Creato da extracubo il 10/06/2012

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E IN TUTTO QUESTO; LE SPESE MILITARI ?

Post n°2 pubblicato il 12 Giugno 2012 da extracubo
 
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Anno: 2012
Autore/i: Eleonora Gentilucci (University of Macerata); Rémy Herrera (University of Paris 1 Panthéon-Sorbonne)
Abstract:

L’obiettivo del nostro apporto è quello di fornire un’analisi critica degli apporti della letteratura sulle spese militari, a partire dalle analisi formulate da Benoit nel 1972, per poi distinguere tra i diversi filoni che si sono susseguiti. In particolare, sono stati presi in considerazione i modelli di domanda, quelli di offerta e modelli di crescita endogena con una particolare attenzione a quelli sviluppati dagli esperti del Fondo monetario internazionale. A seguito della nostra analisi, le principali conclusioni attengono a tre punti fondamentali. In primis, i modelli di domanda, molto rudimentali, presentano alcuni problemi: non catturano l’impatto della difesa sulla dinamica dell’accumulazione, non differenziano le contraddizioni delle variabili a seconda che siano o meno direttamente produttive, non distinguono gli effetti nel tempo e infine, non sono in grado di fare chiarezza sulla natura atipica delle spese militari e sui legami complessi di queste ultime con il resto dell’economia. I test empirici effettuati a partire da queste specificazioni, inoltre, lasciano persistere una certa incertezza sulla componente della domanda suscettibile di subire in misura maggiore gli effetti di spiazzamento. In secundis, all’interno del mainstream neoclassico, le stime econometriche effettuate sulla base di modelli di offerta alla Feder-Ram, rifacendosi a una funzione di produzione standard, forniscono dei risultati poco convincenti, non rilevando spesso alcun impatto sulla crescita o nel migliore dei casi le conclusioni divergono in maniera sensibile a seconda delle equazioni, delle variabili e dei campioni stimati. Alcuni tentativi di incorporare le variabili militari, hanno addotto delle intuizioni interessanti, ma che si rivelano spesso contraddittorie (in particolare le specificazioni con gli spin-off tecnologici della R&S o con beni pubblici) o di dubbia efficacia (per quel che riguarda i modelli con le esternalità). E infine, eccezion fatta per le formalizzazioni di tipo input-output che rimangono pertinenti e ricche, la maggior parte dei modelli macroeconomici (di simulazione) degli effetti delle spese militari presentano delle importanti debolezze. Questa constatazione vale di certo per i modelli costruiti dagli esperti del FMI, dalle ipotesi spesso fragili, a volte incompatibili tra di loro che li rendono difficilmente sostenibili. Le sofisticazioni addotte dai modelli di crescita endogena non consentirebbero di superare alcuni dei limiti di queste formalizzazioni. Le logiche di potere e di conflitto, dovrebbero rientrare in un’analisi completa delle dinamiche che caratterizzano l’economia della difesa e delle relative implicazioni in termini di policy

SITO WORD BANK ( dati "ufficiali!!")

http://data.worldbank.org/italian?cid=GPDit_42

http://www.google.it/publicdata/explore?ds=d5bncppjof8f9_&ctype=l&strail=false&bcs=d&nselm=h&met_y=ms

_mil_xpnd_gd_zs&scale_y=lin&ind_y=false&rdim=country&idim=country:ITA&ifdim=country&tstart=-301543200000&tend=1307829600000&hl=it&dl=it&ind=false&q=spese+militari

LEGGI IL PDF.

http://www.unimc.it/sviluppoeconomico/wpaper/wpaper00038/filePaper

 

 
 
 

la conoscenza ed il domani

Post n°1 pubblicato il 10 Giugno 2012 da extracubo
 
Foto di extracubo

 

" la conoscenza non può derivare dall'esperienza sola, ma occorre il paragone fra ciò che lo spirito umano ha concepito e ciò che ha osservato.APPELLO DI SCIENZIATI E RICERCATORI CONTRO IL NUCLEARE


L'appello on-line partito dall'Università di Bologna è già stato firmato da 4000 cittadini. Il sole, secondo gli scienziati, offre una quantità di energia 10.000 volte superiore a quella che oggi si consuma 

Sono già milleduecento gli scienziati e quattromila i cittadini italiani ad aver firmato l'appello contro il ritorno del nucleare nel nostro Paese, lanciato da un comitato presideuto da Vincenzo Balzani, docente di chimica dell'universita' di Bologna. 

''A nostro parere l'opzione nucleare non può essere considerata la soluzione del problema energetico per molti motivi - si legge nell'appello - necessità di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficolta' a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare, possibile bersaglio per attacchi terroristici, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsita' di combustibili nucleari''. 

Secondo gli scienziati, il cui appello può essere firmato sul sito www.energiaperilfuturo.it, bisogna puntare sull'energia solare: ''La più grande risorsa energetica del nostro pianeta e' il Sole - affermano - una fonte che durerà per 4 miliardi di anni, una stazione di servizio sempre aperta che invia su tutti i luoghi della Terra un'immensa quantita' di energia, 10.000 volte quella che l'umanità intera consuma. Sviluppare l'uso dell'energia solare e delle altre energie rinnovabili significa guardare lontano, che e' la qualità distintiva dei veri statisti''. 

PER LEGGERE L'APPELLO E PER SOTTOSCRIVERLO: www.energiaperilfuturo.it


APPELLO CONTRO IL NUCLEARE

 



Ai Candidati alla guida del Paese nelle elezioni politiche 2008 Le scelte energetiche per il futuro dell’Italia Siamo un gruppo di docenti e ricercatori di Università e Centri di ricerca. In virtù della conoscenza acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura scientifica internazionale, sentiamo il dovere di informare la classe politica ed il Paese riguardo la crisi energetica e climatica incombente, che minaccia di compromettere irrimediabilmente la salute ed il benessere delle generazioni future. Tutti gli esperti ritengono che sia urgente iniziare una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello di altre fonti energetiche, così che possa essere graduale.

Riteniamo che l’opzione nucleare non sia opportuna per molti motivi: necessità di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare, esposizione ad atti di terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari.

Sollecitiamo pertanto chi guiderà il prossimo Governo a sviluppare l'uso delle fonti di energia rinnovabile: eolica, geotermica, idroelettrica e, in particolare, solare nelle varie forme in cui può essere convertita: energia termica ed elettrica, combustibili artificiali, biomasse. Il Sole, infatti, è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale. E’ quindi urgente sviluppare al massimo l’utilizzo di questa fonte su larga scala.

Per limitare i danni della crisi energetica e climatica che si sta delineando, è necessario fare in modo che i cittadini italiani, a cominciare dagli studenti di tutte le scuole, acquisiscano maggiore consapevolezza sulla delicata situazione in cui si trova il nostro Paese.

Il risparmio energetico, l’uso più efficiente dell’energia ed in particolare delle energie rinnovabili, lo sviluppo della ricerca scientifica sono le azioni necessarie per affrontare il difficile futuro che ci aspetta e per lasciare in eredità ai nostri figli un Paese vivibile. In questa grande sfida scientifica e tecnologica si gioca anche il futuro industriale ed occupazionale della nostra nazione che non possiede risorse significative di combustibili fossili e nucleari e che, quindi, non potrà ambire ad una maggiore indipendenza energetica se non rivolgendosi all’unica risorsa di cui abbonda: l’energia 

http://www.legambienteverona.it/doc/nucleare/A4-fermiamo-il-nucleare-volta.jpg

 
 
 

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