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Confessioni in musica.

Post n°42 pubblicato il 12 Settembre 2006 da il_presidente77
 
Tag: Vita

Il mio vezzo? ascoltare uno dei cd della raccolta di Nat King Cole. E pensare che i primi amori musicali rispondevano ai nomi di Iron Maiden, Kiss, Metallica (per non parlare di ascolti di altre gente come Megadeth e Anthrax). Quanda strada musicale è passata da allora continuando a cercare qualcosa da ascoltare.
Poi vennero i tempi del liceo, quando la musica era per me principalmente un motivo di aggregazione. Ricordo le canzoni che si cantavano con una chitarra: quelle classiche e quelle di un Ligabue che stava ai tempo propondosi sulla scena nazionale. Erano gli anni in cui con gli amici ascoltavo i Nirvana e bel un po' di punk anni 70. Nello stesso periodo io ascoltavo i Litfiba e imparavo ad amare Bruce Springsteen e i Dire Straits, ascoltavo anche Bryan Adams e i Nomadi dell'intramontabile Augusto Daolio.
Appena iniziata l'università compro i primi cd: uno dei Nomadi e il quello del tour live di Bob Dylan & Grateful Dead. Erano gli anni in cui ascoltavo con ervore i Led Zeppeling, gli Aerosmith, gli AC/DC, in cui guardavo con attenzione al rock classico con particolare interesse per i Pink Floyd, ma di cui per anni non comprai mai nulla. Nel frattempo ascoltai per caso "Mule Variations" di Tom Waits: fu amore a primo ascolto, anche se solo con l'ascolto di "Blue Valentines" si concretizzò a pieno. Sempre per caso in quel periodo scopriì i Bandabardo: la loro "Beppeanna" mi travolse in pieno, dopo che per caso avevo ascoltato "Vento in faccia". Nel frattempo continuavo ad ascoltare in modo assiduo Bob Dylan, Bruce Springsteen e i Dire Straits. Intanto imparavo ad ascoltare i R.E.M., gli U2, i Radiohead, i Red Hot Chilii Peppers, gli Smashmount, Simon & Garfunkel, i Cramberries. Nonostante questa mia esterofilia musicale sono gli anni in cui imparo ad apprezzo alcuni dei nostri cantautori: Battisti, De André, De Gregori, Bennato, oltre ad una band italiana che portava il nome di Timoria.
Passano gli anni, l'università sta per finire, la tesi la faccio quasi tutta di notte ascoltando la radio. E' il periodo di tanta musica notturna, pezzi italiani da cui imparo ad apprezzare Rino Gaetano e Ivan Graziani. Tanta radio e qualche cassetta: Luca Carboni e i Farinei della Brigna. E' anche il periodo, unico nella mia vita, in cui ascolto musica classica merito dei bellissimi concerti notturni di Radio Tre. In quei mesi conosco quello che ritengo un artista sigolarissimo sulla scena italiana e chi mi terrà molta compagnia: Vinicio Capossela.
Inizio a lavorare. Si tratta di un co.co.co., lo stipendio non è eccezionale, ma mi permette di chiedere la dispensa per il servizio civile e di avere un po' di più soldi per me. Ascolto la cover di "Via con me" fatta dai La Crus, mi innamoro cosi tanto di quel sound che non solo compro "Crocevia", ma successivamente compro un doppio live di Paolo Conte. Non lo sapevo ancora, ma stava per iniziare un'altro dei miei grandi amori musicali. Infatti, succesivamente complice il prestito prolungato di quel doppio cd ad amico e la preparazione di un concorso, entro tra i fans dell'avvocato piemontese comprando a brevissima distanza due suoi album (acquisti che si sussegono ancora oggi, non ultimo il dvd del conercto live per la televisione svizzera).
Mi continuo a guardare intorno. E' il periodo dell'acquisto di cd di Django Reinhardt, Carmen Consoli, Negrita, Yardbirds, Eric Clapton che suona Mr. Johnson, Frank Zappa, B.B. King, Gaber. Mentre imparo ad ascoltare un po di jazz, tra tutti Charlie Parker sia originale, sia suonato da Stefano Di Battista, ritorno anche in parte primi ascolti gli Hammerfall, gli Extreme, i Mr. Big. Questo periodo inizia a confondersi coi giorni odierni: gli Afterhours di Ballate per piccole iene, i Modena City Ramblers, i Pearl Jam, i Doors, i Negramaro, Nick Cave, ma anche un ascolto intensissimo di Francesco Guccini.
Il problema è che rimangango ancora tantissimi nomi che vorrei provare ad imparare ad ascoltare.

 
 
 
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