate dai mass media, menzogne secondo le quali  lo scienziato deve essere ateo, mentre  coloro che credono in Dio non possono essere scienziati. Nella storia dell’uomo e della scienza, al contrario, i credenti sono stati coloro che hanno dato forza a nuove scoperte e allo sviluppo della scienza moderna. Sono i maggiori scienziati della storia ad essere stati credenti. Proprio Flew è convinto che la scienza dimostri il contrario e cioè l’esistenza di Dio.

Nei maggiori libri atei di A. Flew l’autore sviluppò argomenti insoliti contro il teismo che fornirono una nuova mappa alla la filosofia delle religioni; per Flew era inutile una discussione sull’esistenza di Dio sino al momento in cui non fosse stabilita una coerenza del concetto di spirito onnipresente e onnisciente, e soprattutto che la prova toccava al teismo in quanto l’ateismo è una posizione implicita. Posizioni chiare che lo hanno reso famoso e filosofo di riferimento dell’ateismo mondiale.

Come dicevo precedentemente sono state le scoperte scientifiche a dimostrare che l’evidenza portava all’esistenza di Dio. Il premio Templeton Paul Davies sostiene che: “la scienza può andare avanti solo se lo scienziato adotta una visione del mondo essenzialmente teologica”. Inoltre Davies, che si può ritenere il più influente commentatore della scienza moderna, ha anche dichiarato che “gli atei dichiarano che le leggi (di natura) esistono irrazionalmente e che l’universo è definitivamente assurdo;  come scienziato, trovo che questo sia difficile da accettare, ci deve essere un terreno razionale immutabile nel quale la natura logica e ordinata dell’universo affonda le sue radici” [1]  per Flew  queste considerazioni, oggi, sono assolutamente da accettare e condividere.

Tra le varie motivazioni che hanno spinto a comprendere la necessità di un Dio è la scoperta del DNA e della sua incredibile complessità non spiegabile con la selezione naturale e ipotetiche mutazioni sviluppatrici di nuova informazione. Scrive Flew: “il messaggio genetico del DNA è replicato e poi copiato e trascritto dal DNA al RNA. Dopodiché viene comunicato agli amminoacidi e, infine, questi ultimi vengono assemblati in proteine. Le due strutture della gestione dell’informazione e dell’attività chimica della cellula, fondamentalmente diverse, sono coordinate dal codice genetico universale”.

Seguendo il ragionamento e l’evidenza di una complessità che non è possibile ridurre alla logica riduzionistica del neodarwinismo Paul Davies ha scritto “ la vita è qualcosa di più di mere reazioni chimiche complesse. La cellula è anche un sistema d’immagazzinamento, trattamento e replica dell’informazione. Abbiamo bisogno di spiegare l’origine di questa informazione e il modo in cui il macchinario del trattamento dell’informazione iniziò ad esistere”. Concetti che fanno comprendere quanto in realtà la teoria di Darwin non ha fornito risposte e Antony Flew lo ha compreso bene arrivando a confutare se stesso ed ad ammettere l’errore della sua vita, cioè l’avere creduto all’ateismo.

La capacità di Antony Flew ad ammettere l’errore dei suoi scritti è notevole se si considera che viviamo in una società in cui nessuno ammette di avere sbagliato anche sotto l’evidenza. L’evidenza ha dimostrato al più importante filosofo ateo del ‘900 che  si sbagliava e che guardando senza pregiudizi la realtà dei fatti si può vedere la mente di Dio.

 
 
[1] Paul Davies, Whot Happened Bifore the Big Bang? , in God for the 21-st- Century, a cura di Russel Standard, Philadelphia, templeton Foundation Press, 2000, p. 12.

 
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LA SFIDA SCIENTIFICA ALL’EVOLUZIONISMO

Post n°40 pubblicato il 03 Dicembre 2009 da redazioneorigini

L’età dei dinosauri

di Mihael Georgiev

La storia dei dinosauri è affascinante. La loro improvvisa scomparsa – estinzione di massa – è uno dei misteri della storia della vita sulla Terra. Alcuni scienziati credenti spiegano la scomparsa con il diluvio universale descritto nella Genesi, del quale vi sono evidenti tracce ovunque sulla terra. Ma il racconto genesiaco non è ritenuto fonte d’informazione dagli scienziati evoluzionisti o non credenti, che però non sanno dare una spiegazione alternativa convincente. Infatti fanno ricorso anche agli asteroidi, cercando, a loro modo, aiuto “dal cielo”.

Torniamo all’età dei dinosauri e dei rettili in generale. I dinosauri sarebbero vissuti fino a circa 60 milioni di anni fa, mentre molti dei rettili che girano attorno a noi – lucertole, salamandre ecc., – sono dei “fossili viventi”, poiché non sarebbero cambiati nel corso degli ultimi 10 – 20 o più milioni di anni.

Materiale organico in fossili datati come antichi

A partire dal 1997 è stato scoperto ripetutamente materiale organico ben conservato – vasi sanguigni ripieni di materiale che somiglia condensato di sangue, compresi gli elementi cellulari (globuli rossi), midollo osseo e altri tessuti – in fossili di dinosauri e altri rettili datati rispettivamente 70, 10 e 80 milioni di anni.

Questa è una scoperta sbalorditiva, che coincide con il clamoroso successo cinematografico con il film Jurassic Park, dove è stato riprodotto un dinosauro dal DNA trovato nel corpo di una zanzara inclusa nell’ambra. La scoperta scientifica di materiale organico di rettili “preistorici” piace, perciò, a Steven Spielberg, ma molto meno agli scienziati evoluzionisti. Il motivo è che fino al 1997 materiale organico così conservato si era trovato solo nei cadaveri congelati o mummificati datati a migliaia di anni, ma non è spiegabile il suo ritrovamento nei fossili dell’età presunta di 80 milioni di anni, come i dinosauri. Il fatto è in contrasto con la scala del tempo geologico ed evolutivo, ma concorda con l’età giovane della terra.

Per coloro tra i nostri lettori che con lo spirito del grande naturalista Charles Darwin vorrebbero continuare a viaggiare tra i misteri della natura, proponiamo l’elenco non esaustivo delle pubblicazioni scientifiche sull’argomento.

Di queste cose ci piacerebbe discutere con Marco Ferraguti e gli accademici dei Lincei. Anche con Telmo Pievani, il quale però preferisce i viaggi tra i musei e le filosofie dell’Ottocento. Infatti ha ripetuto lo storico viaggio di Darwin fino alle Galapagos, dove il 15 settembre 1835, nel porto di San Cristobal, mise piede il ventiseienne Darwin. Quando Pievani comincerà a viaggiare tra le più recenti scoperte delle scienze naturali, ne potremo discutere anche con lui.

Lettura consigliata

Le pubblicazioni sotto riportate sono estratte dalla nota a piè della pagina 410 del saggio “Charles Darwin oltre le colonne d’Ercole”, Milano, Gribaudi, 2009, in distribuzione dall’AISO.

  1. Mary H. Schweitzer, Mark Marshall, Keith Carron et al., «Heme compounds in dinosaur trabecular bone». PNAS (USA) 1997; 94: 6291-6296. L’articolo è disponibile sul sito http://www.pnas.org/content/94/12/6291.

  2. Mary H. Schweitzer, Jennifer L. Wittmeyer, John R. Horner, Jan K. Toporski, «Soft-Tissue Vessels and Cellular Preservation in Tyrannosaurus rex». Science 2005; 307: 1952-1955 (25 March).

  3. Erik Stokstad, «Tyrannosaurus rex Soft Tissue Raises Tantalizing Prospects». Science 2005; 307: 1852 (25 March).

  4. Maria E. McNamara, Patrick J Orr, Stuart L Kearns, Luis Alcalá, Pere Anadón, Enrique Peñalver-Mollá, «High-fidelity organic preservation of bone marrow in ca. 10 Ma amphibians». Geology 2006; 34: 641-644.

  5. Mary H. Schweitzer, Wenxia Zheng,Chris L. Organ, Recep Avci, et. al., «Biomolecular Characterization and Protein Sequences of the Campanian Hadrosaur B. canadensis». Science 2009; 324: 626-631 (1 May).

  6. Robert F. Service, «‘Protein’ in 80-Million-Year-Old Fossil Bolsters Controversial T. rex Claim». Science 2009; 324: 578 (1 May).

 

 
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